Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Pianura di Albenga, ecco i pozzi agricoli
C’era una relazione del geologo Macciò
Mancanza di concessioni e quali controlli


Il Dott. Geol. Mario Roberto Macciò (iscritto all’Ordine Regionale dei Geologi della Liguria) fu incaricato dall’allora Consorzio dei Comuni “Nuova Agricoltura” di Albenga per una ‘Indagine Idrogeochimica sull’acquifero di un settore della Piana di Albenga con particolare riferimento al fenomeno dell’Intrusione marina’. Ecco la sua Relazione illustrativa della quale mi mancavano molte pagine.

di Michele Di Giuseppe

Il geologo Mario Roberto Macciò di Albenga in una foto d’archivio

Ho sunteggiato quanto ritengo possa essere di nostro completamento a quanto abbiamo di già pubblicato nelle settimane scorse su trucioli.it.
“”Albenga: le Scienze e l’Agricoltura.

Già dal 1980 il Settore Tutela Ambientale e Risorse Idriche dell’Ufficio del Genio Civile di Savona ha condotto un “Censimento quantitativo-qualitativo acque sotterranee Legge 319/76” con la stesura di carte geochimiche riferite all’acquifero della Piana albenganese.
I Valori Guida (VG) e la Concentrazione Massima Ammissibile. (CMA) in funzione della destinazione al consumo umano (D. P. R. n. 236 del 24/05/1988) sono i nostri “paletti” di tutela nella filiera alimentare.
La quasi totalità dei pozzi irrigui della Piana sono privi della concessione di derivazione d’acqua, nonostante la legislazione tuteli le risorse idriche fin dal 1933 (Regio Decreto n. 1775 dell’11/12/1933) con varie leggi, non esiste purtroppo un catasto ufficiale dei pozzi con i relativi dati LITOSTRATIGRAFICI ed IDRAULICI.
Di un pozzo si dovrebbero conoscere la stratigrafia, la posizione delle fenestrature (filtri), la profondità delle falde rinvenute, le modalità costruttive.
Le ditte di perforazione, operanti nella nostra zona, sono la Ditta Mazzei di Leca d’Albenga e la Ditta Chiarlone di Albenga.
Il Laboratorio Regionale di Analisi dei Terreni e delle Acque di Sarzana (c/o Nuovo Mercato Ortofrutticolo in Loc. Pallodola), organismo molto competente in riferimento alle analisi delle acque a scopo irriguo, prende in esame ben 12 parametri d’analisi fisico-chimica, compresi i 7 componenti della serie principale dell’acqua marina:  pH. Conducibilità elettrica. Durezza totale NH4+ NO3- e, per l’acqua di mare, i costituenti:Ca++Mg++Na+Cl-SO4—K+HCO3- Il Ca e Mg, presenti sotto ogni forma, è un dato molto importante sia per l’uso irriguo sia per quello potabile.
La somma della Durezza permanente e di quella temporanea dà la durezza totale e corrisponde a 10 mg / l di CaCO3 (espressa in gradi francesi).
L’ammoniaca (NH4+) rivela l’inquinamento provocato da decomposizione di sostanze proteiche.
I nitrati (NO3-) sono il vero problema per la potabilità dell’acqua.
Questi due parametri derivano direttamente dalla CONCIMAZIONE CHIMICA dei terreni.
Il SODIO (apportato dall’inquinamento del CUNEO SALINO) è PERICOLOSO per l’IRRIGAZIONE, perché esso incrementa l’indice Sodio-Assorbimento (S. A. R.): S. A. R. = Na (fratto, radice quadrata) Ca + Mg / 2. Questo fattore è utilizzato da U. S. D. A. (United States Department of Agricoltura).
Ogni varietà vegetale (ortiva o floreale) ha il proprio grado di tolleranza alla salinità dell’acqua.
Ecco perché gli Agronomi, a seconda della classe di qualità dell’acqua, indicano all’Azienda Agricola le tecnologie correttive di utilizzo dell’acqua di falda ed i suoi limiti.
Il Servizio Provinciale Agroalimentare di Savona (collegato con il Laboratorio Regionale di Sarzana) fornisce le opportune analisi dei pozzi sottoposti a monitoraggio (pozzi del tipo a scavo aperti del quadrilatero: Abitato di Albenga a Sud, il Rio Torsero a Nord,il Mare Ligure ad Est e – a chiudere il quadrilatero – ad Ovest una linea parallela e poco a monte del tracciato della Via Aurelia).
Alcune Aziende in rapporto commerciale con l’Olanda vi inviano i loro campioni, ed i risultati delle analisi, spesso, sono comunicati via fax più celermente dei laboratori pubblici liguri.
Il settore Ambiente-Igiene Pubblica dell’ASL 2 Savonese conserva nel suo Archivio i referti METODICAMENTE eseguiti, utilissimi per il raffronto dei parametri nel tempo delle zone di prelievo dei campioni.
Il Prof. P. L. VERCESI, geologo-docente nel Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Pavia, è lo studioso più apprezzato della costituzione geologico-strutturale della Piana di Albenga ( Vercesi et alii,”Il bacino Pliocenico di Albenga”, Liguria Occidentale, Rend. Soc. Geol. Ital. 7); “Nuovi dati e considerazioni sulla stratigrafia del Bacino-Pliocenico di Albenga (Alpi Marittime)”, Mem. Soc. Geol. Ital. 28); “Considerazioni morfotettoniche su alcune divagazioni fluviali nella Piana di Albenga (Alpi Marittime)”, Rend. Soc. Geol. Ital. 11).
Le caratteristiche litostratigrafiche della Piana hanno determinato la situazione idrogeologica della stessa.
L’evoluzione geologica della Piana ha origine nel Pliocene inferiore sul substrato preoligocenico deformato dalle varie fasi orogenetiche susseguite nel tempo, da circa cinque milioni di anni fa, quando si verificò un innalzamento del livello marino e quello fu il primo cuneo salino. Poi contribuirono i detritii dei corsi d’acqua che costituirono le successioni conglomeratiche, connessi con il ritiro marino (per il contemporaneo sollevamento dell’entroterra ligure), colmando le depressioni.
I corsi d’acqua che scendono dalla dorsale del Monte Bignone-Monte Castellaro appaiono marcatamente infossati; lungo i versanti meridionali del Monte Santa Croce e del Monte Pesalto sono presenti vistosi gomiti di cattura.
Si arrivò, così, in età quaternaria, agli ultimi depositi sui sedimenti marini, costituenti le zone di Campochiesa, di Bastia (confluenza Arroscia-Neva) e della pianura costiera tra Ceriale ed Albenga, ecc.
La scienza geologica spiega la deviazione del fiume Centa verso Sud: fu l’innalzamento della zona del Monte Pesalto che, per gravitazione, deviò le acque del Centa; lo stesso fu per i rii a nord di Albenga (rio Carenda, Antognano e Burrone, paleoalvei del Fiume Centa), come storicamente attestano sia il romano ponte lungo sia le carte geografiche della zona d’Albenga sino all’anno 1745.
Nel I sec. a. C. La linea di battigia doveva essere circa all’altezza dell’attuale Piazza del Popolo-Largo Doria, cioè a oltre 1 km a Ovest di quella di oggi.
(Si ringrazia sentitamente lo Studio Geologia Applicata – Idrogeologia del Dott. M. R. MACCIO’, iscritto all’ALBO PERITI / Ordine Regionale dei GEOLOGI della Liguria, per la squisita disponibilità)
Michele Di Giuseppe, abogado già del foro di Madrid e Genova.


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