Iniziative di Storia Patria. Ecco San Michele di Alpesella, monumento medievale savonese, tra i beni di Ferrania e la miniera d’argento. E appuntamento a Celle Ligure, al teatro all’aperto. Il fotografo era Jan Neer, pseudonimo enigmatico di un militare varazzino, Giovanni Celesia (1860-1946). Nella ricerca, accolta nella nostra collana di Fonti e Studi, è stata definita finalmente la sua biografia. Il lavoro destinato a proseguire con immagini degli altri paesi di Celesia. In anteprima una sintesi del testo introduttivo di Angelica Natta Soleri.
Per arrivare alla faticosamente raggiungibile chiesa di San Michele di Alpesella – valle del Letimbro, con accesso difficoltoso da Cantagalletto e dai Ciatti – devo ringraziare due amici di Storia Patria come Giovanni Mario Spano e Silvio Toscano. La meta è una chiesa campestre savonese già documentata a partire dal 1180, situata nei pressi di Petra Aguçarola, forse riconducibile alla contemporanea Pesarvea. La chiesa può essere raggiunta per sentiero anche da San Bernardo in Valle o dal ponte della Capra, subito dopo il Santuario.
Dell’edificio, rifatto nei secoli successivi e situato vicino ai possessi savonesi della canonica di Ferrania, abbiamo altra documentazione del XII secolo, tra cui anche atti relativi ad una miniera d’argento, una delle poche ad essere indicata in fonti liguri medievali. L’ingresso di una miniera simile, che sfruttava probabilmente lo stesso filone, è ancora visibile nella valle del Lavanestro e fu attiva fino al XX secolo.
Di sicuro sappiamo che, nei pressi di San Michele, nel 1180 si trovavano orti e vigneti per complessive cento tavole di terra. Se ho fatto bene i conti, calcolati sulle misure piemontesi cento tavole corrispondono ad una giornata e quindi ad un terzo di ettaro: una piccola proprietà isolata tra boschi ancora oggi molto estesi.
La fotografia raffigura il lato sinistro della chiesa dove, con fatica, si possono individuare diverse fasi di costruzione; è molto probabile che vi siano ancora resti medievali. Il compito di Storia Patria è quello di ricordare le emergenze storiche del nostro territorio e stimolare ricerche in merito.
CELLE LIGURE (1905-20)NELLE FOTO DI JAN NEER (Giovanni Celesia)
I PRIMI LIBRI DI FOTOGRAFIA FURONO DI MARIO STELLATELLI
I primi libri di fotografia che pubblicammo furono quelli di Mario Stellatelli dell’inizio del terzo millennio, ma il nostro archivio fotografico è ormai cospicuo. Il lavoro di Aldo Audisio e Angelica Natta Soleri, con la collaborazione di Francesco Fazio e Michele Manzi, non ci trova quindi impreparati nell’affrontare uno dei fotografi che meglio hanno descritto il nostro territorio, un altro tassello fondamentale nel definirne il genius loci di cui la Società Savonese di Storia Patria è custode.
Il titolo scelto – Tranquillamente al mare. Celle Ligure 1905-1920. Jan Neer fotografo (Marco Sabatelli editore) – è la didascalia collettiva di un centinaio di immagini fotografiche, a volte spedite come cartoline, di un mondo agricolo e marinaro che si sta trasformando in quello turistico che oggi conosciamo.
Il fotografo era Jan Neer, pseudonimo enigmatico di un militare varazzino dal nome più familiare di Giovanni Celesia (1860-1946). Nella ricerca, accolta nella nostra collana di Fonti e Studi, è stata definita finalmente con precisione la sua biografia e ci auguriamo che il lavoro sia destinato a proseguire con immagini degli altri paesi che coprì con il suo lavoro. In anteprima riportiamo di seguito una sintesi del testo introduttivo di Angelica Natta Soleri.
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Com’era Celle in quegli anni? Nessuno più lo ricorda, è trascorso oltre un secolo dalle fotografie di Giovanni Celesia, universalmente conosciuto con lo pseudonimo Jan Neer. Alcune zone sono irriconoscibili, altre si sono mantenute simili, comunque non uguali. Le case prospicienti il mare hanno subito profonde trasformazioni sia estetiche che distributive, pur mantenendo il loro fascino. (…).
L’Aurelia, il collegamento costiero della Liguria, era una striscia di terra battuta, stretta e difficoltosa: sottostante le rocce del promontorio dei Bottini, che transitava nel capoluogo, che passava sotto la Crocetta e si dirigeva verso la località Piani, senza case, con una profonda ansa sabbiosa. (…).
Anche la balneazione si è globalizzata, le pergole di frasche hanno lasciato il posto a più funzionali (e poco romantiche) tettoie e le cabine sono ormai tutte uguali; i trampolini su ruote restano un ricordo del passato e le boe, invece, continuano la loro funzione collegate al bagnasciuga da lunghe funi. Neer, varazzino, che ben conosceva la zona, forse immaginava queste trasformazioni e, pur restando attento agli aspetti commerciali del suo lavoro, ci ha documentato anche tanti angoli minori. (…).
Grazie alle sue fotografie – riprodotte nelle pagine del libro, in un’apposita sezione per metterle più facilmente a confronto -, assolutamente da non classificare come semplici cartoline, oggi possiamo muoverci nella Celle di un tempo: 1905-1920. (…).
