La professoressa Simonetta Ronco, figlia di Antonino Ronco (morto nel maggio 2019, giornalista del Secolo XIX, storico, cittadino onorario di Balestrino vedi trucioli.it) insegna diritto commerciale e diritto della regolazione dei mercati nell’ateneo genovese, ma è anche giornalista e scrittrice, in particolare di biografie storiche e di romanzi.
di Gian Luigi Bruzzone
Illustre Prof. Simonetta, come parlerebbe della sua infanzia?
Ho vissuto un’infanzia serena. Sono nata a Genova e, in quanto figlia unica, ho avuto sempre l’esclusiva attenzione dei miei genitori, soprattutto di mia madre, donna splendida e di grande cultura: Maria Rosaria Giannettini (21 giugno 1928 – 25 giugno 2017). I miei genitori erano entrambi figli di ufficiali e letterati. Per cui al rigore dei nonni si accompagnò nella mia educazione l’amore per la scrittura e per l’arte.
E dei suoi studi?
Dopo il liceo presso l’Istituto S. Dorotea di Genova ho scelto la Facoltà di Giurisprudenza. All’inizio pensavo di diventare magistrato, ma poi mi sono fatta conquistare dall’insegnamento e, dopo un dottorato in tecnica legislativa e molti anni di insegnamento a contratto ho potuto diventare di ruolo, ereditando le cattedre che erano del mio Maestro.
Perché scelse la facoltà di giurisprudenza?
Ho sempre amato la giustizia nel senso più alto del termine. Credo che la legge, se interpretata e applicata per il bene comune possa essere uno dei pilastri del vivere civile, accanto alla compassione e alla condivisione.
Da questo e da quell’insegnante ho imparato…
Non posso dire di essere stata ispirata dai miei insegnanti, ma dai miei genitori, che mi hanno trasmesso l’onestà, la lealtà e l’amore per gli altri.
Vuol ricordare suo padre?
Mio padre Antonino (4 gennaio 1925 – 16 maggio 2019) è stato capo-redattore al “Secolo XIX” di Genova per trent’anni e contemporaneamente, attraverso studi e ricerche, è diventato uno dei maggiori esperti di storia ligure del periodo napoleonico.
I volumi paterni hanno promosso la conoscenza storica del periodo sette-ottocentesco della Liguria.
Sì, mio padre ha contribuito alla conoscenza storica di quel periodo e ha ricevuto molti premi, tra cui il Premio Lunigiana Storica, il Valentino Gavi, il Dante Alighieri. Inoltre ha diffuso la conoscenza del paese di origine della famiglia di suo padre, Balestrino, , di cui ha ricevuto la cittadinanza onoraria nel 2018, un anno prima di morire.
Oggi Lei insegna diritto commerciale all’Università di Genova.
Ho cinque corsi di insegnamento, due dei quali a Imperia, due a Genova e uno a La Spezia. La didattica per me è fondamentale. Se un docente non riesce a comunicare la passione per la materia ha fallito.
Il diritto commerciale italiano rispetto a quello degli stati viciniori.
Il diritto di impresa, come molte materie giuridiche è influenzato dai principi comunitari. Ormai l’armonizzazione dettata dall’Unione europea tende a omologare tutti i fondamenti giuridici e sociali, ma certamente il diritto commerciale italiano ha una base solida e di grande prestigio.
Il diritto, ma la giustizia?
Domanda spinosa. L’applicazione del diritto da parte dei giudici e degli interpreti in generale non può mai essere disgiunta da una grande dose di umanità, e dalla consapevolezza che la norma non è che una scatola, entro cui occorre piazzare il fatto concreto e bisogna che ci entri bene, altrimenti i due principi (diritto e giustizia) non coincidono.
Ella è coinvolta nella redazione di due riviste giuridiche.
In qualità di giurista io collaboro con molte riviste specializzate. Come scrittrice invece collaboro con “Xenia”, “Il Porticciolo” e altre riviste cartacee ed in rete. Sono membro del Centro Studi Storici Piemontesi e dirigo la collana “Giovani Giuristi”. Inoltre ho diretto fino a un paio di mesi fa la collana “Mnemosine donne nell’ombra”, dedicata a donne sconosciute. Ora stiamo cambiando editore e quindi al momento le pubblicazioni sono sospese.
