Il 31 gennaio, festa di S. Giovanni Bosco, patrono di “Educatori, Scolari, Giovani, Studenti, Editori”, il primo cittadino di Stellanello, Claudio Cavallo – un manager che ha fatto carriera da responsabile tecnologie & applicativi per la Rete di Banca Mediolanum -, neo vice commissario provinciale di Fratelli d’Italia, ha postato sulla sua pagina Facebook un articolo diciamo pure controcorrente. L’ha scritto il giornalista Marcello Veneziani. Un: “Avviso a tutti i manettari, grillini, sinistri e travagliati. L’onestà non è l’unica virtù del politico, né la principale. I danni compiuti dai cretini e dagli incompetenti al potere solitamente sono più devastanti; senza dire che un cretino al potere lascia rubare chi gli è accanto o è sotto di lui.” Due sole le parole commento del sindaco: “Grande verità”.
Il 5 giugno 2016 Claudio Cavallo (lista Passione Valmerula) eletto sindaco di Stellanello con 394 voti (87,94 per cento). Ha battuto Marco Ferriero (lista civica Amministrazione libera) e Giuseppe Silvano Laureri (lista civica Per Stellanello). Il 3 maggio 2019 trucioli ha pubblicato un resoconto – fotoservizio dal titolo: Stellanello c’è nostalgia di Almirante vedi…..
ARTICOLO SCRITTO DA MARCELLO VENEZIANI E
POSTATO SULLA PAGINA FACEBOOK DEL SINDACO DI STELLANELLO
‘Un paese derubato dai ladri e distrutto dagli ‘onesti’
Benedetto Croce in Etica e politica criticò il moralismo sostenendo che la vera onestà in politica sia la capacità: “L’ideale che canta nell’anima di tutti gli imbecilli e prende forma in tutte le loro invettive e utopie è quello di una sorta d’areopago, composto d’onest’uomini, ai quali dovrebbero affidarsi gli affari del Paese”. Un disastro, per il filosofo liberale e conservatore. E non aveva conosciuto i grillini.
Croce cita l’esempio inverso di Mirabeau che “prendeva soldi dalla corte, ma servendosi dal denaro pei suoi bisogni particolari, si serviva della corte e insieme dell’assemblea nazionale per cercar di attuare in Francia la sua idea di monarchia costituzionale”. Don Benedetto forse esagerava, per una volta, in realismo, preferendo i corrotti capaci agli incapaci onesti, ma non aveva tutti i torti. Del resto, la storia della Prima repubblica non ci ha risparmiato nemmeno la terza via, sintesi delle due opzioni: i ladri incapaci.
Diciamo allora che un politico va giudicato per la sua capacità, per la sua utilità al Paese, oltre che per la sua onestà. Ma non solo: l’onestà non esaurisce la moralità di un politico. Ci sono da considerare anche altre due qualità etiche: la sua lealtà nei confronti dei cittadini, delle istituzioni e della nazione e la sua fedeltà al mandato che ha ricevuto e ai suoi elettori. Chi ha tradito il suo mandato, i suoi elettori, la sua nazione, le sue istituzioni può considerarsi migliore di chi ha rubato? Insomma l’onestà da sola non basta: è un prerequisito e funziona se si sposa alla capacità e alla responsabilità. Infine, scusate se insisto ma sono convinto che ci sia una virtù che precede e sovrasta l’onestà, la lealtà e la fedeltà: è l’onore. Parola mancante nel lessico contemporaneo.
Marcello Veneziani
LE PASSIONI DEL SINDACO CAVALLO: VOLO E AUTO SPORTIVE
MA NON TRASCURA NEPPURE LA DEVOZIONE
E DA ULTIMO GLI APPUNTAMERNTI CON GLI AMICI ‘IMPORTANTI’