Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Qui Quiliano News, benvenuti!
Il motto: ‘Comunicare ed informare’
‘Il territorio come fine e come mezzo’
La nuova sfida di Mario Muda dopo ‘Il segno’


Scendere in pista (nel giornalismo locale dove era sbocciata la vocazione e si era cresciuti nella redazione del Secolo XIX Savona) a 71 anni, da dignitoso pensionato. Una sfida, si direbbe, quasi un rimettersi in gioco che però non ha nulla di venale. Vince la passione e l’impegno civile. Non è più la corsa alla notizia, ad arrivare primi, ad avere più particolari. E’ semmai un impegno per informare a dovere una comunità e far crescere futuri giornalisti. Mario Muda è l’artefice, non solitario, di Quiliano News. Nel 2012 tra i fondatori de ‘il segno'(editore Comune di Valdo Ligure, ai tempi della giunta Caviglia) e nel primo editoriale concludeva: “Finire la mia carriera qui più che un regalo è un onore”. Mai dare per scontato…Dietro l’angolo c’è sempre un’opportunità, salute permettendo.

Mario Muda già vice direttore del Secolo XIX e gavetta nella redazione di Savona del Decimonono eoggi con Quiliano News: ‘Una redazione al servizio del territorio’

Mario Muda è il suo recente libro: ” La Savona della farinata. Luoghi, persone e storie“. Era il 12 dicembre nella sala della Camera di Commercio. Nel 2012 invece a Vado Ligure, con ‘il segno’ , a scrivere: “Ecco, questo giornale vuole non certo oscurare i fatti, ma offrire a tutti i protagonisti della storia attuale di Vado Ligure, la possibilità di esporre le proprie ragioni, i propri punti di vista. Alla giunta di Vado Ligure questo non è stato consentito. Non sempre e non sempre in modo esauriente….“. Si citavano: “…. frangenti spinosi, sovente ferite aperte, la Tirreno Power, la Piattaforma Maersk ….” Oppure: “....Vado Ligure può avere una buona qualità della vita. Basterebbe sapere cosa ci scivola nei polmoni, impregna il terreno, i corsi d’acqua, non parliamo dell’acqua del mare….”.  E ancora:..”Si sono dette molte cose su organici, costi, prebende.  Alcune anche sono state scritte, senza verificare, dai soliti killer mediatici…”. E in ossequio alla trasparenza: “…A tutt’oggi (ed eventuali variazioni verranno comunicate) questo giornale è costato 444,76 euro di logica burocrazia…” Per concludere: “Sono nato qui a Vado Ligure, al 48 di via Caduti per la Libertà, in linea d’aria nemmeno cento metri dalla Redazione….”. Quell’esperienza professionale da volontario si concluse con Muda che lascia, sbattendo la porta si suole dire. Non voleva essere al guinzaglio di nessuno.

E OGGI, APRILE 2020, TECNOLOGIA E RESISTENZA – Quiliano ha oltre 40 luoghi dedicati ai Partigiani e alla Resistenza. Con Quilianonline sarà possibile tramite Codici QR leggere la storia di ogni luogo e del partigiano a cui è stato intitolato, un luogo, una via, un edificio. Ogni settimana una nuova commemorazione. Leggi di più su https://www.quilianonline.it/…/fratelli-cervi-una-quercia-…/

UNA COMUNITÀ SUL WEB – Il progetto di Comunicazione che riguarda il territorio di Quiliano si basa su un portale che propone di raccogliere tutte le attività sociali, economiche, culturali presenti, in modo da rappresentare una mappa con una doppia valenza: una per gli utenti che vogliono conoscere l’identità delle risorse presenti e l’altra per i protagonisti che  possono confrontarsi e sentirsi partecipi di un identico processo comunitario.

