Con riferimento al lodevole articolo a firma Massimo Ferrari, pubblicato da trucioli.it giovedì 2 febbraio 2023, mi preme constatare che
di Roberto Borri
, non ostanti posizioni per nulla invidiabili come il primato di Torino ed il terzo posto di Asti nella classifica relativa all’inquinamento atmosferico, da parte dell’ill.mo Sig. Assessore in carica si continua a manifestare astio nei confronti del mezzo ferroviario che, quantunque a guida vincolata ed a marcia comandata, sarebbe l’unico adatto, almeno su distanze non ettometriche, a conciliare le esigenze, apparentemente antitetiche di mobilità e di riduzione dell’inquinamento.
Il numero del quotidiano La Stampa, uscito mercoledì I febbraio 2023, ospita un articolo a cura della Redazione di Cuneo, con un’intervista allo stesso Pubblico Amministratore, il quale, nella scia di una deplorevole tendenza che si potrebbe far risalire addirittura alla seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, non perde occasione per screditare la ferrovia, definendola, con inqualificabile atteggiamento, una zavorra del passato. Egli, infatti, ignora o fa manifestamente finta d’ignorare che S. E. il Sig. Camillo Benso, Conte di Cavour, credendo nelle potenzialità dell’allora nuovo mezzo di trasporto per favorire lo sviluppo, non solo economico, ma anche sociale e culturale di un territorio, aveva favorito la ferrovia ed i sistemi di trasporto da questa derivati, come, ad esempio, la tramvia, non già solo urbana, bensì, almeno in Piemonte ed in Lombardia occidentale, anche interurbana.
Pari ignoranza, vera o simulata quale essa sia, egli palesa nell’affermare dati avulsi dalle condizioni al contorno, allorquando cita i bassi numeri di viaggiatori trasportati da quelle ferrovie alla cui apertura si dichiara manifestamente contrario, adducendo affermazioni in merito ad un mondo cambiato, quando, invero, il mondo, almeno per quanto riguarda le attività ed i comportamenti umani cambia solamente a causa di azioni compiute dall’Uomo medesimo.
Infatti, i viaggiatori sono fortemente diminuiti perché vi è stata una retrostante regia a pilotare una volutamente scarsa frequentazione, agendo essenzialmente sulle seguenti leve: rendere impraticabili o fortemente dilatate nel tempo le coincidenze tra i vari servizi, anche all’interno della stessa modalità di trasporto, sospendere il servizio al di fuori dei periodi lavorativi o scolastici, con perdita di utenza soprattutto tra i viaggiatori occasionali, segnatamente i turisti, programmare solamente treni a breve o brevissima percorrenza e con fermata in tutte le stazioni, riducendo la ferrovia ad una tramvia o ad una metropolitana di più alto rango, ma trascurando le sue peculiarità intrinseche, come la possibilità di tarare il servizio a misura dei Sigg. Viaggiatori grazie alle circolazioni eterotachiche, ancorché queste richiedano particolare professionalità e perizia tanto nel redigere i progetti d’orario quanto della gestione pratica della circolazione.
Fortunatamente, le risposte non si sono fatte attendere e, non più tardi di giovedì 2 febbraio, all’immediato indomani dell’articolo con l’intervista quanto meno discutibile, l’ill.mo Sig. Sindaco di Borgo San Martino, in area Casalese, afferma che il suo Comune, di circa 1400 anime, ha la fortuna di avere la linea ferroviaria che l’attraversa: il che è ben lontano dal considerare la linea una zavorra del passato. Tramontato e nuovamente sorto il Sole, venerdì 3 febbraio, possiamo leggere di un’inequivocabile presa di posizione da parte dell’Amministrazione Comunale di Cuneo, il cui grido di dolore si leva, in particolare, a riguardo di tratte come la Cuneo – Mondovì, la Saluzzo – Savigliano – Cavallermaggiore – Bra e, naturalmente, la linea del Colle di Tenda Torino – Trofarello – Carmagnola – Cavallermaggiore – Savigliano – Fossano (– Saluzzo) – Cuneo – Breil sur Roya – Nice / Ventimiglia, un tempo, fiore all’occhiello dell’areale di confine ed ora ridotta a semplice percorso per navette dal percorso ridicolmente breve e solamente perché la strada Statale è impercorribile, altrimenti, anche quella brevissima tratta sarebbe appannaggio degli autobus.
Anche il Comitato per la Mobilità Integrata e Sostenibile denuncia una strisciante volontà, una volta passata la moda di gommare le ferrovie per farne piste ciclabili sui loro sedimi, di realizzare un percorso protetto per autobus di grande capienza: qualsiasi cosa pur di ostacolare il treno, mezzo sicuro ed ecologico, che sa essere anche comodo, veloce, ed economico, ancorché nelle Langhe e nell’Albese s’inizino a registrare seri problemi per l’eccessivo traffico privato e che, nelle stesse Langhe, a Castagnole Lanze, vi sia un’autentica invasione quotidiana di autobus, così come ad Isola d’Asti, nel vicino Monferrato, per tacere della Città di Asti, dove l’ill.mo Sig. Sindaco Rasero non ha trovato di meglio da dire alla RAI se non riferire in merito all’allargamento dell’area pedonale ed alle istituzioni di piste ciclabili, pur essendo Asti al centro di una stella a sei raggi di ferro, che potrebbero essere sfruttati e ricoprire il loro ruolo cruciale, tanto a favore dei residenti, quanto a favore dei turisti.
Purtroppo, le amicizie dell’ill.mo Sig. Assessore all’interno del mondo dell’autotrasporto e così il suo poco o punto commendevole comportamento, pur non avendo alcuna giustificazione, trovano fin troppe spiegazioni, lasciando adito a sospetti ben poco lusinghieri, in barba agli scritti di Cicerone e lasciamo ai gentili Lettori trarre le conclusioni al riguardo.
Roberto Borri