Comunicato stampa
CELLE LIGURE17 LUGLIO 2020 –
ORE 21.15 TEATRO COMUNALE ALL’APERTO
Via Stefano Boagno -Palazzo Municipalea cura di FURIO CICILIOT, presidente della Società Savonese di Storia Patria,in colloquio con gli autori e i collaboratori del progetto. Di Jan Neer, pseudonimo del varazzino Giovanni Maria Celesia, molti ne hanno sentito parlare, altri hanno apprezzato le sue stampe in cartolina “vera fotografia”, nessuno ricorda più il suo lavorodedicato a parte della Liguria, ma anche alle montagne del basso Piemonte e alla Valle d’Aosta. Il volume «Tranquillamente al mare». Celle Ligure 1905-1920. Jan Neer fotografo, di Aldo Audisio e Angelica Natta-Soleri, anche se specificatamente dedicato alla località del savonese, offre molti spunti per una riscoperta più ampia.Celesia nacque a Varazze nel 1860, città in cui morì nel 1946 dopo un lunga e, per alcuni versi, incredibile carriera. Le sue prime esperienze iniziarono in Eritrea nel 1885, dove immortalò il Forte Mankullo e la vita dei militari; poi si dedicò alla fotografia come professione, anche documentando importanti avvenimenti: il Buffalo Bill’s Wild West Showa Genova nel 1906; le manovre militari di sbarco a Noli nel 1908, a cui partecipò il Re Vittorio Emanuele III; i soggiorni a Portofino Kulm della Regina Madre Margherita di Savoia nel 1908-1909; Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi a Varazze, ai Bagni Margherita, nel 1908 e, sempre nello stesso anno, Ruggero Leoncavallo, in acqua o in accappatoio sulla spiaggia, in occasione della rappresentazione al Teatro Laetitia della sua operaPagliacci; realizzò inoltre, per molti anni, foto industriali di imbarcazioni per i Cantieri Baglietto. Poi, oltre a un lavoro imponente a Genova, Varazze e Portofino e in altre località della riviera, operò con una documentazione unica e pressoché sconosciuta a Celle Ligure, località a cui era particolarmente legato, difatti qui avrebbe voluto acquistare una importante villa, ma la trattativa non si concretizzò.Il libro permette discoprire ad appassionati e curiosi, attraverso a una ampia biografia –attualmente la più completa sul fotografo –, chi fosse Jan Neer, pseudonimo che deriverebbe da un lungo soggiorno in Olanda, comunque non provato da alcun documento, forse una sempliceinvenzione. C’è poi il rapporto con il paese, con una serie di importanti riferimenti storici.
Com’era Celle in quegli anni? Nessuno più lo ricorda, è trascorso oltre un secolo dalle fotografie di Celesia. Qui, a differenza di altre località, non immortalò personaggi famosi, eventi o momenti di lavoro, realizzando in cartoline in “vera fotografia” una testimonianza unica e di notevole qualità, con immagini animate, caratterizzate da un ottimo taglio e da fresca immediatezza fotografica e compositiva. Gli scatti, tutti successivi al 1905, fino ai primi anni 1920, documentano anche in modo preciso il paesaggio, con vedute dai diversi lati dell’abitato, arrivando da Savona e da Varazze, prima del successivo sviluppo edilizio. Molti sono gli scorci architettonici: tra questi la Chiesa Parrocchiale, le case sul torrente Ghiare, la stazione ferroviaria e la massicciata con le rotaie, la Crocetta, i Piani, le vedute del bosco dei Bottini –in una decina di soggetti diversi –e del tratto di costa verso Albisola Superiore. È inoltre interessante il confronto di immagini anteriori e posteriori alla costruzione dell’imponente Villa Lagorio con la sottostante progressiva edificazione in località Piani; oppure il cambiamento dell’altopiano dei Bottini dove, alla fine degli anni Dieci, la Società Agricola Villini di Celle costruì un serie di edifici residenziali. Non mancano poi i turisti in spiaggia con lo sfondo degli stabilimenti balneari e delle case fronte mare, forse la parte del lavoro di Neer che oggi guardiamo con maggiore curiosità.
Gli autori Aldo Audisio e Angelica Natta-Soleri, attraverso i loro testi e il lavoro di organizzazione delle immagini, con uno scritto di Michele Manzi e la collaborazione di Francesco Fazio, hanno confezionato un’opera che permette di riscoprire Celle, senza nostalgie del passato, ma con uno sguardo attento e indagatore.Il libro ci ricorda, oltre al suo rapporto con Celle, anche la sua personalità e i suoi interessi, soprattutto per la montagna, dove fu socio dei CAIdi Biella, della UOEI–Unione Operaia Escursionisti Italiani e della ULE–Unione Ligure Escursionisti di Savona, dove ricoprì per lungo tempo il ruolo di presidente.
Giovanni Celesia, nelle rare fotografie che lo ritraggono, con i baffi e gli occhiali, appare impeccabilmente vestito–pare che si facesse confezionare abiti sartoriali ripresi dalle riviste di moda del periodo –, con i pantaloni alla zuava e i calzettoni, la giacca lunga di tessuto pesante indossata su di una maglia di lana o un gilet di stoffa, la camicia chiara, la cravatta e in testa la coppola o il cappello: un vero professionista d’altri tempi, ancora tutto da riscoprire, di cui restano solo i vividi ricordi trasmessi da preziose fotografie di mare e di monti e, in particolare, di Celle Ligure.