Questo progetto è sostenuto e alimentato da un giornale on line, promosso dall’Amministrazione di Quiliano, giornale che raccoglierà e illustrerà tutte le informazioni che riguardano la Comunità di Quiliano. Dalla promozione delle attività imprenditoriali, sociali e culturali, alla rappresentazione di tutte le attrattive e percorsi legati alle eccellenze sia enogastronomiche sia ambientali e sportive, con particolare riferimento ai percorsi e alle opportunità dell’outdoor.

L’intento è quello di essere una costante vetrina sulla qualità espressa, in tutti gli ambiti, da Quiliano. Il punto di incontro, riferimento e sviluppo del progetto-vetrina sarà questa piattaforma on-line, fruibile gratuitamente, in grado di raccogliere, spiegare, presentare, offrire, nelle varie declinazioni della comunicazione digitale, la gran parte delle realtà, dei fermenti, delle informazioni del territorio. Questo portale di “insieme” nei nostri intenti vorrebbe creare un senso diffuso di appartenenza e sviluppare un orgoglio territoriale, una responsabile presa di coscienza dei propri mezzi.

Il progetto, aperto a tutti coloro che vogliano collaborare e sentirsi parte di questa prospettiva informativa, parte, in un momento così difficile della nostra vita, con la certezza che non si tratti di un punto di arrivo di un’idea, ma il punto di partenza di un nuovo modo di rappresentare e scrivere il territorio e la sua Comunità.

Mario Muda – STORIE, FATTI E IMPRONTE DIGITALI

Ha lavorato come giornalista. Come curatore editoriale e autore ha realizzato saggi e pubblicato testi di divulgazione storica, libri e racconti. Per professione è stato chiamato alla conduzione di reparti e settori editoriali. Con l’arrivo di internet ha frequentato prevalentemente la nuova frontiera delle tecnologie digitali. Ex vicedirettore alla multimedialità de “Il Secolo XIX”, ha curato per la Sep i rapporti fra cartaceo, radio e web, dirigendo i settori di competenza. Successivamente ha fondato e diretto giornali e testate on line di cronaca e cultura. Ha realizzato progetti digitali riguardanti la lotta al lavoro minorile e, con il sito Game Over la disoccupazione e i rapporti umani.

Marco Oliveri – UN VETERANO DELL’INFORMAZIONE WEB

(Genova, 1989) vive a Savona e dal 2015 è giornalista pubblicista. Si avvicina al mondo dell’informazione locale nel 2012, scrivendo per il quotidiano online del Comune di Vado Ligure “Il Segno News”, al quale collabora dal 2013 al 2015. Nello stesso periodo, cura il sito “Savona Graffiti” per l’assessorato ai quartieri del Comune e recensisce concerti sulla rivista musicale “Rockerilla”.
Dal 2016, collabora con il mensile “Il Letimbro” e, dal 2017, è collaboratore de “Il Secolo XIX” di Savona, per il quale si occupa soprattutto del sito web, realizzando videoservizi di eventi e cronaca bianca. Cantautore e polistrumentista, affianca l’attività giornalistica a quella musicale.

Andrea Oliveri – DA MOGOL AL WEB LE PASSIONI DI UN CANTAUTORE

(Genova, 1989) vive a Savona e nel 2011 frequenta un corso di formazione per addetto stampa promosso dalla Provincia, per il quale consegue l’attestato di responsabile della comunicazione e svolge uno stage al “Secolo XIX” di Savona nel 2012.
Diploma di maturità linguistica, è anche cantautore e polistrumentista impegnato in diversi progetti musicali, con cui ha all’attivo concerti e produzioni. Nel 2017, è tra i vincitori di una borsa di studio prevista da un bando della Regione Liguria che gli permette di frequentare la scuola di Mogol per autori, compositori e interpreti al Centro Europeo di Toscolano, dove segue il corso di perfezionamento per interpreti di musica leggera.

