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Savona, maggio del 1891. Un testo storico. Grazie a Rodolfo Badarello. Il suo ricco album della memoria


“Del primo e dell’ultimo giorno del maggio 1891 a Savona”. Il 7 luglio, presentato a Savona l’ultimo lavoro di Rodolfo Badarello, classe 1927.

di Ezio Marinoni

Rodolfo Badarello e Bruno Marengo

Il nuovo testo storico di Rodolfo Badarello, intitolato Del primo e dell’ultimo giorno di maggio del 1891, a Savona, è stato presentato a Savona il 7 luglio scorso, nella Sala Rossa del Palazzo Comunale di Savona.

Bruno Marengo è stato chiamato a moderare e presiedere l’incontro; in apertura, dopo un affettuoso saluto, il Sindaco di Savona Marco Russo ha consegnato all’autore, a nome della Città, una medaglia a riconoscimento della sua attività di ricerca storica e della sua militanza partigiana contro il nazi-fascismo. Sono seguiti gli interventi di Renato Zunino, Presidente del Comitato Provinciale ANPI di Savona, e di Andrea Pasa, Segretario Generale della CGIL di Savona

Ricordare quello che successe nel maggio 1891 a Savona è ancora attuale? La domanda non è

pleonastica!

L’intervento di Renato Zunino presidente provinciale ANPI

“Credo che ricordare quelle lotte e quei sacrifici che portarono a nuove conquiste sociali, sia oggi doveroso, in un momento storico come quello attuale in cui si cerca di mettere in discussione i diritti e le condizioni dei lavoratori: anche attraverso un accrescimento della precarietà del lavoro”. “Quello di fine ottocento era sicuramente un mondo del lavoro diverso da quello attuale, ma anche ora a distanza di tanti anni, emergono una serie di criticità quali: la differenza salariale tra uomo e donna, la forte precarietà nelle fasce giovanili, lo sfruttamento – senza tutele sindacali – in settori di lavoratori quali i Rider o gli occupati in grandi aziende della logistica quali, ad esempio, Amazon. Ancora adesso la Costituzione non è completamente realizzata, compreso l’art.1”.

Sono due periodi estratti dalla introduzione di Renato Zunino, che ci restituiscono in premessa il senso e il valore di questo testo.

La consegna della medaglia a Badarello da parte del sindaco Russo

Nelle prime pagine, inoltre, Andrea Pasa, aggiunge: “Ringraziamo Rodolfo Badarello per averci ricordato, con il suo scritto, come è nato il 1° Maggio, con quali intenti e con quali lotte e sofferenze, ma lo ringraziamo commossi anche per quello che lui è stato e per quello che lui ha fatto: Militante nella Resistenza contro il nazifascismo; Militante Operaio contro il disegno eversivo di cancellare i prìncipi ed i valori sanciti dalla Costituzione; e per il suo grande lavoro intellettuale, creativo di molte emozioni che hanno arricchito i nostri ideali e la nostra vita”.

E Bruno Marengo, a testimonianza di una vita impegnata, quella di Badarello, sempre condotta in prima linea, dichiara con la sua passione umana e politica: “Rodolfo, un compagno, un amico carissimo, un antifascista che, giovanissimo, ha partecipato alla Resistenza. Operaio della Scarpa e Magnano, dotato di grande rettitudine e sensibilità umana, si è dedicato alla ricerca storica, alla pittura, alla poesia. (…) Un vero, autentico poeta che così ci trasmette il suo vissuto: “Eccu, mì creddu de aveìghela fêta/a vive in te ûn moddu pulitu: in fundu/nu l’è che a tantu te invêuggia stu mundu./Ma cun fatiga a me vitta l’è andêta”.

L’azienda Scarpa e Magnano, dopo una gloriosa storia industriale, ha proseguito la sua attività a Savona e nel savonese, fino ai giorni nostri (1). Non solo operaio e partigiano, Rodolfo Badarello, ma anche testimone e voce storica di quella pagina di coraggio nazionale, quando scrive, insieme a Enrico De Vincenzi, Savona insorge.

Badarello ci introduce al clima di quel lontano e un poco dimenticato 1891. “Il Primo maggio 1891 doveva essere non più, come stabilito dal Secondo Congresso Internazionale dei Lavoratori” tenuto a Parigi nel 1889: “Festa del Lavoro” ma giorno di protesta per ricordare soprattutto i nove operai sindacalisti che nel 1886, correndo lo stesso giorno di quell’anno a Chicago, mentre tenevano per conto del “Del Movimento dei Cavalieri del Lavoro” aderente alla “Federazione Operaia Americana” fuori di un agglomerato di fabbriche, una manifestazione, molto riuscita come tante altre, per sostenere l’introduzione delle otto ore di lavoro giornaliero, furono aggrediti e poi arrestati da un gruppo di autoproclamati “Difensori dell’ordine” (poliziotti volontari dell’Agenzia di Nat Pinkerton a servizio dei già potenti banchieri e industriali americani). Ciò mentre tra la folla accorsa ad ascoltare era stata fatta scoppiare micidiale una bomba”.

Quale Primo Maggio si preparava quell’anno a Savona? Affidiamoci ancora alla pagina di Badarello, che ricostruisce anche il clima sociale e delle condizioni di lavoro di quel momento.

