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Vado Ligure incredibile: Tirreno Power raddoppia? Ma ecco i dati che consigliano l’energia pulita a idrogeno


Secondo i dati VIA (Valutazione Impatto Ambientale-Ministero dell’Ambiente) il potenziamento della centrale a gas Tirreno Power è un errore. Il futuro è nelle fonti di energia pulita. Grandi prospettive per l’idrogeno a Vado Ligure.

di Gabriello Castellazzi*

Nelle “centrali a carbone” le emissioni di polveri fini sono superiori a quelle provenienti dalle “centrali a gas” e le quantità di residui solidi da portare in discarica sono enormi. Le diverse sostanze tossiche inquinano aria e acqua, e l’avvelenamento dei terreni circostanti, dura secoli. Per questo la “centrale a carbone” di Vado Ligure è stata giustamente chiusa dopo una impegnativa lotta e tante sofferenze di chi ha subito malattie.

Certamente le “centrali termoelettriche” a gas naturale sono meno inquinanti ma risultano comunque pericolose per l’immissione in atmosfera di sostanze simili: polveri PM10-PM 2.5, gas serra (CO2), ossidi di azoto, biossido di zolfo, formaldeide, monossido di carbonio e altri composti organici velenosi. La letteratura scientifica segnala come nella composizione chimica dei fumi di una “centrale a gas” siano anche presenti metalli pesanti: cromo, cadmio, piombo, mercurio, zinco, bario ed una gran quatità di vapor d’acqua che, essendo inquinata, innesca quei processi chimici che danno origine alle piogge acide.

Sul progetto di ampliamento della centrale a gas di Vado Ligure è utile valutare le considerazioni del Dott. Paolo Crosignani (già Primario di Epidemiologia Ambientale presso l’Istituto Tumori di Milano) che ha analizzato i dati presenti nella procedura di VIA(Valutazione Impatto Ambientale) del Ministero dell’Ambiente: Circa la produzione di particolato (polveri sottili)non risulta alcun sistema di abbattimento per il PM10 nè attuale, nè previsto, nel progetto di ampliamento della centrale. Il PM10 è sempre considerato ZERO in ogni documento di valutazione.

Tuttavia è ben documentato come le emissioni di particolato da parte di questi impianti siano importanti.

Un lavoro pubblicato da Di Ciaula (2012) mostra livelli importanti di particolato PM10 che diminuiscono con la distanza dalla sorgente.


Un recente lavoro iraniano riporta i fattori di emissione misurati su di una centrale turbogas da circa 700 MW. Il prelievo è stato fatto a camino in condizioni isocinetiche.


Utilizzando questi fattori di emissione per il gruppo VL5 (tratto dal SIA per il VL7):


Avremo che attualmente l’impianto emette:

0.0331 g PM10/h x 781.600 (kW) = 25,870 kg/ora di PM10

e per il VL7 da implementare


0.0331 g PM10/kWh x 880.000 (kW) = 29,128 kg/ora di PM10

Utilizzando i fattori di emissione possiamo stimare che a regime l’impianto possa emettere 54.998 kg/ora di PM10.

Fattori di emissione ancora più elevati (circa doppi), pari a 0.062 vengono documentati dalla EPA e dalla Agenzia Europea per l’Ambiente.

Incredibile che a Vado Ligure oltre all’attuale impianto di 800 megawatt se ne voglia aggiungere un’altro per produrne altri 800.

Bisogna inoltre tener conto delle inevitabili immissioni in atmosfera del metano da queste centrali : un gas capace di alimentare l’effetto serra (20 volte più della CO2). Le perdite si verificano già nelle zone di estrazione e continuano con i sistemi di trasporto, fino alle linee di alimentazione delle turbine. Il controllo di tutte queste fonti inquinanti è complesso ed una percentuale significativa di veleni è comunque ineliminabile.