Sabrina Rossi – GIORNALI ON LINE E PASSIONE PER LO SPORT

Laureata magistrale in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Genova. Ha maturato esperienze lavorative in amministrazione del personale e contabilità presso studi professionali. Appassionata di giornalismo, ha una consistente collaborazione con giornali online di Genova e Savona, settore che predilige per tempestività e completezza. Si occupa di notizie di sport e non solo: anche storia, cultura, ambiente sono temi per lei di grande interesse.

Matteo Sozzi – SURFARE IL WEB PENSANDO ALLE PERSONE

(Savona 1982) Laureando in scienze della comunicazione, comunicatore e creatore di eventi con la propensione a gestire pagine social media si avvicina al mondo della promozione creando la 1° gara di MTB specialità enduro del comune di Savona nel 2017. Gli studi e la propensione per la comunicazione lo portano a gestire pagine social media, curandone tutto il contesto. Dal 2018 collabora con NATI LIBERI APS. associazione di servizi alla persona che si occupa del benessere sia fisico sia spirituale delle persone curandone l’immagine e la visibilità. Cinema, surf da onda, nuoto in mare, mountain bike, insieme ai viaggi sono le sue passioni.

COMUNICARE E INFORMARE:

IL TERRITORIO COME FINE E COME MEZZO

L’Associazione IMPRONTE DIGITALI APS persegue  finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale valorizzando la partecipazione dei giovani alla vita culturale e alla società civile, senza scopo di lucro. Questo avviene attraverso interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio con l’organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività, anche editoriali, di  promozione  e  diffusione  della cultura. L’impegno è quello di produrre  contenuti multimediali e informare  nel campo della cultura, dell’arte, della solidarietà promuovendo e valorizzando le tradizioni locali, il territorio e la sua storia, le attività e i prodotti tipici, le sue eccellenze, diffondere la cultura del mare e della montagna anche al fine della difesa dell’ambiente.

L’associazione Impronte Digitali intende perseguire i propri obiettivi tramite: produzione e/o organizzazione di eventi, manifestazioni, mostre, rassegne cinematografiche, festival, concerti, spettacoli e sagre; pianificazione di strategie di comunicazione e servizio di ufficio stampa; creazione e gestione di siti web, piattaforme multimediali, soluzioni informatiche, edizione di libri e giornali; produzione di documentari, film, video, emissioni radiofoniche e programmi televisivi e l’organizzazione di formazione continua.

IMPRONTE DIGITALI APS ha una testata editoriale e giornalistica: I.D. MAGAZINE GLOCAL che pubblica due giornali on line:

www.sdream.it www.quilianonline.it

ERA IL 18 GIUGNO 2012 QUANDO IL QUOTIDIANO IL PRIMO QUOTIDIANO ONLINE ‘SAVONANEWS’ PRESENTAVA:
Stamane la conferenza stampa di presentazione con il sindaco Attilio Caviglia e il direttore Mario Muda. In bocca al lupo (meglio,ai lupi) dalla redazione di Savonanews.it

Mentre qui sotto, il bell’editoriale di Mario Muda”

LE RAGIONI DI UNA FORZA

Vado Ligure sembra una cartolina stracciata. Di quelle vecchie, usate male, anche impropriamente, ed ora, nel metterla da parte, ti ci cade l’occhio sopra. L’immagine ricorda qualcosa, ma ormai l’insieme è perduto e non vale la pena di ricomporla. Fabbriche, insediamenti industriali, centri commerciali, scelte urbanistiche scellerate. Un dio, folle e cieco, ha donato la fortuna, attraverso il tempo, del lavoro, e tanto, e di una natura straordinaria.

