E’ una di quelle notizie che, si suole dire, non vorremmo mai scrivere. E’ una storia triste che richiama tristezza. Lo dobbiamo a Monetto Bruno, se ne è andato a 89 anni, lui che per due volte fu maratoneta a New York. Lui che nella vita di sporcava le mani col cemento e con la vecchiaia era tra gli abitués delle panchine sulla piazza principale. E che, incontrandolo, era solito parlarci dei suoi ricordi, delle sue passioni. Ma vogliamo parlare anche di cose più allegre, di Ormea delle tradizioni e spicca lo storico carnevale di Chionea, qualcosa che ci porta davvero lontani nei tempi ed è coinvolgente poter rivivere.

Il piccolo cimitero montano della frazione Eca di Ormea (foto) non ha ancora potuto accogliere la salma di Monetto Bruno deceduto a 89 anni. La frazioncina non è raggiungibile col furgone funebre causa l’interruzione per lavori della strada di accesso. Trucioli aveva dato conto. Bruno, in passato artigiano edile, per due volte maratoneta a New York in età già avanzata, era una figura di quelle “caratteristiche” dei piccoli paesi montani; prima del ritiro in casa di riposo era solito sostare sulla piazza del paese, osservare i passanti ed il traffico sulla statale. Era facile incontrarlo e scambiare con lui notizie sul territorio, da memoria storica. Lascia un figlio e una sorella.
Eca – come ricorda Filippo Bonfiglietti nel libro Ormea, qualcosa di più – in origine era Leca. Il nuovo termine, in arabo, significa ‘villaggio’, e rimasto tale dopo la scomparsa dei Saraceni che tra l’altro erano molto vicini, nella Torre dei Barchi, un paio di chilometri in linea d’aria al di là del Tanaro. Secondo altre fonti invece il termine Eca – Nasagò viene da due parole arabe che significano ‘feroce’ e ‘luogo di battaglia’ e se così fosse non ci vorrebbe molto a capire perchè. Eca che è il punto di partenza della rinomata Balconata di ormea. Lunga la quale è stata avviata la coltivazione del vitigno di dolcetto destinato a produrre l’Ormeasco che stranamente, pur portando il nome di Ormea, viene prodotto sul versante ligure del montagne, dopo Col di Nava.
Sulla strada che porta a Eca si trova la piccola borgata di Santa Libera che prende il nome dalla cappella alle sue porte. Poi si arriva alla chiesetta di San Giacomo e da qui alla sorgente di Ardera mentre una derivazione verso levante conduce alla Grotta del Gray, a 1378 metri, dove si possono ammirare splendide stalattiti.


