Dopo la pandemia il nuovo Piano Territoriale Regionale. Preoccupazione dei Verdi visti i precedenti della Giunta Toti. La stessa Regione Liguria ha ammesso che, in epoche recent, la pressione edilizia ha portato a costruire in zone potenzialmente a rischio per esondazioni e frane. Eppure sostiene che: “Le Aree Protette in Liguria sono troppe e non tutte degne di tutela”. Non solo, ha respinto la richiesta del Comune di Urbe di entrare a far parte del ‘Parco del Beigua’.
Ma ciò che i Verdi omettono è il fatto, quasi matematico, che in Liguria il ‘partito del cemento’ e la ‘colata’ (ormai orfano di libri aggiornati di Marco Preve e Ferruccio Sansa) ha quasi sempre vinto le elezioni regionali, provinciali e comunali. E perchè il centro destra, ormai a trazione leghista e con la regia Toti – Scajola jr, dovrebbe preoccuparsi di ‘tagliare le unghie’ ? E perchè nei Paesi più ‘progressisti’ del centro e Nord Europa i Verdi stanno riconquistando consenso e voti elettorali (ormai prossimi ad essere il secondo partito nella Germania prima locomotiva europea da 80 milioni di abitanti), grazie ad una maggiore cultura e sensibilità ambientale che è in primis salute e tutele del territorio da frane e inondazioni, serie politiche di valorizzazione della montagna, e in Italia non accade. Colpa anche di un’informazione che ‘fa scuola’, è sensibile, solo quando ci sono disastri e lutti, tragedie e distruzioni. Con i Verdi italici ridotti al lumicino. Ospitiamo un comunicato stampa del Portavoce dei verdi savonesi.
di Gabriello Castellazzi*
Il futuro della Liguria. L’Assessore all’Urbanistica Marco Scajola, a fine 2019, presentò a Savona, in Palazzo Nervi, le linee programmatiche del nuovo Piano Territoriale Regionale (PTR) con l’impegno di farlo approvare nel 2020. Con il blocco generale delle attività politico-amministrative, in conseguenza del “coronavirus”, quale sarà la conclusione del suo iter legislativo?
Siccome dalla presentazione di queste linee programmatiche, fino all’attuale blocco, non si è saputo più nulla ed è stato annunciato che le elezioni regionali verranno spostate al prossimo autunno, ci sarebbero i tempi tecnici per far approvare il nuovo PTR. A questo punto i Verdi sono molto preoccupati e ritengono utile fare alcune considerazioni in attesa che si riapra il confronto politico sul delicato tema.
Il PTR è uno strumento previsto dalla Legge Urbanistica Regionale che fornisce il quadro di riferimento per le scelte pianificatorie (paesistiche, ambientali, insediative e infrastrutturali) a diversi livelli in sintonia con la programmazione economico-sociale regionale. Purtroppo la stessa Regione Liguria ha ammesso che in epoche recenti la pressione edilizia ha portato a costruire in zone potenzialmente a rischio per esondazioni e frane, con i risultati che vediamo.
Per questo, considerate le conseguenze del famigerato “Piano Casa”, varato recentemente proprio dalla stessa giunta Toti, e criticato duramente da Italia Nostra, Legambiente, WWF, è forte la preoccupazione dei Verdi savonesi.
In occasione di quella approvazione Salvatore Settis ( archeologo, storico dell’arte, ex-direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa) disse: “Non è legale, non possono fare questi atti in mancanza di una legge quadro; è una Giunta che fa il male sapendo benissimo di fare il male del territorio”.. “in assenza di una legge quadro, necessaria per una equilibrata gestione delle legislazioni regionali, il Paese è andato verso una pericolosa articolazione territoriale della normativa urbanistica”.
Nell’attuale proposta di PTR, in un “Documento degli obiettivi” denominato “Idee di Liguria”, dopo il singolare slogan “più fiducia e meno vincoli” si legge testualmente: “iniziamo dall’entroterra, dove più si accentua la necessità di liberare quanto più possibile l’iniziativa; abbiamo provato con il ‘riequilibrio’ con la ‘valorizzazione’, ma crediamo sia nel germe del pensiero innovativo alternativo (per ‘exattarsi’, ovvero utilizzare per scopi diversi ‘strutture” esistenti) che si fondi la nostra scommessa, affidandoci alle comunità locali per trovare il modo di vincerla”.. “ liberando una parte di naturalità che proprio dall’impeto della natura può proteggerci”.
Un linguaggio tecnico, problematico, che richiederebbe maggior chiarezza. Può essere utile riprendere almeno il significato del termine rarissimo “exattarsi” (un neologismo scientifico tratto dal termine inglese “exaptation”), coniato dagli evoluzionisti e che in italiano significa più o meno “riconversione di risorse in dotazione”.
Date queste premesse continuiamo ad esprimere forte preoccupazione e, seguendo il principio sostenuto da “Agenda 21” (Programma scaturito dalla Conferenza ONU di Rio de Janeiro per lo sviluppo sostenibile del Pianeta) che invita a “pensare globalmente e agire localmente”, riteniamo necessario ricordare brevemente quanto è successo di recente nella nostra Liguria in campo ambientale, in particolare nella provincia di Savona.
Lo scorso anno la Giunta Toti ha fatto approvare la Legge 210-2019 che ha cancellato ben 42 Aree Protette savonesi e annullato le norme istitutive del “Parco Naturale del Finalese”. Tra le proteste di Italia Nostra, Legambiente, WWF, dei ragazzi di “Fridays for Future”, Toti ha respinto la legittima richiesta del Comune di Urbe di entrare a far parte del “Parco del Beigua”.
L’ulteriore cancellazione di 540 ettari di superfice di Parchi liguri sono state l’ovvia conseguenza delle sue dichiarazioni: “le Aree Protette in Liguria sono troppe e non tutte degne di tutela”. Affermazione che ci ha lasciato attoniti e preoccupati per il futuro della “biodiversità”, minacciata proprio in Liguria, dove rappresenta il valore delle produzioni agrarie, la varietà genetica e quella degli ecosistemi e della loro bellezza. Il nostro patrimonio naturale è garanzia di sviluppo sostenibile, di stabilizzazione del clima, di mantenimento dei suoli fertili e una barriera contro il dissesto idrogeologico.
Un PTR impostato male che, con le finalità sopra enunciate, amplierà le cementificazioni e lo sfruttamento del territorio, in controtendenza rispetto a tutte le politiche di tutela ambientale promosse in Italia e in Europa, che privilegiano il recupero dei “centri storici”, la riedificazione con finalità antisismica, l’ingegneria naturalistica per bloccare il dissesto del territorio.
Il portavoce dei Verdi della provincia di Savona, Gabriello Castellazzi