Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Caprauna da non credere!
Marina ha lasciato il rifugio Pian dell’Arma
Contrasti col presidente della Hesperos? La cooperativa onlus di Imperia. In liquidazione


Il primo a rendersene conto, dal pianeta internet, è stato Alberto Facco, pensionato Carige: “Ho visto che Marina ha lasciato. Mi dispiace, ma sono felice per lei. Speriamo di ripetere un’altra “alba….”  Dal Rifugio Pian dell’Arma: “Eh si, putroppo si “. E ora? “C’è sempre la cooperativa che ha avuto la gestione in questi anni, con alcune delle persone che hanno già lavorato qui tra cui io, Giulia”. Invece Marina Caramellino, una dell’eroine di queste montagne che ha ormai alle spalle gli anni verdi, se n’è andata. Sbattendo la porta ?

Forse per contrasti con il presidente della Hesperos onlus ? Fabio Boero, educatore di Imperia. Lei, ex bancaria torinese, che a 56 anni, nel 2016, scelse di cambiare vita: da funzionaria a montanara di Caprauna, a 1350 slm. Un’esperienza di gioie e amarezze, di speranze e concenti delusioni. sacrifici. La forza e il coraggio, oggi un nuovo giorno e altri traguardi all’orizzonte di una combattente.

Marina Caramellino sul monte Galero

Ora agli amici, ai tanti ammiratori ed estimatori, pare abbia confidato: “Sono contenta di aver fatto l’esperienza del rifugio e la rifarei, ma vivere a contatto con certi montanari è molto difficile, nei piccoli paesi si annoiano e così c’è chi sopravvive sparlando dei nuovi arrivati e mettendo magari i bastoni fra le ruote. Con troppi amministratori pubblici incapaci o mediocri, che badano all’apparenza più che alla sostanza e ai risultati. Capaci di farsi fotografare a destra e manca, racimolare contributi per progetti senza consistenza, oppure fare gruppo con incompetenti per comandare a bacchetta….una delusione cocente. Sarà così in molte parti d’Italia, ma per queste piccole realtà diventa un dramma senza fine e senza sbocco per le generazioni a venire”.

Coronavirus permettendo, sta ripartendo la stagione per la montagna, per le camminate, grazie al tepore di questo inverno “strano”, tutti si stanno organizzando, ma al rifugio Pian dell’Arma di Caprauna non troveremo più Marina con i suoi consigli, la sua voglia di raccontare la storia della piccola Valle Pennavaire e di far conoscere i sentieri. Lei, con il suo fare combattivo, sempre pronta ad abbracciare nuove idee, nuove attività, desiderosa di fare e di unire le idee con colleghi e amministrazioni pubbliche. Marina ha lasciato il rifugio all’inizio dell’inverno per fare la guida ambientale escursionista dopo la  promozione della scuola regionale. Ambiva da tempo a questo titolo e a questa attività che la porta nei boschi e sui monti, nei borghi dell’entroterra ligure, su antiche mulattiere, a scoprire nuovi luoghi e nuovi panorami. Da condividere.

Nonostante amasse molto vivere al rifugio e avesse trovato le sue radici fra quei monti, due anni fa aveva dato le dimissioni da presidente dell’Associazione Turistica Alpi Liguri, conscia che non avrebbero mai costruito nulla con chi non l’aveva accettata, perché donna, perché non nativa di quei luoghi, perché troppo attiva, insomma dava fastidio. Ora l’associazione è ferma, senza soci, senza attività,  senza fare gruppo. Tutto in attesa. I mass media si occupano di altro. Rimane trucioli.it che non fa parte del giornalismo dei lecchini, non ha debiti di riconoscenza. Restano le pagine Facebook, ma pare che le attività più importanti in alta Valle Tanaro siano i menù: per San Valentino, per la festa della Donna, per Pasqua. Sui social si leggono tanti menù e pochissime attività montane e culturali dei luoghi. Che non sia la solita sagra e festa, come se bastassero due o tre giorni per cambiare rotta. Per le cure da cavallo. Per copiare, senza andare troppo lontani, l’Alto Adige, Trentino, Val d’Aosta,  l’esempio virtuoso (e con successo socio economico e turistico) dell’entroterra e della montagna della Costa Azzurra, nostri cugini confinanti.

