Una delle campagne elettorali più combattute della travagliatissima storia elettorale di Alassio. La moltiplicazione delle liste rende ancora più ardua la battaglia finora graffiante, ma senza trascendere e i cittadini elettori potranno essere i migliori osservatori e arbitri. Intanto, con più candidati in lizza, sale quasi certamente il quoziente votanti. Forse non farà piacere ai contendenti sapere che dalla ‘cabina di regia’ dell’ormai potente duo Toti – Rixi emerge un certo ottimismo e alla fine dovrebbero essere due i contendenti sul traguardo: il sindaco Canepa ed il battagliero Melgrati. Difficile immaginare che la campagna elettorale possa far maturare una svolta verso il rinnovamento totale. I M5S restano in disparte e comunque non può fare testo nelle comunali. Finora i ‘veleni’ più diretti sono stati riservati, via Uomini Liberi, blog senza giornalisti, ma con informatori trasversali – ad Alassio un ‘incappucciato’ bada bene a non firmarsi – al candidato Melgrati. L’ultimo siluro mette in bocca a Toti: “Se non sostieni Canepa sei fuori da Forza Italia…”. Fa sorridere il tono della minaccia per interposta persona ? Melgrati non li degna di una risposta. Nonostante sia uno che non le manda a dire.
Intanto i fans melgratiani lasciano trapelare (non si può certo parlare di segreti) che oltre ai candidati della prima ora (Melgrati, Galtieri, il generale a riposo Battaglia), sono in lista Alessandra Aicardi, nipote di Gianni che di fatto certifica il ‘divorzio’ con il gruppo di Cenepa; Roberta Marcone, commercialista dello studio Siffredi (si è però dissociata, by by Melgrati); l’avv. Franca Giannotta che dicono sia corteggiata dall’aspirante sindaco Zavaroni e pare sia rimasta in bilico; l’avvocato civilista Massimo Parodi, ex consigliere comunale, un fratello agente immobiliare e figlio del notaio Stefano; l’avv. Igor Colombi, civilista, che già aveva annunciato, via social, l’adesione alla lista Melgrati, milanese, famiglia della sinistra storica, madre pittrice e maestro di tennis all’Hanbury; altra donna in barba a chi sosteneva che Melgrati (fama datata di tombeur de femmes) fosse boicottato dalle ‘quote rosa’, Paola Cassarino, oculista e figlia dell’ex sindaco Dc, Giuseppe; e ancora Patrizia Mordente in Coxe, marito impresario edile e presidente dell’Alassio calcio dei record; un nome di spicco è senza dubbio quello di Roberta Zucchinetti, premiata con l’Alassino d’oro, campionessa di vela internazionale, un Sibelli campione al femminile, l’unica del gruppo a non esibire una laurea, ma tanti successi sportivi. Un personaggio da tempo sulla scena politica ed amministrativa cittadina è Rocco Invernizzi, presidente del consiglio comunale da cui era stato allontanato e che ha recuperato con sentenza dei giudici, laurea in giurisprudenza. E da ultimo un personaggio estroverso, imprenditore turistico ed esercente, di cui la cronaca si è spesso occupata nel bene e nel male: Nanni Banchio, compagno della ‘rampolla’ Nicoletta Cugerone che ha scelto di vivere la dolce vecchia lasciando Alassio (dove ha diverse proprietà) per Lugano.
ALASSIO volta pagina: “Alle elezioni comunali del 10 giugno saremo presenti con
un candidato sindaco, una lista con il suo simbolo ed un programma”
La Stampa di giovedì 19 aprile, con l’introdotto corrispondente Giò Barbera, alassino, abitazione con moglie e figlia a Imperia, ha annunciato che sarà Giovanni Parascosso, avvocato, l’aspirante sindaco con lo schieramento ‘Alassio volta pagina’. Il professionista ha preso le distanze dal gruppo consiliare ‘Progetto Alassio? , ma anche da una lista abbastanza estemporanea che ha scelto, dopo lunghi mesi di riunioni ed incontri, di coronare ‘sindaco in pectore’ quell’Aldo De Michelis, che in vita ha già cercato spazio e successo verso il palazzo municipale, sempre senza fortuna o forse incompreso dai concittadini. Ma questa volta è pronto a scommettere, pare non abbia voluto sentir ragione di lasciare spazio a candidati diciamo più preparati e presentabili. Non che si tratti di un impresentabile, ma guai se nella vita non procediamo con i piedi a terra e viviamo magari di illusioni. Le urne diranno se ci sbagliamo dall’osservatorio di vecchi cronisti di provincia.
