Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Al Festival di Pigna in scena il triste silenzio elettorale di un paese e una vallata privati del Grand Hotel e Antiche Terme. In Liguria resta Acquasanta di Mele, salute e preghiera


Campagna elettorale 2018. A Pigna e nell’imperiese ‘suona’ il silenzio stampa e della politica sul dramma (dimenticato) del Grand Hotel Pigna Antiche Terme, 97 camere e suite. Poche meno di due anni fa giornali e tv annunciavano: ” Un rilancio in grande stile per valorizzare il territorio”. Un patrimonio immobiliare valutato in 25 milioni di €. Una struttura moderna, ricca di spazi e comfort, osannata come un ‘vero paradiso per ritemprare corpo e spirito’. Almeno una quarantina di preziosi posti di lavoro, oltre all’indotto. Così se l’alta Valle Arroscia è da 16 mesi orfana di Monesi (sciistica e turistica da seconde case), l’alta Valle Nervia è priva della sua maggiore attrattiva: l’acqua sulfurea, curativa, riconosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale. A consolare resta il richiamo, almeno sulle guide internazionali, del ristorante – trattoria Terme che offre piatti squisiti e fragranti, dai raviolini alle erbette alle mouse allo zabaione. Nel centro storico La Casa Rosa, ingegnosa ristrutturazione, con poche camere, ma tanta originalità, all’interno di un antico edificio tinteggiato di rosa. Pigna che da perla storica ambientale, capace di attrarre ammiratori, rischia l’oblio e una ‘depressione’ socio – economica senza ritorno, abbandono e crollo del mercato immobiliare. Intanto apre il ristorante multietnico della Caritas affidato ai migranti.

Il Grand Hotel Terme di Pigna chiuso da ottobre 2016, appartiene alla famiglia Parodi e dava lavoro a 40 persone

Lo slogan accattivante recitava: “Fuggi dal caos delle città, concediti una pausa dallo stress quotidiano e prenota il tuo benessere”. Non solo si è interrotta un’opportunità per vacanzieri italiani e stranieri, perfino russi, ma si sta privando il paese di una delle sue maggiori risorse. Le acque ricco di zolfo e sali minerali, prescritte dai medici specialisti per la cura di malattie respiratorie, oltre q uelle delle pelle e altre patologie, quali i disturbi locomotori.

E purtroppo non è tema da campagna elettorale, non per promesse da marinaio, per ricordare che di turismo e di aiuto ne ha più bisogno il povero entroterra che non la pur sempre opulenta economia della Riviera dove dalla tintarella alla seconda casa è ancora un fiorire di business che non si è interrotto con i tempi di crisi ed i disastri a madre natura causati soprattutto dall’insipienza dell’uomo, da un falso sviluppo urbanistico a suon di deturpazione.

Le terme di Pigna chiuse ormai da dicembre 2016 e senza reali prospettive. Sospesa ogni attività e porte sbarrate all’hotel Antiche Terme a 4 stelle. Un duro colpo per la magra economia dell’intera vallata che, per l’immediato, ha voluto dire perdita secca di posti di lavoro e mancata presenza di centinaia di ospiti, tra bagnanti e pazienti bisognosi di cure e fanghi termali, molti dei quali provenienti dalla vicina Costa Azzurra, dall’opulenta Montecarlo.

La sorgente sulfurea di Pigna con le sue qualità curative

La struttura per il benessere era convenzionata con le Asl e che quindi praticava i trattamenti – alcuni di alta gamma – versando soltanto il ticket previsto. La curativa acqua cloro-solforosa che sgorga copiosa in regione Lago Pigo, fin dall’anno 1200, dalla profondità di 800 metri, da un giorno all’altro ha preso a finire direttamente nel torrente Nervia che scorre nelle vicinanze dell’impianto termale. E il grande albergo, con piscine all’aperto e interne, appare ormai il fantasma di se stesso. Se una simile situazione si fosse verificata, anche solo nelle vicine Bordighera o Sanremo, i mezzi di comunicazione avrebbero puntato l’indice contro lo spreco di risorse da abbandono di una struttura ricettiva, tra l’altro, realizzata con il congruo contributo dell’Unione Europea.

Invece tutto sembra destinato nell’oblio più assordante. Con qualche sporadica notizia sulla base d’asta stabilita per la vendita in blocco di albergo e concessione mineraria (si parla di venti milioni di euro) e di amministratori locali e paesani che, quando parlano delle terme di Pigna, non fanno altro che allargare desolatamente le braccia. Nessuno, al momento, sembra avere un’idea sul da farsi. A parte i soldi per rilevare la mega-struttura, niente si profila all’orizzonte neppure per dare una qualche continuità all’utilizzo dell’acqua termale. Dopo la chiusura dell’hotel e annesso comparto termale, infatti, non esiste un rubinetto, una fonte, un impianto di qualche tipo in grado di fornire un bicchiere d’acqua sulfurea a chi ne volesse usufruire.

