Ciao Ino, compagno di tante lotte. Lo stare sempre dalla parte dei lavoratori e il rigore morale rappresentavano i tratti distintivi di Ino Imovigli, segretario della Camera del Lavoro di Savona dal 1970 al 1979, in una provincia nella quale il “cuore” della società e dell’economia erano ancora rappresentati dalla classe operaia, quella forte, stabile concentrata nella grandi strutture industriali della Città, del Vadese, della Valbormida.
di Franco Astengo e Bruno Marengo
Imovigli era un comunista, iscritto fin da giovane al PCI, attento a tutte le implicazioni sociali e al “nuovo” che veniva avanti in quegli anni, tenendo sempre al primo posto la realtà dello sfruttamento del lavoro e della materialità della condizione operaia.
Eletto al più alto incarico della CGIL provinciale succedendo ad Armando Magliotto, altro indimenticabile protagonista nel periodo della ricostruzione post – bellica e della riconversione dell’industria savonese, Imovigli era stato uno dei convinti interpreti della stagione dell’unità sindacale e del sindacato dei consigli.
Assieme al segretario della CISL Giovanni Burzio e a quello della UIL Nicola Pozzi, Imovigli aveva saputo costruire una linea molto avanzata sul terreno unitario, ben saldo nell’esperienza accumulata nella FIOM categoria d’avanguardia.
Savona si distinse particolarmente sulla linea dell’unità sindacale e in Piazza Sisto IV, all’inizio degli anni’70, si videro manifestazioni unitarie in anticipo sul resto d’Italia: nella stessa logica dell’unità Imovigli seppe guidare la Camera del Lavoro di Savona nei momenti più difficili dimostrando grande capacità di esaltare la partecipazione popolare anche nella stagione del terrorismo segnata a Savona, tra la primavera 1974 e quella 1975, dalla serie di attentati passati alla storia come le “Bombe di Savona”.
Antifascista, militante nell’ANPI, ha sempre dato il suo contributo in difesa e per l’applicazione della Costituzione nata dalla Resistenza. Nel 1980, cessato l’incarico in CGIL, venne eletto Consigliere provinciale, continuando il suo impegno politico negli organi dirigenti delle Federazione Provinciale del PCI di Savona.
Imovigli sapeva sempre come stare “dalla parte giusta” e da quella “parte giusta” ha speso un’esistenza di lotte sociali e di impegno politico, comprendendo anche, nel momento delle scelte più importanti per un militante della sinistra, che la proposta di scioglimento del PCI avrebbe rappresentato un colpo molto duro alla realtà del mondo del lavoro e alla stessa condizione operaia: per quel motivo principale si oppose con grande impegno alla “svolta”, proseguendo poi a tessere tenacemente la tela della sinistra savonese in senso unitario ma con grande chiarezza nella capacità di distinguere e di definire come propria l’identità della “parte” con la quale collocarsi nello scontro sociale.
Dopo lo scioglimento del PCI aderì al PRC. Abbiamo cercato di scrivere di una visione sindacale e politica appartenuta a un’intera generazione.
Un’idea della militanza che è appartenuta certamente a un tempo passato ma che rimane valida ancora oggi come espressione della volontà e della capacità di contrastare una società dove continuano ad accumularsi terribili disuguaglianze.
Ino Imovigli nel corso del suo lungo impegno aveva sempre cercato di portare il suo contributo per far sì che la condizione materiale degli oppressi migliorasse in una idea di sviluppo, di eguaglianza, di solidarietà.
Alla moglie Anna, al figlio Glauco, a tutti i suoi cari, un abbraccio affettuoso.
Ciao Ino, compagno di tante lotte.
Franco Astengo e Bruno Marengo
DALL’ARCHIVIO DI TRUCIOLI.IT