Doni meravigliosi che Vado Ligure ha quasi sperperato, dovendo sempre ripagare tutto a peso d’oro. Ha contrattato la piana, il cielo, le spiagge, in cambio di occupazione, posti di lavoro non solo per i residenti, ma anche, e in gran parte, per i dirimpettai del comprensorio e i vicini di casa della provincia.
Il prezzo ambientale, urbanistico e strutturale, che ormai è devastante, Vado Ligure, però, lo ha sostenuto da sola e, sempre da sola, ancora oggi, lo sta pagando interamente. Altrove si piazzano le vasche idromassaggio e gli elettrodomestici supertecnologici. Il water, invece, lo lasciano qui, fra gli argini compressi dal Segno e il Quiliano.
Ovunque questa città dallo sfondo sbiadito, sembra un’enorme periferia, un eterno cantiere in via di smantellamento.
Eppure i frammenti, anche senza più intensità e coesione di quella cartolina, hanno un fascino e un richiamo, una forza, che non sono certo dati dai monumenti dispersi, dalla Storia stemperata, dalle frange di scorci ormai oscurati dal cemento. No, l’unicità di Vado Ligure è garantita dalla sua forza vitale e solidale che la rende – nel bene e nel male- una situazione esclusiva. Un laboratorio irripetibile. Unica.
Particolare, dura, più portata allo scontro e al mugugno che non alla platealità e all’apparente gentilezza di altre genti, Vado Ligure, da sempre, è un automatismo di dignità e fierezza che l’hanno resa un esempio nella storia delle lotte sociali, della Resistenza, della ricostruzione.
La spina dorsale di Vado, la sua reattività allo scatenarsi degli elementi avversi, siano stati politici, economici, naturali, sono da ricercare in motivazioni e capacità decisionali rappresentate dal mondo operaio, dalla sua coesione, dalla sua determinazione, dal suo radicato senso di appartenenza.
Con il procedere degli insediamenti, con il progredire della sua qualificazione, con l’aumentare dei posti e degli occupati, Vado Ligure ha riverberato sull’intera provincia non solo la solida posizione occupazionale e quindi economica di una classe sociale compatta e concreta, ma anche quanto, questa manodopera, ha saputo rappresentare sia in termini di qualità, di espressione politica e sindacale.
Operai consci delle proprie forze, delle proprie potenzialità di massa critica, ma anche profondamente legati alla centralità del mondo del lavoro in cui la fabbrica era la “loro” fabbrica, il posto veniva sì garantito dalle potenzialità di mercato, ma anche e, soprattutto, dalla loro abilità professionale.
Una fabbrica era un luogo di fatica, ma anche di identità e di identificazione. Paul Michallet, era un “padrone”, un padrone francese. Ma ha chiesto di essere sepolto qui, a Vado, nella città della sua fabbrica, a fianco dei “suoi lavoratori”.
Tutta la storia di Vado Ligure, quindi, deve essere letta considerando la forza e le motivazioni della sua classe operaia. Le doti morali di una città passano attraverso le lenti di questo visore e da queste non possono prescindere. Cardine dell’integrità generale, oltre all’occupazione stessa, è stata la dignità del lavoratore e del suo lavoro che hanno rappresentato una garanzia per l’intero tessuto sociale non solo di qui, ma anche di molta parte della provincia savonese.
Vado Ligure non è un’entità astratta dove le vie e le case non abbiano storia, le fabbriche e i luoghi d’incontro non vantino una tradizione. No, qui, non è così. I nomi delle fabbriche sono i versi di un’epopea operaia scandita da lotte dure e disperate in difesa e a sostegno dell’occupazione.
In prima linea non solo i lavoratori, ma tutta la popolazione vadese. Puntello, sostegno, sprone. Non sono state dimenticate le lezioni dell’Ape, due anni di mensa operaia pubblica per lavoratori e le loro famiglie, della Fornicoke, di Monteponi, Riot, Scali&Bacini, Sirma.
Una storia forte, con momenti esaltanti e dolorosi, ma alti e indimenticabili come lo sciopero del marzo del ’44. Un narrare che si svolge seguendo un filo rosso e continuo, senza incertezze, ombre, ripensamenti. E questo indipendentemente dal colore politico e dalla fede di appartenenza, dove parrocchia e partiti hanno svolto un ruolo fondamentale per sostegno, fermezza ed etica.
Non slogan, ma concetti. Sempre tesi al rispetto della persona e alla difesa della sua dignità. Il lavoro è fondamentale e primario, la salute, la certezza della vita, lo sono altrettanto e forse adesso, oggi, in questa città, sono elementi cardine, ancora più inderogabili, imprescindibili. Vado è tutto questo. E questo lo impari, diventa il tuo fluire, anche se arrivi da un’altra città, hai attraversato un altro mare, parli un’altra lingua che adesso ti rimbomba di nostalgia nella testa. Qui ti senti meno solo, accolto, partecipe.

