Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Binari a monte e tesi di laurea: ‘Come mettere le mani sulla montagna di soldi’


L’uovo e la gallina. “Una linea sul mare: dal binario unico alla realizzazione del Parco costiero del ponente ligure” è il titolo di una tesi di laurea al Politecnico di Torino – Rel. Carla Bartolozzi, Cristina Coscia. Corso di laurea specialistica in Architettura (Restauro e Valorizzazione) di Marzia Bertello, Stefania Intorcia, le cui relatrici la spiegano così.

di Alesben B.

“L’idea per la redazione della tesi è nata da una moltitudine di impressioni, obiettivi e sensazioni che ci hanno guidato nella scelta dell’argomento e nella successiva definizione del “taglio” secondo cui impostare il lavoro. Da subito è stata chiara la necessità di affrontare un tema di assoluta attualità, dal “destino” forse incerto, ma carico di potenzialità e prospettive come quello della linea ferroviaria ligure e delle vicende legate al divenire di questo progetto. Determinante è stata, inoltre, la volontà di confrontarsi con una realtà carica di ricordi e di significato per chiunque almeno una volta nella vita abbia preso un treno per affrontare un viaggio, spesso interminabile, ammirando il panorama che scorre veloce dal finestrino verso il tanto atteso mare che tutto ad un tratto si presenta quasi a sorpresa agli occhi del viaggiatore.

Partendo da tali motivazioni abbiamo voluto impostare la ricerca con l’obiettivo di ricostruire e potenziare il legame tra la Liguria e il suo mare, oggi fruibile quasi esclusivamente dal finestrino di un treno. Così da permettere alle città di superare quell’ostacolo che è la ferrovia e di reinterpretare uno spazio per troppo tempo rimasto decontestualizzato. Infine, la scelta di questo tema si pone in continuità all’interesse già dimostrato dalla Regione Liguria nell’ambito del recupero detta tratta ferroviaria dismessa tra Ospedaletti e San Lorenzo al Mare, a partire dal 2001, per questa modalità di intervento che vede il recupero del patrimonio regionale di ferrovie dismesse e in dismissione in favore di un’infrastruttura legata alla mobilità dolce.

In questo senso, la ricerca affronta la questione del recupero come pista ciclabile della linea ferroviaria in via di dismissione nel tratto compreso tra Finale Ligure ed Andora, e della conseguente riorganizzazione del patrimonio ferroviario come valore aggiunto ad un sistema altrimenti labile. La prospettiva è quella di trasformare questi elementi in nuove centralità urbane e territoriali. Il progetto proposto mira a livello territoriale alla ricostruzione e riqualificazione delle connessioni fisiche fra elementi puntuali e lineari di riconosciuto valore sul territorio che oggi, seppur in modo frammentario, costituiscono i punti nodali su cui strutturare l’intera strategia progettuale. A livello architettonico si giunge sino alla definizione funzionale e formale di ogni elemento caratterizzante il nuovo sistema’.

La tesi è articolata secondo tre sezioni. Le prime due hanno lo scopo di comporre il quadro dell’intervento, definirne i contorni e i contenuti, mentre l’ultima mette a sistema i dati concretizzandoli nel progetto di valorizzazione e (ri)funzionalizzazione della linea ferroviaria.

Parte I- La prima parte della tesi, composta di tre capitoli, si propone di effettuare un’approfondita analisi conoscitiva del sistema ferroviario mettendo in luce le principali vicende e gli eventi storici fondamentali che hanno segnato la costruzione e lo sviluppo della linea dall’inaugurazione alla dismissione. Passo fondamentale analizzato in queste righe è lo stretto rapporto che lega il mare, la città e il territorio alla linea ferroviaria costiera, rapporto che ha determinato l’attuale volto del litorale che noi tutti conosciamo. Quest’analisi si conclude con il censimento puntuale di tutte le stazioni ferroviarie presenti sulla tratta, lettura che unisce sinteticamente informazioni qualitative e quantitative fondamentali per impostare le linee da seguire nella successiva definizione del meta progetto.

