Questa proprio è una novità che lascia di stucco. Il regolamento della Tassa di Soggiorno non specifica che sono esonerati dal pagamento i proprietari di seconde case che utilizzano in proprio per le loro vacanze al mare. Nulla a che vedere con chi da in affitto a turisti. La norma precisa che sono soggetti gli appartamenti ammobiliati ad uso turistico, oltre ovviamente a tutte le strutture ricettive (hotel, residence, agriturismo con camere, campeggi, parchi vacanza). Per gli alloggi – seconda casa viene precisato che la tassazione rientra in una pianificazione ed attuazione di concreti ed efficaci contrasti all’abusivismo.
Ci sono le esenzioni e gli esenti e quando si chiede ad un dirigente comunale che ne pensa del ‘caso proprietari di seconde case’ obbligati, parrebbe, a pagare la Tassa di Soggiorno ammettono di non poter rispondere al quesito. Da cosa si deduce con chiarezza ? Le norme di attuazione recitano che sono esclusi i residenti (pare ovvio), oltre ad una serie di soggetti ed attività. Da qui, per differenza, si deduce gli esclusi, cioè che devono pagare la tassa. Poniamo il caso, pratico e assai frequente, che il titolare di un alloggio denunci che affitta. Nel periodo che lo occupa personalmente o con i famigliari dovrebbe essere esentato, non è così per regolamento. E che dire: deve esibire, in caso di contestazione, lo stato di famiglia ? Non siamo forse tutti cittadini europei ? Non si provoca, così facendo, una palese dicotomia ? Non sono forse le istituzioni che dovrebbero garantire i diritti senza contrapposizioni? Ha senso fare differenziazione tra residenti e non residenti (non parliamo sia chiaro del caso in cui si affitta ad uso turistico, delle agenzie immobiliari). Ora si da il caso che sono migliaia le situazioni di seconde case affittate in nero checche ne dica la propaganda affidata ai media in cui si danno notizie di controlli a tappeto soprattutto della Guardia di Finanza o della polizia locale, con denunce e sanzioni. Un granellino in un mare magnum di evasione.
Di fronte al dubbio, chi dovrebbe controllare finisce per chiuder un occhio ? Con quale efficacia e credibilità nella lotta all’abusivismo che di fatto gli stessi Comuni esercitano più a parole, promesse, che nella pratica ? E poi si parla tanto del governo centrale, della coinvolgimento dei Comuni nella lotta all’evasione ! Con quale coerenza e con quali risultati non lo fanno mai sapere, non ci sono comunicati stampa a documentarlo. Abbiamo chiesto un commento allo storico presidente di Assoutenti, Gianni Taboga (Borghetto S. Spirito): “Verissimo, le norme non escludono i proprietari di seconde case, creano disparità, vorrei pure aggiungere che siamo l’unica associazione esclusa dal confronto e dalla trattativa, dallo studio, della Tassa di Soggiorno, se qualcuno vuole smentire leggerò con attenzione e rispetto”.
Trucioli.it, quasi in anteprima sulla base di notizie di agenzia di stampa, aveva scritto che nel ‘contratto di governo’ tra Lega e M5S è prevista l’abolizione della Tassa di Soggiorno. Be ! senza andare lontano i grillini savonesi dove sono presenti hanno votato a favore con la maggioranza (Varazze) in altri casi si sono astenuti, mai contro. E ora che succede ? Il Secolo XIX – Imperia il 9 giugno ha dato notizia: ” Tassa di soggiorno in stand – by, il governo Salvini – Di Maio vorrebbe cancellarla, mentre i Comuni imperiesi stavano pensando di rinviarla al 2019, ma ora bisogna attendere la scelta del neo ministro Centinaio“. Al momento solo il comprensorio di Ventimiglia ha deciso di adottarla a partire da marzo, mentre nel resto della provincia se ne discute ancora. Dice Igor Varnero, presidente provinciale Federalberghi Imperia: “Stiamo consigliando a sindaci ed assessori di rallentare ed attendere gli sviluppi. sarebbe inutile adottare ora la Tassa per poi doverla abolire subito dopo”. Ancora più determinato la bandiere imperiese e regionale, Americo Pilati, albergatore di Diano Marina, personaggio signore della coerenza, della franchezza, della discussione sulla concretezza; forse il primo a denunciare e chiedere azioni seri contro il dilagare degli affitti in nero, una gigantesca evasione ai danni degli albergatori e della comunità tutta.
