Non volevamo, da mendaighini, essere ancora una volta i primi (e più spesso in solitudine), a scrivere la notizia della cessazione di un’attività commerciale. La più rinomata. La chiusura del piccolo e attrezzato caseificio, Il Castagno, destinato alla storia pastorizia delle Alpi Liguri. E ora sentirsi in dovere di onorare l’ultimo sacrificio-addio di Simona e Marcello.
di Luciano Corrado
Lei pastorella e infaticabile ‘artigiana’ nella produzione casearia. Capace di accudire anche al suo gregge (pecore, capre, mucche, un paio di cavalli). Lui ‘ambasciatore’ viaggiante, nel tempo libero dall’impiego di funzionario regionale, per promuovere e ‘consegnare’ una produzione di nicchia, con l’eccellenza vera della ‘Toma di Mendatica’.
Per il prestigioso FAI ‘il caseificio di Mendatica’ era inserito tra ‘I Luoghi del Cuore’ e nel “Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare”.
Questa la descrizione del FAI. “L’azienda agrituristica ha una estensione di 11 ettari e ha impostato parte della sua attività sulla pecora “Brigasca”, fondamento della storia pastorale, e sul suo latte. La pecora “Brigasca” è un animale agile, adatto alle montagne della zona, fa parte di una popolazione ovina autoctona, originaria con tutta probabilità dallo stesso ceppo della specie “Frabosana” sia per il profilo montonino e, negli esemplari maschi, per le corna a spirale rivolte all’indietro. Dal lavoro degli allevatori nascono, così, molti formaggi tra cui la toma di pecora brigasca (presidio Slow Food), la toma di Mendatica, il gran gessato di pecora brigasca e molto altro. Strettamente collegata al mondo della pastorizia e alla civiltà delle malghe, a Mendatica nasce la cucina bianca chiamata così perché composta solo ingredienti di colore bianco o comunque poco colorati: latticini, farina, porri, patate, aglio e molti altri. Dal 2000 è stata istituita una vera e propria sagra: la Festa della Cucina Bianca. (Sospesa da qualche anno nella sua originale edizione ndr).
Vedi a fondo pagina – Il Secolo XIX- edizione di Imperia di domenica 12 gennaio 2025- a firma di Alberto Ponte ha titolato: ‘La toma brigasca a rischio estinzione. Ha chiuso l’ultimo presidio imperiese. Simona Pastorelli: Troppe spese e difficoltà, salutiamo con dolore’.
Chi resta tenacemente fiducioso è il neo sindaco geom. Graziano Floccia carriera da tecnico e dirigente in diversi comuni, ora ad Albenga. Dichiara al Secolo XIX: “….Faremo il possibile affinchè questa chiusura sia temporanea e non definitiva per ripristinare al più presto la parte turistico-ricettiva legata ad un prodotto di nicchia come la Toma di Mencatica. Perdere una risorsa così importante è un danno per l’intero territorio….”.
C’è da chiarire un aspetto leggendo l’articolo. Il popolare pastore, proprietario del più numeroso gregge di pecore e capre (per un periodo anche mucche) della Liguria, il siculo-albenganese Aldo Lo Manto, non ha acquistato a Mendatica le pecore brigasche, ma una quarantina di capre. “Non posso comprare pecore ma solo venderle – spiega Aldo a Trucioli.it – Sono il solo in Liguria a possedere il genotipo che mi è stato riconosciuto dopo la ‘strage mucca pazza‘. Ovvero le mie pecore sono tutte di ‘tipo corretto’ e dunque resistenti al virus”. Aldo che da anni può fregiarsi con ‘Campagna Amica’ dei ‘I formaggi del Boschetto’. Delizie nate dal latte delle rare pecore Brigasche e che portano con sè tutto il profumo e il sapore della terra ingauna e delle Alpi Liguri, nei mesi della Transumanza. Con la sua azienda agricola Aldo Lo Manto -ora con l’aiuto di un figlio- si fa portatore di una professione antica e difficile, il pastore, perpetuando l’eredità del padre arrivato dalla Sicilia alla fine degli anni sessanta: un lavoro che comporta tanti sacrifici ma che regala al tempo stesso anche tante soddisfazioni umane.Per Aldo pure la popolarità ed ammirazione. L’unico Comune che nei fatti l’ha finora osteggiato è Ortovero dove ha comprato nella periferia sud un terreno agricolo. Qui vorrebbe trasferire il caseificio ed abitazione, ma c’è semaforo rosso delle giunte che si succedono. E Trucioli.it ha già dato conto dei vani ricorsi al Tar con il Comune che si è costituito per ribadire la legittimità del ‘no’ alla concessione edilizia.
