Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Liguria i parchi ‘dimagriti’, educazione ambientale. Nuovi paesaggi di qualità alpina e salvare animali a rischio estinzione


Il piano paesistico della Liguria è in vigore dal 1990, si tratta di uno strumento di tutela e promozione del paesaggio ligure per regolarne le trasformazioni e sostenere il ruolo strategico per lo sviluppo sostenibile del territorio, proteggere i luoghi di eccellenza e favorire la creazione di nuovi paesaggi di qualità. Oltre a proteggere, cosa è mancato, al di là delle buone premesse e propositi, per un’azione di rilancio tenuto conto che la montagna continua a spopolarsi ed i paesi collinari a ridosso delle città costiere si sono in gran parte sviluppati, con eccezioni tipo Bardineto, in parte Calizzano, ma siamo già quasi in  montagna, oltre i 700 slm. Cosa ha impedito o contribuito alla decrescita, alla perdita diffusa del tessuto turistico (ricettività), dove si è sbagliato e cosa andava fatto con assoluta priorità ? Che dire quando si legge in prima pagina di quotidiani liguri e nazionali (e inserito nei circuiti mondiale di media e social) titoli: “L’assalto alle Cinque Terre (con il suo parco ndr) turisti oltre i limiti. Aiutateci”. Vale a dire troppa gente.

Non ci sono dubbi che il Gap tra fascia costiera e aree montane (nella Liguria ponentina ad un’ora, un’ora e mezza di strada) continua a crescere. Non solo nel valore immobiliare e delle aree, non solo l’abbandono di zone coltivate, non solo l’enorme divario tra gli incassi dei Comuni costiere (che piangono comunque miseria, nonostante l’Imu delle seconde case, gli oneri di urbanizzazione, le spese crescenti in manifestazioni, molte ammantante da investimenti culturali e valorizzazione delle tradizioni e della storia locale). I più convengono che alla base di molte scelte della politica, di chi di volta in volta esercita il potere, dopo le elezioni con vincitori e vinti, conta il serbatoio elettorale. Tre condomini o anche meno di una città hanno lo stesso quoziente di un paese di montagna, in costante calo di residenza e fuga di giovani alla ricerca di lavoro, le ultime resistenze delle persone anziane.

Perchè allora si ascolta alla noia che la nostra costa è “la più bella del mondo” e l’entroterra ha ‘pochi uguali, meraviglioso e ricco di madre natura, scenari unici’. Intanto chi abita lassù illuso, la ‘questione montagna’ resta irrisolta come la ‘questione morale’, la mancanza di un ‘progetto paese’ che ponga fine a campanilismi ma anche all’assenza di interventi radicali. Non si può considerare gli interventi, pur necessari, sulla costa senza dimenticare che prima sussistenza l’emergenza dell’emergenza. Si ignora che ci troviamo di fronte non a un malato grave, ma in costante agonia ed ogni giorno se ne perde un pezzo. Non solo di chi presidia quelle aree sottosviluppate, svanisce un’entità produttiva. Certamente analisti potrebbe individuare meglio di chiunque altro quali sono le cause e quali terapie. Possibile che le aree montane di alcune zone d’Italia sono un fiore all’occhiello rispetto alle pur opulenti città, capoluoghi di provincia, e non c’è paragone rispetto alla realtà del ponente ligure. Possibile che ad un bagno di sano realismo si continui a contrapporre promesse, impegni, convegni, riunioni, passerelle, sagre e feste per un giorno, spacciandole come terapie salvavita, salva paesi, salva montagna ?

Una corretta ed imparziale informazione dovrebbe offrire strumenti di valutazione e di conoscenza al servizio della popolazione che resiste e presidia, spera, e nel contempo fare in modo che chi governo abbia tutta la forza, il sostegno, la lungimiranza per interventi risolutivi. Non si può solo assistere alla diatriba ma quello che hanno fatto gli altri prima di noi è sbagliato, non ha prodotto quanto si era previsto. Si aggiunga che il normale cittadino resta, a sua volta, disorientato se da una parte ascolta che i piani paesaggistici sono responsabili del mancato sviluppo dell’entroterra montano e dall’altra, con ambientalisti ed altre forze politiche hanno governato, sostengono che semmai con i ‘nuovi parchi’ si distrugge quello che si era conservato. Tutti però dovrebbero convenire sulla priorità delle priorità. Chi abita in zone montane sottosviluppate non può avere la stessa imposizione fiscale di chi vive in città. Lo stesso dicasi per chi ha attività. Non abbiamo ancora ascoltato un parere sereno ed autorevole (sulla base di elementi frutto di analisi e studi approfonditi) che ci aiuti a capire e confrontare in merito al nuovo piano paesistico. Chi ha dimestichezza sui problemi ha sicuramente le carte in regola per proporre, mettere in guardia, suggerire linee di azione non soltanto teoriche, investimenti che lasciano il tempo che trovano, non abbiamo sufficienti garanzie di raggiungere gli obiettivi.

