A Savona nei giardini del prolungamento si trova un importante monumento neoclassico: Il Tempietto Boselli che fu costruito dallo scultore Giacomo Boselli (1744-1808) nell’allora via Torino nella propria casa – laboratorio e fu smontato e ricostruito nei giardini di via Dante Alighieri nel luglio 1930.
di Danilo Bruno
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Boselli fu probabilmente influenzato da ceramisti francesi,che lavoravano presso la fornace del padre tanto che per molte lavorazioni mutò il proprio nome in Jacques Boselly.
Egli utilizzò tutti gli stili più in voga al tempo ma soprattutto grazie al suo prezioso intervento la ceramica savonese trovò una nuova stagione con una originale interpretazione della maiolica di Strasburgo e Marsiglia.
Egli ospitò nella sua fornace numerosi artisti e pittori ( Torteroli,…) .Studiò molti stili compresi quelli orientali innovando la produzione e le realizzazioni artistiche.
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Il Tempietto si prolunga con cinque coppie di pilastri alti tre metri recanti medaglioni ceramici. Si tratta sicuramente di una importante realizzazione e soprattutto uno dei pochi monumenti neoclassici della città di Savona, che oggi appare trasformato in pergolato di legno di castagno su cui si sviluppa un bellissimo glicine.
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Questo dato introduce purtroppo la consueta questione del livello di considerazione per i monumenti cittadini poiché dalla scheda , che l’assessorato ormai coperto solo nominalmente alla cultura (l’assessora infatti dalle elezioni regionali pare scomparsa dall’orizzonte politico savonese) ha inserito sulla Banca Dati del Ministero della Cultura relativa all’Art Bonus, si evince che il pergolato si troverebbe in “condizioni pessime a causa del degrado strutturale dei piloni e della struttura lignea” anche dovuto sia all’azione dell’acqua che per l’incontrollato sviluppo della vegetazione.
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Sarebbe interessante capire ma il Ministero non ha nulla da dire? La Regione, sempre in prima fila quando si tratta di fare campagna elettorale, non ha nulla da dire? Se la situazione del manufatto era così grave, i finanziamenti ricevuti dal Fondo Regionale di Sviluppo non potevano essere investiti nell’opera di recupero?
Noi vorremmo capire qualcosa perché veramente Giacomo Boselli non merita di essere ricordato per una opera, che, a stare alla scheda presentata per l’Art Bonus, pare ormai avviata ad un irrimediabile degrado.
Danilo Bruno