E’ stato consigliere comunale di opposizione, avvocato, un cognome prestigioso per via di papa, Franco Gallea, insegnante di liceo, insigne studioso, centinaia le prefazioni e i libri presentati, tre figli: Angelo, Roberto e Marco, quest’ultimo, nel 1981, all’età di 11 anni, portò Ceriale in cronaca nazionale, grazie ad un francobollo. Leggi anche la Pergamena alla famiglia Barone nell’anniversario del 370° ‘Sacco di Ceriale’ con altre 75 famiglie cerialesi discendenti dai rapiti riscattati durante l’assalto dei Corsari Turchi e Barbareschi.
Marco frequentava la quinta elementare, a Ceriale, e si è aggiudicato (primo classificato) il concorso indetto dal Ministero delle Poste per il bozzetto in occasione della XXIV Giornata del Francobollo. L’alunno aveva disegnato col pennarello una foresta con uno spazio bianco al centro, a significare gli alberi distrutti dall’uomo e dal fuoco. Oltre alla pubblicazione del disegno sul valore di 350 mila lire, vinse anche i due milioni (bella somma all’epoca) di cui era dotato il concorso. E per Ceriale, quando ancora la crisi del turismo non era giunta all’apice, fu una magnifica promozione pubblicitaria gratuita. Un tema, diremmo oggi, quanto mai attuale. L’umanità, gli alberi messi a durissima prova da troppi sciagurati, pensione alle foreste dell’Ammazonia. E senza andare lontani, qualche riflessione sul rispetto dell’ambiente nella nostra Riviera, anche se la Liguria e la provincia di Savona detengono il record nazionale di aree boschive. Con qualche collina ridotta a paesaggio lunare per colpa dei ripetuti incendi e che non sono mai seguiti gli annunciati programmi di rimboschimento. Si pensi alle colline che dominano e fanno da corollario a Peagna. Si pensi alla sorte di migliaia di alberi (palme soprattutto) abbattuti per via del cattivo stato di salute, ma anche di mancate cure e di ampi spazi pubblici ricoperti di asfalto e cemento. Ceriale che tuttavia può esibire, da cartolina e panorama unico, una pineta sul mare che non ha uguali in Liguria e alla quale è stata riservata dagli amministratori che si sono succeduti un’opportuna attenzione e valorizzazione.
I COMPLIMENTI MERITATI PER LE PALME DI CERIALE
COMUNE DI CERIALE E LA FAMIGLIA BARONE
PAGINE DI STORIA DA NON DIMENTICARE-
Luglio 2007 – La rievocazione storica del Sacco dei Turchi e dei Barbareschi si svolgerà in piazza della Vittoria venerdì 6 luglio alle 21, dove si svolgerà un Consiglio Comunale Straordinario con la partecipazione del console di Tunisia, Mondher Marzouk, e del console onorario della Turchia, Giovanni Guicciardi.
Durante il Consiglio si terrà un’orazione ufficiale sul tema del Sacco dei Corsari “Turchi” e Barbareschi del 1637 a Ceriale da parte del professor Franco Gallea e delle autorità presenti. Saranno inoltre consegnati gli attestati alle 76 famiglie cerialesi discendenti dai rapiti riscattati. Al termine si terrà un concerto della banda “N.S. di Pontelungo” ed uno spettacolo di fuochi pirotecnici.
La rievocazione si riferisce alla notte del 2 luglio 1637, quando Ceriale fu teatro di un tragico evento: quello che fu in seguito chiamato “lo sbarco dei Turchi”. Allora, nella parlata popolare, erano indicati come “turchi” tutti coloro che provenivano dall’Islam e dall’Impero Ottomano. In realtà si tratta di una scorribanda piratesca di genti provenienti dalla costa settentrionale dell’Africa. I pirati, si suppone con la complicità dei genovesi, sbarcarono e rapirono un gran numero di abitanti, che deportarono a Tabarca. Dopo lunghe trattative e dietro il pagamento di un pesante riscatto, gran parte di queste persone riuscirono a tornare a Ceriale. Quest’anno ricorre il 370° anniversario di questi fatti.
Tutta la manifestazione vuole essere un’opportunità di crescita civile, necessaria per cercare un futuro di pace.
La serata è realizzata con la collaborazione di OK Ceriale, Amici di Peagna e Seià Spiagge.
E NEL GIUGNO 2009- Il sacco di Ceriale …, messo in atto dai saraceni, diventerà uno spettacolo teatrale che sarà messo in scena in piazza della Vittoria proprio in occasione del 372esimo anniversario del fatto, che vide mettere a ferro e fuoco il paese, oltre all’uccisione o il rapimento di circa la metà dei seicento abitanti.