Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Con il blog c’è chi ci guadagna!


Ogni volta che qualcuno clicca sulla pubblicità il tuo conto aumenta… Tutto grazie a Google Adsense. Ecco come funziona. E con il blog c’è chi ci guadagna.

Google AdSense. È il più famoso concessionario di pubblicità digitale che permette al proprietario di un sito di ospitare gli annunci a pagamento procurati da Google, in cambio di una percentuale che si percepisce per ogni clic su quei link. Il servizio è gratuito.

Statistiche. Un servizio di statistiche integrato rileva i dati relativi al traffico online e tiene sempre aggiornato il conto dei clic e dei propri guadagni. Il pagamento è mensile, se vengono raggiunti i 70 euro, altrimenti avviene a raggiungimento di questa soglia minima.

La personalizzazione. Il servizio consente al proprietario del sito anche di personalizzare i banner scegliendone forma, dimensione e colore così da poterli adattare al meglio alle pagine web che lo contengono.

Per iscriversi. Per usufruire di questo servizio, bisogna solo collegarsi al sito internet di Google AdSense, accedere con un account Google (o crearne uno se non se ne è già in possesso) e compilare il modulo che viene proposto con i dati del sito o del blog.

Scegli l’AdSense più giusto. A questo punto bisogna scegliere quali tipi di pubblicità inserire fra:
– gli AdSense per i contenuti, che generano annunci pubblicitari automatici, appunto, in base al contenuto della pagina in cui vengono inseriti: le entrate si generano ogni volta che gli utenti fanno clic sugli annunci se si sceglie l’opzione Cpc (costo per clic) o tutte le volte che un annuncio viene visualizzato da un visitatore del sito se si sceglie l’opzione Cpm (costo per mille impressioni);
– gli AdSense per la ricerca che permettono di inserire una casella di ricerca sponsorizzata per offrire agli utenti l’opportunità di effettuare ricerche sul web, tramite Google, direttamente dal sito. In questo modo si generano entrate per i clic degli utenti sugli annunci pubblicati nelle pagine dei risultati di ricerca. Se invece l’utente non fa clic non si guadagna niente;
– gli AdSense per i video che generano video pubblicitari.

Quanto valgono i clic. Per la pubblicazione di annunci (che siano Cpm o Cpc) con AdSense per i contenuti, i publisher ricevono il 68% dell’importo che Google raccoglie dagli inserzionisti. Per AdSense per la ricerca i publisher ricevono il 51% dell’importo raccolto dagli inserzionisti. Per altri prodotti AdSense la quota di compartecipazione varia in funzione delle differenze nei costi di sviluppo e supporto di ciascun prodotto.

Gossip. I blog dedicati al gossip si stanno rivelando una buona fonte di guadagno. Con questo metodo Selvaggia Lucarelli incassava fino a un paio di anni fa «almeno 600 dollari al mese».

Regolamento. Il regolamento vieta severamente di:
– cliccare sui banner presenti nella propria pagina
– incoraggiare terzi a farlo (per iscritto o a voce)
– posizionare gli annunci in modo da generare clic accidentali
Pena? Disattivazione dell’account per invalidità di clic o impressioni. Dal sito di Google AdSense: «I nostri esperti controllano accuratamente clic e impressioni degli annunci Google, utilizzando sia sistemi automatici che revisioni manuali, per tutelare i tuoi interessi e quelli dei nostri inserzionisti. Effettuiamo questi controlli in modo da poter tutelare i nostri inserzionisti contro l’incremento artificiale dei costi. Riportiamo di seguito alcuni metodi per fare in modo che i tuoi siti offrano il traffico di migliore qualità possibile». Per evitare problemi basta leggere qui la Guida del principiante e qui la Guida completa a Google AdSense.

Le categorie. Le pubblicità degli inserzionisti sono divise per categorie e vengono inserite con un sistema che seleziona automaticamente gli annunci in grado di generare per il sito più entrate e di garantire un’esperienza utente efficace (es. un blog di giardinaggio avrà sicuramente un banner di diserbanti o simili). Non si possono scegliere le pubblicità ma si possono escludere fino a tre categorie. Ad esempio, su un blog per teenager è bene che non vengano pubblicate le pubblicità di Social Dating oppure si possono filtrare gli annunci della concorrenza, ad esempio sul sito di una libreria non verranno pubblicizzate altre librerie etc.

Chi non può usare AdSense. Siti e blog che non possono usufruire del servizio Google AdSense: con contenuti per adulti o che incitino alla violenza, correlati a farmaci, alcool e tabacco, alla pirateria informatica o al cracking di prodotti software etc. (Leggi qui gli altri contenuti vietati).

Un vero publisher. Google fornirà entro una settimana al massimo (a seconda dei tempi di verifica necessari) un codice identificativo da inserire nella pagina del blog o del sito che permetterà di visualizzare gli annunci pubblicitari scelti. Da adesso in poi per Google il proprietario del sito si può considerare a tutti gli effetti un publisher, un editore.

Le modalità di pagamento. Google paga tramite bonifico bancario, Western Union quick cash o assegni. Prima di ricevere i propri ricavi però bisogna seguire una procedura in cinque passaggi obbligatori, di cui tre consistono nella verifica dei dati (proprietà del sito, verifica del numero di telefono e verifica dell’indirizzo postale). Ci vogliono almeno una paio di settimane perché il tutto sia attivato ma poi i pagamenti verranno effettuati entro circa 30 giorni dalla fine del mese (sempre che la soglia dei 70 euro sia stata raggiunta).

Voci di corridoio! Circolano voci che le pubblicità più cliccate siano in formato testuale, che la posizione migliore per un banner sia in alto (e qui funziona come per le manchettes, le pubblicità che affiancano le testate dei quotidiani) e che, naturalmente, le categorie più escluse dai publisher (vedi sopra paragrafo Le categorie) siano i più remunerativi. Infatti gli inserzionisti si comprano all’asta delle parole chiave che meno sono attinenti al contenuto della pubblicità e più pagano. Ma questo è AdWords… un altro servizio!

Da VoceArancio


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