Marina ha studiato la storia delle Valli dove operava e anche le curiosità che raccontava con dovizie di particolari. Come non ricordare il teatro all’aperto, il settembre culturale, i concerti occitani, le escursioni da e per il rifugio, le presentazioni di libri, i filmati sugli animali e le conferenze sul ritorno del lupo, le condivisioni di attività con Slow Food, l’acquisto dai produttori locali per farli conoscere, la ricerca delle tipicità locali. Negli ultimi tempi appariva  demoralizzata e demotivata. Inutile farle coraggio. Non le bastava più sedersi fuori e guardare i monti, il mare laggiù. Si è sentita perdente….nulla cambiava…le proposte alle amministrazioni erano accolte quasi con fastidio, come inutili.

Le battaglie fatte in solitudine perché il ì

‘sentiero Italia’ non si dimenticasse di Caprauna, perché la GTA assorbisse la Via Alpina, perché i nuovi piani regionali non conservassero solo i sentieri sull’altro lato della valle, perché fosse ampliato il parco giochi bimbi del rifugio, perché ci si adoperasse per trovare i fondi per una ‘via ferrata’ sulle falesie dietro al rifugio che ormai portano pochissimi arrampicatori perché passate “di moda” e molto altro. Sua la creazione del baby trekking, un facile sentiero per tutti coloro che volevano fare una passeggiata prima di gustare un pranzo cucinato alla casalinga. Un sentiero per famiglie, per i meno giovani e i meno allenati, sua la riapertura del vecchio sentiero che saliva agli alpeggi sotto Colla Bassa, denominato il sentiero botanico per le bellissime fioriture endemiche.

Marina ha salutato la valle, così si è persa l’ennesima persona preparata a un turismo nuovo. Suo il grande lavoro sui social che hanno fatto conoscere sempre più la zona, gli articoli sui giornali locali. Si è persa Marina e la sua preparazione alla scuola di turismo ambientale, sue le riunioni fra sindaci per fare un turismo nuovo tutti insieme, di coesione ma condiviso da pochi, non da alcuni capraunesi. Purtroppo.

Marina trasferitasi in un piccolo paese di pietra, ora collabora con delle guide milanesi per escursioni nell’entroterra e sulle Alpi Liguri e Marittime, farà delle escursioni infrasettimanali per gruppi di “meno giovani” nonostante qualche offerta di gestione di rifugio, anche molto più prestigiosi del Pian dell’Arma, non se la sente di tornare a vivere a tempo pieno fra i “montanari” . Una donna “forestiera” non può fare la montanara per scelta…deve avere qualcosa da nascondere e qualcosa di poco pulito da fare, figuriamoci se ha la smania di realizzare. Chi la volesse contattare la trova sulla sua pagina di Facebook sempre molto attiva  o può scriverle su marina.caramellino@gmail.com

Ciao Marina, ci mancherai, non perdere l’entusiasmo e la voglia di fare che ti contraddistingue, non potremo che ricordarti chiacchierare con tutti e offrire un buon bicchiere in compagnia.

