Grazie, Ruffino ( ricordi, era così -per cognome -che ci si chiamava, all’ombra della rosea torretta alla Marina ), perché dalla tua passione fui, sin da quegli anni trascorsi in Seminario ad Albenga, conquiso dalla affascinante, suggestiva, stupenda, bellissima esecuzione delle cerimonie, presiedute dal nostro Vescovo Mons. Raffaele De Giuli e da te dirette.
E, certamente, fu per la stessa passione che mi contagiasti, che mi scegliesti tuo sostituto, come Cerimoniere, alla tua S. Ordinazione, accolto per la notte precedente con squisita ospitalità dai tuoi Genitori ( ricordo ancora le caramelle fattemi trovare sul comodino della camera, oltre all’acqua ).
Tanti non sanno che alla tua S. Ordinazione, in quel di Sant’Antonino di Bagnasco, furono presenti due Vescovi, che ti imposero le mani sul capo, oltre al Nostro Ordinario diocesano ci fu Mons. Roatta, ch’era – se ben ricordo – nativo delle tue parti.
Conservo ancora il tuo biglietto di ringraziamento ( intestato da subito come SEGRETARIO VESCOVILE ) che mi accompagnasti al volume di Cipriano VAGAGGINI, ” Il senso teologico della Liturgia “, della collana Theologica delle Edizioni Paoline.
Mi introducesti allora alla scoperta d’un mondo sconosciuto.
Ora so che quando la comunità dei fedeli di Gesù Cristo prega Dio tutta insieme essa segue una regola dell’onorare Dio che è comune a tutti ed è stabilita ufficialmente dalla Chiesa: tale regola si dice ” Liturgia “.
La Costituzione Conciliare sulla sacra Liturgia, “de sacra Liturgia”, resa esecutiva dalla S. Congregazione dei Riti con l’Istruzione Inter Oecumenici, fu la primizia della riforma liturgica del grande evento storico del Conc. Vat. II.
Noi ci siamo attenuti all’ammonimento dell’Apostolo: ” Iddio non è il Dio del disordine: ma della pace ” ( 1 Cor 14, 33 ).
Chi si accinge a studiare il complesso della Liturgia, con l’animo di conoscerlo a fondo, deve necessariamente penetrare, per quanto è possibile, nelle divine profondità della Rivelazione antica e nuova. Deve saper trovare nella Bibbia quel significato unitario di salvezza, alla luce del quale tutto l’Antico Testamento è preannuncio e figura del mistero del Cristo, mistero che si realizza nel Nuovo e tocca la sua smagliante, splendida, gloriosa meta nell’eternità.
Gesù Cristo che, al dire di Pascal, i due Testamenti guardano, domina in tal modo la storia dell’umanità intera, anzi ne è la ragione essenziale che tutto spiega, ne è il centro cui tutto converge.
Ciò ho, poi, appreso dai corsi biblici ” Bibbia e LITURGIA “, sempre, caro Mons. Mario, attratto da quella tua passione che mi conquistò da giovane seminarista che fui con te in Albenga, oriundo dalla mia Trinaclia tellus, con affetto e grato del privilegio accordatomi tuo
Michele dott. Di Giuseppe