A Finale Ligure una intesa fra il Comune, la Diocesi e l’Istituto Internazionale di Studi Liguri sez. Finalese, oltre ad altri soggetti, hanno dato vita al progetto dei museo diffuso del Finale, che ha, tra l’altro, significato mettere in rete tutti i monumenti, le biblioteche (grazie anche al prezioso lavoro e capacità dell’amico dott. Flavio Menardi Noguera, che ha progettato il catalogo unico delle biblioteche finalesi) e soprattutto creare una unica forma di informazione turistica, un punto unico di informazione e visita, un comune progetto di valorizzazione e di promozione scientifica e culturale.
di Danilo Bruno
Si potrebbe farlo a Savona?
La mia città vanta tante tradizioni religiose, di cui spesso ho parlato, ma tre sono fondamentali nella costruzione dell’identità locale:
a) l’apparizione della Madonna al beato Botta il 18 marzo del 1536;
b) la processione del Venerdì Santo;
c) la processione del Cristo Risorto, che un tempo avvenivano all’alba della domenica di Pasqua.
A questo bisogna associare alcuni elementi importanti di un percorso cittadino, che non avrebbe bisogno di essere ricordato:
a) il complesso monumentale della Cattedrale con il prezioso coro ligneo, N.S. della Colonna, gli appartamenti di Pio VII, la Cappella Sistina e le altre opere d’arte ivi esistenti spesso provenienti dall’antica cattedrale del Priamar, di cui la Repubblica di Genova optò per la distruzione nel 1542 ;
b) il Museo del Tesoro ove si conservano alcune opere d’arte spesso ignorate pure dai savonesi: il Parato di San Sisto” ovvero un prezioso parato di piviale del secolo XV, il trittico del Maestro di Hoogstraeten opera di origine nordica del secolo XVI, poi il polittico dell’Assunta di Ludovico Brea e la grande tavola di Duccio d’Andria;
c) gli oratori savonesi. Oggi essi ospitano, tra le altre opere d’arte e di fede, quelle portate in processione biennalmente il Venerdì Santo. Essi oggi sono la sede delle antiche confraternite savonesi, che avevano sede lungo la strada degli Oratori , che saliva verso la collina del Priamar e la antica cattedrale. Bisogna in primo luogo ricordare che oggi grazie agli scavi dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri condotti prima sotto la direzione del Prof. Lamboglia e oggi del Prof. Varaldo si è individuata la localizzazione dell’antica via, che potrebbe essere studiata scientificamente qualora vi fossero i fondi per ricerche archeologiche. Oggi vi sono i seguenti oratori:
a) N.S. di Castello;
b) S. Lucia;
c) Cristo Risorto;
d) SS. Giovanni Battista, Evangelista e Petronilla;
e) Chiesa della SS. Concezione, oggi sede della chiesa ortodossa;
f) San Pietro e Santa Caterina.
All’interno degli oratori di impostazione barocca vi sono numerose opere importanti ,oltre alle statue della processione del venerdì santo, come, ad esempio,il polittico di Vincenzo Foppa e Ludovico Brea nell’oratorio di N.S. di Castello, opere della scultrice locale Renata Cuneo (1903-1995) sono collocate nella chiesa di Santa Lucia e della Concezione così come vi sono opere di Paolo Gerolamo Brusco e Carlo Giuseppe Ratti.
Dinanzi a questo quadro succinto ma importante quadro per la coscienza civile della città di Savona sorge una domanda ovvia:
Perché non fare un progetto scientifico e culturale , che ponga in dialogo la Diocesi e il Comune come a Finale Ligure?
Perché non pensare ad un unico biglietto, a visite guidate, a una comune promozione, che invogli pure la cittadinanza a ritornare sui propri passi e a rivedere le opere di Maragliano, Martinengo (Pastelica), Cuneo,…oltre agli altri tesori conservati in oratori non sempre aperti se non grazie ad un volontariato importante e motivato tanto che cinque anni fa partecipò in forze al corso sull’accoglienza museale, che organizzai con ICOM e il Museo del Turismo di Spotorno, che curavo, alla biblioteca cittadina.
Oggi i musei sono ancora chiusi ( non parliamo dell’archeologico di Savona per non tirare fuori questioni veramente scandalose sulle politiche cittadine dei beni culturali) ma nell’auspicabile riapertura definitiva sarebbe interessante offrire una proposta culturale completa in primo luogo alla città affinché essa possa essere orgogliosa della propria storia e della propria cultura nell’ottica definita da Mazzini di asse portante della coscienza civica cittadina ma cosa bisognerebbe fare?
In primo luogo sarebbe importante il fatto che Sindaca e Vescovo si parlino oltre le occasioni ufficiali. Sembrerà una banalità ma ciò che si realizza normalmente in ogni città italiana a Savona sembra divenire una cosa misteriosa e difficilissima.
Nel contempo sarebbe importante capire perché ormai dalle elezioni regionali l’assessorato alla cultura della Città di Savona sia occupato solo nominalmente mentre di fatto pare non essere occupato da nessuno perché una simile proposta non costerebbe nulla e permetterebbe di aprire nuove prospettive sulla crescita civile e culturale della città.
A questo punto poco si può fare se non auspicare che almeno una volta la Sindaca pro tempore di Savona si rechi in silenzio a vedere le opere d’arte conservate e ne tragga le doverose conclusioni lasciando il posto a chi propone investimenti nella cultura e soprattutto a chi, come Marco Russo, propone che la città proponga la propria candidatura a capitale italiana della cultura.
Sicuramente la Sindaca di Savona potrebbe fare una cosa utile: chiudere la porta del comune e andare a vedere gli oratori savonesi che stanno là ove sono sempre stati se solo si vuole guardare la città e soprattutto pensare a Mazzini e all’idea che il popolo doveva guardare in se stesso per assumere le proprie responsabilità ed in particolare assumere coscienza della propria tradizione culturale per costruire la repubblica e la Terza Roma del popolo.
Danilo Bruno