Le mie lezioni ed i miei studenti.
(valga quanto detto in precedenza)
Gli studenti negli anni della mia formazione e quelli di oggi.
Direi che non sono cambiati. Tutti i giovani sono avidi di sapere, di conoscere e di fare nuove esperienze. Sta a chi insegna mostrar loro prospettive diverse e stimolarli a trovare la loro strada.
Ma oltre ai contributi scientifici attinenti alla sua docenza, Ella coltiva un filone narrativo. Se ce lo vuole presentare…
Ho pubblicato il mio primo libro nel 2005. Riguardava la biografia di Madama Cristina, la figlia di Maria de Medici e Enrico IV di Francia che andò sposa al Principe di Piemonte Vittorio Amedeo. Fui invitata a partecipare a una collana di personaggi storici dalla casa editrice Il Capricorno di Torino e da quel momento non ho più smesso. Ho pubblicato otto biografie e dieci romanzi, alcuni storici. Ho creato due personaggi “seriali”: Audemars Février, un pianista investigatore che si muove nell’Europa del primo dopoguerra e Dario Barresi. Quest’ultimo è al suo esordio con il romanzo Certe notti, uscito nel marzo di quest’anno. Si tratta di un poliziotto moderno, il quale superato un coma durato tre settimane si accorge d’aver acquisito poteri straordinari, che gli consentono di scoprire i colpevoli di delitti irrisolti da molti anni.
E le monografie su Giulia di Barolo (lo sa? chi le domanda scrisse sul consorte Tancredi), e su altri personaggi femminili…
Scrivere la storia di personaggi femminili del passato è appassionante. Si scopre che le donne, pur essendo figlie del loro tempo, hanno sempre gli stessi sentimenti e soffrono le stesse pene. Studiarle ci consente di acquisire esperienza e saggezza.
La mia passione per Ilaria Del Carretto (1379-1405) …
È nata grazie a mio padre che mi parlava di lei quando andavamo a passare le estati nella villa di famiglia a Balestrino. Personaggio affascinante, una delle tante nobildonne fatte oggetto di scambio per ottenere appoggi politici e militari. Ha vissuto poco, e di lei si sa ancor meno. Oltretutto da studi recenti è sorto il dubbio che la figura in marmo sul sepolcro scolpito da Jacopo della Quercia nel 1406-8 potrebbe non essere di Ilaria.
Balestrino per me…
È il mio rifugio, il ritiro dove mi passano tutti i mali, fisici e spirituali. È la casa dei miei avi, piena di ricordi e circondata da boschi e prati.
Un incontro memorabile.
Quello con l’uomo di cui sono innamorata. Credo sia stato l’incontro più importante della mia vita.
Coltivo nell’animo un progetto…
Ho sempre tanti progetti, culturali, universitari. Mi manca a volte il tempo di realizzarli.
Che pensa della situazione in generale del Ponente ligure?
È una zona meravigliosa, soprattutto l’entroterra, peraltro poco valorizzato. Esistono gioielli quali Castelvecchio di Rocca Barbena, Zuccarello, Balestrino, e altri, che necessiterebbero di progetti di valorizzazione culturale molto più intensi.
Se dovesse tentare un confronto fra la Liguria ed altre regioni italiane…
La Liguria è unica, non è paragonabile a nessuna altra regione, siamo mare e monti insieme, e possediamo un tesoro di storia straordinario, per non parlare della gastronomia, che, sebbene semplice, è gustosissima e molto “dietetica”. In Liguria è difficile ingrassare (per fortuna).
Che cos’è la felicità?
Essere in pace con la propria coscienza.
In questo momento penso che…
Sono contenta di essere tornata a Genova, dopo un periodo di ferie a Balestrino. Mi aspettano nuovi impegni, tutti stimolanti.
Domani…
Sono una giramondo nell’anima, forse partirò di nuovo.
Chiara Prof. Simonetta, grazie per aver accolto le mie domande. Le auguro quanto desidera, a cominciare da giorni sempre sereni. Ad maiora, ut olim diceretur.
Gian Luigi Bruzzone