Parte II- La ricerca prosegue sviluppando in maniera approfondita l’analisi strategica volta all’individuazione e all’identificazione delle linee guida alla base del progetto, ovvero quelle indicazioni necessarie a fissare sia la filosofia progettuale che le modalità generali dell’ intervento. Tale ricerca è stata condotta impiegando strumenti di indagine sul territorio finalizzati alla conoscenza di tutti gli aspetti economico – sociali legati al contesto di riferimento e attraverso strumenti volti all’identificazione della domanda turistica e del tasso di gradimento dei fruitori della pista. L’obiettivo è quello di giungere alla definizione di un sistema articolato e complesso di potenziali offerte turistiche, culturali e territoriali, capace di creare e valorizzare luoghi di interesse reciprocamente integrati, al fine di diventare una potenzialità per il rinnovamento dell’economia locale e dell’immagine turistica e non solo della Liguria stessa.

Parte lll– II lavoro si conclude con la fase di progetto, in cui viene affrontata la progettazione puntuale della linea ferroviaria, passando dalla definizione del masterplan funzionale per giungere alla scelta del caso studio di Albenga, realtà a cui applicare gli input definiti nella fase di meta progetto.

Particolare attenzione in questa fase è stata dedicata alla valorizzazione e conservazione della memoria storica della linea al fine di dare forza e rilievo ad ognuno dei diversi “strati” che compongono la topografia del tracciato, sia che si tratti di elementi di particolare pregio architettonico o di elementi minori perché documenti tangibili della cultura materiale ed elementi fondamentali per la definizione del paesaggio costiero, ormai sedimentati nell’immagine collettiva riferita a questi luoghi..

Il popolo ligure è composto da una popolazione eterogenea, di celti liguri-liguri c’é né sempre meno, e a seconda della zona, predominano: lombardi, piemontesi, toscani. Per tutti e purtroppo anche per i liguri, la regione s’identifica ad una sottile striscia di terra, semi pianeggiante che va dalla riva del mare, si estende nella pianura intasata da fabbricati, e si ferma alla prime pendici delle colline; il resto del territorio, a detta dei più, va bene solo per le “capre”.

Ed è qui che nascono le pazze idee quando si parla di spostare la ferrovia da Finale Ligure ad Andora. Se conoscete poco i motivi dello spostamento a monte, i promotori dell’operazione cercheranno di “intortarvi” soprattutto con due pseudo-motivi. A: “C’è ancora il binario unico”. B: “La ferrovia taglia i paesi in due”. Ma la vera causa non è data da entrambe queste criticità, facilmente superabili, ma dall’avidità di mettere le mani su una montagna di soldi.

Spostare a monte la ferrovia, significa anche sopprimere alcuni centri, e qui nascono i problemi di collegamento dei vari centri con le fermate ferroviarie. Si sa che la Liguria non è il Piemonte dove le varie amministrazioni hanno istituito diversi collegamenti tra la stazione ed il centro cittadino, ed in molti casi pure con la “gratuità” ad esempio Bardonecchia → vedi

ALTA VAL SUSA, ECCO GLI ORARI DEL BUS GRATUITO / COLLEGA TUTTI I PAESI DA OULX A BARDONECCHIA, DA CESANA A SAUZE D’OULX E SESTRIERE

Tutti i giorni, sarà operativo l’Alpi Shuttle Bus, un servizio di collegamento tramite navette gratuite fra i comuni di Cesana, San Sicario, Claviere, Pragelato, Sestriere, Oulx, Sauze di Cesana, Sauze d’Oulx e Bardonecchia. Alpi Shuttle Bus è un servizio di collegamento tra le località di Alpi Bike Resort, ovvero che offrono percorsi autorizzati per le mountain bike. In caso di posti insufficienti, gli utenti muniti di bicicletta hanno la priorità.

Bardonecchia, i nuovi orari delle navette gratuite

Linea 1, Melezet, partenza da Viale della Vittoria, Hotel Betulla
Linea 1 bis, Circolare Urbana, partenza da Stazione FF.SS.
Linea 3, Frazioni Millaures e Gleise, partenza da Stazione FF.SS.
Linea 4, Percorso Parte Alta, partenza da Stazione FF.SS.
Linea 5, Frazione Rochemolles, partenza da Stazione FF.SS.

A detta di Angelo Fresia, giornalista pubblicista, “La prova definitiva dei danni causati dallo spostamento a monte è ben visibile a ponente di Andora, dove quest’opera è già stata terminata. Molte stazioni sono state eliminate, quelle rimaste sono state trasferite lontano dai centri abitati, abbandonate al loro destino: senza assistenza per i viaggiatori e senza di mezzi di trasporto su gomma per consentire loro di arrivare a destinazione. Ovviamente i promotori dello spostamento avevano promesso bus navetta per placare le ire dei pendolari, ma in Italia, si sa, “passata la festa, gabbato lo santo”.

