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Influenza australiana in Italia: rischi gravi complicazioni. Ecco quali


H3N2 è la variante australiana dell’influenza stagionale, ma aumenta il rischio di complicazioni. Tra queste la polmonite, che specialmente in Australia e nell’emisfero sud del mondo sta causando milioni di contagi e migliaia di ricoveri ospedalieri.

Il primo caso di influenza in Italia è stato registrato l’11 ottobre a Novara, ma quando arriva ad esser notificato significa che il virus già circola nella popolazione. Quanto ai ceppi, se lo scorso anno è stato dominante il sottotipo Ah1n1 derivato dall’influenza suina, secondo le previsioni dell’Iss, quest’anno ci si aspetta una circolazione dei virus di tipo A con predominanza di A- H3N2, cioe’ la cosiddetta australiana.<>Influenza australiana H3N2 in Italia: aumentano rischi complicazioni, allarme encefaliti

Il sottotipo A-H3N2 risulterebbe più frequentemente associato a una serie di manifestazioni neurologiche che vanno da sintomi lievi come mal di testa e vertigini fino a encefaliti e convulsioni

Primo caso di influenza da virus H3N2 a Genova con un ricovero in infettivologia al Policlinico San Martino. “Si tratta di un signore di 76 anni con un quadro clinico impegnativo e sintomi importanti. In particolare predomina il quadro neurologico a dimostrazione del tropismo di H3N2 per tanti organi tra cui i polmoni e il cervello. Se il buongiorno si vede dal mattino…non sarà una bella stagione influenzale.   Abbiamo già visto nell’altro emisfero, dove l’inverno arriva prima del nostro, che l’Australiana è una malattia molto seria con molti casi, più di 15 milioni e con molte ospedalizzazioni, quindi su questo dato evidentemente dobbiamo temere che anche in Italia ci sarà una forma influenzale particolarmente grave. Ci dobbiamo aspettare una numerosità di encefaliti superiore a quella che abbiamo registrato negli anni scorsi.

Medici di famiglia e influenza- La gestione del vaccino antinfluenzale ha previsto orari o giorni particolari solo per le vaccinazioni presso lo studio? L’accesso è indifferente sia per le vaccinazioni che per le visite ordinarie.  “Ricordiamoci che comunque in Italia mediamente ogni anno muoiono tra le 5.000 e le 15.000 persone per l’influenza, quindi evidentemente quando ragioniamo di una forma particolarmente grave come potrebbe essere l’Australiana, ci dobbiamo attendere una letalità che risulta essere particolarmente importante e quindi la vaccinazione diventa fondamentale”.

La protezione vaccinale rimane un valido alleato. “Il vaccino anti-influenzale ogni anno viene formulato in funzione di quello che ha circolato e che ci aspettiamo circolare anche in Italia. E’ bene ricordare che tutti i virus influenzali possono arrivare al sistema nervoso centrale quindi in grado di dare encefaliti anche molto gravi e molto rilevanti.     Più la forma influenzale è grave più osserveremo un numero più alto di casi con interessamento del sistema nervoso centrale.

Il sottotipo A-H3N2 risulterebbe più frequentemente associato a una serie di manifestazioni neurologiche che vanno da sintomi lievi come mal di testa e vertigini fino a encefaliti e convulsioni. «Negli anziani, nelle forme più gravi, è spesso presente l’obnubilamento e può richiedere il ricovero. Ma questo è possibile con tutti i ceppi e i sottotipi di influenza. Le manifestazioni, sebbene più forti sono sempre le stesse: febbre alta fra i 38 e i 40 gradi, brividi di freddo, mal di testa, mialgie e ancora dolori alle ossa, sonnolenza e stanchezza, sudorazione, spossatezza a cui possono associarsi naso che cola, congestione nasale, mal di gola, tosse secca e inappetenza. In certi casi possono manifestarsi anche sintomi come vomito e diarrea (in particolare quando sono colpiti i bambini) Stiamo registrando i primi casi di influenza in Italia. La sorveglianza epidemiologica è partita la settimana scorsa mentre quella virologica partirà a breve. I primi casi sono per il momento sporadici, sono meno di una decina quelli registrati finora, maggiormente al Nord ma qualcuno anche al Sud Italia”, aveva spiegato la scorsa settimana all’Ansa Antonio Bella ricercatore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità e responsabile della Sorveglianza epidemiologica InfluNet.

Nella stagione passata sono state quasi 15 milioni le persone contagiate dalle sindromi simil-influenzali, come indicato dai dati della sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto superiore di Sanità. “La circolazione virale dei virus influenzali è ancora bassa in Italia, quindi è difficile prevedere i ceppi che circoleranno – precisa l’esperto dell’Iss – ma, se ci rifacciamo all’emisfero sud in cui è terminata ora la stagione influenzale, ci si aspetta una circolazione dei virus di tipo A con predominanza di Ah3n2”, la cosiddetta australiana. Lo scorso anno, invece, è stato dominante il sottotipo Ah1n1, derivato dall’influenza suina.


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