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Liguria e Basso Piemonte

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Se il prof Rossello si trasferisce a Rapallo


La telenovela di Chirurgia della Mano si arricchisce di un nuovo capitolo, e questa volta sembra definitivo. Manca solo l’esecutività della scelta. Il reparto creato nel 1972 da Renzo Mantero starebbe infatti per essere spostato da Savona a Rapallo, dove costituirebbe una sorta di divisione autonoma, anche se nominalmente dipendente dalla divisione chirurgica di San Martino. L’attuale primario Igor Rossello, che aveva rappresentato fino ad oggi il principale ostacolo allo smembramento e allo spostamento del reparto, manterrà quindi l’attuale qualifica, senza le paventate retrocessioni o sottodimensionamenti rispetto ad altri colleghi.

Il prof Rossello dato con la valigia in mano alla volta dell’ospedale di Rapallo

Comunque, una decisione a sorpresa, di fronte alla quale sarebbero tramontate le soluzioni: su cui si era discusso fino ad oggi: lo spostamento a Pietra Ligure o al San Martino o la trasformazione del reparto in una struttura multifunzione – una sorta di Pronto Soccorso per pazienti non in pericolo di vita – con la sola Day Surgery riservata ai manolesi. Quest’ultima soluzione sembrava la più probabile, e la recente riapertura del reparto anche nei week-end per far fronte – ufficialmente – al picco di ricoveri dovuto all’influenza era parso ai più una sorta di anteprima del nuovo corso.

Ma ambienti vicino alla massoneria savonese e genovese, da sempre molto interessata alle sorti del centro savonese, avrebbero caldeggiato per il trasferimento a Rapallo, e anche i vertici regionali, a partire dall’assessore Sonia Viale, avrebbero finito per approvare il trasferimento. La fuga di notizie di queste ultime ore, peraltro, potrebbe essere letta anche come una soffiata partita dall’interno del nosocomio savonese proprio per scongiurare lo smantellamento. O ubbidire a partite di ‘scacchi’ di innominabili.

L’addio a Savona del gioiello creato da Renzo Mantero nel 1972 appare, in ogni caso, una soluzione squisitamente politica e non amministrativo-sanitaria: il reparto, infatti, continua a rappresentare una struttura d’eccellenza in Italia (i pazienti trattati annualmente sono circa tremila e il centro eroga oltre ventimila le prestazioni ambulatoriali, a cui bisogna aggiungere un migliaio di prestazioni in day surgery) e rappresenta una voce di costo non per demeriti propri ma principalmente a causa dei mancati pagamenti da parte di molte ASL non liguri (oltre il 30 per cento dei pazienti arriva da fuori regione). La diaspora dei medici (attualmente ne sono rimasti in servizio solo quattro, a fronte dei nove che costituivano l’equipe di Mantero negli anni d’oro) lasciava presagire delle novità, ma la notizia del trasferimento a Rapallo rimane comunque una sorpresa.

Peraltro anche le recenti nomine nella riorganizzazione amministrativa, l’intervento senza paracadute del direttore generale Asl 2, Eugenio Porfido, che ha annunciato l’accorpamento di chirurgia della mano e chirurgia vertebrale non un cenno alla sorte del primario Rossello.  E’ stato rimarcato invece  che al San Gerardo di Monza “esiste un’unica unità ospedaliera e sia l’unico ospedale riconosciuto in Italia per il trapianto di arto e non esiste un’unità operativa complessa di chirurgia della mano e si continua a svolgere con proficuo l’attività”. 

Vale a dire in provincia di Savona la politica sanitaria del passato ha elargito a piene mani, senza tener conto dei costi, primariati e clientele. Da qui l’urgenza ha aggiunto Porfido di razionalizzare le ben sei ortopedie esistenti. Ma dove erano politica di destra e di sinistra, organizzazioni sindacali, in tutti questi anni ? Ognuno pensava al portafogli o al bene comune che significa corretta gestione delle risorse ? Basterebbe rileggere la rassegna stampa di questi anni, con dichiarazioni, prese di posizione, con tanto di nomi e cognomi.  A ognuno il suo. Ora si riparla di medici in rivolta “contro quella politica che ha abbandonato il San Paolo”.  Si sostiene da parte delle organizzazione dei camici bianchi che “mancano le tecnologie adeguate”.  Ma chi ha beneficiato, fino a ieri, della moltiplicazione dei primariati e relative prebende ? I soloni primari della sinistra ? Gli associati a logge interessate solo all’esoterismo spirituale ? 

Resta ora da chiarire la sorte della Fondazione savonese per gli Studi sulla Mano, l’organismo di supporto ed appoggio al reparto fondato da A Campanassa, dalla Croce Bianca e voluta da Renzo Mantero: con il passaggio a Rapallo, infatti, verrebbe meno la ragione stessa della sua esistenza a Savona. Oggi ne è presidente l’avvocato Dante Mirenghi, già al vertice del Lions di Arenzano – Cogoleto e tesoriere il rag. Pino Testa che alla Campanassa è un’istituzione come il presidente emerito a vita  il rag. Carlo Cerva, democristiano già quando portava i pantaloncini corti. E restano fondati motivi di preoccupazione per la sorte dei medici del reparto rimasti in servizio nel reparto – Spingardi, Zoccolan e Bertolotti, oltre al primario – e soprattutto del personale, composto in buon parte da infermieri specializzati a cui dovrà essere trovata una nuova e non facile sistemazione.

A meno di sorprese dell’ultima ora, peraltro, il destino della creatura di Renzo Mantero, fiore all’occhiello del nosocomio savonese, pare definitivamente segnata. In attesa anche di capire se circolano veline di uccelli del malaugurio e del riposizionamento del prof. Rossello in quel di Rapallo dove almeno c’è una nuovissima struttura ospedaliera e una clinica privata (Ex Villa Azzurra) che è un’eccellenza ligure nel campo della cardiologia. Lo documentano la percentuale di mortalità, la qualità degli operatori ed il numero di interventi cuore-coronarie.



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