Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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L’indiscreto dalla diocesi Savona – Noli.
A Ventimiglia vescovo ‘moroso’ in tribunale


Qualcuno ipotizza l’accanimento contro le diocesi del ponente ligure. Secolo XIX e Stampa, riuniti in un unica voce nelle cronaca locali, da un mese martellano – informano su ciò che accade dentro ed attorno ai vescovi Mario Oliveri, al coadiutore Guglielmo Borghetti. Un informatissimo e sagace Luca Rebagliati spazia a tutto campo. Trucioli.it continua la ‘presa’ anche per il vescovo loanese di Ventimiglia – Sanremo Antonio Suetta  (vedi  a fondo pagina ultima ora). Ha già raccontato l’ultima dura presa di posizione critica al vescovo Vittorio Lupi (Savona – Noli) del presidente di A Campanassa, Carlo Cerva, sangue democristiano. La ‘crociata’ salva solo Borghetti ? Intanto ecco farsi avanti l’indiscreto con le ultime notizie dalla trincea, all’ombra della’Torretta’.

E’ successo, lontano dai riflettori della stampa locale, un episodio curioso e forse significativo del clima che si respira nella diocesi retta da monsignor Vittorio Lupi. Non siamo e non condividiamo certi pesantissimi e diffamatori attacchi di cui è stato vittima, senza neppure l’uso del condizionale. Gli accusatori (pochi ma rumorosi) hanno dato per scontato il ‘delitto di Luisa Bonello‘, mentre il rigoroso e diligente magistrato inquirente GB. Ferro, non si stanca di ripetere che si tratta con certezza di ‘suicidio’, seppure devono essere approfonditi e soprattutto provate cause e concause. Sta di fatto che, come è accaduto nella tormentatissima diocesi di Albenga – Imperia, con il vescovo Mario Oliveri, dopo un martellante decennio di scandali, arresti, denunce, ma soprattutto articoli e locandine davanti alle edicole, sotto gli occhi di migliaia di persone, giovani e giovanissimi compresi (gli stessi che ricevono dal vescovo il sacramento della Cresima, diventando ‘soldati di Cristo) finiscono per  provocare l’onda lunga della sfiducia, dello scollamento ai valori della chiesa: meno fedeli praticanti, crollo delle offerte, delusione dilagante. E dopo la mala politica e il picco dell’astensionismo dal voto, anche la sfiducia nei vertici delle locali diocesi. L’unico rimedio avrebbe dovuto essere un intervento immediato del cardinale primate di Genova, della Curia romana. Invece, ha di recente scritto lo studioso ed imperiese prof. Vittorio Coletti (la Repubblica edizione ligure) si interviene con grande ritardo, cercando la strada del compromesso dettato dalle pressioni e dai protettori curiali. Papa Francesco non può essere dappertutto, come vorrebbe.

E’ successo, dicevamo, a Savona nella settimana santa. Durante la mattina del Giovedì santo (o mercoledì pomeriggio) non si celebra l’eucarestia nelle parrocchie, perché in ogni diocesi viene celebrata un’unica messa nella chiesa cattedrale, presieduta dal vescovo, insieme a tutti i suoi presbiteri e diaconi (messa crismale). In questa messa vengono consacrati gli oli santi e i presbiteri rinnovano le promesse effettuate al momento dell’Ordine sacro. Non era mai accaduto nella storia del dopoguerra. Presenti forse il 50 % del clero, assente lo stesso Abate di Finalpia. Non è tutto.  La tradizione ricorda che il vescovo invitava a pranzo nel refettorio del Seminario Vescovile tutti i sacerdoti e collaboratori più stretti. Quest’anno l’invito aveva un’altra sede. Le suore della Divina Provvidenza (Rossello) di via Torino. Colpo di scena. Nel tavolo a ferro di cavallo sono stati preparati 100 – 110 coperti, una previsione più che ottimistica. Speriamo di non aver ricevuto una ‘bufala’, si parla di 21 presenti. E il vescovo Lupi pare abbia scelto il silenzio, non commentare.