Vado Ligure, Vuè, ha un volto, un volto conosciuto in ogni persona che passa, in ogni gesto, in ogni segno fatto. Tutte cose che hanno una storia antica, arrivano da un lontano che si conosce, che ha segnato e contraddistinto questa città e la sua gente. La forza quasi metabolica di Vado la si annusa nell’aria quando c’è un rischio, cresce un’emergenza, sale un problema.

La solidarietà e la reciprocità non sono termini di esercizio retorico, ma si riscontrano ogni giorno come quando si sbircia un re da dietro un mazzo di carte e il tuo vicino ti chiede del figlio senza lavoro, della moglie ammalata. Quando non si dorme per giorni perché bruciano le colline e i roghi devastano le case e la tranquillità delle ore serene. E tutti si schierano, spalla a spalla per portare aiuto. Darsi la voce come stringersi la mano. Non solo. Vado Ligure raccoglie gente d’intorno che vuole fare cultura, approfondire il sapere, cerca occasioni per crescere nello sport, confrontarsi.

Da sempre, fino ai nostri giorni, giorni non facili, scanditi da ore tormentate che hanno diviso nuovamente persone, famiglie, lacerato gli animi. Oggi, come un tempo, scelte obbligate, indispensabili per la dignità, il rispetto e la libertà di tutti.

Vado Ligure è una realtà che cambia e che è stata costretta a cambiare. Ma è una città forte, l’economia, il commercio, l’industria, stanno vivendo ore terribili perché da ogni parte, si sentono arrivare i colpi della crisi che spesso colpiscono alla cieca, ma che qui, qualche volta, e in modo sospetto e ambiguo, vengono sferrati con precisione chirurgica. Ma Vado Ligure non ha solo fabbriche in apnea, insediamenti produttivi in affanno. Molte delle sue energie vitali funzionano al meglio e, nonostante le aggressioni del mercato e della congiuntura, dimostrano di saper ribattere coraggiosamente e con buoni risultati.
Da questo, forse, bisogna prendere spunto per cominciare a reagire e a sperare. La città ha una spina dorsale solida, integra e ha ancora, e soprattutto, grandi capacità reattive. Noi de il segno il giornale che state leggendo vogliamo raccontare la voglia di riscatto di Vado, l’intensità della sua grande forza sociale e umana, il meglio e il più costruttivo di quello che sta accadendo. Vogliamo lasciare un’indicazione, una traccia, un segno. Il segno, appunto.
Abbiamo utilizzato i sistemi di oggi, internet è un’autostrada che ci può portare ovunque in ogni momento, sobbarcandosi anche carichi pesanti, senza fatica. Ma sbirciando la comunicazione tradizionale che resta fondamentale e imprescindibile. Di queste pagine è possibile ricavare una copia cartacea, e quindi, chiunque voglia, potrà leggerle o consultarle in redazione, a casa, o in Municipio che la casa di tutti. E’ facile trovarci, noi siamo a disposizione per spiegare, chiarire, discutere. Non solo.