Chiuse le terme di Pigna, a chi ha bisogno di trattamenti del genere, in Liguria, non rimane che trasferirsi all’Acquasanta di Mele, nell’immediato entroterra di Genova-Voltri. Per le peculiarità dell’acqua – anche questa sulfurea, ma meno concentrata – è simile a quella di Pigna ed altrettanto efficace nelle cure. Il prezioso liquido sgorga alla base di uno scoglio sul quale, secondo la tradizione popolare, fu trovata una statua della Madonna. Di qui la denominazione di “Santa” data all’acqua. Qui ora sorge una Cappelletta mentre, poco distante, c’è l’imponente Santuario di Nostra Signora dell’Acquasanta, la cui realizzazione iniziò nel 1710. Un duplice percorso, quindi: uno del benessere, in un impianto termale moderno ed efficiente, l’altro devozionale nel culto della Madonna. E, sulla facciata della chiesa due lapidi ricordano lo storico matrimonio di re Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie, con la principessa Maria Cristina di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele I e di Maria Teresa d’Austria-Este. Cerimonia svoltasi il 21 novembre 1832, voluta per sancire l’unione politica tra Borboni e Savoia. Ma le lapidi ricordano pure la visita di Papa Benedetto XV, di origini genovesi, quando era ancora Vescovo di Bologna.

Più di altri illustri visitatori, è ricordato, per la sua devozione alla Vergine dell’Acquasanta, un umile laico cappuccino, il Padre Santo, San Francesco Maria da Camporosso, il quale fu visto più volte in pellegrinaggio di preghiera e silenzio, recarsi al Santuario. Quasi un segno di unione tra l’entroterra sanremese e il voltrese, nello spirito della salute fisica e spirituale.

Pier Giorgio Parodi imprenditore imperiese proprietario del Gran Hotel di Pigna e con la figlia Beatrice Cozzi (vedova dell’onorevole Cozzi) comproprietari del Castellaro Golf Resort e dell’Hotel Marina  degli Aragai. Nel dicembre 2016 gli organi di stampa pubblicarono che tre strutture erano in vendita per 110 milioni , dopo aver ceduto il cantiere Cala  del Forte dove si realizzerà il porto turistico di Ventimiglia. Il gruppo Cozzi però aveva smentito la vendita degli hotel minacciando una richiesta di risarcimento danni

E di Pigna cosa si è saputo fino ad oggi ? Sono state messe all’asta nel dicembre scorso ed il termine delle offerte scade il 7 marzo prossimo, le Terme di Pigna di proprietà di Piergiorgio Parodi. Ma la proprietà, si era scritto sui social imperiesi, ha un appuntamento importante: l’8 febbraio a Milano, per discutere dell’ipoteca sull’immobile. Non è però successo nulla di significativo, visto che tutto tace nel mondo dei media. Un debito di quasi 4 milioni di euro, sul mutuo dei 10/12 miliardi circa delle vecchie lire, stipulato con il Credito Italiano. Intanto l’immobile è all’asta, per circa 25 milioni di euro, esclusi i mobili, ma l’attuale proprietà può venderlo autonomamente, se lo volesse, oppure riaprire i battenti al pubblico.

Le Terme di Pigna occupano una superficie di 24.580 metri quadri, che comprende la struttura principale (l’albergo articolato su otto livelli, oltre a strutture accessorie esterne), una piscina esterna per cure termali, spogliatoi, locali ricreativi vari (solarium, sala polivalente, pizzeria e altri), terrazze, depositi, servizi, locali tecnici, parcheggi scoperti e coperti viabilità di accesso e di collegamento interna e altri. Ci sono anche due piani più bassi (seminterrati con affaccio verso il paese di Pigna), sono dislocati tutti i servizi termali veri e propri nonché i servizi commessi alla beauty farm. Oltre a bar, ristorante, cucina ed un ampia terrazza. Ci sono 78 camere distribuite su 3 piani ed altre 16 al quarto e quinto, con due ampi saloni polifunzionali.

