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Compagnia SS.Sacramento dell’Altare fu potente e segreto sodalizio ‘rosacrociano’. Papa Giovanni XIII era ‘Rosacre’? Falso


LA COMPAGNIA DEL S.S. SACRAMENTO: I ROSACROCE ENTRANO IN CHIESA, IN SILENZIO…uno degli esempi di maggior penetrazione della fratellanza dei Rosacroce all’interno della chiesa cattolica fu senz’altro la Compagnia del Santissimo Sacramento dell’Altare, detta anche dei “Devoti della Cabala”, proprio per l’interessamento devozionale che i membri avevano per questa dottrina esoterica ebraica.

di Michele Allegri

La parola “Sacramento” ha un doppio significato: deriva dal greco e significa “ciò che è segreto” oppure, nella declinazione del suo infinito, sacramentare, significa bestemmiare.

“Segretezza ed empietà” furono infatti le accuse rivolte agli appartenenti di questo sodalizio da parte della Compagnia dei Gesuiti che spinsero poi il re di Francia, Luigi XIV, a scioglierla, nel 1666, dopo sei lunghi anni di ordinanze.

La Compagnia era potente, aveva affiliati dappertutto, nel parlamento, nella magistratura e nella polizia.

Lo stesso arcivescovo di Tolosa, nel 1651, parlò della Compagnia come un’organizzazione alla ricerca del potere ed “empia, con riti d’iniziazione irregolari”.

Tutto questo non ci può che far ricordare la nota vicenda dei Templari…

La Compagnia nacque nel 1627 per impulso della nobiltà eretica e saturnina della Linguadoca, in particolar modo dal duca Henry De Levis, appartenente alla Società Rosacroce d’oro fondata da Frederic Rose nel 1622. I De Levis furono una potente famiglia della Linguadoca, originaria del villaggio di Levis, un antico insediamento ebraico nel sud della Francia. Anche se il quartier generale della Compagnia aveva sede nella chiesa di San Sulpicio a Parigi, la sua forza era certamente nel mezzogiorno della Francia, precisamente in Linguadoca, e più precisamente nel dipartimento dell’Aude (per citare alcune città di questa zona: Carcassonne, Tolosa, Levis, Alet-les-Bains, Rennes-le-Château, Le Serpent).

Chiesa di San Sulpicio a Parigi

La chiesa parigina di San Sulpicio fu appositamente costruita là dove in epoca romana, vi era un grande tempio dedicato alla dea egizia Iside. Non è poi un caso che questa chiesa sia stata dedicata a Sulpicio, che fu vescovo di Bourges, “la città dell’alchimia” del periodo medievale che si trova al centro della Francia e ne rappresenta l’ombelico magico-energetico.

Come ho già ricordato in precedenti post, l’Alchimia è l’arte della pietra filosofale il cui studio e relativa pratica viene fatta risalire all’antico Egitto.

Cattedrale alchemica di Saint Etienne a Bourges

La festa di San Sulpicio si celebre il 17 gennaio che è, come ho già ricordato, la data principe per maghi, occultisti ed alchimisti. Nella chiesa di San Sulpicio sono ancora visibili simboli esoterici di marca pagana, gnostica e rosacrociana: un pentacolo alchemico o stella fiammeggiante è posto sopra la porta d’ingresso, il polpo degli abissi, con otto tentacoli, si trova sotto l’acquasantiera, una doppia SS speculare a forma di serpente è presente nelle panche di legno, immagini sacre del vecchio e nuovo testamento volutamente capovolte, allo specchio, dipinti ottocenteschi che rimandano ad un tesoro rubato e nascosto, che dimostrano che questa chiesa rimarrà per altri duecento anni almeno un punto di ritrovo per nobili e sacerdoti in odor di occultismo e per i loro alleati, tra cui i cattolici modernisti, scomunicati e condannati da san Pio X nel 1907.

Il polpo degli abissi sotto all’ acquasantiera

Molto particolare è la presenza dello gnomone da cui parte il meridiano zero, detto anche la linea della Rosa (la rosa mistica dei Rosacroce) che attraversa la Francia, passando proprio per questo luogo sacro.