Chi vuole potrà essere raggiunto direttamente dalle notizie, articoli, edizioni speciali, che via via produrremo e che sono, gratuitamente, a disposizione di ognuno. Quello che la Giunta deciderà, le scelte, le motivazioni, i fatti come le opinioni, potranno arrivarvi in tempo reale e in modo esauriente. Quello che vedete è solo un punto di partenza, non di arrivo.
E’ stato organizzato e realizzato in pochissimo tempo e con mezzi ridotti all’osso. Ma è una base su cui incominciare a ragionare, discutere. Un primo abbozzo per farci conoscere. Abbiamo trovato argomenti e offerto l’occasione per uno spunto, una riflessione.
Non sarà un peana, né megafono per l’amministrazione comunale. Se raccontiamo della Ludoteca, sottolineandone risultati e qualità, non è certo per imbrillantare un soggetto la cui storia è cominciata sedici anni fa e la cui caratura è ampiamente riconosciuta in tutta la regione. E così per lo sport, le Società di mutuo soccorso, l’Università.

Non sarà un giornale di struzzi, né per lettori schierati. Sui frangenti spinosi, sovente ferite aperte, la Tirreno Power, la Piattaforma Maersk tanto per fare un esempio, riporteremo, potete già controllare, i diversi punti di vista.
In questo sta la novità, la prima grande rivoluzione di questo piccolo giornale. La giunta di Vado Ligure finalmente potrà dire la sua. Da due anni a questa parte, lanzichenecchi mediatici, per qualche pagina di pubblicità o un giro di samba con qualche bajadera fronte mare, hanno travisato la realtà dei fatti o raccontato solo una parte del problema, fornendo un’unica versione degli avvenimenti, spingendo l’opinione pubblica verso una sola direzione e, nei momenti di grande tensione occupazionale, esasperando la massa manovra della sensibilità.
Ecco, questo giornale vuole non certo oscurare i fatti, ma offrire a tutti i protagonisti della storia attuale di Vado Ligure, la possibilità di esporre le proprie ragioni, i propri punti di vista. Alla giunta di Vado Ligure questo non è stato consentito. Non sempre e non sempre in modo esauriente.
Vorremmo anche raccontare, da vadesi, quanto valga la pena di essere raccontato, ricordato e narrato. E questo per le piccole, come le grandi cose. il segno sarà un’opportunità. Non ci facciamo illusioni né vogliamo illudere nessuno: non ci sono tesori culturali di assoluto rilievo, né scorci irripetibili, da esaltare. Però esiste un tesoretto emotivo, storico, umano che deve essere valorizzato e fatto conoscere, sicuramente trascurato in questi anni, colpevolmente dimenticato.
La qualità della vita è data, dal lavoro che facciamo, dall’aria che respiriamo, da come riusciamo a trascorrere il nostro tempo libero e da come i nostri cari riescono a vivere, assieme a noi, il posto che abitiamo, che amiamo.

Vado Ligure può avere una buona qualità della vita. Basterebbe sapere cosa ci scivola nei polmoni, impregna il terreno, i corsi d’acqua, non parliamo dell’acqua del mare.  Quanto traffico ci avvelena il sangue, quanto rumore ci sconvolge il sonno. Noi riporteremo le battaglie dell’amministrazione in questa direzione perché abbiano risonanza e giusto rilievo. Una sola precisazione ed è doverosa, avrei voluto trascurarla, ma lo devo al mio editore (il Comune di Vado Ligure).

Si sono dette molte cose su organici, costi, prebende.  Alcune anche sono state scritte, senza verificare, dai soliti killer mediatici. Tutte sbagliate.

A tutt’oggi (ed eventuali variazioni verranno comunicate) questo giornale è costato 444,76 euro di logica burocrazia.

