l’Espresso ha pubblicato alcuni report sulle liste d’attesa nelle Asl. Il Sud va male, ma alcune aree del Nord non sorridono. Conseguenza boom e affari d’oro per visite ed esami a pagamento. Come trucioli.it ha ripetutamente scritto e la nuova assessore Sonia Viale, Lega Nord, aveva annunciato un censimento urgente di tutte le strutture convenzionate e non, anche nel ponente ligure c’è un fiorire di poliambulatori, con tanto di pagine promozionali sui quotidiani e web. Pubblicità nel vero termine della parola, incluso il reparto ortopedico dell’ospedale di Albenga. La salute, in Italia, è un bene tra i più garantiti, sempre più zoppo con i meno abbienti. E c’è chi per la salute si priva di tante altre cose, difficile possa farlo chi già ha difficoltà a sbarcare il lunario mensile. Ebbene trucioli propone due casi, forse neppure i più eclatanti. Uno lo rivela il figlio di un’anziana paziente, l’altro è stato testimone il fotoreporter del blog. Eccoli.Il dr. Granato che abita a Loano, ha fatto una segnalazione di disservizio su un prestampato mod. 145 dell’Asl 2.
“Faccio questa segnalazione per mia madre che in data odierna aveva appuntamento presso l’ambulatorio di oculistica dell’Ospedale Ruffini, regolarmente prenotato con prenotazione CUP urgente. Premetto che mia madre è paziente oncologica, in terapia da anni per glaucoma, in terapia per dolore cronico e con lieve scompenso cardiaco, 80 anni tra pochi giorni.
Avendo osservato negli ultimi tempi disturbi visivi, il medico curante le ha fatto una richiesta di visita oculistica urgente, perché i tempi di attesa con la vostra ASL sono molto lunghi, ed era opportuno valutare in tempi ragionevoli la situazione in essere. (era parecchio tempo che non ne faceva una, anche a causa dei problemi oncologici).
Arrivata all’ambulatorio di oculistica dell’Ospedale Ruffini di Finale Ligure ore 13 circa, il medico (non so neanche chi sia), con modi sgarbati si è rifiutato di effettuare una visita oculistica in quanto secondo lui non vi erano le condizioni di urgenza (anzi ha detto che avrebbe dovuto denunciare il medico curante per aver fatto la richiesta urgente). Solo in seguito alla “moderata insistenza” di mia sorella, che la accompagnava, si è limitato a misurare la pressione oculare, effettuando la prestazione chiaramente scocciato, con modi sgarbati e senza controllarne lo stato visivo.
Credo che tornare a casa senza avere effettuato di fatto la visita regolarmente prenotata a causa del rifiuto della persona che è lì per quello, sia quanto di più grave possa accadere. Per mia madre già muoversi è problematico a causa delle condizioni generali di salute, (il viaggio è stato inutile), ma è rimasta veramente male ed avvilita. Si è vergognata lei per lui!
E’ una vergogna che nel SSN possano esercitare la loro professione medici così, sono una vergogna per l’intera classe medica e per la vostra Azienda. Credo sia doveroso da parte mia fare questa segnalazione sperando che non siate complici di questi comportamenti ed adottiate gli opportuni provvedimenti disciplinari. Da parte mia inoltrerò questa segnalazione ad un’associazione consumatori e ad un avvocato per valutare il da farsi.
dr. Vincenzo Granato
AL SANTA CORONA PER UNA VISITA OCULISTA SI ASPETTA 10 MESI
Ha atteso il suo turno, si è presentato allo sportello Cup Liguria del Santa Corona per prenotare la prima visita oculistica al Santa Corona e gli hanno dato l’appuntamento per ottobre 2018, dieci mesi d’attesa. Vive in Italia da pensionato dopo aver lavorato nel Basso Piemonte e dopo essere fuggito dal suo Paese, il Vietnam. Una gioventù che ha conosciuto la lunga guerra dei Viet Cong contro gli occupanti americani. Migliaia sono morti, lui si è salvato. Nonostante il lungo periodo nel nostro paese, la padronanza dell’italiano è minima. Quando gli chiediamo perchè parlando tra se ad alta voce appare contrariato dice: “Devo aspettare tanto….”. Perchè non va da un oculista privato ? “No, no la mia pensione è minima, sono in affitto…”. Perchè non ha scelto un’altra sede per la visita, a Cairo Montenotte o Savona dove l’attesa pare sia di cinque, sei mesi. “No, no, vivo qui e voglio la visita qui vicino….ma non è giusto, non giusto….”. E’ ipotizzabile che la richiesta del medico curante non preveda l’urgenza, sta di fatto che per un anziano con più che probabili problemi di vista, attendere quasi un anno sia davvero disagevole psicologicamente ed umanamente.
Le statistiche pubblicate dall’ Espresso dicono che nel 2014 per una visita oculistica in Italia si aspettava 70 giorni, oggi 87. Probabilmente a leggere le cronache locali da Ventimiglia a Savona, l’attesa è da primato. Nel novembre 2016 Il Secolo XIX titolava: “Combattere e smantellare l’organizzazione dei privilegi”, le associazioni dei pazienti e la Federcosumatori. L’articolo a firma di Andrea Fassione, da Imperia, rimarcava tra le altre cose: “ Il sindacato ha denunciato a più riprese e anche a mezzo stampa le lungaggini per una visita oculista o cardiologica, così come in altri reparti, basta leggere le tabelle…”. Bisogna dire che al S. Corona per un esame cardiologico si aspetta meno di un mese, e 15 giorni, anche meno, ad Albenga.
Nello stesso servizio si parla della carenza di infermieri che lavorano anche 16 ore di fila. Un massacro per loro, un rischio per i pazienti. E ancora, un medico ospedaliero guadagna mediamente quanto tre infermieri. Dal 1978 è arrivato il Servizio sanitario nazionale che ha spazzato via le mutue e doveva azzerare le disuguaglianze tra ricchi e poveri. Oggi sotto l’accattivante inglesismo del ‘second welfare‘, le mutue sono tornate in auge, prendendo le sembianze di casse di organi professionali, polizze sanitarie e fondi di previdenza integrativa ed il benefit più amato dai dipendenti in un’azienda è l’assistenza sanitaria integrativa. La sottoscrivono 3 lavoratori su 4. Oggi i cittadini spendono di tasca propria oltre 35 miliardi. Quella parte del salario è tassata meno della metà rispetto al resto della busta paga e le imprese hanno tutto l’interesse. Ma così lo Stato, peraltro già vorace in busta paga, non incassa 700 milioni di tasse che potrebbero servire la Sanità pubblica. Lo sostiene Costantino Troise segretario di Anaao Assomed, il maggior sindacato dei medici. Da aggiungere che in Italia il finanziamento per la Sanità, pubblico e privato insieme, è di poco superiore al 7,5 % del Pil, contro il 10 % della Germania, il 12 % della Francia. Inoltre la spesa sanitaria in Italia è cresciuta meno della media Eu. E fino ad oggi è mancato un discorso pubblico e condiviso sul futuro della sanità.