“A Savona quel giorno, nel 1891, non si presentarono al lavoro d’accordo con i proprietari solamente i tipografi delle stamperie cittadine: quelle dei giornali IL CITTADINO, diretto da F.G. Goso, unico quotidiano L’INDIPENDENTE di Onorio Blengini, IL VERO di Ettore Baldino, ma tutti i negozi, tutti gli uffici rimasero aperti, mentre la fonderia TARDY E BENECH, la principale industria della città già si trovava in stato fallimentare contando, ormai le sue maestranze nemmeno il numero di duecento (erano nel 1887 circa 1.500) che per di più si alternavano sul lavoro in comune accordo solo per non fare spegnere e quindi crollare i forni di fusione Martin Siemens”.

La Tardy e Benech è un’altra colonna della storia industriale savonese, che abbiamo sfiorato lo scorso 23 marzo e su cui intendiamo ritornare (2). La giornata di quel maggio 1891 trascorre tranquilla, ma… “La sera alle ore 10 ebbe luogo, promossa dalla “Consociazione delle Società Operaie” nella sala della “Fratellanza Operaia” in via Pia, un’adunanza. I convenuti furono insolitamente tanti che la sala bastò appena per contenerne una minima parte e i più dovettero accontentarsi di starsene su per le scale o giù in strada tra i Carabinieri, le guardie e i soliti delegati…” (pag. 10).

“La “Consociazione delle Società Operaie” rappresentava nel 1890 una trentina di associazioni di mestiere, sia pure con scarsa partecipazione dei lavoratori interessati, come quelle dei “Club dei Macchinisti” della “Associazione di Mutuo soccorso dei reduci delle Patrie battaglie e i volontari della Libertà”, della “Nuova società dei Calzolai di Savona”, della “Società dei Panettieri”, della “Società di Mutuo soccorso tra i lavoranti falegnami di Savona”, della “Società dei Bottai e Barillai di Savona”, della “Società dei Muratori di Savona” (pag. 11). Lo spunto che origina il titolo dell’opera sono i fatti accaduti in Savona nell’ultimo giorno del mese di maggio 1891, che lasciamo alla lettura di chi vorrà approcciarsi al testo presentato nei giorni scorsi.

L’elenco completo delle opere di Rodolfo Badarello è un album della memoria ricco di spunti:

– “Savona insorge” (con E. De Vincenti, 1972)

– “Cronache savonesi dell’800” (1977)

– “La storia della Fratellanza Ginnastica Savonese nella storia di Savona” (1983)

– “Cronache politiche e Movimento Operaio del savonese: 1850-1922” (1987)

– “Storie sciagurate di Savona” (1993)

– “Giornali e Movimento Operaio savonese tra l’800 e il ‘900 (in “Mondo Operaio e Politico

dell’Ottocento ligure” – Studi in memoria di Sandro Pertini – 1996)

– “Note per una Storia di Savona e del Movimento Operaio Savonese dalla fondazione dell’Impero

alla Liberazione. “In Savona nel 1900” (1998)

– “Storie Savonesi del ‘700” (1999)

– “Quarantacinque giorni di Speranza” (2003)

– “Storia particolare delle Officine Scarpa &Magnano e delle loro maestranze” (2006)

– “Un racconto e trenta poesie” (2007)

– “Frammenti di storia savonese” (2010)

– “Militanza Operaia” (Poesie, 2012)

– “Verso la fine” (Racconto, 2014)

– “Poesia Operaia e Sociale a Savona: 1890/1922” (2016)

– “Amici, Compagni …” (Poesie 2018).

Tutte le sue opere, fino alla più recente, vogliono essere la testimonianza di un impegno costante per la libertà e la democrazia, parole e valore che non vanno considerati come qualcosa di scontato e acquisito, ma difesi ogni giorno, anche grazie al valore della memoria e del nostro passato.

Note

(1) Nel 1918 nascono a Savona, in via B.M. Solari, le Officine Elettromeccaniche Scarpa e Magnano, per iniziativa dell’operaio Giovanni Scarpa e del rag. Angelo Magnano. Nel 1926 si trasformano in Società Anonima che, dopo un inizio modesto (il capitale era di 40.000 lire e l’azienda contava circa venti dipendenti) nelle riparazioni di materiale elettrico, si sviluppano notevolmente. Nel 1926 sorge il grande stabilimento di via Fiume e si raggiungono i 500 dipendenti. Nel 1929, sfruttando i brevetti Scarpa, la società inizia ad attuare un programma autarchico per produrre ciò che si importava dall’estero nel campo dei trasformatori di precisione. anche per le più elevate tensioni; nel 1933, sfruttando altri brevetti, estende la fabbricazione agli interruttori a volume di olio ridotto ed a saturazione di vapore, contrapponendo la propria produzione a quella tedesca, francese ed americana. Nel secondo dopoguerra si realizza la fusione con la Magrini-Galileo; nel 1994 avviene il passaggio a Merlin Gerin e l’ingresso nel Gruppo Schneider. Tre anni dopo lo stabilimento si trasferisce da Villapiana a Cairo Montenotte. Nel 1999 avviene la scissione: l’attività di media tensione rimane di competenza del Gruppo Schneider mentre l’attività di alta tensione viene ceduta a Vatech. Nel 2005 la società entra a far parte del Gruppo Siemens.

(2) https://trucioli.it/2023/03/23/da-castelnuovo-calcea-at-a-savona-seguendo-le-orme-dei-benech-ultimi-castellani/

Ezio Marinoni

 


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