Non frequentando Genova da qualche tempo, non sapevo della scellerata chiusura del reparto ‘ trapianti’ del prof. Umberto Valente: purtroppo, in nome di una razionalizzazione, peraltro su una base economica, che non dovrebbe mai essere prioritaria quando si tratta di servizi pubblici, in ispecie quelli sanitari, si cerca di privatizzare anche la Sanità, gettando tutti in pasto a potenti danarose Spa e al mercato delle compagnie assicuratrici. (Vedi articolo con il libro denuncia del giornalista scrittore Camillo Arcuri….).
Come già succede negli Stati Uniti d’America, dove le stesse compagnie, sovente, sono proprietarie (sic!) di Ospedali e Cliniche ed arrivano anche alla nefandezza di estorcere un premio maggiorato qualora l’Assistito, che, in ossequio alla mala pratica in essere da quelle parti, è trattato vigliaccamente come un cliente, volesse essere curato anche in strutture sanitarie di altra proprietà.
Una Regione, per quanto piccola come la Liguria, sede di una prestigiosa Facoltà di Medicina e Chirurgia di lunga tradizione nonché del più grande Ospedale d’Europa, non può permettersi, né da un punto di vista professionale, né da un punto di vista morale, di essere priva di un Centro Trapianti, peraltro fondato da un Professore di cotanto valore.
Desta altresì scalpore, come ben evidenziato nell’articolo, l’improprio uso di termini mutuati dal linguaggio dell’economia aziendale, così come quella Paziente da assistere ed invece trattata come cattiva cliente.
Roberto Borri