Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Un mutuo dell’ex caserma Revelli (Arma di Taggia) in aiuto della seggiovia di Monesi


La provincia di Imperia è impegnata a trovare un milione di euro per realizzare il secondo e ultimo lotto della seggiovia di Monesi. In tempi di vacche magre si fa strada l’ipotesi che i funzionari abbiano scoperto un mutuo inutilizzato risalente agli anni ’90 e che era destinato ad interventi nell’ex caserma Revelli di Arma di Taggia. Somma stanziata dal ministero dell’ex Turismo – Sport e non utilizzata. Con un placet ministeriale sarà possibile stornare il denaro a completamento dell’impianto (seggiovia e stazione intermedia) che beneficia già di 2 milioni di fondi Fas. Impossibile, invece,  recuperare i soldi della Fondazione Carige per tempo scaduto e mancato rinnovo ( crisi finanziaria della banca). Infine la notizia che è andata deserta la pre asta per la gestione annuale degli impianti invernali. Resta in campo la candidatura della Noir Srl di Marino Arimondi.

Gabriele Cascino, avvocato, imperiese, assessore all’urbanistica della Regione Liguria

Sullo scorso numero di trucioli.it ci siamo occupati della imminente stagione sciistica e del rischio di arrivare all’ultimo giorno in pieno affanno, ma anche la necessità di trovare ancora una volta un gestore capace di un compito non facile, tenuto conto di tutte le complessità. Ad iniziare dal fatto che il contratto è solo annuale. Ora sappiamo che il tentativo di allargare la rosa degli aspiranti non ha dato risultati. Nessun pretendente ha fatto domanda. L’ipotesi più probabile è che torni in pista la Noir della famiglia Arimondi, in attesa di tempi migliori per tutti e di un contratto di sei anni.

La seconda notizia riguarda il finanziamento del progetto dell’ultimo lotto della seggiovia. Il nuovo tratto rappresenterebbe un indiscusso valore aggiunto all’impianto. I lavori avrebbero dovuto iniziare ed essere portati a termine già nel 2014, non erano mancati gli annunci, gli auspici. Ma si sono susseguiti almeno due importanti contrattempi. La Regione Liguria, così sostiene una fonte, ha chiesto ulteriori prescrizioni. Tra esse la riproposizione della tutela (e della nidificazione) del gallo forcello.  In realtà nulla di nuovo sotto il sole se si leggono gli atti del VIA (Comitato Tecnico Regionale per il Territorio ), parere n. 129 7), seduta del 27 giugno 2007, oggetto : “Seggiovia biposto ad ammorsamento fisso in località  Monesi – Comune di Triora. Proponente Alpi Liguri Sviluppo e Turismo Srl”.  Negli documenti ufficiali si ricorsa che in data 9 novembre 2006 è stata avviata la procedura di Via per il progetto definitivo di una seggiovia che collega Monesi di Triora (1400 msl) ad un pianoro a quota 1790 m. sul versante nord del Monte Saccarello, in provincia di Imperia. La procedura di screening del dirigente del settore aveva inizialmente dato parere negativo perchè in contrasto con le norme di attuazione  del Piano per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di bacino del fiume Po. Procedura sospesa, ripresa il 20 febbraio 2007, interrotta il 13 marzo dello stesso anno per consentire nuove produzioni integrative al Sia indicate dal settore Via della Regione.

CRONISTORIA – Tra le tante prescrizioni figurano la gestione degli impianti, l’utilizzo nei soli mesi estivi, indagini geologiche, l’impatto elettromagnetico, mitigazione e compensazione legate agli impatti su habitat e specie, l’afflusso turistico di tutta l’area, anche extra piste e periodo estivo.  Si dava atto che i territori sono di proprietà privata (Terenzio ed Enrico Toscano ndr) e che è stata sottoscritta  una convenzione della durata di 40 anni per il diritto di superficie, la costruzione della nuova seggiovia (il vecchio impianto realizzato dai fratelli Galleani, banchieri, nel frattempo era stata rimosso in quanto giudicato non più a norma, cosa che non è invece accaduta per un analogo impianto in Alto Adige, come trucioli.it ha già scritto ). Tra le annotazioni , messe a verbale nella seduta del Via del 27 giugno risulta testuale: ” Viene  infine sancito l’impegno delle parti di verificare la possibilità e la convenienza di concordare la gestione unitaria di tutti gli impianti all’interno del comprensorio”. I Toscano, nel Comune di Briga Alta, possiedono un impianto skilift e non è stato possibile collaborare con chi gestisce la seggiovia e skilift di Monesi di Triora. Diversi di opinioni sul prezzo del biglietto. Popolare da una parte, in grado di coprire almeno le spese dall’altra (i Toscano). Pare superfluo ricordare che è un nodo importante ed una seria trattativa, all’insegna dell’interesse reciproco – pubblico e privato – deve avere uno sbocco definitivo. Un confronto al quale pare si stia impegnando l’assessore competente dr. Paolo Ceppi, farmacista a Pieve di Teco. Un politico del centro destra – ora gruppo Uniti – assai apprezzato dalla comunità – elettori della valle Arroscia.