COMUNICATO STAMPA – 182 mila euro sono stati stanziati dalla Giunta regionale, su proposta dell’Assessore all’Ambiente, ai Centri di Educazione Ambientale (CEA) della Liguria per sviluppare attività di promozione territoriale sui temi della sostenibilità. L’obiettivo è quello di attivare i CEA per la realizzazione, su tutto il territorio regionale suddiviso in 12 ambiti, di attività di informazione, animazione territoriale e progettazione partecipata a livello locale a supporto della costruzione della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile.

Le risorse saranno destinate a Comuni ed Enti Parco titolari dei CEA, presenti su tutto il territorio per attività che coinvolgeranno la società civile e le istituzioni locali. Con questa delibera riparte il sistema regionale di educazione ambientale, che attraverso i CEA potrà promuovere sul territorio azioni di sviluppo sostenibile volte al miglioramento della qualità della vita.

Si svolto martedì 23 aprile, nella sede di Regione Liguria, il tavolo tecnico di confronto sui contenuti del provvedimento legislativo relativo alle aree protette (ddl n. 220) approvato lo scorso 9 aprile in consiglio regionale, in vista dell’approvazione, prossimamente, dei piani parchi. All’incontro hanno preso parte l’assessore regionale ai Parchi, Stefano Mai, ex sindaco di Zuccarello, le Associazioni ambientaliste e di categoria.

URBANISTICA, REGIONE LIGURIA

AL VIA REALIZZAZIONE DEL NUOVO PIANO PAESISTICO

COMUNICATO STAMPA –  Approvato oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Urbanistica, il documento preliminare  che porterà all’approvazione, dopo 30 anni, del Piano paesaggistico regionale. Il documento è il primo risultato del gruppo di lavoro costituito da Regione Liguria, insieme al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio per dare il via ad una vera e propria cabina di regia tecnica. Il documento comprende lo schema di Piano e il rapporto preliminare per l’avvio della fase di valutazione ambientale strategica.

“Grazie all’approvazione di questo documento, frutto di un importante lavoro tra Regione Liguria e tecnici dei due ministeri – ha dichiarato l’assessore regionale all’Urbanistica  Marco Scajola– nel mese di maggio si terrà un primo incontro in cui verranno raccolti i contributi dei soggetti competenti in materia ambientale e saranno organizzate quattro conferenze di pianificazione nelle quali il documento sarà presentato a Enti locali e professionisti e saranno raccolti i primi contributi per la stesura del progetto definitivo”.

AGRICOLTURA: 5,5 MILIONI DAL PSR PER LE AZIENDE BIOLOGICHE

ECOCOMPATIBILI E ANIMALI LOCALI A RISCHIO ESTINZIONE

COMUNICATO STAMPA – L’Assessorato all’Agricoltura  Stefano Mai comunica che è stata approvata l’apertura della misure 10.1 e 11 del Programma di Sviluppo Rurale. Le domande potranno essere presentate entro il 15 maggio 2019 tramite software della piattaforma SIAN dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA). Per la misura 10.1 “Pagamenti agro-climatico-ambientali”, sono stati stanziati 2,5 milioni di euro. La sottomisura 10.1 A riguarda i finanziamenti per aziende che adottano modelli di coltivazione ecocompatibili indirizzati alla riduzione di fertilizzati e fitosanitari dal forte impatto ambientale, per tutelare la fertilità dei terreni e la qualità della acque. Le disposizioni tecniche sono disponibili sul sito internet www.agriligurianet.it

La sottomisura 10.1 B riguarda i finanziamenti per interventi su prati stabili, pascoli e prati-pascoli. La superficie minima deve essere di mille metri quadrati e per le superfici pascolo e prato-pascolo, il rapporto UBA/ha deve essere di almeno 0,5. La sottomisura 10.1 C riguarda i finanziamenti per interventi nell’allevamento di specie animali locali a rischio di estinzione. Le specie sono i bovini di razza Cabannina e Ottonese Verzese, gli equini di razza Bardigiana, l’Asino dell’Amiata, gli ovini di razza Brigasca e le pecore delle Langhe.

Per la misura 11 “Agricoltura biologica”, sono stati stanziati 3 milioni di euro.

La sottomisura 11.1 riguarda la conversione agli impieghi dell’agricoltura biologica. I finanziamenti sono indirizzati agli agricoltori o associazioni di agricoltori che adottano per la prima volta metodi di produzione biologici. I richiedenti devono essere iscritti al Sistema Informativo Biologico. I finanziamenti riguardano investimenti in corpi aziendali separati. La sottomisura 11.2 riguarda il mantenimento degli impieghi dell’agricoltura biologica. I finanziamenti sono indirizzati agli agricoltori o associazioni che hanno già adottato i metodi di produzione biologica. I richiedenti devono essere iscritti al Sistema Informativo Biologico. I finanziamenti riguardano investimenti in corpi aziendali separati.


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