Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ponente Ligure floricoltura in ginocchio
Langhe nocciola record e 300 € a quintale
come spiega un ex alassino, Piero Mollea.
Vendemmia salva con Coop per 12 cantine


A leggere le cronache del ponente ligure non da oggi suonano ‘a morto’ le campane dei floricoltori e dell’agricoltura in genere. Dalla floricoltura alle aromatiche, al costante abbandono di aree coltivate. Il Covid diciamo che ha dato un altro colpo di grazia. Poi ci sono, per i produttori, i costi di produzione di cui non si legge mai. Qualche significativo esempio. Un piantina aromatica in vaso si vende all’ingrosso a 80 cent, ai tempi della lira variava da 1.600 – 1.800. Il terriccio italiano 8-10 mila lire a mc. Ora 60 € (le vecchie 120 mila lire). Leggi anche: vendemmia salva per 12 cantine liguri e del Basso Piemonte grazie al supporto di Coop Liguria. Leggi infine: Decolla il Patto di Filiera dell’Olio DOP Riviera Ligure per la campagna 2020/2021. Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela ha infatti confermato i prezzi minimi di olive e olio della scorsa campagna.

C’è chi sostiene (tra gli operatori del settore e non proprio gli ultimi) che la gloriosa e storica Ortofrutticola, in quanto cooperativa, dovrebbe contribuire a non ‘calmierare’ al basso i prezzi dei produttori, invece finisce per fare una concorrenza di  potenziale ‘morte’ per le aziende. Ci sono  i dati dei fallimenti, dei dissesti, centinaia di terreni agricoli ed aziende  (immobili e serre inclusi) finiti .all’asta del Tribunale di Savona in un crescendo che pare inarrestabile. E non si dica, se non a beneficio della propaganda politica, che gli anni del governo Toti e del suo assessore leghista Mai, abbiano contribuito ad invertire la marcia. Non si sostiene l’agricoltura con sussidi e qualche volta pure mance.  Abbiamo perso la lista della sorte dei finanziamenti statali annunciati, promessi, rinviati, al centro di polemiche di cui non ci sarebbe bisogno, semmai sapere con precisione come stanno le cose.

Non serve essere disfattisti o pessimisti per rendersi conto della tragica realtà della nostra agricoltura, con rare eccezioni (non parliamo del settore vitivinicolo e qualche produzione di nicchia). Si pensi che i coltivatori di alberi da frutto si sono quasi estinti. Si pensi  che ‘piantine in vasetti’ (lavanda e rosmarino soprattutto) hanno come mercato principale il Nord Europa e la Germania, con un esportatore locale (nome ed azienda tedesca) che con un suo direttore gestisce la logistica che fattura forse il 60 % del mercato della piana ingauna dell’export. Si pensi, utile ribadirlo, che da quando è in vigore l’Euro (1° gennaio 2002) i prezzi  di vendita all’ingrosso sono rimasti gli stessi.  E che, sempre ascoltando qualche testimonianza di produttori, occorre superare almeno un milione di vasi  per non essere in perdita e far fronte  agli immancabili scarti. E serve il ciclo di un anno per ‘produrre’ lavanda, rosmarino, margherite.

ARTICOLO PUBBLICATO DA LA STAMPA DI CUNEO –

Piero Mollea, amministratore delegato della Marchisio Nocciole, azienda cortemiliese:

«Abbiamo tra le mani un prodotto d’eccellenza, dobbiamo saperlo valorizzare per incrementare le vendite.

Piero Mollea, titolare della Marchisio Nocciole Spa di  Cortemilia, azienda leader del settore. Il fratello gemello Gianni è titolare del Grand Hotel Mediterranée e stabilimento balneare ad Alassio. Dopo la morte della mamma, Maria Teresa Marchisio imprenditrice tenace (luglio 2017 vedi trucioli.it….)  , la famiglia ha venduto il Motel Mirò a Savona (gennaio 2018). Successivamente una società dei Mollea avrebbe acquisito la gestione del nuovo Grand Hotel di Pietra Ligure, nato come  Pietra Blue Hotel e alla vigilia dell’inaugurazione era morto il proprietario Belloni con la conseguente chiusura protrattasi 6 anni, fino all’ingresso della Gestioni Alberghiere Srl con amministratore delegato Giuseppe Giuliano. Proprietari sono rimasti i Belloni (Massimo e figlie). Una struttura d’eccellenza per la Riviera savonese

Trecento euro al quintale. Questo il primo prezzo di riferimento dell’annata della nocciola proclamato, a raccolta quasi ultimata, domenica a Cortemilia e ieri a Castagnole Lanze, durante le due storiche fiere che celebrano il prezioso frutto delle colline. Un’annata da incorniciare in termini di quantità e di qualità.

