L’ultima cerimonia partecipata con alunni era stata l’intitolazione dei Giardini Pertini. Loano che ricorda la ‘Giornata della Memoria’ con un’iniziativa da archivio di storia locale, da non dimenticare. Il coinvolgimento degli alunni delle quinte classi dell’Istituto Falcone con due narratori – testimoni molto particolari. Il notaio loanese Matteo Lavagna ed il prof. Giorgio Guido Fodor, origini materne a Loano, papà ebreo. Come ebreo era il dr. Strasser, medico al Santa Corona, quando podestà era un collega, ma uniti da reciproca stima. E in mezzo i gerarchi fascisti, le leggi razziali. Abbiamo chiesto al segretario dell’Anpi di Loano, dr. Lorenzo Cambiaso, di raccontare l’incontro organizzato con gli studenti del ‘Falcone’.
In occasione del ‘Giorno della Memoria’, nell’Istituto Falcone di Loano si è tenuto l’evento promosso dall’ANPI di Loano con la collaborazione della dirigente scolastica Ivana Mandraccia e della professoressa Cristina Pitto. La conferenza fa parte del Progetto di Storia “Il tessuto sociale”. Il fine della conferenza: mantenere viva la memoria storica in merito alle leggi razziali firmate da Mussolini e dal re Vittorio Emanuele III a partire dal settembre 1938 che privavano gli ebrei italiani dei diritti e della dignità dei comuni cittadini ed alla ripercussione che tali leggi ebbero sulla popolazione loanese. L’incontro con le classi quinte dell’Istituto si è svolto in aula magna attraverso due momenti importanti:
1) La relazione del docente universitario prof. Giorgio Guido Fodor con “Le leggi razziali: il loro impatto su ebrei e non ebrei a Loano. Il caso di Eugenio Fodor e Giorgina Firpo”.
2) La preziosa e sempre attuale testimonianza del notaio loanese dott. Matteo Lavagna sul caso dell’altra famiglia ebrea di origine ungherese residente a Loano, gli Strasser.
La dirigente scolastica, da parte sua, ha presentato l’evento e gli ospiti. Il presidente ANPI di Loano, Laura Sero, ha introdotto la conferenza illustrando il ruolo dell’ANPI e la sua attività nelle scuole per mantenere viva la memoria del passato e per la salvaguardia dei valori umani e della pace.
Il professor Giorgio Fodor ha raccontato agli studenti la vicenda della sua famiglia. Il padre Eugenio Fodor, ebreo ungherese trasferitosi in Italia, la madre loanese Giorgina Firpo e la figlioletta furono costretti ad espatriare in Argentina, dove egli stesso nacque. Ha parlato, inoltre, del grave fenomeno della xenofobia, del razzismo e dell’antisemitismo nella storia europea degli ultimi secoli ed in oggi, sottolineando come nei periodi di grave crisi economica e sociale la democrazia e la pace siano in pericolo e i governi autoritari tentino di rispondere alla paura ed all’insicurezza creando il nemico, il capro espiatorio, cui addossare ogni colpa (ebrei, minoranze, stranieri e “diversi”) per nascondere le vere responsabilità.
Dopo la sua testimonianza alcuni studenti e insegnanti sono intervenuti ponendo domande sugli avvenimenti esposti e su problemi di attualità. Davvero interessante è stato il contributo del notaio Matteo Lavagna che ha narrato la storia della famiglia Strasser. Il dottor Andrea Strasser fu allontanato dal suo incarico di radiologo all’ospedale S. Corona in seguito alla promulgazione delle leggi razziali e dopo il suo trasferimento a Milano fu internato con la famiglia prima nel Campo di Concentramento di Ferramonti in Calabria e poi in quello di Noventa Vicentina dal quale riuscirono a fuggire. Fortunosamente sopravvissero alla persecuzione e alla guerra. Con una certa commozione il notaio ha ricordato in particolare un fatto di cui ha mantenuto vivo il ricordo: l’incontro, durante una cerimonia pubblica fascista davanti al municipio di Loano, tra il podestà di Loano, Prof. Rinonapoli (anche lui medico a S.Corona) ed il Dott. Strasser. La campagna di propaganda razzista ed antisemita aveva già prodotto i suoi frutti ed il dott. Strasser sembrava visibilmente a disagio mentre il podestà, che certamente lo stimava come persona e come medico, lo presentava ai gerarchi presenti.
Il notaio Lavagna ricorda bene il dolore di tutta la sua famiglia per l’espatrio degli amici Fodor-Firpo, la riprovazione verso il Re che aveva controfirmato i decreti razziali di Benito Mussolini in contrasto con il dettato dello Statuto Albertino, la decisione del padre ufficiale di non aderire alla Repubblica di Salò rimanendo, insieme ad oltre seicentomila ufficiali e soldati italiani, nei tremendi campi di concentramento nazisti. Fu una forma di Resistenza importantissima con un contributo di oltre 40.000 morti durante la prigionia e moltissimi altri dopo la liberazione per la fame e le malattie.
L’incontro si è concluso con il ringraziamento della dirigente scolastica, alunni e insegnanti verso gli ospiti, salutati da un caloroso applauso.
Lorenzo Cambiaso