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Savona, militante in prima fila. Il ricordo e le opere di Rodolfo Badarello


Rodolfo Badarello. Brevi spunti per la vita intensa di un militante novecentesco in prima fila. Ci ha lasciati la settimana scorsa: https://trucioli.it/2024/01/18/la-morte-di-rodolfo-badarello-partigiano-rudi-e-poeta-dialettale-il-cordoglio-dallanpi-savona-e-della-citta/

di Ezio Marinoni

Elenco delle sue opere dà la cifra dell’uomo:

– “Savona insorge” (con Enrico De Vincenzi, 1972)

– “Cronache savonesi dell’800” (1977)

– “La storia della Fratellanza Ginnastica Savonese nella storia di Savona” (1983)

– “Cronache politiche e Movimento Operaio del savonese: 1850-1922” (1987)

– “Storie sciagurate di Savona” (1993)

– “Giornali e Movimento Operaio savonese tra l’800 e il ‘900 (in “Mondo Operaio e Politico

dell’Ottocento ligure” – Studi in memoria di Sandro Pertini – 1996)

– “Note per una Storia di Savona e del Movimento Operaio Savonese dalla fondazione dell’Impero

alla Liberazione. “In Savona nel 1900” (1998)

– “Storie Savonesi del ‘700” (1999)

– “Quarantacinque giorni di Speranza” (2003)

– “Storia particolare delle Officine Scarpa &Magnano e delle loro maestranze” (2006)

– “Un racconto e trenta poesie” (2007)

– “Frammenti di storia savonese” (2010)

– “Militanza Operaia” (Poesie, 2012)

– “Verso la fine” (Racconto, 2014)

– “Poesia Operaia e Sociale a Savona: 1890/1922” (2016)

– “Amici, Compagni …” (Poesie 2018).

Un unico filo conduttore caratterizza la sua lunga vita, attraversata da una militanza, sempre in prima fila, in una cultura politica prettamente novecentesca, con lo sguardo rivolto al progresso, al cambiamento, alla giustizia sociale, alla riduzione delle disuguaglianze fra i lavoratori e fra le classi sociali.

Oggi potrebbe sembrare un sogno disatteso o una sconfitta, in un mondo ormai dominato a senso unico dal liberismo selvaggio e senza regole, in cui ogni giorno facciamo la conta dei morti sul lavoro, come al tempo delle filande.

Rodolfo Badarello, fin dagli anni Cinquanta, si è occupato della storia di Savona e delle sue istituzioni, studiando le vicende riguardanti il movimento operaio e la Resistenza, dopo aver lavorato alla Scarpa & Magnano, dal 1941 al 1953.

Dalla prefazione al suo volume Storia particolare delle officine Scarpa & Magnano e delle loro maestranzePantarei – 2006, riprendiamo qualche spunto di Davide Montino, che ne descrive bene ispirazione e costruzione. Il libro è un altro «tassello di una ricostruzione particolare, ma mai localistica, della storia cittadina, affronta le vicende di una fabbrica, le Officine elettromeccaniche Scarpa & Magnano, fondata nel 1919 con appena 20 operai».

L’opera «ripercorre le vicende industriali, legate alla produzione di interruttori e trasformatori per tensioni sempre più alte, che portarono le Officine a diventare una delle aziende più vivaci e attive della città, ma soprattutto mette al centro le vicende e le lotte degli operai e delle maestranze che vi hanno lavorato. La formazione di una coscienza operaia nel turbine politico del primo dopoguerra, le restrizioni poste dal fascismo locale, gli anni della Resistenza, alla quale parteciparono, sacrificando la vita, molti degli operai della fabbrica, i licenziamenti dei primi anni Cinquanta, sono i temi che scandiscono la narrazione di Badarello, la quale si arricchisce di eventi, date e nomi che restituiscono alla memoria, ancora viva tra gli ex lavoratori, la dignità di una storia complessa e contraddittoria».

Da questo documentato studio emerge «la continua conflittualità tra maestranze e direzione, mai sopita neppure nei momenti di maggiore accordo, che rappresenta, quasi in maniera paradigmatica, la parabola del movimento operaio stesso. Le lotte, le contraddizioni e le incertezze degli operai e dei loro rappresentanti, sindacati e partiti, rivivono a partire dal coinvolgimento delle persone, delle loro aspettative e delle loro esigenze, dando luogo ad una storia sociale che si allarga dalla fabbrica per coinvolgere il quartiere in cui è situata fino ad arrivare a tutta la città».

Inoltre, «(…) la capacità di legare le vicende della fabbrica al contesto più generale in cui sono coinvolte rendono la ricerca di particolare interesse, soprattutto nella parte dedicata alla Resistenza e ai primi anni Cinquanta, dove emerge in tutta la sua durezza la crisi postbellica e la relativa deindustrializzazione, alla quale si associarono politiche antioperaie e anticomuniste attuate senza mezze misure. Di questa stagione l’autore è stato testimone e ora ne è storico, senza però che il coinvolgimento nei fatti predomini sulla ricostruzione degli stessi».

Ci piace anche ricordare, per farla riascoltare, una intervista del 5 febbraio 2013, che trae spunto dal suo citato libro Savona insorge, scritto con Enrico De Vincenzi, disponibile sul canale You Tube: https://www.youtube.com/watch?v=FNsC7aP9CXw

Come omaggio e saluto finale all’uomo che non c’è più, proponiamo, ancora una volta, il nostro articolo del 13 luglio 2023, quando ci eravamo occupati di lui in occasione della presentazione del suo ultimo lavoro, Il primo e l’ultimo giorno del maggio 1891 a Savona: https://trucioli.it/2023/07/13/savona-era-il-maggio-del-1891-un-testo-storico-grazie-a-rodolfo-badarello-il-suo-ricco-album-della-memoria/

Marco Bellonotto nella sua ricostruzione intitolata I compagni di Stefano. Storie di partigiani di città (Savona 1943-1945), scrive: «La Resistenza era, e resta un argomento delicato, per questo è tanto difficile passare la memoria da una generazione all’altra, eppure è un compito imprescindibile per la sopravvivenza di una coscienza civile in questo paese, anche perché, come ha ricordato felicemente Elie Wiesel, chi riceve una testimonianza diventa a sua volta testimone».

In queste parole può essere contenuto tutto il senso della storia, quella grande e quella minuta. Memoria e testimonianza, perché gli errori e gli orrori del passato non si ripetano (e lo diciamo poco prima del Giorno della Memoria), le ingiustizie siano sconfitte a favore di una più equa e umana convivenza, in cui tutti gli esseri umani contino per uno, in quanto portatori di diritti inalienabili, individuali e collettivi, in ogni parte del mondo e senza distinzioni di genere.

Rodolfo Badarello è stato un maestro che ha speso i suoi giorni con questo messaggio ben chiaro in mente: passare il testimone della storia alle nuove e future generazioni; proprio come sosteneva un altro testimone del Novecento, Giovanni Falcone: «gli uomini passano, le idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini».

Ezio Marinoni


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