Paolo Ceppi, farmacista, assessore ai Trasporti della Provincia di Imperia

PER CEPPI ULTIMO MANDATO – L’unico interrogativo  è che, per  Paolo Ceppi, si tratta dell’ultima esperienza al governo della Provincia. Con le nuove norme non potrà più farne parte, cosa  che invece è consentita a chi è subentrato (tra i non eletti) in consiglio. E’ lo status di chi è stato chiamato in giunta, si era dimesso dal parlamentino, liberando il seggio. Ed è proprio con Paolo Ceppi, riferiscono i beni informati, che è venuto alla luce il mutuo – salvezza per completare il secondo lotto della seggiovia. In pratica nelle pieghe dei bilanci della Provincia di Imperia era rimasto al palo un mutuo (o forse due per 400 e 6000 mila euro) destinato all’ex immobile della caserma Revelli. Un finanziamento statale, ma per procedere al suo storno- utilizzo, occorre ricevere il placet del ministero erogatore (competente) ovvero turismo e sport. Il milione di euro, va ad aggiungeri ai 2 milioni disponibili con la somma dei Fondi Fas da spendere entro il 2014. E si dovrà trovare un escamotage per un breve rinvio. I lavori – è l’impegno della Provincia del presidente Sappa – potrebbero così iniziare prima della prossima estate, concludersi e rendere disponibile l’utilizzo nella stagione sciistica 2015- 2016.

IL PARADISO DELLE ALPI MARTITTIME – Si tratta, ricordava lo stesso documento del Via, di un pregevole contesto naturale, sede della vetta più elevata della Regione Liguria (monte Saccarello a 2.200 slm) che ha ospitato  la prima seggiovia ligure, detta del Redentore, dotata di tre stazioni intermedie, fino a quota 2040, poi tre skilift principali, noti come Tre pini, Ubaghetto e Plateau. Parallelamente furono costruiti l’albergo  del Redentore (ormai ridotto in quasi in macerie), come pure la pista di pattinaggio e quattro condomini, gli ultimi due realizzati negli anni ’80. L’impulso esercitato dalla stazione sciistica e dall’afflusso turistico estivo (clientela proveniente da Genova e provincia, dall’imperiese e dal savonese)  ha comportato benefici a cascata, con ristrutturazioni e nuove costruzioni nelle confinanti Mendatica (in particolare le frazione San Bernardo e Valcona Soprana) e a Piaggia, sede del Municipio di Briga Alta.

Il blocco della storica seggiovia, seguita al tracollo finanziario dei Galleani e del socio locale Armando Lanteri, la riduzione sempre più frequente delle precipitazioni nevose,hanno  influito nel declino delle presenze turistiche e all’abbandono, nonostante siano rimasti in funzione gli impianti dei Tre pini e Plateau.

Quale futuro ? Il Piano regolatore di Triora, del 1987,  prevedeva lo stralcio delle aree sciistiche di Monesi, rimandando ad uno strumento  di pianificazione  sovracomunale il compito della regolamentazione urbanistica (Piano Territoriale di Coordinamento delle Aree sciistiche di  Monesi),  approvato nel 1999. Intatta la vocazione turistica dell’area, l’istituzione del parco, recupero degli sport invernali, recupero del patrimonio edilizio esistente. Per la stagione invernale molto dipendente dall’innevamento, in particolare a quota più basse dei 1300 m. , ma è sfumata la soluzione  del collocamento di alcuni ‘ cannoni’ per la neve artificiale. Utile sarebbe un collegamento reale tra l’Alta Valle Argentina e l’Alta Valle Arroscia (Verdeggia – Monesi).  E grazie allo spirito di iniziativa della famiglia Porro (artigiani della pasta fresca e similari, con laboratorio a Nava, una decina di dipendenti) è stato attrezzato un rifugio  ad alta quota. Nulla si è avverato dell’ipotesi di realizzare un impianto funiviario (Verdeggia – Cima Valletta della Punta)  collegato all’impianto seggioviario ( Cima Valletta della Punta – Monesi). Tra gli immancabili annunci – spot, quello di realizzare un tunnel, previa verifica costi – benefici.