A marzo Il Secolo XIX in cronaca nazionale annunciava per il turismo un patto Comuni- albergatori. Con la creazione di una struttura ufficiale per far rendere la Tassa di soggiorno, sull’esempio del Tigullio e genovese. Forse ignorando che le Cinque Terre sono tra le eccellenze italiane, con poche altre località dove l’occupazione di camere nell’arco dell’anno supera l’80% rispetto alla media dei 48-52 del ponente ligure, dove i prezzi della camere sono di fascia alta. Un tre stelle applica tariffe che solitamente nel savonese ed imperiese praticano i 4 stelle. Nelle Cinque Terre gli stranieri sono in maggioranza, Europei ma non solo. Angelo Berlangieri, presidente dell’Upa della provincia di Savona, che conta il maggiore numero di aderenti (è stato con Burlando bis, assessore al Turismo e alla Cultura, contitolare di un piccolo esercizio alberghiero a Finale Ligure dove è stato assessore con una giunta di centro destra, sindaco Richeri), ha garantito che la ‘struttura’ che amministrerà i proventi della Tassa prevede zero spese e zero carrozzone nel coordinamento.
Il 14 giugno sul Secolo XIX altra tappa: Tassa di soggiorno, hotel imperiesi sulle barricate, il ‘no’ del neo sindaco di Alassio Melgrati – che annuncia: il primo provvedimento sarà abolire la Tassa decisa dal centro destra di Canepa – rinvigorisce e da forza agli albergatori del Ponente. E a gennaio con Marco Menduni il Secolo XIX, in nazionale: ” I 30 milioni per il turismo e il rischio di nuovi carrozzoni. La scommessa da vincere sui fondi della Tassa di soggiorno. Sono 15 milioni i permottamenti dei turisti nel 2017 in Liguria, con un aumento del 6,18 % nello spezzino che guida la classifica nell’incremento delle presenze”.
E il 5 giugno Il Secolo XIX con Giovanni Vaccaro: ” Tassa di Soggiorno, retromarcia degli alberghi. Il ‘Comitato di coordinamento‘ esordisce tra le polemiche sulla gestione dei soldi. Federalberghi (minoritaria in provincia), con il presidente Andrea Valle, varazzino: “Assurdo destinare parte delle risorse a pagare nuovi manager pubblici”. Luciano Pasquale, presidente Union Camere del ponente, ex presidente e direttore Unione Industriali, getta acqua sul fuoco, ricorda il Secolo XIX: “E’ stata discussa una bozza che dovrà essere valutata dai singoli enti e dalle categorie. Non capisco questo voler precedere i tempi chiedendo lo stralcio di una parte del piano ancora in fase istruttoria. Andrà valutato a tempo debito se sarà il caso di coinvolgere un collaboratore esterno”. Intanto si legge che il Comune di Savona, governato dal centro destra (peraltro l’assessore regionale al turismo, Giovanni Berrino, Fratelli d’Italia è colui che ha creato le premesse della Tassa con Vaccarezza, il sindaco di Loano Pignocca e quello di Alassio Canepa, ma anche Valeriani di Pietra Ligure centro sinistra) destina al turismo solo 22 mila euro dei 280 incassati con la Tassa di Soggiorno, ha ricordato il presidente Berlangieri. Il sindaco Caprioglio ha risposto: “Ma noi investiamo il rimanente nel Priamar e Teatro“.