Per questo i Verdi sono in sintonia con tutti coloro che ritengono dannoso per l’ambiente (quindi per tutti noi ) il persistere nell’ utilizzo di tutte le fonti fossili per produrre energia. Ma esistono alternative ai progetti di coloro che vogliono potenziare l’attuale centrale a gas di Vado Ligure? Sì, e secondo i Verdi bisogna valutare bene, in modo oggettivo, la situazione puntando sulle nuove tecnologie che si stanno affermando nel mondo. Anche Ferruccio Sansa, giustamente, si dichiara “contrario al maxi impianto a turbogas, auspicando soluzioni alternative capaci di garantire posti di lavoro ad inquinamento zero”.

Vediamo in breve i termini del problema e quella che secondo noi potrebbe essere la strada da seguire: La quantità di energia elettrica richiesta oggi in Italia è di 26 miliardi di kwh, ma le fonti alternative ne soddisfano solo io 36%. La notizia importante per noi è che le centrali attualmente in funzione nel nostro Paese potrebbero già produrre il doppio dell’energia elettrica necessaria.

Allora perché si vogliono ancora potenziare gli impianti esistenti? Il raddoppio della centrale a gas di Vado Ligure violerebbe gli “Accordi di Parigi” sul clima firmati dal governo italiano e da tutti i paesi europei. Sappiamo bene che il problema riguarda il mercato, ossia la concorrenza tra le aziende che producono energia elettrica in Francia, Spagna e Germania.

A questo punto, se si vuol fare una politica seria e coerente con gli impegni internazionali, per bloccare il “riscaldamento globale”, non vi è altra scelta che dirottare i finanziamenti destinati ai combustibili fossili (che tutti noi paghiamo con le bollette della luce) verso fonti rinnovabili di energia pulita. La proposta dei Verdi è che la SocietàTirreno Power (con i suoi diversi impianti in Italia) si attivi per la produzione di idrogeno e delle “celle a combustibile”, garantendo lavoro sicuro per tante nuove maestranze.

L’idrogeno è il portatore di energia che cambierà molti settori della nostra vita futura e sarà capace di rivoluzionare l’intero sistema energetico (elettricità, calore e combustibile per i trasporti). Già oggi si producono considerevoli quantità di idrogeno, ma la maggior parte è ottenuta utilizzando i combustibili fossili e questo porta ad un bilancio negativo per gli equilibri ambientali. In alternativa c’è il sistema di produzione di idrogeno “verde” derivato da fonti rinnovabili di energia pulita (sole, vento, energia geotermica, movimento delle onde, ecc.). Nuovi impianti si stanno perfezionando in tanti paesi.

I meccanismi base di questa rivoluzione “verde” hanno un’origine antica: il principio delle “celle a combustibile” fu scoperto nel lontano 1839 dal fisico William Grove e gli ultimi sviluppi tecnologici hanno seguito i recenti viaggi spaziali. Con l’elettricità si scindono le molecole d’acqua (disponibile in quantità illimitata) separando l’ossigeno dall’idrogeno che viene stoccato e trasferito dove serve. Nelle “celle a combustibile” si procede con il processo inverso, facendo ricombinare l’idrogeno con l’ossigeno dell’aria. Da questa reazione si genera un flusso di corrente elettrica utilizzabile dove si vuole, per motori elettrici o altre necessità: una “combustione pulita” perchè l’ unico residuo è l’acqua.

Nel recente congresso dell’World Energy Council si è dimostrata la possibilità di portare verso la decarbonizzazione tanti settori dell’economia, in un sistema ad elevato tasso di innovazione tecnologica ed è in corso una gara decisiva per produrre “celle” sempre più efficienti ed economiche da utilizzare per una rete di trasporti non inquinanti per città finalmente abitabili.

Questa è la “green economy” della quale tanto si discute e a Vado Ligure si può fare un passo importante nella giusta direzione.

*Gabriello Castellazzi

(Il Portavoce dei Verdi della provincia di Savona)

 


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