Perché l’andamento climatico favorevole e una maggior produzione hanno di fatto ridotto notevolmente il prodotto avariato o danneggiato dalla cimice. Solo in alcuni casi si registra una riduzione del calibro del frutto, ma in generale i primi dati rilevati indicano una buona resa alla sgusciatura.

Il Piemonte la nocciola ha suscitato interesse crescente di coltivatori, tecnici agronomi, operatori della filiera della trasformazione, cuochi e pasticceri. Piero Mollea, amministratore delegato della Marchisio Nocciole, azienda cortemiliese, spiega. «Abbiamo tra le mani un prodotto d’eccellenza, dobbiamo saperlo valorizzare per incrementare le vendite. Oggi ci troviamo in una situazione di mercato globale dove la Ferrero consuma il 30-40% del prodotto mondiale e grazie all’input di questo colosso dolciario la nocciola non è rimasto un prodotto di nicchia. Il prezzo deve essere remunerativo, gli agricoltori hanno investito tanto e non devono rimanere delusi».

«L’anno scorso – aggiunge – il raccolto era scarso con una qualità pessima, quest’anno non è stato così: in Piemonte, nel 2020, si sta arrivando a contare 25 mila ettari di area produttiva con 20 quintali per ettaro. Si stanno producendo 30 mila tonnellate contro le 15 mila del 2019, praticamente il doppio. La base di partenza equivale all’incirca a 300 euro al quintale, il prezzo è stato indicato nella misura di 6 euro e 80 centesimi per punto resa per la Piemonte Igp. Vedremo nelle prossime settimane se si evolverà la situazione».

E ieri a Castagnole Lanze l’assessore comunale Mario Coppa ha aggiunto: «A prima vista può sembrare un prezzo tarpato ma siamo sicuri che, con rese così elevate, l’annata sarà remunerativa».

Il premio «Una vita per la nocciola», promosso dalla Marchisio, è andato al corilicoltore Luigi Cavallo che in 60 anni ha fatto crescere una piccola azienda di sgusciatura. Il presidente della Regione Alberto Cirio ha ricordato la battaglia vinta di concerto con i sindaci per la tutela della denominazione. La vittoria del ricorso davanti al Tar del Lazio, infatti, ha consentito di tutelare il nome «Langhe» nel disciplinare perché nessuno, in territori diversi, potesse appropriarsene ingiustamente.

Vendemmia salva per 12 cantine locali

grazie al supporto di Coop Liguria

COMUNICATO STAMPA – Vendite triplicate, tra giugno e agosto, per 12 produttori di vino liguri e del Basso Piemonte duramente colpiti dal lock down, che hanno proposto le proprie bottiglie in Coop a prezzi vantaggiosi per recuperare fatturato. Un’ennesima iniziativa a sostegno del territorio ligure, dal quale Coop ogni anno acquista merci per oltre 63 milioni di euro.

 Successo oltre le attese per l’iniziativa di valorizzazione delle cantine locali promossa da Coop Liguria, tra giugno e agosto, in collaborazione con 12 vitivinicoltori liguri e del Basso Piemonte: proponendo le proprie bottiglie in Coop a prezzo scontato, i produttori sono riusciti a triplicare le vendite, sopperendo in parte alle perdite che avevano registrato durante il lock down per la chiusura forzata di bar e ristoranti.

I produttori coinvolti sono: Donne della Torre (Albenga); I Turri (Cremolino); Cantina Cinque Terre (Riomaggiore); Cantine Bregante (Sestri Levante); Viticoltori Ingauni (Ortovero); Bellati (Acqui Terme); I Castelli (Bolano); Teo Costa (Castellinaldo); San Dalmazio (Albenga); Cooperativa Riviera dei Fiori (Dolceacqua); Arrigoni (La Spezia); Azienda agricola Punta Crena (Varigotti).

“Con il consueto approccio collaborativo che ci contraddistingue – spiega il vice Presidente e Direttore Commerciale di Coop Liguria Gianni Trovato – abbiamo cercato, assieme ai produttori, una soluzione che permettesse loro di far conoscere i propri prodotti a una platea più ampia di consumatori, offrendoli scontati e valorizzando l’iniziativa in tutti i nostri punti vendita e sui nostri mezzi di comunicazione. La risposta è stata ottima e ha permesso a molte di queste imprese, che sono tutte locali e a conduzione familiare, di risollevarsi dopo i danni pesantissimi che hanno subito a causa del lock down”.

Un’ennesima attenzione, da parte di Coop Liguria, alle imprese del territorio, i cui prodotti hanno massima evidenza nei punti vendita della Cooperativa. “La relazione con le imprese del territorio è parte integrante della nostra missione sociale – prosegue Trovato – come conferma il valore elevatissimo degli acquisti che Coop, tramite Coop Consorzio Nord Ovest, effettua ogni anno in Liguria: nel 2019, ad esempio, questi acquisti hanno superato i 63 milioni di euro. Alcune imprese liguri, inoltre, negli anni sono diventate fornitori di Coop Italia, producendo in Liguria alcuni prodotti venduti su tutto il territorio nazionale con il marchio Coop: queste 10 imprese, nel 2019, hanno fatturato con Coop Italia ben 58 milioni di euro.