Intanto il primo luglio (data prevista per l’avvio della Tassa) è dietro l’angolo, trucioli.it, con larghissimo anticipo aveva spiegato, da osservatore e analista di mezzo secolo del turismo ponentino, perchè non era il caso di ripristinare la Tassa come negli anni d’oro del turismo alberghiero, con 1670 esercizi (alberghi, pensioni, locande) attive in Liguria, con la provincia di Savona regina indiscussa di arrivi e presenze, stranieri in maggioranza. Poi la decimazione, la grande fuga, le vendite, le trasformazioni in seconde case, pochi residence, gli sfratti dei proprietari, la chiusura di hotel storici anche in riva al mare, la stagione di apertura sempre più ridotta. Chi ha avuto il coraggio di investire, incoraggiato dalle banche, quasi sempre se ne pente. Ci sono casi clamorosi, taciuti, silenziati e che invece andrebbero portati a conoscenza della Regione, della Provincia per quel che conta, dei Comuni.
Il comparto alberghiero, non ci siamo stancati di ripetere, che alle stregua delle industrie, offre posti di lavoro non effimeri, dovrebbe dare uno sbocco alle centinaia di allievi delle scuole alberghiere, una speranza alle famiglie, ai giovani che studiano e spesso conoscono i sacrifici, le rinunce, le privazioni rispetto ad altri figli di papà magari assi più fortunati. Industria alberghiera già afflitta da tassazione statale e comunale che non fa differenza rispetto ad altre categorie, che deve competere con la concorrenza italiana e straniera e che negli ultimi anni si è ripresa soprattutto sull’onda del terrorismo internazionale. Dunque non si tratta di un solido ritorno ai bei tempi. Industria alberghiera ancora appesa ad un filo, in attesa di una tassazione più consona, razionale, equa, nel riconoscimento della particolarità del turismo alberghiero, ma anche di priorità assolute che significa ‘modello di viabilità’, di infrastrutture viarie e ferroviarie. Subito, non domani o vedremo. L’impegno di tutti coloro che sbandierano il turismo che traina l’economia, con un savonese su tre che lavora nel turismo, anche se con contratti stagionali (Bagni Marini, ristoranti ed affini in particolare). La piaga dilagante del lavoro nero nel fine settimana e dopo la soppressione dei voucher si parla di un’ulteriore impennata, a fronte delle gravissima carenza di controlli, se non sporadici. E a farne le spese sono coloro che non possono fare ‘nero’ e chi deve lavorare per sopravvivere.
IL COMUNICATO DEGLI ALBERGATORI DI VARAZZE-
In data di oggi, martedì 19 giugno, alle ore 14,00 presso il palazzo comunale, si è svolta la prima riunione del CLT comunale, organismo preposto alla gestione dei fondi derivanti dall’esazione della tassa di soggiorno. Alleghiamo copia del patto del turismo, da cui si può evincere struttura e compiti del CLT. Convocato alla riunione in quanto rappresentante dell’Associazione Albergatori di Varazze, mi viene comunicato che, per la parte comunale, alla riunione parteciperà la Signora Manna, assessore al bilancio, e non il Signor Piacentini, assessore al turismo.
Messo a conoscenza di questo, chiedo che anche la mia presenza sia cancellata, visto che da mesi, cioè da quando questa triste e paradossale vicenda dell’introduzione della tassa di soggiorno è in scena, non abbiamo alcuna notizia dei programmi e delle intenzioni del nostro assessore COMPETENTE, che dopo i “cocenti successi” del parcheggio del Salice e della conta dei telefonini non sembra per niente preoccupato delle numerosissime problematiche turistiche della città. Riteniamo semplicemente vergognoso che, sulla gestione di una tassa che, a detta dell’amministrazione dovrebbe andare a risolvere alcune delle problematiche turistiche del paese, si faccia intervenire e decidere l’assessore al bilancio, mentre l’assessore al turismo, in altre faccende affaccendato, non se ne occupi minimamente.
Parteciperemo al CLT comunale quando l’assessore Piacentini troverà il tempo di occuparsi di turismo, e ribadiamo ancora una volta la nostra contrarietà ad una tassa assolutamente inutile per le nostre realtà cittadine. Il ritirarsi di Alassio dalla combriccola dei comuni esattori rende ancora più evidente come il fronte del no alla tassa si stia rapidamente allargando. Inoltre, intelligenti iniziative come la tassazione che verrà imposta sui pullman low cost in quelle zone dimostrano che qualcosa si può e si deve fare per tutelare un turismo di qualità.
