Savona 1/ Una città in cui restare (o tornare): 22 febbraio 2023. Savona 2/ Franco Astengo ha redatto brevi note per sottolineare l’importanza dell’iniziativa che “Il Rosso non è il Nero” ha organizzato sul tema “Savona città in cui restare ( o tornare)”. 3/Pedonalizzazioni il Comune stanzia: 115mila € per il PUMS, 60mila per progettazione di vie appena pedonalizzate, 55mila per primi interventi. Presto verrà presentata una richiesta alla Regione da 720mila euro per la riqualificazione definitiva.
di Franco Astengo
Un affresco a più mani disegnato da interventi collegati da un filo rosso di analisi: così può essere sintetizzato l’esito del convegno sul tema “Savona città per rimanere ( o tornare )” organizzato dall’Associazione “Il Rosso non è il Nero” e svoltosi nella Sala Rossa del Palazzo Comunale nel pomeriggio del 22 febbraio.
Dall’introduzione di Donatella Ramello, all’intervento del sindaco Marco Russo, alla relazione di Anna Cossetta, agli interventi (in video e presenza) di Fabio Bonsignorio, Federico Santangelo, Silvia Ratto Kim e l’intervento conclusivo di Luigi Lanza è stato possibile trarre una sintesi efficace e utile per indicare spunti di analisi e di prospettiva riguardanti la Città, il suo comprensorio e l’intera provincia.
Un insieme che può essere riassunto con una indicazione di fase: quella delle contraddizioni operanti in un insieme di “nuovo Rinascimento” dalle quali si possono trarre nuove opportunità.
Un indice di ottimismo e di consapevolezza delle difficoltà da affrontare nell’immediato e nella prospettiva che può essere indicato come la cornice all’interno della quale operare in un intreccio tra soggetti istituzionali, di promozione culturale, di impegno sociale, di rappresentanza di diversa ispirazione.
Non è retorico ricordare come l’insieme delle argomentazioni sostenute nel corso degli interventi possa essere ricondotto all’interno dell’elaborazione che la nostra Associazione ha portato avanti da qualche anno a questa parte in particolare attraverso il documento “Savona visione e progetto”. Così possono essere riassunti alcuni punti che hanno contraddistinto la “cifra” di attraversamento del dibattito:
1) L’urgenza di verificare la possibilità di avviare iniziative per contrastare la situazione in atto.
2) Il riferimento generale rappresentato dalla ricerca recentemente commissionata dalla Fondazione De Mari al CENSIS sulla condizione demografica e sociale della nostra provincia.
Ricerca che può essere sintetizzata in 3 punti salienti:
a) questione demografica (invecchiamento, stabilità dell’immigrazione)
b) sistema economico che si può riassumere in una sola indicazione; nel procedere di “deindustrializzazione versus terziario” il valore aggiunto prodotto nella provincia di Savona è in costante diminuzione ormai da 10 anni, con il tema dell’isolamento come centrale;
c) problema della formazione, a partire da quella universitaria: 6641 studenti universitari dei quali il 42% studia fuori dalla Liguria. Questo fatto pone in questione prima di tutto il rapporto campus/territorio, ma chiama in causa anche l’Università di Genova il suo sviluppo e le sue possibilità attrattive.
3) Gli aspetti centrali della politica formativa, di quella industriale e culturale richiedono una elevata capacità di connessione tra il globale e il locale inserendo la nostra realtà all’interno delle fratture emergenti all’esterno che rappresentano variabili ancora non analizzate nella loro valenza specifica: dal tema della guerra, a quello del cambiamento climatico, all’innovazione tecnologica.
Sono stati esaminati aspetti specifici di grande interesse proiettati nella prospettiva di un futuro nel quale ci si possa misurare affrontando seriamente gli indici di declino: in questo riassunto non ci soffermiamo su ogni passaggio pur propositivamente di grande importanza perché la nostra Associazione intende, nel prosieguo di questa lavoro destinato a costruire una vera e propria “Vertenza Savona” fornire alla Città e al di fuori della Città occasioni per serrare scambi di idee.
Il fine rimane quello di proseguire sulla strada di una indispensabile produttività progettuale. Un ruolo fondamentale rimane comunque quello delle istituzioni il cui lavoro va assunto come fondamentale riferimento critico
L’obiettivo da perseguire rimane quello di fare di Savona e del territorio di cui la Città deve sentirsi capoluogo un polo rivolto verso uno uno spettro demografico di alto livello, con attenzione ai collegamenti viari e ferroviari, all’appetibilità del mercato immobiliare, alla condizione della massima fruibilità delle nostre condizioni climatiche, ambientali, paesaggistiche, culturali.
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SAVONA 2/
di Franco Astengo
Oltre all’opportunità di ascoltare esperienze lavorative di grande significato che stanno svolgendo savonesi “extra moenia” l’occasione, nelle intenzioni di chi ha pensato a questo appuntamento, è quella di toccare i punti fondamentali per un’idea di ripresa di sviluppo per il nostro territorio.