Il proprietario dell’immobile (Piergiorgio Parodi che ha superato le 70 primavere), potrebbe anche riaprire, si leggeva suo quotidiani, ma vuole attendere il confronto con il

Una veduta del panorama dal Grand Hotel, sullo sfondo Pigna

Credito Italiano, prima di prendere una decisione. Tra le ipotesiE una dilazione dei pagamenti, che consentirebbe alla struttura di trovare nuova linfa. E manco a dirlo qualche abile suggeritore aggiungeva alla ‘stampa amica’ che “ci sarebbe anche chi è interessato all’acquisto, senza passare dall’asta”. Ovviamente nessun nome certo, con un uccellino a sussurrare “di un medico di grande fama a livello nazionale ed internazionale interessato alle terme di Pigna”. Intanto l’asta parte da una una base di 18.693.870 euro e avrà come teatro lo studio del notaio Marco Saguato di Imperia.

E dire che leggiamo con sempre maggiore frequenza che c’è una grande richiesta per le ‘vacanze del benessere e della salute’. Pigna ricca di acqua sulfurea da 34° a 28 °, con idromassaggio, sauna, bagno turco, tisaneria, zona relax, percorso flebologico, una palestra

Il giorno dell’inaugurazione, per la stagione 2016, sotto i migliori auspici, presente l’assessore regionale all’Urbanistica e al Demanio, Marco Scajola brinda con Piergiorgio Parodi (Foto Riviera 24)

attrezzata, tanti comfort. E alla cerimonia  per “un rilancio in grande stile delle terme e per valorizzare il territorio in vista della stagione 2016, era accorsi esponenti del mondo politico che conta. Le cronache aggiungevano: “Un’inaugurazione in grande stile, con autorità della politica regionale e locale. A complimentarsi con l’Amministratore Delegato Piergiorgio Parodi e con il Direttore Paolo Cane sono stati il vice Presidente della Regione Liguria Sonia Viale e l’Assessore Marco Scajola, oltre a numerosi sindaci della vallata.

Con un punto di forza importante e qualificato. La convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale. Per  usufruire delle cure è sufficiente presentare la prescrizione del proprio Medico di base o dello Specialista dell’ASL, indicante la diagnosi e il tipo di cura. La prescrizione del Medico è valida per un ciclo di cure termali gratuito (salvo normativa ticket vigente). Si leggeva inoltre di “uno staff medico specialistico, coordinato da una Direzione Sanitaria specializzata in tematiche di medicina termale e idrologia medica e personale altamente qualificato, accompagnano l’ospite passo dopo passo, ascoltando ogni sua esigenza e consigliandolo, in modo che ogni trattamento diventi un momento esclusivo e personale. Le Acque delle Terme di Pigna sono Sulfuree Solfato Clorurato Sodiche e ipotermali microbiologicamente pure. Oltre a questo la struttura offre un servizio a 360 gradi, dove organizzare, tra l’altro, anche matrimoni e conferenze”.

Qui sono arrivati i seguaci dell’Antico Ordine dei Cavalieri Bianchi di Seborga, attiva l’Associazione “Su e giù per la Valle“, l’Associazione Campagna Amica. Sono giunti gli echi dal Palazzo della Regione, i titoloni e gli echi: il turismo in Liguria sfiorati 16 milioni di presenze, cifre da record dal mare all’entroterra, mezzo milioni in più rispetto al 2016. Non solo mare, che rimane la maggior attrattiva del territorio, anche ambiente, natura, cultura, enogastronomia, artigianato di qualità rappresentano prodotti turistici di forte richiamo, che hanno permesso alla Liguria di avviare un processo di destagionalizzazione dei flussi, per godere la nostra regione durante tutto l’arco dell’anno. Dei 4.804.748 clienti arrivati, il 55% è rappresentato da italiani (2.633.256), in crescita del 4,5% rispetto al 2016, e il restante 45% da stranieri (2.171.492), che hanno registrato un aumento del 5,2%. Nelle strutture alberghiere gli arrivi sono aumentati del 2,7% (9mila clienti in più), e in quelle extralberghiere l’incremento è stato pari al 10,5% (+128mila clienti). Le presenze ammontano a 15.558.401, di cui quasi il 60% italiane (9.235.300), in aumento del 2,2%, e il 40% straniere (6.323.101), che segnano un +4,3% rispetto all’anno precedente. Gli alberghi hanno registrato una crescita dell’1,1% di giornate di presenza rispetto al 2016, le altre strutture ricettive del 6,8%. Imperia (18%) continua a recuperare la sua posizione con una variazione positiva del 5,8%. Insomma tutti gioiscono, Pigna piange e tace ?

E SENZA LE TERME FA NOTIZIA IL RISTORANTE MULTIETNICO AFFIDATO AI MIGRANTI

E A BORDIGHERA L’EX HOTEL ANGST SI TRASFORMA IN 80 ALLOGGI

 

 


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