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Liguria e Basso Piemonte

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Biancamano Spa e Aimeri sull’orlo del crack: fatturato 81 milioni, 100 di passivo. 19 marzo in tribunale. E i dipendenti?


Era il 20 febbraio 2014 e trucioli.it titolava ‘…Savona e Imperia, Aimeri e Biancamano Spa, 3300 dipendenti…(….Vedi…….). Una famiglia savonese, i Pizzimbone. Il capostipite, geometra, era stato dipendente del Comune di Savona e componente la Commissione edilizia a Pietra L. Con moglie e figli abitavano a Bergeggi. Poi la scalata imprenditoriale. Tra gli ultimi scossoni  del gruppo (quotato in borsa), nel maggio 2020, si era dimesso il presidente e amministratore delegato G. B. Pizzimbone. Ufficialmente per “motivi personali”. Quindi la richiesta di fallimento della Procura della Repubblica di Milano. Udienza il 19 marzo.

Una foto d’archivio: i fratelli Pizzimbone con il presidente del consiglio (allora) Berlusconi

G.B.Pizzimbone deteneva allora, indirettamente, la maggioranza assoluta, con il  50,294% del capitale sociale, che ora sarebbe ridotta a poco meno del 40%. Al suo posto, nel giugno dello stesso anno, era stata nominata la dr.ssa Paola Petrone, dimessosi poco dopo motivando l’uscita con “difformità di vedute con la compagine sociale”. Petrone era Presidente e Ad di Aimeri Ambiente (100% Biancamano) e di Presidente e Ad di Energeticambiente (100% Aimeri). Sede legale delle società a Rozzano (MI).
Il nuovo Consiglio di amministrazione di Biancamano, insediatosi il 10 dicembre scorso (composto da Roberta Neri, Silvia Muzi, Roberto Mazzei – dimessosi il giorno stesso da presidente del collegio sindacale-, Cesare Longo e Luca Lo Giudice)  aveva avviato un tentativo di rilancio del gruppo, nell’ottica di una continuità aziendale, provando a soddisfare i creditori e salvaguardare gli oltre 1.200 lavoratori “e non da ultimo alla collettività, stante il servizio pubblico essenziale svolto dal Gruppo Biancamano nel settore della raccolta e gestione dei rifiuti”.

L’amministrazione straordinaria – riporta una nota della stessa Biancamano – è stata considerata come “lo strumento più adeguato per fare fronte all’insolvenza reversibile del gruppo Biancamano, rispetto al quale si ritiene vi siano concrete prospettive di recupero dell’equilibrio economico e finanziario nonché per tutelare maggiormente gli interessi del gruppo, dei lavoratori, dei propri creditori, e di tutti gli stakeholder”. La decisione – prosegue la nota – è stata presa a seguito della presentazione da parte della Procura di Milano, delle istanze di fallimento nei confronti di Aimeri Ambiente e Energetikambiente in ragione di un supposto stato di insolvenza contestando alle stesse l’incapacità di soddisfare con regolarità le proprie obbligazioni”. Udienza fissata il prossimo 19 marzo. Nel frattempo le azioni di Biancamano sono state sospese dalle contrattazioni a Piazza Affari. 

Il Gruppo Biancamano,  per anni gestore della discarica di Ponticelli a Imperia (chi ricorda gli attacchi  personali al Pm inquirente Filippo Maffeo e la conclusione quasi comica dell’inchiesta)  e della raccolta rifiuti in gran parte dei comuni imperiesi, ha depositato nelle scorse ore al ministero dello Sviluppo economico istanza per l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria e in parallelo il ricorso al Tribunale di Milano per la dichiarazione di insolvenza.

Da una nota stampa del 27 giugno 2020 si leggeva ancora: “Il Gruppo Biancamano è tra i primi operatori privati in Italia, quotato all’MTA, operante nel waste management ed è leader nei servizi integrati di Igiene Urbana. Il Gruppo, attraverso le proprie controllate, è specializzato nella progettazione, gestione e controllo del ciclo completo dei servizi operativi ambientali: dalla raccolta e trasporto dei rifiuti urbani, alla raccolta differenziata, alle attività di pulizia delle strade, sino alla progettazione, realizzazione e gestione delle piattaforme ecologiche, per conto di enti pubblici locali, ed operatori privati. Il Gruppo è presente su tutto il territorio nazionale ed opera con circa 1300 addetti.”

Riporta Il Secolo XIX del 9 marzo scorso: “Un fatturato secondo l’ultimo bilancio disponibile di 81 milioni e una posizione finanziaria negativa per oltre 100, con il rischio di non adempiere alle obbligazioni: per le controllate del gruppo di gestione dei rifiuti Biancamano, quotato in Borsa, la Procura di Milano propone il fallimento, mentre la società chiede l’amministrazione controllata.

A rischio ci sono oltre 1.200 lavoratori in Liguria, Piemonte, Lombardia, Toscana, Campania, Calabria, Sardegna e Sicilia, per un gruppo sbarcato in Piazza Affari nel 2007, tre anni dopo la fondazione.

A crearlo i fratelli imprenditori del ponente ligure Pierpaolo e soprattutto Giovanni Battista Pizzimbone, con il primo che è stato brevemente deputato per il Popolo delle libertà e che nel 2018 ha subito un arresto con l’ipotesi di concorso in estorsione aggravata per un vicenda di gestione dei rifiuti nel savonese.

La decisione di Piazza Affari è venuta dopo che il Cda di Biancamano e quelli delle partecipate Aimeri Ambiente ed Energeticambiente hanno deliberato di depositare al ministero dello Sviluppo Economico istanza per l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria e in parallelo ricorso al Tribunale di Milano per la dichiarazione di insolvenza.

La mossa della società arriva dopo la presentazione da parte della Procura delle istanze di fallimento nei confronti delle due controllate di Biancamano “in ragione – afferma il gruppo di gestione dei rifiuti – di un supposto stato di insolvenza contestando alle stesse l’incapacità di soddisfare con regolarità le proprie obbligazioni”, con la fissazione di un’udienza di discussione il 19 marzo.

Biancamano, prima di fare richiesta di amministrazione straordinaria, ha accertato l’assenza di un impegno a supportare finanziariamente il gruppo, in tempi compatibili, sotto forma di capitale di rischio. La società pensa che l’amministrazione straordinaria rappresenti “lo strumento che meglio si adatta alla situazione e al primario interesse dei lavoratori e dei creditori, trattandosi di una procedura di gruppo con continuità aziendale”.

Tra i commenti all’articolo si legge sulla pagina web del quotidiano:”….gente senza pudore e soprattutto senza ONORE!!!!!! I lavoratori non rischiano niente: il ccnl di categoria garantisce i posti di lavoro con l’azienda subentrante. Anzi i lavoratori avrebbero la tranquillità e la certezza di ricevere le loro spettanze interamente e nelle date previste.”

Si aggiunga che il geom. G.B. Pizzimbone fu scagionato, dopo una raffica di arresti, per un appalto da 90 milioni di euro in quel di Trani. Vive a Montecarlo e la residenza ad Ospedaletti. Il fratello ad Andora.

Tra gli ultimi Comuni interessati dal Servizio di N.U. c’era Ceriale. E dal 1° aprile 2020, il servizio di raccolta rifiuti a Ceriale è ufficialmente passato alla SAT S.p.A.

 

 

 

 

 


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