Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Pietra Ligure: il ‘delitto’ che rattrista e indigna


Il “colpo di grazia” alla bellezza di una piazza centrale di Pietra Ligure. Il taglio del grande “finto pepe” che adornava piazza Vittorio Emanuele II – la cd piazza del 2000- è un vero delitto, che rattrista ed indigna.

Polo di Centrodestra per Pietra – Lista Civica dei Pietresi

Gruppo Consiliare “Centrodestra”

Consigliere Mario Carrara

Non abbiamo contato le chiamate di allarme miste a sgomento ed indignazione quando qualche mattina fa, al primo albeggiare, le motoseghe hanno fatto a pezzi il magnifico albero di “finto pepe” che, a Pietra Ligure, adornava, con le sue verdi fronde, la piazza Vittorio Emanuele II.

Il motivo di un orario così “mattiniero”, quasi antelucano, è possibile che sia da ricercarsi nella necessità di fare un tale (odioso) compito per non arrecare intralcio o pericolo per chi passasse. Ma, forse, anche per non doversi esporre agli sguardi, alle domande, ai reclami dei residenti, dei Pietresi o di quanti soltanto amanti della bellezza di un albero quasi centenario, avrebbero chiesto “perché…???”

Quindi, per presentare un’opera “a cose fatte”, quando non si poteva far più niente per impedirla.

Già..: “Perché…???”

Abbiamo assunto delle sommarie informazioni e abbiamo appreso che la ragione, o la scusa, per tagliare il “finto pepe” sarebbe stata quella che esso era in tali condizioni “critiche” da essere quasi “pericolante”; ragione “suprema” per cui la “pena di morte” per una pianta è assicurata. Probabilmente un agronomo, su richiesta, avrà attestato che le condizioni della pianta stessa necessitassero il suo taglio.

Ma è proprio così “sicuro e certo” che quell’albero dovesse essere abbattuto? Non poteva esser fatto di tutto perché, invece, fosse salvata?

Di primo acchito tutti ci dicono che la pianta, verde e frondosa, non aveva, all’apparenza, motivi così seri da comprometterne la stabilità e la sua vita vegetale. Infatti, ci viene riferito, la riprova della sua salubrità sarebbe data proprio dalle condizioni del tronco che, tagliato, sezionato in più parti, non presenta elementi di corrosione o deterioramento per l’azione di malattie o parassiti…. Il tronco risulta solido e compatto, come le tante fotografie scattate ed inviateci dimostrano. Ma allora sorge di nuovo l’altra domanda: non si poteva far tutto il possibile per salvare quella pianta, irrorandola con prodotti specifici o sottoponendola ad una potatura adeguata (visto che il “finto pepe” è un albero che, se anche portato drasticamente, “rigetta”?) ma non certo, com’è stato frettolosamente fatto, tagliarla irreparabilmente?

La sensazione che raccogliamo, come dominante nella maggior parte delle persone, è che il “finto pepe” avesse solo la “colpa” di essere “grande” e di comportarsi da “albero”, facendo cadere le sue foglie, specie ora che siamo d’Autunno, sporcando il pavimento sottostante. Ciò sarebbe bastato per decretarne la “condanna a morte”.

Questo era l’ultimo albero di quella che era una bellissima piazza piena di alberi, di verde e d’ombra, con panchine accoglienti, che ospitavano le mamme che portavano lì i bambini a giocare.


Ora la piazza è una delle più “desolate” di Pietra Ligure se non di tutta la stessa zona. Alberi ombrosi non ce ne sono più. Quelli che sono stati reimpiantati, dei carrubi, famosi per la crescita lenta, avranno bisogno di decenni prima di poter sostituire degnamente quelli che c’erano prima. Con l’abbattimento di quest’ultimo albero di quelli preesistenti (magnolie, oleandri, allori), sono stati cancellati tutti i ricordi di quella piazza così bella.

La responsabilità oggettiva di questo scempio ce l’hanno il Sindaco Luigi De Vincenzi perché in Comune non fanno nulla senza che lui non lo sappia o non lo voglia, e l’assessore ai parchi e giardini Amandola, fido seguace del Sindaco, che è il responsabile vero della nuova piazza così com’è stata concepita e fatta, della pavimentazione, del taglio e dell’asportazione di tutti gli alberi che c’erano, “deportati” in un terreno vicino alla chiesa di sant’Anna e là fatti tutti morire di sete perché nessuno li aveva mai innaffiati. La sua gestione del verde pubblico in questi anni, per la deplorevole tenuta dei parchi, delle alberature, delle loro strutture, dei giardini, fa pensare che svolga davvero questa funzione con malavoglia o con avversione per quello che fa, per cui, visti i risultati, tanto per fare un paragone, sarebbe come se avessero affidato ad Attila la tutela dei beni culturali o a Barbablù la direzione di un collegio di educande.


Ora, da tagliare, non resta che la grande palma dattilifera che, nel 2010, per assicurarne la “tenuta”, avevamo fatto legare con cavi d’acciaio alle antiche “chiavi” del palazzo prospiciente. È una palma dattilifera che avrà almeno 150 anni ed è una delle più alte della Liguria.

Altrove, questi sarebbero titoli di merito per fare di tutto per preservarla, così come avrebbero dovuto fare anche col “finto pepe”. Qui, con gli amministratori attuali, questi stessi ‘titoli’ potrebbero, invece, costituire valide ragioni per il suo prossimo abbattimento.

Mario Carrara, consigliere comunale.

22/11/23



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Carrara

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