Forse Angelo Fresia farebbe meglio andare a cercare i perché tra le file dei vari Consigli Comunali o meglio ancora sulle decisioni stabilite dal partito dell’ex ministro Claudio Scajola fondatore a Imperia della Democrazia Cristiana, segretario provinciale dello stesso partito e sindaco della città.

A sostegno dello stesso del fautore Claudio Scajola, già democristiano verace, poi coorfondatore di FI, c’è la presidente della TPL Savonese TPL Linea S.r.l. (Trasporti Ponente Ligure) società generata dalla fusione per incorporazione delle società ACTS Linea S.p.A. e SAR TPL S.p.A. Il 30 dicembre 2009 è stata così costituita TPL Linea S.r.l. tramite il conferimento delle azioni di ACTS Linea e SAR TPL S.p.A. – Simona Sacone la quale assieme al Consiglio di Amministrazione, per uscire dalle perdite che la Società continua a generare, ha pensato bene di razionalizzare il servizio per quei centri abitativi che non sono in grado di finanziare adeguatamente la società pubblica. Per questa ragione alcune Località dell’entroterra hanno subito una drastica riduzione delle corse, accompagnate dall’ormai famosa frase: <<non c’è più nessuno che prende il bus>>.

Scelte sbagliate di orari: gli anziani per scendere a valle non si alzano alle cinque del mattino per prendere il bus delle 7,30 – 8,00 se in ritardo, e non aspettano al capolinea all’addiaccio il bus di ritorno delle 13,00; gli anziani quando il bus arranca in salita non se la sentono di scendere dal mezzo e spingerlo;….e poi dicono si è preso un accidenti perché è anziano.

In altre parole: TPL Linea dice: <<se vuoi risparmiare → taglia>>.

Partire dall’entroterra per andare a prendere il treno sulla costa è qualcosa che molti fanno tutti i giorni. Ma quelli che da sempre nell’entroterra la ferrovia non c’è l’hanno e appunto devono scendere giù che sono figli di nessuno ? Eppure sono gli stessi, pendolari, studenti, turisti, commercianti albergatori ecc.
Si può fare anche viceversa. Ma ciò che si dovrebbe assolutamente fare è velocizzare la percorrenza verso Genova e aumentare i treni. Chi va a lavorare a Genova impiega mediante più di quattro ore oltre al viaggio. Quanto alle navette dalle nuove stazioni, esistono, con fondi pagati dalla Regione alla Provincia.

Raddoppiare la linea attuale tra Andora e Finale è un inutile raddoppio ? Per dirla “papale papale” è il classico “tapullo” tipo Aurelia o autostrada. Bisogna migliorare il trasporto ferroviario ligure: viviamo in un paese in cui si impiegano 3 ore per percorrere i 570 km tra Milano e Roma, ma se si deve andare da Milano a Ventimiglia (280 km) si fa prima a piedi.

Il commento del Geom. Giovanni Cerruti (già sindaco del centro destra di Ceriale ed ex imprenditore edile) – “Passa in galleria, quante lacrime e pianti perché non hanno spostato la ferrovia, volevano fare i sottopassi a Loano, referendum per il no, ora piangono, una ciclabile, nuovi parcheggi, meno pericolo, finalmente paesi, liberi dai binari e dai passaggi a livello, no dobbiamo restare al medioevo, il treno deve essere veloce, non una lumaca, vedi Giappone e Cina, evviva la decrescita felice, evviva il ritorno al passato, povera Liguria terra di teste di minchia, invece di risolvere i problemi, meglio il nulla, le soffolte rotonde, le zone esondabili dove mai si è vista l’esondazione, il ripascimento di Alassio, quando la prima sciroccate porta via tutta la sabbia, il turismo che perisce, i negozi che chiudono, non per pandemia, ma per mancata visione del futuro, smettiamola di piangersi addosso, cerchiamo di vedere avanti e non il passato”

E dal 1967 che la devono raddoppiare e spostare, al posto del solito stupido mugugno questo paese ha bisogno di infrastrutture nuove, ha bisogno di ripartire non vivere ancora nel regno napoleonico. Comunque siamo qui nel nulla come il ponte sullo stretto di Messina, o l’Aereoporto di Agrigento, le opere danno fastidio perché c’è chi mangia dietro, oppure al contrario si fanno perché pochi ci mangeranno dietro.

 

 


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Alesben B

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