Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il ‘caso mazzette’ al Santa Corona
Tre arresti, tre indiziati per pranzi e biglietti allo stadio. Ecco le ‘Pompe Funebri Liguri’


Chi ha seguito la cronaca giudiziaria savonese per qualche decennio, dai primi anni ’70, si è imbattuto spesso con inchieste, processi, condanne, assoluzioni, per vicende legate al ‘caro estinto’. Da un po’ di tempo non c’erano tintinnii di manette nei pressi delle camere mortuarie. Ora c’è addirittura in ballo, seppur con due suoi soci, su 14, il colosso ponentino Pompe Funebri Liguri Srl, che spazia da Finale Ligure ad Andora e relativo entroterra fino a Pieve di Teco.

Trucioli.it nel non lontano passato aveva dato conto di qualche titolare di ‘onoranze funebri’ che si era convertito alla ‘vocazione massonica’, tra un’esplosione di conversioni al ‘bene comune’ soprattutto negli ospedali e sanità ligure. Suvvia, si è letto persino della presunta esistenza della ‘mafia del caro estinto‘. Cerchiamo di essere obiettivi e non navigare con la fantasia, non mischiare vicende e collegamenti (di cui si era letto) tra Sud e Nord con questa vicenda dei tre arresti per asserite ‘mazzette’ alla camera mortuaria del S. Corona (anzi di ‘pranzi e regalini ‘) e ci sia perdonato un riferimento da ‘ladruncoli di polli’.

E che da nonnini di ‘vicende giudiziarie’ locali, i ladri di polli veri li abbiamo subiti. Ben tre furti nell’ormai solitario orto con pollaio in centro Loano e che dopo le denunce alla locale stazione dei carabinieri avevamo tratto la conclusione si trattava di un caso davvero unico. Al punto da far ridere: “ladri di polli….c’è ben altro’.

Un loanese mostra il lucchetto tranciato da ladri per entrare nel suo orto sotto lOspizio Marino e derubarlo di ortaggi, dopo aver subito ripetuti furti anche di galline. Ma queste notizia, a Loano, non fa mai notizia. Ci pensano le telecamere a proteggerci e presidiare dai malintenzionati. Provare per credere.

E invece con il passare dei giorni capita di incontrare, proprio a Loano, altri derubati: “Ho un orto sotto il famigerato, per presenza di vagabondi extracomunitari, ex Ospizio Marino; ho subito ripetuti furti di galline ed ortaggi. Mi sono rivolto ai carabinieri, tutto inutile spadroneggiano. Quando ho deciso di mettere un robusto luchetto al cancello del terreno sono ricorsi al tronchesino. Ecco i risultati”. E mostra la foto. Non è andata meglio al pollaio di un geometra loanese sempre nella zona circostante la vecchia struttura ospedaliera. E’ di proprietà di Arte Liguria (società pubblica della Regione) e andata ripetutamente e invano all’asta. E dire che  ai tempi di Angelo Vaccarezza sindaco, La Stampa aveva annunciato due volte  l’interesse all’acquisto di una cordata di magnati russi  per un 5 stelle lusso e poi del patron di allora del porto di Loano Salvatore Ligresti.  Gli annunci intanto non costano nulla e la gente dimentica in fretta.

Abbiamo divagato ? Certo perchè a leggere che la vera corruzione che divora il Paese Italia passa dall’offrire qualche cena e da robuste ‘mance’, fa venire la pelle d’oca. Sia chiaro, chi conosce la professionalità della Procura della Repubblica di Savona e del procuratore capo Ubaldo Pelosi, difficile possa sostenere che abbiano preso un abbaglio. O diano la caccia alle lucciole vere, peraltro quasi scomparse.  Con il conforto del Gip che ha firmato gli arresti, Fiorenza Giorgi. Certamente l’indagine non è nata da una lettera anonima. Basterebbe fare un due più due per capire chi sono i titolari di pompe funebri che non fanno parte della galassia  Pompe Funebri Liguri e siano gli stessi (i concorrenti), dopo ripetuti casi, ad avere fatto il dovere di cittadini che non si voltano dall’altra parte. Per tutelare i loro legittimi interessi di fronte a chi si procurava lavoro e utili ricorrendo alla antica pratica di ‘ungere le ruote’ ? Nel caso, secondo l’accusa, e se sarà dimostrato, un addetto, Vincenzo Brancati, dipendente Coop genovese Ma.Ris che gestisce  l’obitorio del Santa Corona, il più ‘produttivo’, scusino il termine, ma ci riferiamo ai numeri di decessi tra gli ospedali del ponente ligure.

E nel lontano passato frutto di lotte micidiali, con esposti, ricorsi al Tar, al Consiglio di Stato, nei tribunali civili, tra chi aveva vinto l’appalto con l’Usl (all’epoca ristrutturando un intero padiglione) e chi era tagliato fuori. Ci fu perfino qualche ‘scontro fisico’ tra addetti. Con personaggi anche importanti nel contesto economico savonese e poi caduti in disgrazia. A testimonianza l’archivio stampa che le giovani generazioni non conoscono e che i più dimenticano o ignorano.