LE VALUTAZIONI D’INCIDENZA – In una terra dove la devastazione idrogeologica è stata riproposta dalle recenti frane ed alluvioni, la Regione Liguria, attraverso i suoi organismi tecnici, ha preso molto a cuore, diremmo oltre ogni limite ragionevole (accade anche questo nel Bel Paese dei condoni edilizia e cemento selvaggio) quelle vengono definite  (valutazione Via) “emergenze floro, faunistiche e habitat vulnerabili dal punto di vista ecologico. Fa sorridere pensare alla gestione del territorio durante gli assessorati (ultimi) di Franco Orsi, diventato poi senatore della Repubblica per Forza Italia e Carlo Ruggeri, già sindaco comunista di Savona. Ma, sul fronte Monesi, in occasione del 60° anniversario non pareva molto informato lo stesso responsabile in carica dell’urbanistica, l’imperiese avvocato Gabriele Cascino. Basta leggere il VIA per rendersi conto che la seggiovia resta limitata all’utilizzo invernale perchè  occorre tutelare gli habitat naturali presenti e specie faunistiche definoite ‘rilevanti’ all conservazione di ‘alta priorità’. Il Gallo forcello, l’aquila reale,  la Coturnice delle Alpi. “A questo elenco – è stato scritto dai funzionari regionali –   si deve aggiungere  l’osservcazione diretta di altra fauna vertebrata come  Rupicapra, marmotta e cane lupo, mentre per la flora si segnala la Gentiana liguistica…Ci sono poi le  arene di canto, in base alle informazioni fornite dalla stessa Provincia di Imperia,  che segnalano siti di nitificazione e luoghi di svernamento del Gallo forcello sull’intero comprensorio siccistico…ndificazione per l’Aquila reale su pareti rocciose sovrastanti praterie di pascoli e zone aperte…”.

L’ utilizzo estivo della seggiovia, altro tema cruciale, è un coacervo  di criticità.  Si parla di riduzione di superficie degli habitat Natura 2000 e delle specie botaniche di pregio. Si citano, testuali “la diminuzione  della ricchezza  floristica….l’aumento di passaggio, di disturbo, di raccolta, di intrusione in aree naturali da parte di escursionisti…a danno di specie di animali di elevato pregio.” Tutto questo per imporre precise prescrizioni da parte della Regione Liguria.  Seggiovia si, ma “solo  da inizio primavera al più tardi a fine marzo”.  Per le piste sciistiche si proceda, è richiesto, ad un monitoraggio floro – faunistico per almeno tre anni. Chi ha provveduto nel frattempo ? ” E per ricalibrare i periodi di fruizione degli impianti”. Si prevede persino, bontà loro, “ ai  razionalizzare  l’afflusso turistico  dell’intero comprensorio con un piano ALST, concordato con gli uffici regionali, al fine di giungere alla massima mitigazione degli impatti su acque, suolo, flora e fauna.” Le conclusioni, nell’insieme, di obblighi, divieti, prescrizioni sono contenute in 4 pagine dattiloscritte, peraltro poco note alla stragrande maggioranza dei cittadini.

Giovanni Barbagallo, imperiese, assessore all’Agricoltura della Regione Liguria

Monesi resta l’unico treno di sviluppo di un’intera vallata, capace di fare da traino all’economia  di una provincia privata di quasi dieci mila posti di lavoro, a scapito soprattutto dei giovani e delle donne. Una provincia che nel governo e nel consiglio regionale uscente poteva ‘contare’ su due assessori di peso (Barbagallo e Cascino). Imperia che da anni ha perso tempo, letterale, nell’affrontare la ‘priorità Monesi‘. E l’allora capogruppo in Regione, Gabriele Saldo (FI), poteva annunciare: “Mi faccio carico della preoccupazione di molta gente, affinchè il parco Alpi Liguri non significhi altri vincoli”. Zona protetta va bene, zona depressa in eterno non è proprio il caso.

L. Cor.   


L.Corrado

L.Corrado

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