Recuperare al centro del dibattito pubblico il tema del lavoro e della qualità del lavoro non deve soltanto rappresentare una questione di “forma” ma di vera e propria visione di una “struttura produttiva” intesa nel senso di riferimento allo sviluppo tecnologico e alle sue applicazioni nel modificarsi complessivo delle condizioni di crescita economica, sociale, culturale. C’è bisogno che la nostra Comunità riesca a partecipare attivamente alle novità del progresso scientifico e tecnologico collegandolo alla presenza sia di studio, sia di applicazione produttiva.
Abbiamo così assunto il “caso Savona” dal punto di vista della “fuga dei cervelli” (semplificando molto) ritenendolo quasi paradigmatico per una situazione di de-industrializzazione e di difficoltà di visione collettiva come la nostra. Un discorso, quello della caduta dell’industria e della identità produttiva, che viene da lontano anche in precedenza degli anni’60 del XX secolo quando si è avviato un processo di dismissione dovuto anche a cause di natura geopolitica soprattutto al riguardo della siderurgia.
La struttura industriale savonese aveva rappresentato punti di eccellenza sviluppatisi proprio nella connessione tra progresso scientifico, applicazioni tecnologiche, capacità produttive se pensiamo come esempi alla Scarpa e Magnano, al Tecnomasio, alla Ferrania.
La sottrazione di capacità tecnologiche e di tecnica operativa fu alla causa di una fase, protrattasi ben oltre gli anni’90, che può essere definita come di “arretramento dalla modernità”. Si è così accumulato un ritardo che ha provocato quella vera e propria caduta di identità cui tante volte ci siamo richiamati.
Oggi si tratta di pensare ad una inversione di tendenza verificando la disponibilità dei territori, la capacità di promozione per progetti ad alto livello tecnologico, di uscita dall’isolamento dal punto di vista infrastrutturale. Il ruolo dell’Università e delle aziende ancora presenti sul territorio dovrà essere compreso in questo disegno per il quale occorre tutto l’impegno delle istituzioni e della società civile. Potrà essere possibile richiamare presenze sul territorio anche attraverso le nuove forme di lavoro cosiddetto “agile” per il quale la nostra realtà presenta condizioni molto favorevoli: ma il “cuore” di una possibile ipotesi di nuovo sviluppo dovrà essere formato da una triade di possibilità:
1) quella tecnologica,
2) quella infrastrutturale,
3) quella del ritorno ad una vera e propria “vocazione territoriale” per lo sviluppo,costruendo progettualità e andando ben oltre a confini limitati nello spazio a singole realtà territoriali.
Franco Astengo
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PEDONALIZZAZIONI, L’ASSESSORE BECCO IN COMMISSIONE
ELENCA LE PRIME RISORSE MESSE IN CAMPO DAL COMUNE
LA GIUNTA APPROVA UN PACCHETTO DI NORME PER FAVORIRE
IL COMMERCIO NELLE VIE NEO-PEDONALI
Assessore Di Padova: “Grazie a questo provvedimento aumentiamo o costruiamo ex novo gli strumenti per occupare e valorizzare le nuove porzioni di città sia in ottica aggregativa sia in ottica promozionale per le attività economiche”.
COMUNICATO STAMPA – Savona, 23 febbraio 2023 – La giunta di oggi ha approvato un pacchetto di provvedimenti per favorire le attività commerciali e l’animazione delle vie appena pedonalizzate: via Mistrangelo, via Ratti, corso Italia, via Untoria, via Caboto, via Manzoni (tratto pedonale).
“Grazie a questo provvedimento – spiega l’Assessore al Commercio Elisa Di Padova – aumentiamo o costruiamo ex novo gli strumenti per occupare e valorizzare le nuove porzioni di città sia in ottica aggregativa sia in ottica promozionale per le attività economiche”.
La delibera prevede tre punti fondamentali:
1. L’introduzione della riduzione del 50% fino al 30 giugno 2023 del canone di occupazione del suolo pubblico per singoli esercizi o attività o manifestazioni commerciali.
2. Vengono previste nelle vie neo-pedonalizzate 8 nuove postazioni per stand e gazebo. La possibilità è riservata ad associazioni culturali, sportive, o comunque senza fini di lucro, e prevede un iter semplificato (rilascio in forma tacita della concessione di suolo pubblico) e un canone gratuito per l’occupazione temporanea del suolo pubblico.
3. L’individuazione della formula della compartecipazione dell’amministrazione alle proposte delle associazioni di categoria finalizzate alla valorizzazione delle aree pedonali, anche coinvolgendo i negozi e gli esercizi commerciali. Anche in questo caso è prevista l’esenzione del canone di occupazione del suolo pubblico.
“E’ un provvedimento che va nel segno della valorizzazione e dell’animazione delle vie appena pedonalizzate – conclude Di Padova – L’amministrazione ha sempre detto che resta al fianco dei commercianti, lo sta facendo e lo farà in futuro. In questo momento la nostra azione è finalizzata allo scopo di accompagnari il commercio in un momento delicato, di passaggio. Alcune di queste misure nascono proprio dal dialogo con le associazioni di categoria e rappresentano riscontri concreti a cui presto ne seguiranno altri”.