Collaborano al giornale tre giovani che stanno effettuando uno stage conclusivo del corso organizzato dalla Provincia di Savona per “Responsabile della Comunicazione”. Le migliaia di ore del mio lavoro e di quello di Simona Simonetti che ha realizzato la piattaforma multimediale, al Comune non sono costate nulla, si tratta di una donazione gratuita arrivando da scelte e motivazioni personali.
Questo giornale, infatti, (e qui sotto potrete leggere come è nata l’idea) è stato ideato per offrire ai giovani, che hanno voglia di mettersi in gioco e di provare, l’opportunità di imparare un mestiere, una tecnica giornalistica, di capire come evolve il mondo del lavoro nell’informazione e quali possibilità reali vi siano di sbocchi occupazionali.

Il tutto, sotto il controllo e con la piena collaborazione dell’Ordine dei Giornalisti e dell’Associazione Giornalisti, perché non vi siano né le eventualità né i sospetti di sfruttamento professionale. Se qualcuno ha dei dubbi sul futuro di Vado Ligure venga ad osservare il lavoro di questi giovani. Stanno avendo una chance e l’hanno saputa sfruttare. Perché non può avvenire per tutto il resto?
Anche per chi scrive è una straordinaria opportunità. Sono nato qui a Vado Ligure, al 48 di via Caduti per la Libertà, in linea d’aria nemmeno cento metri dalla Redazione. Finire la mia carriera qui più che un regalo è un onore”.

Mario Muda

La redazione di Savona nel 1980 con Luciano Angelini, Sergio del Santo, Mario Muda, Gino Pellosio, Nanni Basso, Angelo Verrando, Luciano Lazzari e Luciano Corrado

Una vita in redazione,  quella di Mario Muda, sulla strada, negli uffici, luoghi di lavoro, alla macchina da scrivere,  ai ‘Fuori Sacco’, alla telescrivente, ai dimafoni, al desk. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal marzo del 1980 senza passare dall’albo dei pubblicisti. L’esperienza e la prima scuola, da collaboratore, nella sede del Secolo XIX – Savona di Via Luigi Corsi, con Luciano Angelini caposervizio e a capo della redazione, poi con Sergio Del Santo, il praticantato. L’esame a Roma, l’iscrizione all’albo regionale e nazionale.

In quella stessa sessione di esami (prima scritti e se promossi, orali), oltre a Muda i savonesi Natalino Bruzzone classe 1951 (di Albenga che da collaboratore sportivo a notizia all’ufficio di corrispondenza di Albenga, primi anni ’70)  da ultimo firma delle pagine di cultura, arte e cinema; Nanni Basso di Albisola, classe 1950, dalla redazione  del Secolo XIX di Savona, caposervizio, a Genova; Savonese è anche Franco Rognone, classe 1939, insegnante, ha scelto Il Secolo XIX con l’inaugurazione della pagina Albenga – Riviera, quindi alla redazione di Sanremo e poi a Il Giornale; Riccardo Bormioli, classe 1953, di Altare che dal novembre 2017 il Gruppo Athesis ha voluto regalare alla redazione di Bresciaoggi, dopo l’esperienza a Il Lavoro e all‘Aga, l’Agenzia Giornali Associati controllata dal gruppo Athesis fino alla fine del 2016.Entrato in redazione come cronista politico, Bormioli è stato poi per cinque anni caporedattore e per gli ultimi 15 direttore.

Infine Ada Lorini (classe 1944), Attilio Lugli (classe 1947) per anni presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Liguria, Marco Matteini (1950), Raffaele Niri (1954), Alfredo Passadore (1955, famiglia  che è maggiore azionista dell’omonima banca genovese e ligure), Alessandra Pieracci (1955), Donatella Bonometti (1951), Pietro Pizzillo (1934), Lionello Codorin (1954), Renzo Cerboncini (1953),  Gaspare (Rino) Di Stefano (1949, Il Giornale, è l’autore di Oltre L’Orizzonte. Dal passato al futuro nell’avventura politica  di Claudio Scajola – De Ferrari editore 2006, 286 pagine); Giacomo Ferrera (1950), Guido Fiore (1936), Attilio Giordano (1955), Paolo Rabajoli (1951).

 

 

 

 


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