Tornando al morbo, ‘mucca pazza‘. debellato, risale a primi anni duemila. Purtroppo per quanto si può intuire le pecore di Mendatica rischiano di essere destinate alla macellazione. Le mucche, invece, erano già state vendute. Inoltre sarebbero in corso trattative con lo stesso La Manto per la vendita dell’attrezzatura dei caseificio. Aldo resta così il portabandiera dell’unico presidio – disciplinare di provenienza- della pecora brigasca nel ponente ligure.
TRUCIOLI.IT- IL 5 MARZO 2014- Reportage di Silvio Fasano da Mendatica
COSI’ TRUCIOLI.IT HA PROMOSSO NEGLI ANNI L’AGRITURISMO-CASEIFICIO DI MENDATICA
1- Era il 24 ottobre 2013. Tre pastori, 24 quintali di lana….
2- Il 16 febbraio 2017. Solo i ricordi di nonna Tersilia
3- E il 16 novembre 2023 .Dopo 29 anni di onorato servizio
DATI ISTAT- Secondo i dati Istat i numeri più alti, in Liguria, di case non abitate nell’entroterra appartengono a piccoli centri: Mendatica, Fontanigorda, Triora, Propata, Urbe e sono dovuti perlopiù allo spopolamento. Ma le percentuali sono altissime anche nei centri rivieraschi dove il fenomeno delle seconde case è esploso negli ultimi decenni. Dai ‘paesi fantasma’ al boom immobiliare ‘casa al mare’ che peraltro ostacola i residenti a trovare alloggi in affitto. E alle giovani coppie non resta che ‘emigrare’ nel primo entroterra. Un vero dramma sociale per gli anziani sfrattati, i pensionati e tante famiglie che faticano già ad arrivare a fine mese.
VICE PRESIDENTE ALESSANDRO PIANA: «OLTRE 4 MILIONI DI € PER SALVAGUARDARE PRATI E PASCOLI PERMANENTI»
COMUNICATO STAMPA – GENOVA. Gli agricoltori liguri possono presentare domanda di adesione all’intervento “Gestione dei prati e pascoli permanenti”, una misura strategica che prevede un contributo economico a fronte dell’impegno a tutelare i terreni occupati da prati e pascoli per cinque anni consecutivi. «Si tratta di un intervento molto atteso dal comparto agricolo – sottolinea il vice presidente della Regione Liguria con delega all’agricoltura Alessandro Piana – frutto del lavoro costante che abbiamo svolto in sinergia con le organizzazioni professionali e i rappresentanti del settore riuniti nel ‘Tavolo Verde’. Sono orgoglioso che, anche per questa annualità, siamo riusciti a rendere disponibili fondi importanti per il territorio. Salvaguardare i prati e i pascoli permanenti significa preservare la biodiversità, combattere l’abbandono dei terreni agricoli e contribuire a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Con questa misura non solo promuoviamo la salvaguardia del territorio, ma forniamo un sostegno concreto agli agricoltori, che sono i primi custodi del nostro paesaggio rurale – conclude Piana – Grazie al piano strategico della politica agricola comunitaria 2023-2027, per il periodo 2025-2029 sono stati stanziati circa 4 milioni e 227mila euro, destinati ad agricoltori in attività (singoli o associati) e agli enti pubblici gestori di aziende agricole. La misura prevede che i beneficiari si impegnino a rispettare le indicazioni riportate nel bando, con un contributo economico proporzionale agli ettari di terreno coinvolti e agli impegni assunti».
Tutti i dettagli sono disponibili sul sito di Regione Liguria dedicato all’agricoltura, www.agriligurianet.it. Le domande dovranno essere presentate tramite il portale Sian. La scadenza del bando è fissata al 15 maggio 2025.