COMUNICATO STAMPA – 115mila per il PUMS, 60mila per la progettazione delle vie appena pedonalizzate, 55mila per i primi interventi. Presto verrà presentata una richiesta alla Regione da 720mila euro per la riqualificazione definitiva.
Nel corso della Commissione Bilancio l’assessore alla Rigenerazione Urbana Ilaria Becco ha elencato le risorse che il Comune di Savona metterà in campo per le aree pedonali. “Nel bilancio 2023 – ha spiegato Becco – sono stati previsti 115mila euro per l’avvio della redazione del PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile); 60mila per la progettazione delle vie di nuova pedonalizzazione e 55mila per la realizzazione dei primi interventi, in attesa della definizione dell’entità degli importi complessivi alla luce di quanto emergerà dalla progettazione”.
L’assessore Becco, inoltre, ha aggiunto che “verranno richieste alla Regione Liguria le risorse per la realizzazione degli interventi definitivi. La cifra disponibile, all’interno del Fondo di Sviluppo e Coesione, corrisponde a 720mila euro ed è dedicata alla sistemazione di spazi pubblici, con particolare riferimento alla riqualificazione delle nuove aree pedonali”.
Questa richiesta costituirà parte integrante della più ampia strategia territoriale 2021-2027 nell’ambito della programmazione per il Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) all’interno della quale potranno essere richieste ulteriori risorse per la riqualificazione urbana.
VECCHI MUTUI NON SPESI, BECCO E ROSSELLO REPLICANO A ORSI:
“ABBIAMO SALVATO LA PISCINA, QUEI SOLDI NON POTEVANO ESSERE
DESTINATI AL PUMS NE’ ALLA PROGETTAZIONE DELLE VIE PEDONALI
CHE ABBIAMO FINANZIATO IN ALTRO MODO”
COMUNICATO STAMPA – Gli assessori Ilaria Becco e Francesco Rossello, in vista della commissione bilancio di oggi pomeriggio, rispondono al consigliere Orsi a proposito della destinazione dei mutui non spesi.
“Troviamo molto gravi le dichiarazioni del consigliere Orsi che accusa la giunta di aver sottratto risorse alla riqualificazione delle pedonalizzazioni per dirottarle verso la piscina. Troviamo quelle parole molto gravi perché danno una rappresentazione sbagliata della realtà, con l’evidente obiettivo di creare malcontento, e sono gravi anche nell’ipotesi che siano state dette per poca conoscenza delle regole tecnico-contabili dei bilanci pubblici.
FACCIAMO CHIAREZZA. Il consigliere fa riferimento alla delibera n. 22 del 16 febbraio che ha per oggetto il “diverso utilizzo di prestiti per 378.546,41 con la Cassa Depositi e Prestiti per il finanziamento di quota parte della realizzazione del secondo lotto della piscina comunale Zanelli”. Nello specifico Orsi parla, citiamo testualmente, “dei 100mila euro previsti per l’attuazione del piano della mobilità (interventi a breve termine) che potevano naturalmente essere destinati alla necessaria riqualificazione delle aree pedonalizzate, per andare a coprire l’ennesimo aumento di costi del secondo lotto della piscina”.
LA NOTIZIA E’ FUORVIANTE. L’alternativa non è tra la piscina e le pedonalizzazioni. Evidentemente il consigliere non sa che quei soldi “naturalmente” non potevano essere destinati al PUMS né alla progettazione delle vie appena pedonalizzate: la Cassa Depositi e Prestiti, che gestisce quelle somme, richiede obbligatoriamente un progetto esecutivo e definitivo. Lo dicono le leggi di bilancio, non la giunta Russo. Abbiamo destinato quella somma alla piscina per confermare allo Stato un progetto del PNRR, i cui costi sono aumentati per ragioni che tutto il mondo conosce. Agire in questo modo era necessario per salvare il raddoppio della piscina. E da parte nostra è stato saggio farlo, perché abbiamo trovato impiego a risorse che le giunte precedenti non avevano saputo spendere.
Forse per il consigliere Orsi il progetto della piscina era da cestinare perché più caro del previsto? Forse dobbiamo rinunciare a tutti i progetti del PNRR visto che i costi delle materie prime sono cresciuti?
Rispetto alle pedonalizzazioni, partita su cui questa giunta ha deciso di investire. Abbiamo trovato (e allocato in bilancio) altre risorse, altre ne stiamo individuando per la realizzazione concreta. Ribadiamo, con buona pace di Orsi, che la Cassa Depositi e Prestiti non avrebbe autorizzato di destinare quella cifra alla progettazione delle vie appena pedonalizzate e tanto meno al Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) per il quale, così come per il progetto delle nuove vie pedonali, abbiamo trovato altre risorse”.