L’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei ha espresso “delusione per la scelta del Governo di modificare in modo unilaterale le finalità e le modalità di attribuzione dell’8 x mille di pertinenza dello Stato”. Ma da Palazzo Chigi è stato precisato che in realtà è stata soltanto fissata “una sesta finalità”.

Un’aspra polemica è scaturita, nelle scorse ore, tra il governo ed il cardinal Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, sul tema dell’8 per mille. Lo stesso Zuppi, infatti, ha espresso “delusione per la scelta del Governo di modificare in modo unilaterale le finalità e le modalità di attribuzione dell’8 x mille di pertinenza dello Stato”. Si è trattato di una scelta, ha argomentato ancora il cardinale, che “va contro la realtà pattizia dell’accordo stesso, che ne sfalsa oggettivamente la logica e il funzionamento, creando una disparità che danneggia sia la Chiesa cattolica che le altre confessioni religiose firmatarie delle intese con lo Stato”.
La precisazione di Palazzo Chigi- Il governo, poi, ha voluto precisare, spiegando che in realtà è stata soltanto fissata una sesta finalità. “La modifica all’articolo 47 della legge 222/85 fu introdotta dalla maggioranza parlamentare – è stato riferito da fonti vicine a Palazzo Chigi – che sosteneva il governo Conte 2 con la legge n.157 che convertiva il dl 124 del 26/10/2019. Si introdusse la possibilità per il contribuente di poter scegliere direttamente, in caso di scelta dell’8×1000 allo Stato, a quale delle cinque tipologie di intervento destinare il proprio contributo”. Poi però, nel 2023, il governo Meloni “ha semplicemente inserito una sesta finalità al fine di poter sostenere le comunità di recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche”.
La delusione di Zuppi- La sottolineatura ha indotto Zuppi, comunque, a ricordare “che quella fonte di risorse ci permette di essere vicini alle esigenze delle persone e a coloro che sentiamo più vicini alle nostre preoccupazioni: la lotta alla povertà, l’educazione, le tante emergenze in Italia e nel mondo”. Si tratta, ha evidenziato ulteriormente, “di una parte importante del nostro sforzo, per tutti. Restiamo comunque fiduciosi – non è soltanto perché è il Giubileo della speranza, ma ne siamo convinti – nella composizione del contenzioso, nel rispetto delle finalità proprie per le quali il meccanismo dell’8×1000 è stato istituito e che non possono essere modificate, se non di comune accordo“, ha affermato ancora Zuppi che ha contestualmente ribadito “la delusione per la scelta del Governo”.
I pareri di Renzi e Borghi- Sul tema è intervenuto anche il leader di Iv, Matteo Renzi secondo cui “la scelta del Governo di andare contro la Cei e contro la Chiesa Cattolica sull’8 per mille è l’ennesima dimostrazione di un modo di concepire le Istituzioni arrogante e sordo al confronto”. Secondo Renzi, infatti, “togliere alla Chiesa Cattolica quello che le spetta in virtù del Concordato e farlo perché magari non si condivide la posizione della Cei sui migranti è l’ennesimo colpo di testa del duo Meloni-Mantovano”. Duro anche il senatore Enrico Borghi (Italia Viva) che ha parlato di “decisione dirigista e statalista del governo di modificare l’8 per mille per la Chiesa cattolica e le altre confessioni”, scelta che “non fa che tradire una volta di più il volto insofferente ad ogni espressione della libertà organizzativa, della sussidiarietà e dell’autonomia dei corpi intermedi”, ha ribadito.