Per far conoscere questi numeri e offrire una vetrina alle imprese locali, anche quest’anno abbiamo previsto l’iniziativa “Prodotti in Liguria. Il buono del nostro territorio”, che da oggi e fino al 23 settembre offre a prezzo scontato del 20% i prodotti di 119 produttori liguri. Un’iniziativa che non è solo promozionale, perché il volantino che la illustra racconta storia, valori e peculiarità di tutte le imprese coinvolte, che condividono i principi cui si ispira da sempre la cooperazione di consumatori: controllo puntuale delle filiere, attenzione alla sostenibilità dei processi, tracciabilità dei prodotti, massima attenzione alla sicurezza dei lavoratori.

L’impegno a valorizzare e – quando serve – supportare le imprese locali fa parte da anni del nostro modo di lavorare, ma assume un rilievo ancora più grande oggi, alla luce della congiuntura economica che stiamo vivendo: i distributori possono contribuire a promuovere le produzioni di qualità, che creano valore e occupazione sul territorio. Come Coop Liguria lo facciamo da sempre e, essendo anche una grande organizzazione di consumatori, creiamo occasioni di incontro tra produttori e consumatori, per aiutare questi ultimi a conoscere la storia, la passione e il lavoro che c’è dietro a ogni prodotto di eccellenza. Grazie a questi impegni, i nostri Soci e clienti apprezzano i prodotti locali, le cui vendite, nel 2020, sono in crescita del 2,36%, nonostante le difficoltà generate dall’emergenza Covid”.

PATTO DI FILIERA OLIO DOP RIVIERA LIGURE: 

IL CDA DEL CONSORZIO TUTELA CONFERMA I PREZZI MINIMI DI OLIVE E OLIO DELLA SCORSA STAGIONE

Decolla il Patto di Filiera dell’Olio DOP Riviera Ligure per la campagna 2020/2021. Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela ha infatti confermato i prezzi minimi di olive e olio della scorsa campagna aumentando la semplificazione nelle procedure amministrative.
Resta così immutato il prezzo di   € 20,00 alla quarta per le olive provenienti da oliveti iscritti al sistema di controllo dell’olio DOP Riviera Ligure (ossia € 1.60 ogni kg di olive con resa del 20%);  il prezzo dell’olio sfuso a € 10,30 a kg per quello in attesa di certificazione;  € 10,50 a kg per l’olio certificato DOP Riviera Ligure, con il deposito dei contratti in Consorzio entro il 31 ottobre.
” La deliberazione assunta ieri è nel solco della continuità e della semplificazione delle procedure –  spiega Carlo Siffredi, presidente del Consorzio di Tutela dell’olio extravergine di oliva DOP Riviera Ligure. – Il Consiglio di Amministrazione ha voluto così proseguire nella sua azione di sostegno alla filiera olivicola ligure che passa innanzitutto  da una remunerazione equa del  lavoro e degli investimenti delle aziende. Grazie a questo strumento abbiamo ricadute positive non solo per l’olio DOP Riviera Ligure ma per l’intero comparto olivicolo, riconfermando la valorizzazione e la difesa dell’attività di produttori e frantoiani che continuano ad operare nel segno della qualità e dell’origine locale dell’olio”.
I dati positivi arrivano anche dal  recupero di oliveti e dagli investimenti realizzati in modo costante dalle diverse aziende.
” Siamo un esempio a livello nazionale che potrebbe essere mutuato per favorire lo sviluppo dell’olio italiano –  conclude il Presidente del Consorzio -. Si tratta dell’unico esempio di Patto di Filiera a livello nazionale  che potrebbe essere attuato anche in altre regioni per favorire lo sviluppo – nell’ambito della filiera olivicola olearia – degli oli dei territori: quelli autentici perché certificati DOP/IGP.  Grazie al Patto di Filiera infatti non assistiamo ad oscillazioni nei prezzi delle olive legate alle annate di carica e scarica ma un costante aumento negli anni che permette  di dare stabilità all’intero comparto e permette il suo sviluppo nel segno della qualità e dell’origine locale certificata”.
Viene inoltre mantenuto l’impianto amministrativo avviato quest’anno con una verifica a campione da parte del consorzio sulle fatture di acquisto delle olive e i relativi pagamenti aumentando la semplificazione: viene infatti eliminata la tempistica per la presentazione della richiesta di rettifica del valore del contrassegno, lasciando libertà alle aziende di presentare la richiesta secondo quanto previsto dal Patto.

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