Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Marina di Loano, Paoletti nuovo direttore
Cornacchia, dopo 7 anni, va a Montecarlo


Un cambio di direzione in punta di piedi, senza echi di stampa, né presentazioni ufficiali. Da novembre Uberto Paoletti è il nuovo direttore della Marina di Loano Spa (gruppo Unipol). Dopo sette anni ha lasciato Marco Cornacchia emigrato nello staff che gestisce il prestigioso mega porto di Montecarlo e sta realizzando il porto di Ventimiglia. Lui che aveva già seguito gli anni conclusivi dello scalo loanese (106 milioni il costo dell’opera) e che potrebbe succedere al vertice della società monegasca con l’età della pensione dell’attuale direttore.L’arrivo di Paoletti (esperienza in Yacht Synergy srl, Water Management srl, Fiart Mare Spa e formazione  al The Nottingham Trent University) è il segnale di un rinnovato impegno del gruppo assicurativo bancario nel portare avanti il rilancio del porto di Loano ? Sicuramente dopo l’incertezza degli anni Ligresti, la presenza del colosso Unipol è motivo di solidità e garanzia. Anche se è difficile immaginare che una società quotata in borsa e sulla scena nazionale ed internazionale possa essere disposta a gestire un’azienda in perdita, a non sfruttare tutte le occasioni per propiziare un investimento produttivo. A questo si aggiunga che dopo il Comune quanto a numero di dipendenti, la cittadella portuale è al secondo posto, seguita da Loano 2, Supermercati Del Balzo, Ai Pozzi Village, le Poste.

Una scalo quello di Loano che rispetto alle aspettative e agli annunci iniziali (si parlava di 300 – 400 posti di lavoro) ha avuto più di una difficoltà ed il rilancio soprattutto sul fronte commerciale ha in parte segnato non solo una marcia da lumaca, ma passi da gamberi. Attività che hanno aperto e chiuso nel giro di pochi anni, altre che hanno gettato la spugna dopo una lunga resistenza. Il caso più clamoroso e che ha fatto discutere (seppure nel silenzio  totale dei media) è la chiusura del Sestante, la ”storica’ pizzeria che dopo 30 anni è stata sfrattata (vedi….)  ed hanno lasciato abbastanza perplessi le scelte ‘inconciliabili’ tra locatore e locatario. E’ vero che papà Augusto Enrico aveva beneficiato di un periodo d’oro, con affitti demaniali bassi e più che convenienti, ma il passaggio al nuovo ‘proprietario’ ha finito per mettere in difficoltà i figli eredi, due famiglie che dedicavano esperienza e professionalità ad uno dei ristoranti – pizzeria più frequentati della città. Si dirà: papà Augusto era unico, andava a pescare, andava a funghi a Bardineto, faceva il giro dei contadini di Borghetto e Loano.  E’ vero, ma non eravamo ancora nella lunga crisi che si avvicina al nono anno e solo il 2017 ha visto una ripresina turistica in gran parte dovuta alle disgrazie altrui, con il terrorismo internazionale, decine di paesi del Mediterraneo e non solo finiti nella lista nera.

Sul ‘caro affitti’, forse l’Amministrazione comunale, nei patti con la Marina di Loano, dove pure ha ottenuto vantaggi e facilitazioni, compreso il ricco canone annuo (380 mila €) a fronte di una concessione prorogata da 80 anni, avrebbe dovuto aprire una parantesi, una postilla, sulle attività esistenti. Qui non c’è soltanto la perdita del Sestante e ciò che rappresentava per i fratelli Enrico, ci sono altre attività che hanno chiuso e sbattuto la porta con qualche strascico pure curioso e di cui trucioli.it ha dato conto. Si profila un’altra partenza, legata alla gestione del bar Gavioli. Anche in questo caso era stato quel galantuomo ed attivissimo papà Giuseppe che oltre al bar Haiti, si interessava a dare una mano ai figli. Difficile dimenticare, per chi lo ricorda, le sue battaglie per ottenere un dehor, per ospitare intrattenimenti musicali.

