Trucioli

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Savona – Albisola e Aurelia bis: un’altra chimera italiana e quei 13 platani secolari


Dopo una primavera uggiosa e fredda, l’estate è finalmente arrivata ed io mi recherò come ogni anno ad Albisola Superiore, dalla città della Torretta, per cercare un po’ di ristoro.

di   Gianfranco Barcella

Aurelia bis immagine del gennaio 2016 da SavonaNews

Dopo una primavera uggiosa e fredda, l’estate è finalmente arrivata ed io mi recherò come ogni anno ad Albisola Superiore, dalla città della Torretta, per cercare un po’ di ristoro.

L’Aurelia bis è rimasta incompiuta ed ancora una volta dovrò patire le code interminabili, lo sfrecciare delle moto che non rispettano il codice della strada, l’attraversamento improvviso dei pedoni che dalla spiaggia ritornano alle case, <armati> di ombrelloni e salvagenti.

Se poi accadranno eventi imprevisti quali incidenti o lavori di manutenzione stradale, la situazione diventerà ancora una volta, veramente problematica. E pensare che i primi progetti per la realizzazione dell’Aurelia Bis risalgono al 2001! Io mi domando: perché tutto ancora ristagna? Per darmi una risposta ho pensato alla burocrazia, all’inefficienza, all’incompetenza degli organismi pubblici preposti o addirittura ad una prassi ormai consolidata nella realizzazione dei lavori pubblici non certo foriera di efficienza.

Non posso affermare niente di più! Di certo le opere  dovevano essere finite nei primi mesi del 2019 e ad oggi  manca ancora il 20% del tratto previsto. E pensare che che per costruire il Colosseo sono stati impegnati poco più di cinque anni, dal 75  all’80 d.C, circa. Con il fallimento della Cmc, una delle ditte costruttrici, tutto è bloccato. In Corso Ricci restano la struttura di ferro arrugginito del ponte ed enormi cumuli di terra che Anas ha coperto con dei teli, circa un anno fa, dopo la protesta di chi abita vicino al cantiere.

E non posso non citare gli alberi sacrificati per realizzare il progetto dell’Aurelia Bis. Sono stati in tutto 46 e di questi, 13 erano platani secolari. Dopo essere stati espropriati anche terreni e capannoni di imprese savonesi, come quello della Freccero costruzioni e di Picasso gomme, per dare compimento ai lavori, speriamo che questi ultimi riprendano a breve. Ne vale la pena per non ritrovarsi più dinanzi agli occhi questo spettacolo desolante!

E’ molto brutto per un passante vedere un’ architettura arrugginita sulla testa e il cantiere perennemente transennato con una rete di plastica arancione. Le erbacce fanno da contorno a sempre nuovi rifiuti infestano l’area. Inoltre il marciapiedi dalla parte del Letimbro, compresa la pista ciclabile, restano ancora chiusi  ANAS ha garantito entro Giugno, il bando per l’affidamento dei lavori per completare l’opera.

Ora si penserebbe a delle modifiche per permettere una migliore viabilità dei mezzi  pesanti all’uscita di Miramare. Il nuovo tracciato dovrebbe proseguire fino a Vado.

Non posso tacere, in proposito, il completamento del raddoppio della linea ferroviaria Genova-Ventimiglia. Se ne parla addirittura dagli Anni ‘50. Le prime opere inerenti le nuove linee, iniziarono negli Anni ‘30, nella tratta genovese e lungo il tracciato Albenga-Loano e Ventimiglia-confine. A fine 2016, non senza intoppi, è stato inaugurato il raddoppio Andora-San Lorenzo mentre il raddoppio Andora-Finale è rimasto fermo, impantanato tra la ricerca di fondi, discussioni sullo spostamento a monte ed eventuale potenziamento della linea a mare, senza contare  lo spettro della burocrazia sempre imperante.

Ora si attende la provvidenza del Recovery Plan: costo stimato per il completamento dell’opera è di 1.540 milioni di euro ed una fine lavori prevista nel 2025. Spero di vederla finita! Non mi soffermo, per carità di patria sulle vicende che hanno caratterizzato la bretella autostradale  Albenga-Carcare- Predosa. L’idea di fondo nasceva da due obiettivi distinti e collegati nel contempo: creare un collegamento tra il Basso Piemonte e la Liguria per alleggerire il traffico pesante, snellire soprattutto il raccordo di Voltri ed evitare ulteriori intasamenti sulla A 10; 220 milioni di euro sono già stati spesi per lo studio di fattibilità. Per il resto speriamo ancora una volta nel Recovery Fund. Di progetti di lavori pubblici è piena  anche la nostra storia di Liguria: a Pietra Ligure gli ex cantieri Rodriguez attendono ancora di risorgere; a Finale Ligure, nell’area Piaggio era prevista una riqualificazione dal 2008; il depuratore del Ponente, prosegue a piccoli passi e mille difficoltà, legate alla realizzazione dei servizio idrico integrato.

Condivido, per concludere, l’affermazione dell’avv. Antonio Chirò, letta su un numero precedente del blog “Trucioli”il quale citava Giovanni Gentile: “Deve governare l’aristocrazia del lavoro, non l’aristocrazia del sangue e dei soldi; e aggiungerei oggi, l’aristocrazia del web” Occorre, mi permetto di aggiungere, che il cittadino non smetta mai di esprimere la propria indignazione colta e intelligente, per spronare la classe politica a far meglio. Solo così si potranno  attuare finalmente i principi contenuti negli articoli 41 e soprattutto 97 della Costituzione nei quali si fa riferimento ai criteri di economicità, rapidità, efficacia, efficienza,  miglior contemperamento tra i vari interessi.

Gianfranco Barcella


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G.F. Barcella

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