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Rocchetta di Cairo: scoperti reperti a San Pè


Scoperti alcuni reperti dell’antica chiesetta di San Pè a Rocchetta Cairo. Nell’elenco “de beni della Chiesa Parrocchiale della Rocheta”, compilato in data 16 maggio 1728 dal “cancelliere” Francesco De Benedetti fu Marco, il quale ricopiò  dal Registro che aveva scritto in precedenza don Carlo Francesco Ravina, parroco di Rocchetta Cairo nel 1600, si legge: “… da san Pietro pratto, campo, falagni e chiazzo confinanti la Via d’entro Francesco Torteroglio e la moglie, [il fiume] Bormida e Paulo Calizano…”

 

Da questa sintetica descrizione del cancelliere De Benedetti mi sembrerebbe di capire che la Via passa dentro al fondo in questione della Parrocchia di Rocchetta e a proposito della Via, ricordo che a Dego vi è la località Supervia, ovvero sulla strada descritta nei documenti medievali anche come “la Levata”, si tratterebbe della stessa strada passante per Carpeggio, Salsole, San Giovanni.

Non è escluso che il toponimo tronco di “Lavà”, di cui conosco bene l’ubicazione, possa derivare proprio dal vicino passaggio di questa “Levata”.

I “falagni” sono filari di viti di cui le alture del paese esposte a mezzogiorno erano piene mentre il “chiazzo” è la zona pianeggiante in un boschetto priva di alberi in cui si può tagliare l’erba oppure utilizzare per lavorare la legna.

Il nostro toponimo “san Pietro” si trova anche citato nel catasto di Rocchetta di fine secolo XIX (vedi la ricerca di Storia Patria Savonese a proposito dei toponimi) dove si evince un “San Pietro del Ponte” che sarà certamente quello del Ponte Romano di Rocchetta di cui mi parlava la nonna, Maria Carle in Chiarlone, almeno sessant’anni fa e si potrebbe trattare verosimilmente di una chiesa campestre risalente al periodo di San Guido vescovo della Diocesi acquese nel secolo XI (dal 1034 al 2 giugno 1070, data della sua morte).

Alcune grandi pietre lavorate e squadrate, che ho trovato e fotografato in questi giorni, sparse su di una piazzola ricavata sulla costa boscosa, sul lato destro della strada che sale a San Giovanni, farebbero pensare ai resti dell’antico edificio religioso; le pietre mancanti saranno state impiegate nella costruzione delle cascine che ancora esistono, poco distanti.

 


  

Bruno Chiarlone Debenedetti


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B. Chiarlone

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