Così sta facendo un gran chiasso e molta risonanza mediatica, in tutta Italia, il blitz della Guardia di Finanza di Finale Ligure con una decina di perquisizioni tra abitazioni private e uffici “per mazzette (diciamo pure presunte) pagate per i servizi funebri”, con l’arresto di due soci di Pompe Funebri (di Pietra Ligure e Borghetto S. Spirito): Carlo Quaranta e Fabio De Giovanni, entrambi incensurati, entrambi figli rispettivamente del presidente (pure inquisito) e di un socio della ‘Liguri’. E forse alla loro prima disavventura giudiziaria da operatori di funerali. E un caso di affiliazione massonica, ma non è reato. Il terzo arrestato è Vincenzo Brancati (dipendente Ma.Ris).

Scrive l’accorto cronista di giudiziaria del Secolo XIX, Giovanni Ciolina: “Tra gli indagati figura don Carmelo Galeone cappellano al Santa Corona (e non solo ndr) per aver vantato un credito di 150 euro da Fabio De Giovanni, come emergerebbe da un’intercettazione telefonica.  …Il tutto  nello scambio di informazioni di nuovi defunti in obitorio“.

E il restante e più robusto castello accusatorio ? Ancora dal Secolo XIX: “Due cene pagate da De Giovanni e Quaranta a Brancati e alla collega della cooperativa Ma.Ris, Maria Luisa Cipolliti, pure inquisita…La difesa sostiene che proprio l’incontro conviviale dimostrerebbe che  non c’è stata corruzione….ma un semplice gesto di cortesia tra chi lavora nell’obitorio e dintorni.”

Solo due cene dunque ? Leggiamo ancora: “ C’è un biglietto offerto  a Brancati, in occasione della partita Inter – Lecce…, dal titolare di pompe funebri De Giovanni. Si accenna  al “pericolo di reiterazione del reato e dell’inquinamento di prove”, non già, aggiungiamo, alla terza ipotesi per la sussistenza dell’ordine di cattura, ovvero la fuga.

Quindi un accenno più che concreto agli esposti della concorrenza (pare un paio) e alla presenza del quasi ‘monopolio’ delle Pompe Funebri Liguri sul mercato del caro estinto nel ponente savonese ed entroterra, a cui negli ultimi anni si è aggiunta l’ormai abituale frequenza della cremazione che comporta altri costi e disagi per le famiglie, attesa di giorni compresa. Un gran business in altre realtà private del Basso Piemonte, dopo che Albenga e Loano avevano rinunciato perchè il ‘forno’ avrebbe provocato fumi tossici e avrebbe danneggiato il buon nome turistico della cittadina e dell’agricoltura. L’impianto sarebbe stato realizzato e gestito da una società creata ad hoc ad Albenga che coinvolgeva soprattutto soci delle Pompe Funebri Liguri. Iniziativa che invece aveva trovato piena accoglienza dal Comune di Sanremo dove però, chissà perchè, si è scatenata una guerra con ricorsi al Tar tra opposti concorrenti. Nulla di nuovo quando c’è un appalto in ballo in questo nostro benedetto Paese.

Tornando a bomba. Non è fuori luogo ipotizzare che, dopo il blitz iniziale, gli inquirenti siano ora alla ricerca di nuove prove o addirittura sulle tracce di un presunto sistema di ‘favori’ che si sarebbe consolidato e forse sarà possibile dimostrare. Oppure rimarranno nelle maglie della giustizia le quisquilie, se non un pugno di mosche?

DAL SITO DELLE POMPE FUNEBRI LIGURI –  Siamo presenti, in maniera capillare, con ben dodici agenzie sul territorio del Ponente ligure, nei comuni di Albenga, Alassio, Andora, Borgio Verezzi, Borghetto Santo Spirito, Ceriale, Finale Ligure, Laigueglia, Loano, Pietra Ligure, Toirano per quanto riguarda la provincia di Savona e nel comune di Pieve di Teco in provincia di Imperia.

Il gruppo “Pompe Funebri Liguri” nasce nel 1998 dall’unione di singoli imprenditori di agenzie di onoranze funebri locali che decisero di mettere insieme la propria esperienza pluridecennale al servizio di chi necessita discrezione, serietà e rispetto nel difficile momento della perdita di una persona cara. La sinergia prodotta dall’unione delle imprese di Onoranze Funebri e la lunga esperienza maturata dai singoli, permette di offrire un servizio completo e professionale.

Per ricordare il proprio caro defunto la modalità più diffusa è certamente quella di far realizzare nel luogo della sepoltura una lapide dove viene indicato il nome e cognome del defunto, la data di nascita e la data di morte, una foto ed eventualmente una frase che lo ricordi. La lapide di solito è realizzata con una lastra di marmo o di pietra, posizionata sul sepolcro o sulla tomba vera e propria rappresentante la memoria della persona defunta. Pompe Funebri Liguri, attraverso le undici agenzie funebri nel Ponente ligure, è in grado di essere vicina alle famiglie dei defunti anche nel momento della scelta della lapide per ricordare il proprio caro.

