Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Don Gerini ‘sacrificato’ per salvare la diocesi dai bilanci in rosso e da un mutuo


La parrocchia di Peagna volta pagina. A Pasqua ha salutato, tra lacrime ed applausi, don Fiorenzo Gerini. Arriva don Cosimo Quaranta. Due ‘pastori’ distanti anni luce nella formazione e nel curriculum. Il neo parroco è conosciuto quale esperto in ‘messe di guarigione‘. Ma anche a Peagna i tempi sono cambiati ed il primo a rendersene conto era proprio l’anziano sacerdote. Una realtà irriconoscibile soprattutto per un ex chierichetto degli anni ’50. Don Gerini lascia molte opere: la chiesa di S. Giovanni a cui ha dedicato grande cura. Il nuovo santuario di Capriolo. Non mancano tuttavia le ferite. All’ultima Messa i ‘peagnoli’ della prima generazione erano 5.  Peagna che onora don Angelo De Negri, padre di due figlie esemplari. Accade però che nella targa che il Comune ha fatto scolpire figura don Giacomo De Negri. Poi uno spiazzo in memoria di don Giovanni Patrone del quale taciamo per amor di patria. Dimenticato don Pietro Menini nato e sepolto a Peagna (1904-1978) in povertà.  Infine indiscrezioni clamorose sui bilanci in rosso della Curia e un immobile in vendita proprio a Peagna con  estesa tenuta terriera.

Sono le 10,30, è Pasqua, quando faccio ritorno nella Peagna dell’infanzia. L’ultima volta risale tuttavia alla Messa serale di San Silvestro, erano trascorsi 50 anni. I ricordi lontani, colmi di nostalgia, di rimpianti. Il canto solenne  del Te Deum di mezzanotte, la chiesa affollata, la cantoria capeggiata da ‘U Parpelin’,  sette chierichetti, io ero tra questi. Allora non erano ancora ammesse le ragazze.

Arrivo a Peagna e trovo auto parcheggiate in quella che per noi era la ‘piazza nuova‘ e dove c’era l’unico abbeveratoio per il bestiame. Stupisce che nonostante i cartelli di divieto assoluto ed i posti auto liberi nei due parcheggi (quello citato della vicina canonica) e quello sovrastante a poche decine di metri, non se ne tenga conto e nessuno intervenga.

Raggiungo l’ingresso del ‘Villaggio Santa Maria Bel Fiore‘. Qui c’era la dimora del generale Caviglia. E’ stata la prima residenza a Peagna di don De Negri (nativo di Pieve di Teco dove vive una nipote) e della mamma delle sue figlie, mai riconosciute legalmente, né una briciola di eredità. In seguito sorgerà un secondo edificio, realizzato in gran parte da mio padre, muratore ai tempi in cui  iniziava a frequentare Peagna, Angelo Fresia, originario di Pornassio. Sposerà ‘Marinin’ che ha messo all’onore mondo tre figli ed una figlia. Due maschi sono  tra i più quotati imprenditori edili del comprensorio, con costruzioni a Ceriale, Loano, Giustenice, interessi a Savona e altre località. Un piccolo impero solido e all’insegna della serietà imprenditoriale. Un figlio è consigliere delegato al Demanio (i Fresia hanno due stabilimenti balneari) nella giunta dell’agricoltore Ennio Fazio.

A Peagna si sbagliano anche le targhe della strade: via don Giacomo De Negri anzichè don Angelo, complimenti al Comune

Tra i primi ad incontrare, nella piazza vecchia della chiesa, c’è proprio Fazio e la moglie. Appena mi scorge, si volta, avverte la consorte. Evita di salutare. Per me, vecchio peagnino, mendaighino di nascita, figlio di umili pastori, giornalista dal 1967 (professionista dal 1977), può essere un onore. Per Ceriale c’è un archivio di articoli e di documenti. Su questo blog di volontari ho documentato, senza una smentita, quale sia lo stato della pubblica amministrazione e della cittadina.  Il suo degrado socio culturale. Non ho interessi diretti ed indiretti, resto un testimone che in vita non ha  avuto in tasca una tessera, se non quella dell’Ordine dei giornalisti e del quotidiano Il Secolo XIX.