Forse i risultati finali riserveranno la prima delusione per una Loretta Zavaroni, medico, estremamente guardinga in tutti questi mesi in cui è stata sottoposta ad una corte serrata da vari aspiranti sindaci, in particolare Melgrati. L’ex assessore, regina delle preferenze quando era in auge, avrebbe potuto essere della partita se si fossero presentati solo tre schieramenti. Come sarebbe stato logico ed intelligente, non perchè lo diciamo noi, umili osservatori, ma lo confermano i sondaggi e la forza di trazione dei singoli candidati. Se il sindaco rimane un buon ‘capitano di squadra’, senza bravi gregari non può vincere nessuna sfida, a meno che non sia un Claudio Scajola solo per fare un esempio recente e da vicini di casa. La Zavaroni che può contare su Fabrizio Calò, commercialista di rango; Claudio Sivalli, Alessandro Braida, Marta La Guardia, Roberto Barbero, Giuseppe Vena, Martino Schivo, Marco Bertolino, Diana Berardi.
A questo punto resta un’annotazione da giornalisti. Difficile credere che Piera Oliveri, capogruppo di minoranza, passa essere l’ago della bilancia di una delle liste che partono favorite almeno dai pronostici.Certamente non depone a favore della Oliveri il tam tam (da lei smentito e speriamo lo faccia anche con una nota scritta) che la vogliono nella loggia ‘formaggiara’ di Gian Paolo Fracchia dove sono presenti dame e cavalieri. Nulla di infamante visto che è vietato l’iscrizione ad un’Obbedienza massonica solo ai funzionari statali ed ai magistrati. L’insistenza nasce dal fatto che Fracchia è considerato un abile manovratore, fu coinvolto e poi prosciolto (difensore avvocato Rosavio Bellasio, rotariano pietrese in quel di Varazze) nell’ambito di un’inchiesta sugli arenili, chioschi e concessioni comunali, unitamente al figlio, e nelle perquisizioni furono trovati elenchi e materiale massonico. Per quale ragione i ‘denigratori’ insistano nell’attribuire alla Olivieri la ‘fratellanza’ resta un mistero. Un segnale potrebbe essere l’ingresso nella lista del sindaco Canepa la cui affiliazione, con un periodo di ‘sospensione’, è cosa nota agli ambienti alassini più introdotti. Non significa però che tutti siano massoni, l’esperto e navigato Angelo Vaccarezza, convinto sostenitore di Canepa, quando era presidente della Provincia si era circondato in giunta di ‘fratelli massoni’, ben quattro, e lui in massoneria non è mai entrato. C’è un aspetto curioso: quasi tutte le logge hanno come prerogativa il fatto di non essere separati o divorziati, a Savona accadde che un affermato notaio fu costretto a lasciare la loggia storica per aderire ad una piuttosto casalinga che lui stesso, con un paio di amici ha fondato. Si racconta che sia l’unico caso, almeno nel ponente ligure, di rigore coniugale.