La Compagnia si muoveva con disinvoltura e discrezione nelle stanze del potere francese ed era composta da nobili, studiosi laici e da ecclesiastici di rango che si mostravano ostili tanto al sovrano quanto al cardinal Mazzarino. La sua struttura era formata da cerchi concentrici, con una catena di comando che andava dal centro alla periferia.

Gli ordini erano impartiti dal “Cenacolo fraterno degli invisibili”, la sigla che indica la presenza della “Confraternita invisibile dei fratelli Rosacroce”.

Il cenacolo era formato da tre ecclesiastici. Il primo è il nobile Jean Jacques Olier, confessore della Regina d’Austria, arredatore della chiesa e celebre per le sue visioni soprannaturali. Il secondo è il nobile Vincent de Paul, di origini occitane, fondatore della Congregazione dei Lazzaristi. Il terzo è Nicolas Pavillon, il vescovo considerato dalla curia romana come il “protettore degli eretici”.

Oltre a loro, altri nomi noti erano quelli del conte Gastone d’Orleans, Il conte di Brassan, Francesco Luigi di Borbone, il Magistrato Guillaume de Lamoignon, Charles Fouquet, fratello del ministro delle finanze, il generale Henry de Pichery, la baronessa d’Arques di Linguadoca, Padre Charles de Codren, il Principe di Polignac, per citarne alcuni.

Simbolo rosacrociano nella Chiesa di Santa Maria Maddalena a Rennes-Le-Chateau

Per quanta riguarda Pavillon, ordinato sacerdote nel 1627, dieci anni dopo divenne stranamente vescovo della diocesi di Alet-les-Bains, in Linguadoca, un piccolo comune a 7 km di distanza dalla più celebre città di Rennes-Le-Château. Aderì al giansenismo e fu il capofila della lotta di gran parte del clero contro la monarchia francese e le direttive della curia romana.

Alet-les-Bains è un centro alchemico di primaria importanza. Vi abitò il noto medico, mago e veggente Nostradamus. La sua casa o meglio quella dei suoi nonni, entrambi di origine ebraica, era conosciuta appunto come la “casa dell’ebreo”. Nella fascia esterna della casa sono visibili alcuni simboli magici. Sulla trave più esterna c’è il sigillo di Salomone o stella di David inscritta in un cerchio. A fianco altri simboli: La S di Salomone a forma di serpente, una rosa, una corona con otto raggi, una croce templare.

Il veggente e medico Nostradamus
l’Esagramma o Sigillo di Salomone nella casa di Nostradamus

Ad Alet è ancora visibile anche la chiesa di Sant’Andrea con le sue vetrate che riproducono il sigillo di Salomone, i due triangoli sovrapposti che, nella dottrina rosacrociana, rappresentano le due divinità ed ancora il maschio e la femmina e/o il microcosmo ed il macrocosmo, fusi insieme.

L’esagramma o Sigillo di Salomone nella chiesa di Alet-Les Bain

Gli Statuti della Compagnia accennano al “Segreto come anima della Compagnia”, il quale non doveva essere divulgato ad alcuno. “Divulgare il segreto, significa distruggere la Compagnia”.

Ed ancora “è assolutamente necessario custodire il Segreto, non rivelarlo a chicchessia, né agli amici più intimi, né ai parenti e nemmeno al confessore più affidabile. Nessun segno, nessuna parola di troppo”.

Le riunioni dovevano essere sempre segrete, gli Statuti e le liste degli iscritti non disponibili ad alcuno e, in caso di controlli, dovevano essere bruciati. La Compagnia che era di fatto una società segreta, praticava lo studio della cabala ebraica ed aveva un forte interesse per la magia egiziana e l’alchimia. Si diceva che vi fosse in Linguadoca, nella regione dell’Aude, un tempio sotterraneo dedicato ad Iside dove i membri della Compagnia si recavano per operare dei riti.