TRUCIOLI DEL 19 LUGLIO 2019- E’ CRISI ALL’ASSOCIAZIONE TURISMO  NELLA ALPI LIGURI (ORMEA) LA PRESIDENTE SI DIMETTE TRA INVIDIE, RIVALITA’ E INCAPACITA’ DI FARE SISTEMA

Marina Caramellino, del rifugio di Caprauna Pian dell’Arma, si è dimessa da presidente dell’Associazione Turismo nelle Alpi Liguri. Una crisi che si è consumata tra silenzio e discrezione come è abitudine di chi lavora senza tante chiacchiere e smania di protagonismo. Prima i risultati, la tenacia, la forza delle idee, obiettivi e risultati. Lei ha risposto a trucioli.it (vero che si è dimessa….) per denunciare l’ennesimo disagio e l’incapacità della valle di fare turismo uniti, senza dover vivacchiare e rinunciare alle tante potenzialità che il mercato italiano ed europeo della vacanze può offrire se c’è la capacità di stare al passo coi i tempi ed il pianetaweb. E le amministrazioni comunali, le Provincie, la Comunità Montana, si fanno i fatti loro ? Non si preoccupano di cosa accade e perché?  E’ il tarlo della disgregazione che avanza, come non ce ne fosse già abbastanza nel tessuto politico e sociale ? Un presidente che lascia facendo sapere che “….io non ci sono più e non curo più i social e gli eventi…“. Leggi l’articolo completo di Luciano Corrado……

IL 22 MAGGIO 2016- TAGATOCN: LA STORIA DI UN’EX BANCARIA INNAMORATA DI CAPRAUNA

E’ scappata dalla vita frenetica della città, da un posto lavorativo sicuro e tranquillo in banca per rifugiarsi nel silenzio delle Alpi Liguri, ad oltre mille metri dal livello del mare ed è qui che, a più di 50 anni, ha trovato – come dice lei “le mie le radici, come se la mia anima, e la mia mente fossero sempre state qui”.

Marina Caramellino, 56 anni, di Torino che con molta semplicità, racconta così le scelte che le hanno cambiato la vita: “Non so se può interessare – spiega Marina con il suo bel sorriso – comunque questa è la mia storia, per me normale ma quando dico che facevo la bancaria e ho scelto la montagna o mi invidiano o mi prendono per pazza. Se dovessi dare un titolo a questi miei ultimi anni, potrebbe essere: “Da bancaria a montanara”.

Dal capoluogo piemontese, Marina si è trasferita a Caprauna e, racconta: “Ora gestisce il rifugio Pian dell’Arma, ho due figli grandi e sono anche già nonna. Forse con un po’ di incoscienza, ho lasciato un “posto sicuro”, che però per me era ormai diventato troppo soffocante e così ho realizzato il mio sogno, passando le mie giornate in un ambiente scomodo e difficile, che non ti regala niente senza fatica e sacrificio, ma ti ripaga con una serenità interiore senza pari. Vivere tanti mesi all’anno in montagna e una cura che rigenera ogni giorno e che ti fa fare pace con il mondo intero”.

Una scelta non facile, che i figli di Marina non hanno condiviso fino in fondo. “E’ stata una scelta difficile – precisa Marina – ma io per carattere sono un po’ incosciente e quando decido di fare una cosa, la faccio. Nonostante tutti mi prendessero per pazza e molti abbiano cercato di fermarmi e farmi riflettere, così dicevano loro, io sono andata avanti lo stesso. Due figli ormai grandi e una nipotina che adoro, nel momento in cui ho scelto di trasferirmi a Caprauna, non avevo un compagno di vita che in quel momento avrebbe potuto essere d’ostacolo, perché capisco che è troppo difficile condividere una decisione così importante e particolare a meno che la sintonia e la complicità non siano al massimo. Ma purtroppo quello non era il mio caso”. 

Dal caos della città alla tranquillità delle Alpi Liguri, il cambiamento è davvero forte. “Ma era quello che mi ci voleva – precisa Marina – La cosa più bella che ho trovato a Caprauna è il silenzio, l’immensità del paesaggio, il viaggio dentro me stessa. Della mia vita precedente mi manca la possibilità di andare alla presentazione di libri e a teatro, un po’ di cultura insomma, che è il nutrimento della mente. Il mio futuro però è fra questi monti, immersa nella natura e il mio obiettivo è quello di far conoscere le Alpi Liguri, per trasformarle in un luogo di ritiro mentale e spirituale. Questo era il mio desiderio sin da piccola, vivere in modo “diverso”. La città mi stava stretta, il consumismo mi dava fastidio. Quando vado via per qualche giorno al rientro sento un fremito al cuore. Arrivo al pian dell’Arma e mi dico: eccomi fra i miei monti. Io, torinese di nascita, amo questa valle come se qui ci fossero le mie radici”.