Peagna, il giorno di Pasqua ,durante la visita del sindaco per l’ultima messa di Don Gerini, auto in divieto sulla piazza principale

Entro in chiesa quando ci sono ancora posti a sedere. Mancano dieci minuti all’inizio della liturgia sacra. Seduto, ascolto e osservo, rifletto. Il brusio, il mormorio cresce di pari passo con l’arrivo dei fedeli. Ai miei tempi regnava il ‘religioso silenzio’, una volta varcata la soglia della chiesa. Il rumore rumoreggiante diventa persino fastidioso, chissà chi abbia introdotto questa moda di ‘culto popolare’. Don Gerini quando prese possesso  della parrocchia, nel 1954,non era certamente così. C’è da dire che non è un’eccezione, accade ormai quasi dovunque. Non nei Paesi del centro e Nord Europa. Qui la Messa inizia puntuale e puntualissimi sono i parrocchiani. Non si sente volare una mosca, l’abbigliamento è consono per tutti. Non riesco a fare l’abitudine a tanto lassismo e poco importa se non lo condivido, non lo pratico.

Don Gerini, non capita di frequente ai nostri giorni, può contare sui chierichetti, sull’ ottima cantoria tutta al femminile, sulla collaborazione di un diacono, vigile urbano ad Alassio, su un altro collaboratore, a sua volta ‘diacono’ per la gente, ma che in realtà potrebbe essere considerato il braccio destro nelle iniziative parrocchiali.

E’ toccato a Michele Manera, alassino d’origine, responsabile dello staff di segreteria del sindaco del Comune di Borghetto S. Spirito, ora cittadino con la famiglia di Peagna, di leggere toccanti frasi di addio al parroco. Tra le parole spiccano “afflitti e scoraggiati, una rinuncia obbligata e non ci sono parole per qualificarla“. E ancora, rivolto al sacerdote “il grazie della comunità per i 60 anni di zelante ministero sacerdotale…don Gerini alla prese con un dolore umano, un tormento, un’angoscia…, ha sofferto e soffre in silenzio per una decisione del vescovo che tutti ritengono negativa…lo ricorderemo con grande riconoscenza…per tutte le sue opere….la rassegna del libro di Peagna…. vero esempio della chiesa…”.

E’ stato poi la volta del sindaco Ennio Fazio, in fascia tricolore; vedremo se tornerà per accogliere l’ingresso nella comunità di don Quaranta.  Ha parlato di ricordi, lui aveva un anno quando a don Gerini venne affidata la titolarità di  Peagna. “Se non si partecipa alla messa a Peagna, non è domenica….lei, caro don Gerini, si è sempre fatto interprete delle necessità quotidiane della comunità”. Il parroco, visibilmente emozionato, ha mantenuto quel self control che l’ha sempre contraddistinto: ” Grazie, grazie per tutto l’affetto dei parrocchiani…”.

Tra i presenti non ha voluto mancare Giuseppe (Pino) Basso, originario di Nasino, che ha conosciuto la famiglia Gerini quando Fiorenzo era seminarista ad Albenga. I genitori, a Vessalico, gestivano in centro paese, nella strettoia, un negozio di alimentari , rimasto l’unico negli anni e condotto dalla sorella. “Per me don Gerini è un fratello – accenna Basso l’ho sempre seguito ed ammirato, uomo e sacerdote esemplare, ha fatto moltissimo per Peagna e per la diocesi “.