Un momento difficile a cui i savonesi non erano abituati, anche per il costante crollo delle vocazioni, le obiettive difficoltà a coprire parrocchie ed esigenze pastorali.  I seminaristi sono 4 ospitati nello splendido edificio di via Ponzoni, il più architettonico complesso che si trova nel quartiere della Villetta. Ci sono i locali per il collegio seminaristi, una bella cappella, la biblioteca – quadreria, il refettorio ospita copie di dipinti della scuola leonardesca (in Cena Domeni). Un patrimonio in gran parte dono delle gloriose e antiche famiglie di Savona.

Il seminario si è trovato al centro di scelte non sappiamo quanto utili alle prospettive future, proiettate nei secoli. Il seminario è a quadrilatero, realizzato con estetica e pregio architettonico dal progettista.  Indiscutibile che abbia abbellito e valorizzato l’intera collina.  Con i vescovi Lanfranconi e soprattutto Calcagno (oggi ai vertici cardinalizi) era iniziata l’opera  di ‘demolizione’ di uno dei punti storici di Savona. Con i box ai privati si era sventrato il boschetto del seminario.  Poi uno dei lati dell’edificio (seminario) è stato trasformato in appartamentini realizzati dalla nota impresa Sacchi (già interessata col Gis, gruppo imprese savonesi nell’operazione immobiliare di Celle Ligure). In pratica sono finite in pasto alla logica del profitto le camere che ospitavano i seminariti (si era arrivati ad oltre 50 negli anni d’oro delle vocazioni).

Del seminario restano dunque i tre lati.  Aule, cappella, quadreria-biblioteca. E’ possibile che si stia mettendo mano ad un’altra operazione appartamenti nei locali del refettorio ? Pare un mistero, segretezza. A nessuno sfugge che anche la diocesi di Savona – Noli si sia trovata a fare i conti con un periodo di gestione dei bilanci – alcune parrocchie incluse – piuttosto allegre, avventate.  Questo si aggiunge, secondo certi ambienti, alla decisione di  Carlo Cerva di uscire allo scoperto ed attaccare a testa bassa l’operato dei vescovo e dei suoi strettissimi collaboratori.  Dalla vicenda di Ca di Ferrè, la rinuncia a dire Messa, alla distruzione della Madonna degli Angeli, al salvataggio di quel parroco che è stato trasferito in Riviera dopo il ‘saccheggio’ dei soldi destinati al vecchio tempio.

IL CASO BIBLIOTECA CIVICA –  Se il vescovo imperiese della storica Ceriana è nel mirino anche del presidente della altrettanto storica Campanassa, pare sia in atto un altro scontro, dietro le quinte, tra il sindaco Berruti e lo stesso Cerva  che, con l’età, è difficile immaginare un qualche interesse per correre alle politiche o alle poltrone. Negli ambienti vicini a Cerva (al telefono da qualche tempo evita di rispondere) si sostiene che “il presidente” è contrarissimo  a spostare la biblioteca civica. Un trasloco assurdo tra Monturbano dove si trova a via Pia. Nei locali degli ex scolopi la sistemazione è funzionale, moderna. Nel palazzo Della Rovere non c’è neppure un deposito. Qual è la motivazione che spinge Berruti e la sua giunta di sinistra ?    La sede attuale della Biblioteca potrebbe anche disporre dell’Auditorium, 250 posti. E’ vero occorre rimetterlo a norma. Non conviene ?  “Trasferendo da Mortubano a Via Pia – ha sostenuto Cerva tra gli amici della Campanassa –  non si dice cosa faremo, si vuole forse liberare Villa Corsi e poi rendere appetibile tutta la collina ?”.

E PER ANTONINO TONINO SUETTA GROSSI DISPIACERI DAI GIORNALISTI CREDITORI


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