“Non basta commuoversi, versare lacrime, commemorare – dice il prete di strada e di impegno civile, don Ciotti – bisogna allontanare i guastatori, più che le parole devono parlare i fatti“. A Borghetto S. Spirito, dopo la tragedia immane per le famiglie coinvolte dell’omicidio- suicidio, accade qualcosa che non ci era mai capitato di raccontare da cronisti. Almeno due città (anche Loano), dalle ore successive al dramma, bisbigliano, pettegolano del movente che avrebbe spinto Paolo Moisello a farla finita. Un amore ‘impossibile’ tra Stefania, stimatissima vice sindaco, e un assessore rubacuori ? Tobeur de femmes, almeno 4, negli ultimi anni. A questo ‘gentiluomo’, personaggio pubblico, sono rivolte molte attenzioni. Le lacrime e scene di disperazione del sindaco Gandolfo non sarebbero più coerenti e credibili, anche per rispetto verso le famiglie colpite e la comunità, con le dimissioni del mister?
Sgomberiamo il campo da ogni equivoco. Non si tratta di mettere in piazza la privacy di questo o quel cittadino comune. Al di là della lugubre sequenza di sangue e di morte. Mai era accaduto che in 48 ore sparisse dalla cronaca locale (stampa, tivù, radio, web) la naturale evoluzione degli avvenimenti, gli strascichi. Al di là che, come abbia scritto e documentato nel precedente numero di trucioli.it (vedi), siamo lontani da quel dovere di raccontare la verità dei fatti e retroscena senza censure. Oggi viene smaccatamente minata la credibilità dell’informazione dopo che sta emergendo uno spaccato clamoroso. Un filone di nebbie.
Ecco i fatti. Vai dal parrucchiere a Loano, luogo di pettegolezzi, ma anche di verità, testimonianze a bassa voce ed ascolti la storia (certo non acclarata) che Stefania sarebbe rimasta vittima di una gelosa follia dopo la scoperta di Paolo della presenza ingombrante di un assessore comunale di Borghetto S. Spirito. Da un paio di mesi diventato spasimante con successo ? Discorsi più o meno analoghi li ascolti almeno in due bar sull’Aurelia a Loano ed in altrettanti (non è un censimento) di Borghetto S. Spirito. Voci simili arrivano dagli ambienti ben introdotti della benemerita Croce Bianca borghettina, dove operano tra l’altro, due personaggi pubblici. Il primo è l’assessore comunale di Loano e consigliere provinciale, Mauro Averame, geometra, già esponente Lega Nord, attivo direttore dei servizi della pubblica assistenza. Il secondo Andrea Bronda, ex segretario provinciale della Lega Nord, assessore a Vendone, lo scorso mese di gennaio salito alla ribalta della cronaca per aver proposto “Le sentinelle savonesi” contro il dilagare dei furti e della micro criminalità a Borghetto, ma non solo. O ancora, dal personale delle pompe funebri. Oppure tra i dipendenti dell’Humanitas e di un Istituto di credito. Potremmo continuare, dal negozio di elettrodomestici il cui titolare è assiduo dei consigli comunali, allo studio medico.
Se si trattasse di un vergognoso pesce d’aprile a macchia d’olio, almeno la giunta comunale e il consiglio comunale, sindaco in testa, hanno il dovere di tutelare il buon nome dell’istituzione, la dignità dei suoi componenti. Non si tratta di mettere in piazza vicende private, dolorosissime per quante volete. Ci troviamo in presenza di almeno due personaggi della vita pubblica.
La vittima, strappata all’amore dei suoi cari, è stata ricordata, onorata. Ma appare ingiusto invocare il rispetto della sfera privata se, sarà confermato, quanto si è diffuso ormai tra decine, centinaia di cittadini. Non invochiamo la ‘solita voce di popolo‘. Non interessa. C’è qualcuno – l’assessore galante – al quale risalirebbe il movente che ha accecato Paolo Moisello? Può rimanere al suo posto come nulla fosse accaduto? Bisogna imporre il silenzio anche ai giornalisti con minacce neppure troppe velate? In questa provincia, purtroppo, non sono una novità.
A questo punto è utile sapere con certezza se su quei due biglietti in cui Moiselllo ha scritto la ‘sentenza’ di morte è riportato un nome, un movente. Quando l’indagine giudiziaria, pare senza obiettivi risvolti penali, sarà chiusa e speriamo presto, è possibile accadere agli atti. Prima di allora il consiglio comunale o chi per esso, dovrebbe interrogarsi sulla permanenza nel massimo consenso cittadino, al governo della città, di chi avrebbe sulla coscienza un peso devastante. Un rimorso ? Se invece si tratta di ‘una miserevole bugia’, il buon senso, la dignità impongono di uscire dal silenzio per non diventare complici morali.
Sarebbe la stessa onesta Stefania, da lassù, ad invocare ‘pulizia’ affinché altre donne, altre famiglie, non soffrano per colpa di un ammaliatore, eletto dai cittadini ad amministrare il bene comune. Non c’entra il ruolo controverso di moralizzatore nell’infausta era berlusconiana. Non interessa sapere se il protagonista appartenga a questa o quella categoria sociale, abbia o meno lasciato la moglie, sia o meno padre di famiglia. Da privata cittadino risponde alla sua coscienza, nella sua carica pubblica può rappresentare le istituzioni ? E’ una non notizia?
Luciano Corrado
FOTOGRAFARE VUOL DIRE ESPRIMERSI ALLA SILVIO FASANO