“Le magnifiche 33 vite di donne che hanno fatto la storia d’Italia”. E’ il titolo dell’ultima fatica letteraria dell’ abruzzese Daniela Musini ( PIEMME Editore Pagine 394 € 17.90) che, oltre ad essere una scrittrice, è pianista, attrice, autrice teatrale e ha allestito, in Italia e all’estero, acclamati recital /concert incentrati sull’opera di Gabriele d’Annunzio e monologhi dedicati a intense figure femminili quali Eleonora Duse e Maria Callas. Leggi anche: 8 gennaio 1878, primi esperimenti sul “Telegrafo- Parlante” tra gli uffici postali di Cuneo e Boves. Il “ vero” inventore Antonio Meucci a cui Alexander Graham Bell riuscì a ”soffiare” il brevetto anticipandone il “deposito” ufficiale.
di Luciano Bona
Chi fu davvero la papessa e come tenne in scacco il papato? Quali segreti si celano dietro alle crudeli congiure ai tempi dei romani? Chi è la prima donna laureata della storia? Da dove nasce l’odio ancestrale tra Isabella d’Este e Lucrezia Borgia? Quale vita si nasconde dietro alla dottrina pedagogica di Maria Montessori ? In questi ritratti di donne dal 60 a.C. agli anni ’60 del Novecento, Daniela Musini ha voluto raccontare le vite fiammeggianti di trentatré donne emblematiche, le loro passioni temerarie, le scelte audaci, la fragilità e l’intensità delle loro anime, ma anche l’inarrendevolezza, il talento e la determinazione ….
Donne forti e artefici del proprio destino, ai cui piedi si inchinava tutto il mondo, ma anche donne “murate” dentro al proprio personaggio e, di conseguenza, irrimediabilmente sole. Da Messalina a Grazia Deledda, dalla Regina Margherita di Savoia a Wanda Osiris, passando Marianna de Leyva che ispirò il Manzoni per la monaca di Monza, da Artemisia Gentileschi a Sibilla Aleramo…
Trentatré donne, diversissime tra loro ma accomunate dalla grandezza del proprio operato, protagoniste del proprio destino o vittime (seppure indomite) di trame esistenziali ordite da altri, nessuna di loro fu esente da passioni e tormenti, ascese vertiginose e discese negli inferi, e tutte hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia, nella cultura, nell’arte e nel costume del nostro paese.. .
Luciano Bona
8 gennaio 1878 Primi esperimenti sul “Telegrafo- Parlante”
di Luciano Bona
A pochi anni dalla scoperta del “telegrafo parlante” (1871) come lo battezzo il suo “ vero” inventore Antonio Meucci a cui Alexander Graham Bell riuscì a ”soffiare” il brevetto anticipandone il “deposito” ufficiale, probabilmente dopo aver visto i disegni e le idee di Meucci, (anche se nel il 15 giugno 2002, a 113 anni dalla morte, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d’America riconobbe a Meucci il suo contributo nell’invenzione ).
La notizia della nuova scoperta aveva già stimolato molto la fantasia dei cuneesi, consapevoli dell’importanza dell’invenzione in prospettiva sociale ed economico, che nell’anno scolastico 1877 – 1878 , a soli sei anni dell’invenzione, nel “ Gabinetto di Fisica” del Liceo si provarono in laboratorio alcuni esperimenti pratici sul “Telegrafo Parlante”conclusi ufficialmente l’8 gennaio 1878 con una prova pratica tra gli uffici Pt di Cuneo e Boves, un collegamento lungo circa 8 chilometri e 500 metri, con l’assistenza dei professori Francesco Bacino, Corrado Beccaccini e Giovanni Cassavella… Ma i lavori “veri” continuano negli anni successivi e il 19 dicembre 1903 si inaugurerà il primo collegamento telefonico “ufficiale” dall’ufficio Postale di Cuneo a Torino.
Tutto questo è stato possibile in quanto il Governo italiano, guidato dai cuneesi Giovanni Giolitti e Tancredi Galimberti, Ministro delle Poste-Telegrafo, si erano resi conto dell’importanza del servizio telefonico e il 3 maggio 1903 avevano approvato il testo unico di legge sui telefoni e il relativo piano di finanziamento 1903-1906.
Il collegamento Cuneo – Torino era stato previsto nel 1906 però una postilla della legge permetteva,per anticipare i lavori, la possibilità ai vari comuni di finanziare i lavori in proprio con la restituzione successiva degli investimenti da parte dello stato. Questa ulteriore possibilità fece da stimolo per le amministrazioni pubbliche e private cuneesi che in breve oltre a trovare i soldi , circa 45.000 lire, per il collegamento interurbano Cuneo – Torino riuscirono anche ad ottenere numerose adesioni di nuove utenze cittadine.
Il comune con un mutuo alla Cassa di Risparmio di Cuneo, al tasso del 2%, finanzio la tratta interurbana appaltando subito i lavori che furono ultimati il 19 dicembre 1903 e da quella data i cuneesi poterono parlare con Torino con 65 centesimi ( 50 c.per chiamata e 15c. di diritti circa 2 euro e 50 attuali ). Ma il 19 marzo 1904 ,alle 15.30, sarà il grande giorno in cui finalmente i cuneesi potranno usufruire della linea telefonica privata chiamando il centralino di Cuneo posizionato in casa Pansa di via Pascal dove tre telefoniste, gentili ed emozionate, potranno metterli in contatto con tutta l’ Italia.
Sono passati quasi 150 anni dalle date fatidiche , l’8 gennaio 1878 , 19 dicembre 1903 e 19 marzo 1904, il telefono ha fatto passi da gigante ora con voce–dati, internet, cellulari, trasmissione dati abbiamo il” Mondo in Casa” e ancora una volta va ricordata la lungimiranza di ieri di amministratori pubblici e privati che hanno saputo cogliere una ghiotta opportunità iniziando un’importante promozione turistica ed economica della “Granda”.
Luciano Bona