Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ma i mafiosi ‘savonesi’ di cosa campano? Per la Finanza sono 3 con ‘reddito’ dei senza lavoro. E un nonno di 83 anni. Poi l’Italietta degli affitti in nero. Ma c’è chi merita l’Ordine Equestre di San Silvestro Papa: Nadia e Massimo di Cisano e Albenga


I mass media savonesi hanno dato risalto, come avviene del resto in tutta Italia per chi segue le cronache (con casi che spesso finiscono su tv nazionali e causano inchieste giornalistiche di approfondimento), alla notizia dei ‘Furbetti’ del ‘reddito di cittadinanza’ scoperti dalla Guardia di Finanza. Non sono i primi e non saranno gli ultimi. Del resto siamo in Europa il secondo paese nelle statistica dell’evasione fiscale elevata a sistema (di governo, clientelismo di potere ed elettorale) c’è poco da stupirsi. Leggi anche le insegne Ordine Equestre di San Silvestro Papa alla Signora Nadia Albarosa Frione, della Parrocchia Cattedrale di San Michele Arcangelo in Albenga, e al Signor Massimo Gai, della Parrocchia di Santa Maria Maddalena in Cisano sul Neva, rispettivamente nel grado di Dama e di Cavaliere.

ULTIMA ORA / CONSEGNA DONAZIONE SOCI COOP

ALLE ASSOCIAZIONI DEL SAVONESE

Martedì 27 luglio, ore 15,30 Area ristoro Ipercoop Il Gabbiano – Corso Ricci 211R

Cari amici, vi invitiamo alla consegna delle donazioni solidali (in tutto 45.000 euro a livello regionale, di cui 9.000 nel Savonese)

che i Soci di Coop Liguria, anche quest’anno, offrono alle associazioni locali  impegnate nella lotta alla povertà.

Intervengono:

  • Roberto Pittalis, Presidente di Coop Liguria
  • i rappresentanti delle associazioni coinvolte:

Caritas Savona

mensa parrocchia Sacro Cuore Albenga

mensa Salesiani Alassio

mensa sociale Associazione Noi per Voi Finale Ligure

San Vincenzo Stella Maris Albisola

San Vincenzo Varazze

San Vincenzo Vado Ligure

OPERAZIONE GUARDIA DI FINANZA – SEGUE – 

Se non ad opera di chi a parole si indigna e nei fatti nulla si fa per una giustizia fiscale più equa. Sempre in attesa di riduzione in modo che si paghi meno, ma tutti. Tanto per non sbagliare la Lega per quanti anni ha governato il Paese e l’evasione è diminuita ?  E oggi fa clamore e merita un vistoso titolo, con tanto di locandine, che anche il Savonese ‘paga’ le conseguenze di una legge voluta dei M5S che in teoria va incontro al crescente esercito di poveri (per l’Istat abbiamo superato i 5 milioni senza reddito alcuno), ma il vizio che ci portiamo dietro (non tutti) di fregare lo Stato, quando si può, da i suoi frutti anche nel ‘reddito di cittadinanza’. E’ auspicabile che lo Stato abbia poi i risultati sperati. Perchè se accade, come le molte sanzioni, tra cui quelle che riguardavano le ‘violazioni’ alle norme e leggi Covid, abbiamo letto statistiche che a pagare sono il 4-5 per cento dei sanzionati. Non hanno neppure utilizzato la possibilità dello sconto pagando entro i cinque giorni. Ci sarà un motivo che induce ad un’altra ‘evasione di massa’ alle leggi dello Stato.

ARTICOLO DEL SECOLO XIX DI MARTEDI 20 MARZO 2021 – CRONACA DI SAVONA

La stima degli incassi irregolari nel Savonese è di 325 mila euro. C’è chi scommetteva online

Furbetti del reddito di cittadinanza
La Finanza scopre tre mafiosi
SAVONA di Olivia Stevanin –  Non si ferma l’attività della guardia di finanza di Savona per scoprire i “furbetti” del reddito di cittadinanza. Negli ultimi mesi, in collaborazione con l’lnps, le fiamme gialle hanno analizzato (grazie ad un uso mirato delle banche dati unito ad una serie di riscontri ad hoc) la posizione dei percettori del sussidio in tutta la provincia riuscendo a scoprire percezioni illecite per oltre 325 mila euro.In particolare, i militari della Compagnia di Savona hanno individuato sei persone che avevano dichiarato di avere una situazione patrimoniale familiare di sostanziale indigenza quando in realtà erano titolari di conti gioco online, utilizzati assiduamente per giocare e scommettere. Ognuno di loro (complessivamente hanno percepito senza averne diritto un ammontare complessivo di quasi 80.000 euro) alimentava i propri conti gioco con ricariche di denaro in contanti o bonifici-giroconti direttamente dai propri conti correnti personali o da carte di credito ricaricabili. Nel complesso, sarebbero arrivati a riscuotere circa 600.000 euro di vincite, utilizzando fonti di reddito per il gioco occultate al fisco.
Tra i furbetti del reddito di cittadinanza sono stati scoperti anche un 65enne di Garessio (Cn) e due 59enni, uno di origine siciliana e l’altro della provincia di Reggio Calabria, residenti a Savona, che percepivano l’aiuto dal Governo pur essendo gravati da diversi precedenti penali (tra cui evasione e sequestro di persona, associazione a delinquere di stampo mafioso, nonché traffico di sostanze stupefacenti) e sottoposti a misure cautelari personali da meno di dieci anni rispetto alla data di presentazione della domanda del contributo pubblico.
La Compagnia di Albenga ha individuato invece un 83enne della provincia di Reggio Calabria, residente a Borghetto (o a Loano ndt ?) che non aveva indicato sulla domanda per il reddito di cittadinanza (tra l’altro presentata mentre era ai domiciliari per associazione mafiosa) le informazioni sugli immobili posseduti e sulla reale composizione del proprio nucleo familiare. Sempre ad Albenga c’era anche un 63enne calabrese, pluripregiudicato, che aveva omesso di indicare informazioni sugli immobili in suo possesso.
Infine anche la Tenenza di Cairo ha individuato un 68enne di Altare che percepiva il reddito di cittadinanza senza i presupposti necessari: aveva riportato infatti una condanna penale definitiva in materia di stupefacenti da meno di 10 anni della presentazione della domanda. Per tutti è scattata la segnalazione all’Inps per la revoca del beneficio ed il recupero delle somme indebitamente corrisposte. «Le pene previste per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza sono della reclusione da 2 a 6 anni per chiunque presenti dichiarazioni false oppure ometta informazioni e da 1 a 3 anni nei casi in cui si ometta la comunicazione all’ente erogatore delle variazioni di reddito, del patrimonio nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della riduzione o revoca del beneficio» spiegano dalla guardia di finanza.
ALBENGA ECCO COME L’AFFITTO IN NERO
RESTA IMPUNITO E COLPISCE PERSONE INDIFESE

