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Liguria e Basso Piemonte

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Borghetto S. Spirito: differenziata di prossimità spinta


L’Assessore Emanuele PARRINELLO “…ci tiene a precisare” che il sistema di prossimità “…non è ancora partito al massimo del potenziale” **. Meno male. Dopo questa affermazione siamo più tranquilli e sereni, consapevoli che, almeno per il momento, è stato impedito alla spazzatura di arrivare fino al primo piano di tutte le case del paese. In questa tragicomica vicenda netturbina che ha colpito Borghetto Santo Spirito, provincia di Savona, paese in cui la spazzatura si chiama “rumènta” (che però qualche burocrate buontempone era riuscito a sdoganarla come “rifiuti solidi urbani” tanto per cambiare nome ad un tributo), le sorprese non sono ancora finite. “Differenziata di prossimità spinta”, ecco come oggi, 14 gennaio 2015, si chiama la “rumènta”.

L’assessore Emanuele Parrinello

Mi scusi Assessore alla “Differenziata di prossimità spinta”, la prego in ginocchio, con le lacrime agli occhi, umilmente prostrato ai suoi piedi, mi vuole spiegare cosa belandi vuol dire “Differenziata di prossimità spinta”? Prossima a cosa? Spinta da chi? Me lo dica per favore, così questa notte, forse, riesco a dormire.

E fosse finita lì! “Vedere nell’isola ecologica un bidone più piccolo spinge il cittadino a suddividere meglio i rifiuti in modo da utilizzare soltanto lo spazio che ha a disposizione. E’ un
passaggio che deve essere anche culturale” **. Questo parto socioculturalfreudiano lo dobbiamo al direttore generale dell’ATA SpA, Luca PESCE che asserendo ciò che asserisce pensa di aver convinto tutti i cittadini che col loro bravo sacchettino di umido in mano, trovando il bidoncino stracolmo, invece di porlo per terra nelle sue vicinanze, se lo riportino a casa. Lo sapevo che, prima o poi, la parola “cultura” sarebbe stata sostituita dalla parola “spazzatura”.

A questo punto c’è da chiedersi come mai certe cose accadano proprio a Borghetto S.S., nonostante tutto lo spazio che c’è nell’Universo. E’ un problema annoso che interessa il nostro territorio da molti anni, ma che per me rimarrà sempre un mistero.

Certo che, anche se uno fosse ben intenzionato, per una volta, a mettere da parte la penna con la quale, solitamente, scrive i suoi dissensi nei confronti dell’Amministrazione GANDOLFO, le ultime esternazioni giornalistiche del Sindaco e dei suoi assessori immediatamente tolgono la voglia.

Con tutto quel che è successo tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 non una parola di scuse, non un invito ai cittadini col quale si chieda la comprensione per il casino che hanno messo in piedi. Macchè. Figuriamoci. Perseverano nel dire (PARRINELLO) che “l’informazione è stata data in maniera
completa” ** e si arriva addirittura a sostenere (GANDOLFO) che: “Siamo il terzo paese dell’Unione (non europea, ma di quella dei Comuni della “Riviera delle Palme e degli Ulivi”. ndr), vogliamo fare da traino a tutti gli altri” **.

Ma ci pensate al traino?…………………………….

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Questo articolo non è stato terminato da Silvestro Pampolini, ma da sua moglie, per il fatto che verso le 15,30 del 14 gennaio u.s., lei sente dei lamenti provenire dalla cameretta dove c’è suo marito che scrive al computer. Incuriosita si dirige verso quel luogo e trova il Pampolini riverso sulla piccola scrivania, con gli occhi fuori della testa e la bava alla bocca, che grida: “Hai letto cosa dicono? Hai letto…?” poco prima di essere colpito da sincope.

Tornati dal Pronto Soccorso del S.Corona, la moglie sistema a letto il sincopato e, dietro sua insistenza, termina l’articolo.

“Cosa devo scrivere?” chiede lei titubante.

Con voce flebile ma decisa Silvestro Pampolini dice: “Scrivi che devono dimettersi”.

O.B.

**(IVG.it – articolo di Luca BERTO del 12 gennaio 2015)


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