Vivere tra questi monti, però non è facile e Marina lo spiega molto bene: “Gestire un rifugio non è solo stare a contatto con la natura. Se ci devi campare, devi essere cosciente che per qualche mese all’anno, quando c’è più afflusso devi stare molto a contatto con le pentole e la macchinetta del caffè. A me però non importa, perché è tutto ampiamente ripagato da quando la sera ti siedi fuori sulla panca e ti guardi intorno. Caprauna è un territorio fragile e a rischio di marginalità, per questo io h puntato su un turismo a basso impatto ambientale e di qualità, non è un turismo che muove denaro ma proviene direttamente dalla passione e dall’attaccamento a questo posto, alle montagne, al territorio, a chi lo vive e alle cose che produce”.Marina, con la sua voglia di fare e di mettersi alla prova ha mille idee e mille progetti, e soprattutto ancora qualche sogno da realizzare: “Uno dei miei sogni è quello di fare delle serate con dei filmati sulle zone dove ogni donna che abbia deciso di vivere in montagna si possa raccontare, sensibilizzando anche le ragazze, i giovani. Non possiamo permettere che questi luoghi diventino dei fantasmi”.

FEBBRAIO 2019 DALLA PAGINA FACEBOOK DEL RIFUGIO – Giulia gestisce ora il rifugio Pian dell’Arma. “Appassionata, innamorata della sua terra, del territorio e capace di trasmettere questa sapere…siamo aperti dal venerdì alla domenica”. Sono 1310 le persone ‘registrate’ nella pagina social più diffusa. L’immobile è di proprietà del Comune di Caprauna che due anni fa ha dovuto anche far fronte, con l’impegno e gli appelli di Marina Caramellino, ai danni provocati da una fortissima tempesta di vento che ha letteralmente scoperchiato buona parte del tetto. Un rifugio che meriterebbe tutta l’attenzione e l’impegno di quanti, per compiti e responsabilità pubblica, hanno a cuore le sorti dei monti, ciò che resta dell’economia dei paesi montani. E Caprauna essere parte diligente. Con competenza e lungimiranza.

La cooperativa sociale Hesperos  onlus, sede a Imperia, via Giuseppe Aurenti, (associata a Legacoop Liguria), con il presidente Fabio Boero, si era aggiudicata la gestione del rifugio ‘Pian dell’Arma’. Dal  Parco Regionale delle Alpi Liguri aveva anche ottenuto la Gestione del Centro Educazione Ambientale. La Hesperos, sfogliando le pagine  di Legacoop Liguria, risultava con un valore di produzione, nel 2015, di 866 mila euro. Secondo indiscrezione la Hesperos sarebbe ora in liquidazione. Sui social si legge che il 2 febbraio 2019 è stato inaugurato in via Matteotti 31, il Centro di Aggregazione Giovanile. Con le dichiarazioni di Fabio Boero (Educatore): Noi viviamo questo spazio ogni giorno con i ragazzi e ci auguriamo che questo spazio possa continuare a crescere e a maturare. I modelli di autogestione sono nei nostri progetti perché crediamo molto nell’educare i ragazzi a responsabilizzarli, perché non accedano a questo posto con un’idea di consumo, ma con un’idea di spazio condiviso. Certamente tutto questo non basta, c’è bisogno di andare a trovare risorse perché ci sono spese che vanno sostenute ogni mese. Noi cerchiamo di trovare le risorse ottimizzando servizi e lavoro. La speranza è di ritrovarsi qui il prossimo anno per festeggiare il primo anniversario”.

 


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