Premessa obbligata e dovuta: la maggioranza di questa  categoria  è  costituita  da persone serie, affidabili, in regola con le tasse e con le leggi. Ed è  proprio per loro che ci permettiamo  di raccontarvi storie come questa, un mix di omertà  e caporalato dove a rimetterci  sono persone indifese, che non hanno possibilità  di avere giustizia. A parlare, raccomandandomi di non fare il suo nome è  un emigrato in regola con il permesso  di soggiorno che all’affittacamere che ha sede in un grande condominio  vicino alla stazione, ha versato 400 euro al mese, su cinque mesi di permanenza  con pagamenti in nero ed in contanti.

  “Mi raccomandava di non dare confidenza  a nessuno e non dire una parola su come avvenivano i pagamenti. A volte entrava nella mia camera a controllare l’armadio per vedere se nascondessi qualcosa. Poi una sera venne da me, cinque giorni dopo averlo pagato, e mi disse di andarmene entro due ore. Allora chiesi di restituirmi i soldi e lui disse che era meglio che stavo zitto”.

Ancora peggio è  andata ad una signora delle nostre parti cacciata in strada con tutta la sua roba a tarda sera ” Sono rimasta da lui cinque  mesi, pagavo 400 euro ma d ‘inverno accendeva al minimo il riscaldamento.  Poi una sera entrò in stanza e mi disse che, anche  se avevo pagato il mese, che dovevo andare via una settimana perché la stanza gli serviva. E infatti credo sia stata utilizzata da un’altra persona. Una sera mi ha sbattuto fuori casa senza motivo. Poi ho capito  perché.  Aveva trovato un’altra persona”.

Ci auguriamo  che su questa persona, ma ne risultano un altro paio in Albenga, vengano fatti  accertamenti per non denigrare  una categoria che ha perso molti soldi con la pandemia. Sfruttare persone deboli indifese è  intollerabile  in questo difficile  mondo  moderno.

INSIGNITI PONTIFICI-

Il geom. Massimo Gai

Papa Francesco, accogliendo la richiesta del Vescovo di Albenga-Imperia, Mons. Guglielmo Borghetti, ha conferito l’onorificenza pontificia dell’Ordine Equestre di San Silvestro Papa alla Signora Nadia Albarosa Frione, della Parrocchia Cattedrale di San Michele Arcangelo in Albenga, e al Signor Massimo Gai, della Parrocchia di Santa Maria Maddalena in Cisano sul Neva, rispettivamente nel grado di Dama e di Cavaliere.

In tal modo si è inteso premiare il loro ultra trentennale, esemplare servizio presso la Curia Vescovile di Albenga, in particolare nell’amministrazione dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero. Ai neo-decorati, le insegne dell’Ordine saranno conferite, per delegazione della Santa Sede, dal Vescovo diocesano, al termine della S. Messa che celebrerà sabato 24 luglio 2021, alle ore 18, nella chiesa Cattedrale di San Michele, in Albenga.

La Repubblica Italiana riconosce le onorificenze concesse ai suoi cittadini dalla Santa Sede, dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, dal Sovrano Militare Ordine di Malta, dalle Dinastie regnanti in Italia prima dell’unità nazionale e dagli Stati esteri con cui intrattiene relazioni diplomatiche, autorizzando i suoi cittadini a fregiarsi in pubblico delle rispettive decorazioni mediante Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri o del Ministero degli Esteri.

Chiediamoci, infine: nella Chiesa, le onorificenze cavalleresche sono forse contraddittorie con l’invito di Cristo a compiere il bene nell’anonimato, quando -nel Vangelo- afferma: «Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli… che vede nel segreto» (Mt 6,1.4). In tale errata interpretazione potrebbe incorrere soltanto chi ha una visione vanagloriosa dell’esistenza umana, non certo coloro i quali sanno che un cristiano pratica la virtù e il bene per amare Dio e il suo prossimo, ma altresì per offrire un umile esempio alla “città terrena” affinché, come afferma l’Apostolo Pietro: «Al vedere le vostre opere buone giungano a glorificare Dio nel giorno del giudizio» (1 Pt 2,12).

 


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