Difficile ignorare che ci sono ancora molti locali vuoti, in attesa di essere occupati. La direzione Cornacchia, personaggio conosciuto nel mondo della nautica internazionale, con un buon bagaglio di esperienza, ha avuto tutto sommato un bilancio positivo. Sono cresciute le attività nella cittadella, si è incentivato, dopo una periodo difficile di rodaggio, il numero complessivo dei posti barca occupati, in particolare quelli in modo stabile. C’erano state delle fughe, causa ‘caro ormeggio’, non competitivo rispetto ad altri scali minori, ma con senno del poi la ‘cura Cornacchia‘ è stata in gran parte vincente. Cornacchia, riminese, è stato velista professionista. Ha partecipato alla Coppa America  nel ’92 a bordo  del Moro di Venezia, ha vinto diversi campionati del mondo, oltre ad aver gestito progetti di vela sportiva. Si sentiva sicuro del fatto suo, a volte forse troppo. Riteneva che Loano,  nel suo insieme, non fosse abbastanza collaborativa, ad iniziare dal settore commerciale.  Era soprattutto fiero di aver collaborato con Carlo Salvaterra, morto a 58 anni, e dal 2015 amministratore della Marina di Loano. Entrambi impegnati nel perseguire e raggiungere l’eccellenza che è facile proporla a parola, molto più arduo praticarla nei fatti, nel contesto in cui si opera.

Nei mesi scorsi, con un comunicato stampa, si faceva presente che Marina di Loano continua a crescere, confermandosi una delle più importanti realtà portuali italiane ed internazionali con “un’azienda in grado di incidere notevolmente nell’economia locale generando decine di posti di lavoro”.  Incremento del traffico portuale con un trend positivo costante, Dal primo maggio al 31 agosto sono state 813 le imbarcazioni che hanno fatto tappa all’interno di Marina di Loano, contro 650 unità dello stesso periodo del 2016, dunque un incremento del 25 per cento.  Dal primo di gennaio al 31 agosto i diportisti sono cresciuti del 40 per cento rispetto allo scorso anno.

Vale la pena ricordare che le strutture portuali di Loano sono in grado di accogliere oltre 900 imbarcazioni dai 6 agli 82 metri di lunghezza e permettono di effettuare  tutte le operazioni di manutenzione e riparazione  direttamente all’interno della Marina. Il comunicato stampa faceva cenno ai 50 nuovi posti di lavoro disponibili nella stagione estiva (marinai, guardiaspiagge, personale di sala, barman ed addetti reception) e che hanno portato ad oltre 80 i dipendenti totali direttamente impiegati da Marina di Loano. Che, come trucioli.it ha scritto (anche in questo caso in curiosa solitudine), era rimasto il ‘vuoto’ lasciato già a fine dello scorso anno dal ristorante Zefirino.  Vuoto che non è facile colmare con una gestione diretta, con l’occhio puntato sulla riduzione dei costi del personale e quindi della qualità complessiva dell’offerta. Chi ha frequentato il ristorante se ne sarà reso conto, anche ascoltando lamentele e considerazioni del personale.

Tra l’altro, c’è un’altra aspettativa di cui non è difficile non sentire parlare. Sul logo della prima pagina del sito della Marina, è indicato anche il Grand Hotel Garden Lido, che appartiene ad un solidissimo gruppo industriale famigliare, i Magnetto, di Almese (To). L’unica struttura alberghiera sul porto, l’unico hotel di Loano rimasto sulla guida Michelin e che dopo un periodo ascendente ha finito per tagliare i costi della ‘cucina’ che resta chiusa, con l’esclusione dei quattro mesi estivi. Unipol, tra le società controllate ed acquisite dai Ligresti c’è la catena Athahotel, da qui la possibilità di un’acquisizione. Tra l’altro, la società proprietaria dell’albergo ha acquisito i Bagni Lido Sole unendo così i Bagni Garden Lido, Varesina. Un tutt’uno sotto l’insegna di Varesina beach. Per Loano sarebbe un’importante iniezione di ottimismo, di fiducia.

Resta ancora molto da fare, a proposito della realtà portuale: il ‘retroporto’, cosa offre la città. Sul fronte svaghi e manifestazioni non c’è da dire, si potrebbe pensare a meno eventi ma con più richiamo mediatico e qualitativo. Una strada da percorrere, mettendo ogni volta sulla bilancia i benefici reali. Come sarà opportuno il dialogo ed il confronto, non solo con il sindaco e gli assessori, del nuovo direttore Paoletti per colmare forse quel distacco, quella diffidenza, che finiva per disorientare gli uni e gli altri.


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