Si tenga conto che il ‘metodo Toti- Rixi’ è solito muoversi, sulla scia del gran capo Berlusconi, con sondaggi, almeno un paio solitamente, dopo di che muove le sue pedine e soprattutto i temi della campagna elettorale che più sono sensibili alla maggioranza degli elettori. Ad Alassio, ad esempio, non è vero che vince ‘il voto della protesta’. Ci sono evidenti disuguaglianze, sacche di povertà, gente che fatica ad arrivare a fine mese: è pur sempre una minoranza nella scenario turistico – commerciale. Alassio, per chi la frequenta abitualmente da cittadino savonese, può cogliere tante differenze. E’ verissimo che gli affitti immobiliari del centro commerciale più lungo d’Europa (?) sono salati e costringono tanti commercianti ed esercenti in affitto a fare i salti mortali, ma se il buon giorno si vede dal mattino è l’unica città dove nel ‘budello’ ci sono tre, quattro locali commerciali inattivi, con vendesi o affittasi. E’ vero che per i Bagni Marini non sono più le ‘vacche grasse’, la spiaggia di Alassio resta unica in Liguria, la più apprezzata, frequentata anche se la meno calmierata, zona delle Cinque Terre esclusa.
Fa un po’ sorridere leggere che ad Alassio almeno sei ristoranti, pur se favoriti dal lavoro rispetto ad altre località, dove si può leggere anche menù assai popolari e a portate di tutte le tasche, sono bei sei, sette, in lizza per la stella Michelin, l’ultimo che l’aveva era Il Palma. Il figlio Viglietti ha preferito emigrare a Roma. Chi può competere è il ristorante Nove dei coniugi Ricci – Arnaud, con chef Giorgio Servetto, in precedenza ai fornelli del Ristorante dell’Asino. Forse non è molto noto come avvengono i riconoscimenti da parte della più prestigiosa Guida Internazionale che non è infallibile, ma almeno segue criteri assai rigorosi e indipendenti. Senza legami con società industriali o commerciali del settore alimentare ed enologico.
La stella o le stelle vengono assegnate intanto non a chi è ‘nato ieri’, deve rispondere ad alcuni requisiti: periodo di gestione dell’esercizio, periodi di tempo in cui lo chef è in azienda e per la stella solitamente si procede a non meno di due, tre ‘visite’ da parte di ispettori che pranzano o cenano a sorpresa. Non solo, solitamente prenotano in due, per non ‘insospettire’ l’esercente e poi si presenta solo uno che quasi sempre si qualifica dopo aver saldato il conto. Se la prima visita è positiva e corrisponde ai ‘canoni’ di assegnare una o più stelle (in Liguria non ci sono due stelle e neppure tre), ne segue una seconda ed in casi particolari una terza. Comunque a proposito di chef si parla spesso a sproposito di ‘eccellenze’, alla fine contano i risultati, la fidelizzazione del cliente, il corretto rapporto qualità – prezzo, la continuità dell’offerta, senza alti e bassi, senza spacciare pesce d’allevamento per il ‘nostrano’ che ha prezzi quasi proibitivi per i comuni mortali: la media in Liguria per il pescato servito al ristorante (escluso acciughe) si aggira su 80 euro il chilo, ovviamente a peso prima di essere cucinato. E non sono molti, anzi si possono contare sulle dita di una mano in provincia di Savona, i ristoranti che sei giorni su sette (il Muraglia di Varigotti, 60 anni stessa gestione famigliare, in cucina moglie e figlia con uno staff, in sala Enzo Frumento, una sorella, una figlia, chiude due giorni in settimana, martedì e mercoledì) siano in grado di offrire il ‘pescato del giorno’, ovvero che non abbia più di tre giorni e per legge si dovrebbe pure procedere all’abbattitore, non manca chi può offrire un prodotto freschissimo, dunque senza pericoli di sorte per lo stomaco o l’intestino. (L.C.)
IL PROGRAMMA DI ALASSIO VOLTA PAGINA
Giovedì 26 aprile alle ore 21, nella sala Roberto Baldassarre della Biblioteca Civica di Alassio, il gruppo “ALASSIO volta pagina” illustrerà agli elettori la propria scelta. In questi mesi il nostro gruppo ha discusso e definito un documento in cui si evidenziano le esigenze, i problemi e la direzione verso cui orientare lo sviluppo della nostra città. L’elaborazione è il frutto finale dei molti incontri organizzati con le più diverse realtà del tessuto sociale che, a volte in modo quasi invisibile, costituiscono la trama su cui si regge Alassio. Sarà questa la base programmatica che presenteremo al giudizio dei cittadini il prossimo 10 giugno, confrontandoci con le altre proposte.
