La direzione del cammino individuale, nella buona fede del suo autore, concettualmente è difficoltosa da spiegare, il nostro cammino è quasi sempre imprevedibile e imprevisto. Ci si espone all’autoesame perpetuo delle nostre risorse, fisiche, economiche, temporali, ci espone alla trasformazione dei tempi e alla interpretazione inedita della storia e del senso. Un fatto dietro l’altro, in quel progredire logico e illogico che accompagna la vita, con tante domande e alcune risposte pratiche ai quesiti muti della nostra umanità che avanza consequenziale, si dirama e rioccupa lo spazio degli avi e anche il nostro spazio.
Un commilitone di Lodi fece tumulare il cadavere di Armando Assalini di Cairo Montenotte che era stato dilaniato da uno scoppio di mina. Era stato militare a Sanremo, ed era particolarmente bravo per le riparazioni meccaniche. A Sanremo andò a trovarlo la madre, alla quale, al ritorno dei superstiti dalla Russia il compagno scrisse informandola che aveva seppellito il figlio, non dicendole però che era quasi completamente carbonizzato.
Senza respiro, ma certamente con crescente consapevolezza. Invisibili forse nel rapporto con gli altri e specialmente con le parole vivaci e superflue che si aggiungono nelle righe immobili e incise profondamente nella matrice marmorea, peggiorando talvolta la situazione. Quelle parole esistevano già sui testi antichi e le troviamo poi sulle lapidi dimenticate del camposanto.
Bruno Chiarlone Debenedetti