Alla Santa Messa hanno assistito, peraltro assidui, un altro chierichetto della prima ora, Nando Oggerino tra i più attivi nella storica confraternita di San Giovanni; la sorella Rina Oggerino (il figlio Pierangelo Fossati dal 27 maggio 2013 è consigliere di maggioranza, con delega all’agricoltura e alle frazioni) e due bandiere della piccola comunità: Delina Costa, sorella di Modesto Costa che fu mitico comandante dei vigili urbani di Borghetto S. Spirito. Il papà, ‘Culin’, era a sua volta un personaggio con grande passione per la caccia, il primo che nella stagione dei pettirossi catturava l’esemplare che faceva da richiamo per l’uccellagione con la gabbia e il vischio. La mamma era Ernesta, orgogliosissima del suo ‘Mudestin’. Altra figura di primo piano è Lina Stalla, figlia unica di una famiglia benestante per l’epoca, ‘U Paulettu’; il padre era assiduo della cantoria, persona buona ed affabile. Lina ha sposato il compianto Ugo Fabbris di Zuccarello ed il figlio Giuseppe, ragioniere, è impigato nell’ufficio economato della Curia Vescovile.

LA CORTOLINA- DECORO DEL BORGO STORICO DI PEAGNA

Peagna ecco come si presenta l’ingresso del borgo vecchio, erbacce come biglietto da visita pasquale

Descrivere Peagna negli anni del primo dopoguerra potrebbe essere un compito affidato a chi è esperto di libri, raccogliendo le testimonianze degli ultimi e pochi sopravvissuti.  E qui don Gerini  dovrebbe dire qualcosa. A proposito: i conti della sagra, della lotteria, dell’attività ludica e gastronomica del ‘comitato‘ li ha sempre custoditi lui, gelosamente. Non ha mai demandato ad altri collaboratori. Cosa accadrà ora ?

Lasciando Peagna fanno impressione non solo le auto in sosta vietata, il giorno di Pasqua, presente il sindaco ed alcuni assessori. Bastava spostarsi di qualche chilometro, sull’Aurelia, per imbattersi in una pattuglia di vigili urbani (Albenga) che quasi ai confini  con Ceriale pizzicavano col telelaser gli automobilisti che superavano i 50 km orari. Ottima sorpresa da uovo di Pasqua !

Lo stato di una via del vecchio borgo, qui abitavano a fondo strada le famiglie Lai e i Dolla, questi ultimi beneffatori della chiesa

Peagna, a Pasqua, accoglieva i visitatori, ma anche i suoi abitanti (indifferenti?)  con le erbacce a cornice di strade e piazze, un senso di diffusa trascuratezza  che poco si addice alla nomea blasonata che gli hanno cucito addosso. A questo proposito pare che lo stesso don Gerini si sia spesso rivolto al Comune proprio per sollecitare maggiore pulizia e rispetto dell’arredo urbano. Ci vorrebbe poco, lo stesso consigliere della frazione, agricoltore, non avrebbe difficoltà a dare il buon esempio e provvedere personalmente, come fanno in alcuni comuni del nostro entroterra.

Che poi proprio il primo cittadino, da anni, abbia davanti a casa aiuole pubbliche in abbandono ( ma da alcuni giorni è arrivato il tappeto verde, i palmizi, resta la biancheria stesa)  si ‘sposa perfettamente’ con lo scandalo-vergogna delle prostitute. Sostano, sempre da anni col colare delle tenebre, di fronte alla sua abitazione. L’abbiamo già scritto, inutilmente: è l’unico paese d’Italia  dove accade. E  un briciolo di dignità avrebbe dovuto sfociare nella ‘protesta’ di dimissioni verso uno Stato che non sa ‘tutelare’ un sindaco della Riviera. Forse non è un caso, se dopo le belle di notte, si riesce a tollerare anche ragazzine-prostitute in pieno giorno, prima una, poi due e tra non molto ne vedremo altre.

IL GIALLO DEL BENSERVITO A DON GERINI RESTA UN MISTERO PER I PARROCCHIANI

Chi ha seguito questo blog, avrà letto le due puntate che abbiamo dedicato alla nomina  a vescovo di don Antonino Suetta che in precedenza, nella Curia Vescovile (economo), aveva presto il posto di amministratore diocesano  retto a lungo e magistralmente da don Fiorenzo Gerini.