Infatti, in quella zona, molte saranno le organizzazioni neorosacrociane che dal 1700 tenteranno la restaurazione del culto di Iside sotto il patronato dell’occultista e rosacroce Jules Bois. Ci saranno l’Ordine della Rosa Croce di Tolosa con protagonista Papus poi trasformatosi nell’Ordine Cabalistico della Rosacroce di Stanislao de Guaita ed ancora, la Societas Rosacrociana e l’Ordine della Rosa Croce del Tempio e del Graal di Joséph Péladan. Quest’ultimo discendeva da una famiglia catara ed organizzò nel 1893 la celebre esposizione del Salone della Rosa+Croce con immagini riferibili al TAU, alla Croce greca, al Graal, al beaucent templare, alla rosa intrecciata con la croce”. Tra gli espositori il pittore Eugenio Delacroix che dipinse per la chiesa di San Sulpicio, già sede della Compagnia della Santissimo Sacramento.

L’ Iside dei Rosacroce è sicuramente estremamente lunare, dea dell’oscurità e delle pulsioni sessuali. Essa assorbe le caratteristiche di Demetra e Persefone, le dee dell’immortalità e del regno dei morti. Essa rappresenta anche il “messia femminile” o la “Grande conoscenza” che accompagna il fratello R+C verso i

croce ansata di Iside nella Chiesa di San Sulpicio

Nel 1976 fu pubblicato in Italia un libro dal titolo “Le profezie di papa Giovanni”, oscure poesie in prosa attribuite senza alcuna prova ad Angelo Roncalli, papa Giovanni XXIII. In esso si sostiene che il “papa Buono” fosse un rosacroce, affiliato nel 1935 quando era nunzio apostolico in Turchia, paese nel quale visse per un po’ di tempo anche Saint Vincent De Paul, membro di alto grado della Compagnia del SS. Sacramento.

Come racconta Vincent de Paul stesso in una lettera indirizzata all’amico M. De Comet, egli fu fatto prigioniero dai turchi e poi venduto come schiavo ad un vecchio medico che lo iniziò alla pratica alchemica, promettendogli ricchezze e immensi saperi.

Forse non tutti sanno che Papa Giovanni XXIII riprese il nome di un antipapa che aveva abdicato nel 1415 ed era stato vescovo proprio della cittadina alchemica di Alet-les-Bains, nei pressi dei Pirenei…

Il suo viaggio iniziatico che inizia sempre allegoricamente nelle viscere della Terra. Una croce ansata, simbolo della dea Iside, è raffigurata su un bassorilievo proprio nella chiesa di San Sulpicio, sede della Compagnia del Santissimo.

Stola da sacerdote con croci e rose

Nel 1976 fu pubblicato in Italia un libro dal titolo “Le profezie di papa Giovanni”, oscure poesie in prosa attribuite senza alcuna prova ad Angelo Roncalli, papa Giovanni XXIII. In esso si sostiene che il “papa Buono” fosse un rosacroce, affiliato nel 1935 quando era nunzio apostolico in Turchia, paese nel quale visse per un po’ di tempo anche Saint Vincent De Paul, membro di alto grado della Compagnia del SS. Sacramento.

Come racconta Vincent de Paul stesso in una lettera indirizzata all’amico M. De Comet, egli fu fatto prigioniero dai turchi e poi venduto come schiavo ad un vecchio medico che lo iniziò alla pratica alchemica, promettendogli ricchezze e immensi saperi.

Forse non tutti sanno che Papa Giovanni XXIII riprese il nome di un antipapa che aveva abdicato nel 1415 ed era stato vescovo proprio della cittadina alchemica di Alet-les-Bains, nei pressi dei Pirenei…
Nemico giurato dei Rosacroce fu senz’altro il padre gesuita Gaultier che ebbe a dire “Non è privo d’interesse che il Sabbath generale degli Invisibili Rosacroce si tenga proprio nel labirinto che si trova nei pressi dei Pirenei”.

…continua…

Michele Allegri

 

 

 

 


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