Le Pompe Funebri Liguri da sempre vicine alle famiglie provvedono anche all’ allestimento della tomba attraverso la realizzazione di lapidi cimiteriali ed opere marmoree su cui effettuare applicazioni o direttamente le incisioni del nome e di frasi commemorative per ricordare il caro estinto. In collaborazione con maestranze artigiane specializzate nella lavorazione del marmo, del granito e delle pietre naturali le Pompe Funebri Liguri realizzano e mettono a disposizione: Realizzazione lapidi cimiteriali- Accessori per Lapidi, Incisioni, Portalampade, Cornici, Portafiori, Realizzazione pergamene fotoceramica”.

ECCO IL ‘MONOPOLIO’ DELLE POMPE FUNEBRI LIGURI SRL

La sede legale si  trova ad Albenga in Regione Torre Pernice 6/D.  Atto di costituzione  il 4 novembre 1997. Presidente del Consiglio di Amministrazione è Giovanni Quaranta. Il capitale sociale 117.021,00. Al 31 dicembre 2019 gli addetti 36, 14 i soci, 13 gli amministratori, 15 le unità locali (uffici).

IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE – Giovanni Quaranta, nato a Sant’Albano Stura (CN), 76 anni, residente a Pietra Ligure. Vice presidente Carlo Munari, 84 anni, Loano. Consiglieri: Annito Cha, classe 1945, Cisano sul Neva; Nicola Nato, Reggio Calabria, classe 1952, Albenga; Francesco Nato, Reggio Calabria, classe 1956,  Albenga; Antonio Tripodi, Oppido Mamertina ( Reggio Calabria), Ortovero; Roberto Carzolio, Finale Ligure, classe 1963; Francesco Canepa, Finale Ligure, classe 1948;  Carlo Quaranta, Pietra Ligure, classe 1967; Luca Messa, Loano, classe 1969; Girolama Pietrantonio, nata a Valencia Venezuela, classe 1965, Andora; Fabio De Giovanni, nato ad Alessandria, classe 1968, Borghetto S. Spirito; Emanuele Balbo, Albenga, classe 1988.

Nel corso degli anni  ci sono stati diversi trasferimenti di proprietà e di quote, fusione per incorporazione che va dal 1998 al 2015. In gran parte vedono le Pompe Funebri Liguri nel ruolo di cessionario. Come per La Pietra Srl, il cedente Aldo Gagliolo, stessa sorte per  Del Buono ALASSIO di Balbo D. e C.. Sas, Pompe Funebri La Pievese di Annito Cha, Onoranze Funebri Albenganesi SNC di Nicola Nato. Lirof, Imprese Liguri Riunite con cessione anche in questo caso a Pompe Funebri Liguri che va da capofila o capogruppo.

Insomma siamo di fronte ad un cartello pienamente legittimo, fino a prova contraria, dove l’unione, si suol dire, fa la forza.  E non c’è dubbio che si dia filo da torcere ad ogni potenziale e possibile concorrente. Quanti sono ? E chi sono ? Gli stessi, uno o più, che si sarebbero resi conto del presunto gioco sporco ? Chi ricorda ancora le inchieste e le vicende a Cairo Montenotte e Carcare, all’ospedale San Paolo di Savona, al Santa Corona (anni ’80), all’ospedale di Albenga.

Il colosso pompe funebri di 14 associati non può travolgere e mettere tutti all’indice. Gli inquisiti del Cda sono tre. Sarà l’accusa a dover dimostrare che siamo in presenza di grande calderone e non già, come emergerebbe finora, dell’operato di singoli, una minoranza.  Se poi, come lamentano i presunti ‘danneggiati’, serve finalmente un po di pulizia, purtroppo affidata all’autorità giudiziaria, non si può che convenire. Purchè non si faccia di ogni erba un fascio.

NOMINA DEL DIRETTORE DELL’UFFICIO PER LA PASTORALE DIOCESANA

E CAPPELLANO DEL SANTA CORONA

Il 16 gennaio  2020 il vescovo Guglielmo Borghetti comunica la nomina del nuovo Direttore dell’Ufficio per la Pastorale della salute nella persona del Reverendo sacerdote don Carmelo Galeone, attualmente cappellano dell’Ospedale S. Corona di Pietra Ligure (vedi trucioli.it…..).

ERA IL 26 AGOSTO 2010- Pietra Ligure – Doveva custodire le camere mortuarie, invece derubava i necrofori mentre trasportavano le salme. Così una donna di 32 anni è stata giudicata colpevole dal Tribunale di Savona che la ha condannata a sei mesi con la condizionale. La donna è caduta in una trappola tesa dai carabinieri per individuare il colpevole di un furto avvenuto a fine giugno, quando un ladro aveva svaligiato il furgone delle onoranze funebri. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Ubaldo Pelosi, la guardiana avrebbe colpito la prima volta sabato 26 giugno. Ma fatale è stato il secondo colpo, avvenuto ieri quando la donna ha aperto la portiera del furgone e ha preso cinquanta euro dal solito marsupio. Questa volta, però, all’uscita dal camioncino si è trovata davanti i carabinieri che l’hanno arrestata.


L.Corrado

L.Corrado

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