Don Gerini, fedelissimo e riservatissimo servitore della chiesa, del vescovo, degli interessi temporali. Non c’era professionista (commercialisti, ragionieri, avvocati, geometri, ingegneri, architetti, imprenditore, artigiano, ecc.) che non conoscesse la figura e la ‘statura’, la caratura di questo reverendo. Come ogni uomo con pregi e difetti, senza dubbio persona onesta che si è trovato a traghettare i bilanci e le proprietà della diocesi di Albenga- Imperia, le eredità, i lavori, i restauri, le antichità. Non faceva a gara, contrariamente ad altri, a farsi fotografare insieme ai potentati politici del momento, e spesso considerati ladroni impuniti e riveriti.

Ebbene non disponiamo ancora di tutti gli elementi completi. Avremo modo per tornarci. Le voci ricorrenti, nell’ambito dello stesso clero, sussurrano di una pesante situazione debitoria lasciata proprio da don Suetta. Che si è aggravata dall fatto che occorre far fronte ad un oneroso mutuo bancario. Avevamo espresso serie perplessità sulla scelta di elevare don Suetta, proprio per i suoi passati rapporti da parroco, cappellano del carcere, fondatore di una cooperativa, al ruolo vescovile e  destinarlo in una zona dove lui ha operato. Basterebbe ricordare la vicenda della direttrice del carcere di Imperia. E’ vero che lui ha sempre sostenuto che fosse innocente? Cosa ha fatto per rendere pubblica, alle autorità costituite, questa sua certezza? E che dire degli oneri di urbanizzazione per un’operazione edilizia a Borgio ? Doveva essere realizzato un ciottolato lungo la strada che porta al cimitero? Per altri è stato l’unico ad essersi interessato concretamente, quando ha preso le redini dell’amministrazione della Curia, sul fronte dei controversi oneri di urbanizzazione che i comuni devono versare. Ci sono state cause avviate dal vescovo davanti ai tribunali di Albenga e Imperia. I giudici non hanno accolto le tesi della Curia e non l’hanno condannata alle spese. In quel caso don Suetta pare abbia capito che era inutile proseguire su quella strada.

Resta la asserita, pesante situazione debitoria delle casse diocesane. Si parla da tempo di vendere l’immobile di Peagna di Santa Maria Bel Fiore trasformato in casa vacanze. Nessuno ha fatto proposte concrete di acquisto. L’unico sbocco sarebbe quello di ottenere un cambio di destinazione d’uso  dal Comune per la trasformazione in appartamenti, seconde case. Su questa scelta il saggio don Fiorenzo Gerini avrebbe espresso le sue perplessità. Senza di lui parroco, la trattativa potrebbe essere accelerata e trovare finalmente l’acquirente. Per sanare il ‘buco’.

L. Cor. 

Fedeli alla messa di Pasqua celebrata da don Gerini, tra i presenti Guastavino già direttore di banca alla ex Popolare di Novara
Delina Costa, tra i volti delle vecchia generazione
Rina Oggerino, Peagna di un tempo
Lina Stalla, la Peagna di un tempo
Nando Oggerino tra i primi chierichetti di Peagna con don Gerini
Giuseppe Basso, conosce don Gerini da 65 anni
Benvenuti a Peagna in fiore, ma su strade e piazze cresce l'erbaccia, biglietto da visita di Pasqua
Benvenuti a Peagna in fiore, ma su strade e piazze cresce l’erbaccia, biglietto da visita di Pasqua
Ha mantenuto il nome del fondatore Villaggio Santa Maria Bel Fiore, oggi casa vacanze e di spiritualità
L’immobile di Peagna realizzato in origine da don De Negri e che la Curia cerca di vendere per coprire i debili della diocesi e pagare un mutuo
L’immobile di Peagna realizzato in origine da don De Negri e che la Curia cerca di vendere per coprire i debili della diocesi e pagare un mutuo

L.Corrado

L.Corrado

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