Il cambiamento che vogliamo rappresentare “voltando pagina” rispetto alle amministrazioni che ci hanno governato nell’ultimo quarto di secolo si è andato definendo in modo sempre più preciso man mano che si succedevano gli incontri. Il gruppo iniziale si è arricchito di persone diverse per estrazione sociale, ambito culturale e professionale, età e punti di vista e si è cementato attorno all’idea di riuscire a mutare il sistema di potere che, sedimentatosi da più di venti anni, è ormai diventato cieco e sordo rispetto alle reali e sempre più pressanti istanze cittadine.
“ALASSIO volta pagina” è così diventato un soggetto politico plurale e unito che ha trasformato la diversità dei punti di vista dei suoi componenti in forza. Purtroppo non si è potuto allargare ad altri questa esperienza, perché abbiamo trovato chi ha anteposto la propria persona rispetto ad un progetto comune di cambiamento vero, fatto di rinnovamento, competenza e idee, un epilogo non del tutto inatteso, ma che non ci ha fatto comunque piacere. Oggi, però, abbiamo di fronte questa sfida che ci stimola: la potremo affrontare con una lista realmente civica, che non dovrà rendere conto a nessuno se non agli alassini.
‘ALASSIO VOLTA PAGINA’
E’ stato comunicato ad “Alassio Volta Pagina“ che la trattativa in corso che aveva come obiettivo di formare un’unica lista tra il Gruppo di Loretta Zavaroni, il Gruppo di “Progetto Alassio” con la capogruppo Piera Olivieri e Giacomo Nattero e appunto il Gruppo di “Alassio Volta Pagina” è da considerarsi fallita. Al tavolo della trattativa, iniziata dalla metà di marzo e che si si è svolta con incontri bilaterali e a tre, “Alassio Volta Pagina” aveva messo a disposizione comune il lavoro fatto fino ad allora. In particolare la bozza del programma, i tantissimi spunti raccolti tramite gli “ascolti” con le associazioni, le scuole, le parrocchie, le categorie, i cittadini attivi sul territorio (oltre 40 incontri fino ad ora che coinvolgono direttamente e indirettamente più di 3000 persone) e le persone del nostro gruppo che si sono dette disponibili per la formazione di una lista che si ponga a servizio della città, con due possibili candidati sindaci individuati nelle persone di Caterina Maggi e Giovanni Parascosso. Per raggiungere l’obiettivo avevamo ritirato le nostre candidature a sindaco per individuare un candidato condiviso tra i tre gruppi, rivendicando per il Gruppo “Alassio Volta pagina“ pari dignità.
Anche questa proposta non è stata accettata; “Alassio volta pagina” oggi ne prende atto e ne trarrà le debite conclusioni.
Alassio, 13 aprile 2018
6 aprile 2018 – Ora scriviamo il programma, scegliamo il candidato sindaco e formiamo la lista comune
Noi siamo per “voltar pagina” e come obiettivo primario abbiamo quello di formare un lista civica di alternanza, unitaria, rappresentativa di tutti i gruppi di opposizione. Per raggiungere l’obiettivo mettiamo a disposizione comune il lavoro fatto fino ad oggi. In particolare la bozza del programma, i tantissimi spunti raccolti tramite gli “ascolti” con le associazioni, le scuole, le parrocchie, le categorie, i cittadini attivi sul territorio (oltre 40 incontri fino ad ora che coinvolgono direttamente e indirettamente più di 3000 persone) e le persone del nostro gruppo che si sono dette disponibili per la formazione di una lista che si ponga a servizio della città.
Ora scriviamo il programma, scegliamo il candidato sindaco e formiamo la lista comune. Sarà possibile raggiungere positivamente questo risultato con il confronto aperto e costruttivo e riuscendo ad instaurare un sincero rapporto di collaborazione fra tutti. Questi presupposti sono indispensabili oggi e ancor più lo saranno domani se gli alassini ci sceglieranno per amministrare la città.