Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Loano, pioggia ai funerali di ‘Fino’ Fameli


Un centinaio di persone nella basilica di San Giovanni Battista, a Loano, per l’estremo saluto e l’ultimo viaggio, in terra loanese, di Serafino Fameli, 53 anni, strappato alla vita, ai suoi congiunti, parenti, amici, da un destino fatale. In Brasile, dove si era trasferito da un decennio per lavoro, ha perso vita in sella alla moto. Poi l’autopsia, le procedure burocratiche, la cremazione. L’urna con le ceneri è giunta a Loano  dove nell’oratorio della Cappe turchine si è recitato il Rosario.  Martedì, alle 14, sotto una pioggia battente la S. Messa, celebrata dal parroco, don Edomondo Bianco. Quindi la tumulazione nella tomba di famiglia nel vecchio camposanto. Tra i presenti imprenditori, commercianti, esercenti, provenienti dal comprensorio e dalla Costa Azzurra. Visibilmente scosso papà Antonio Fameli. Il dolore della sorella, del fratello, i nipoti, uniti al lutto della vedova. Leggi a posteriori anche un ricordo del geom. Francesco Manni.

Il carro funebre si avvia verso il camposanto seguito da papà Antonio Fameli, dal fratello Saverio, dalla sorella Rita e dai nipoti.

FRANCESCO MANNI, VARAZZINO, LOANESE D’ADOZIONE,  PENSIONATO DELLA PIAGGIO, GIÁ ‘PRINCIPE DORIA’ NELLE RIEVOCAZIONI STORICHE

Francesco Manni

Trucioli era sospeso per le festività. Era il 5 gennaio scorso quando ha chiuso gli occhi ed il suo cuore ha cessato di battere. Al Santa Corona di Pietra Ligure se ne andava il geom. Francesco Manni, 82 anni, vedovo di Mariella Baietto, 2 figli: Alberto e Marco, i nipoti. Una vita trascorsa tra lavoro, famiglia, hobby, la passione per il folklore e la cultura storica, le poesie, le bande musicali di Loano e Cau de Noi, le rappresentazioni storiche, processioni religiose, manifestazioni e sfilate folkloristiche. Per alcuni aspetti un personaggio eccentrico che di Loano conosceva, si suole dire, tutti e tutto. Aveva le sue simpatie ed antipatie politiche, tifava per questo o quel sindaco, capace di spirito critico, ma costruttivo; si confrontava, a volte, con tenacia con il cronista locale, lamentando che è facile criticare, più difficile saper realizzare. La sua raffinata vena polemica lo caratterizzava nella conversazione, soprattutto quando si parlava di storia e tradizioni locali. Nella banda dell’Immacolata di Loano suonava il trombone, non era certo un concertista, era felice e spontaneo quando poteva dare il suo contributo, sfilava con orgoglio esibendo la divisa. Come si distingueva indossando durante le rappresentazioni quello che era stato il suo ruolo preferito, nella veste del Principe Doria, Signore di Loano antica. A proposito c’è chi ricorda, ma Franco Manni non era l’unico, la misteriosa e mai chiarita sparizione dei costumi di quella che fu l’ultima fastosa rievocazione. La terza età, anche per Manni, lasciava lentamente il segno. La mente, i ricordi, la conversazione. I primi sintomi che si stava avviando verso la meta comune ai mortali. Il suo sguardo, il suo acume ora ironico, ora caloroso, restano nel ricordo di chi l’ha conosciuto ed apprezzato. Un loanese impegnato, che si teneva informato, dava volentieri consigli, da cittadino libero, capace di pensare con la sua testa, l’esperienza di vita, il bagaglio di traguardi e insegnamenti. A cominciare dalla virtù dell’umiltà. (l.c.)  

 


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