La problematica dei pullman low cost, che in una prima bozza del Patto per il Turismo era stata affrontata, e poi è misteriosamente sparita dal documento, si sta facendo sempre più pesante, e chiaramente i comuni che non sapranno affrontarla (ma si intestardiranno nel riscuotere la tassa di soggiorno) verranno sempre più invasi da questo tipo di turismo, visto che gli sbocchi al mare andranno riducendosi per questi torpedoni giornalieri.
IL PRESIDENTE AAV, ANDREA BRUZZONE
COMUNICATO E LA RICHIESTA DEGLI ALBERGATORI DEL COMPRENSORIO INGAUNO
Si legge nei quotidiani locali che il primo atto della nuova amministrazione “Melgrati Sindaco” ad Alassio sarà l’affiancamento delle posizioni di Laigueglia e Ceriale con l’abolizione della tassa di soggiorno. Albenga sarà così stretta in una morsa tra città limitrofe senza “tassa di soggiorno” e si ritroverà sola con questa iniqua gabella da riscuotere da tutte le persone che decideranno di trascorrere sul territorio comunale ingauno le vacanze di Luglio ed Agosto.
L’Associazione Ingauna Alberghi che presiedo è sempre stata ed è tuttora contraria all’applicazione dell’imposta di soggiorno, che rappresenta un gran lavoro contabile aggiuntivo per le attività ricettive e soprattutto danneggia l’immagine di Albenga catalogandola “destinazione dall’amministrazione inospitale”. Così come già detto al Sindaco di Albenga ed ai suoi assessori, la predisposizione all’accoglienza di un comune turistico parte proprio dal gesto di gratitudine per il viaggiatore che ha deciso di fermarsi da noi, perché la clientela turistica dona lustro e lavoro, e movimenta una città che ha bisogno di visitatori per i suoi musei, di ospiti per i suoi ristoranti e le pizzerie, di promozione per i suoi meravigliosi prodotti alimentari e vinicoli.
Molti alberghi associati – Hotel Marisa, Hotel Villa Rosa, Hotel Sole&Mare, Hotel Magnolia – hanno infatti deciso di rimetterci di tasca propria piuttosto che pensare di affrontare l’espressione incredula dei propri Ospiti alla richiesta di pagare qualcosa solo per aver scelto di pernottare nella città di Albenga. Le strutture ricettive ingaune – che nella maggior parte non hanno ristorazione interna – veicolano flussi di turisti in tante altre attività locali, spalmando benefici su chi gestisce ristoranti, pizzerie, gelaterie, bar e locali notturni, negozi e spiagge. Chi ha deciso di fare turismo ad Albenga deve essere sostenuto ed aiutato, non oberato di altro lavoro per la riscossione di una tassa così antipatica come la “tassa di soggiorno”.
Inoltre, non occorrono certo i proventi di questa imposta per organizzare visite alle serre, per spiegare come le verdure costituiscano un “vegan paradise” nella nostra piana, per disporre i musei con un po’ di modernità, per garantire ai turisti la sicurezza nel centro storico, per tenere la città pulita e le aiole fiorite, per gestire i parcheggi di roulotte e camper che oggi possono sostare dove vogliono, per combattere l’abusivismo locativo e la sleale concorrenza a fini turistici. Con la tassa di soggiorno non si può costruire un depuratore per garantire alla città la “bandiera blu”, simbolo di turismo responsabile. Occorre altro. Partiamo da queste prime necessità per costruire un futuro sereno in Albenga ed alla soglia del 1 Luglio aboliamo la tassa di soggiorno per non essere fuori dal coro e Solo allora Albenga diventerà veramente “città turistica”.
Alessandra Zunino Segre
Nota di redazione: il sindaco avv. Giorgio Cangiano Pd, maggioranza di centro sinistra, non ha perso tempo ed ha rigettato la proposta del presidente Zunino. Vedremo all’opera Albenga cosa riuscirà a fare. Non auguriamo una brutta figura.