Anche la Corte d’Appello di Genova gli ha dato torto. Forse più che il danno economico, per un personaggio benestante e della caratura pubblica di Angelo Vaccarezza, è la brutta figura sul piano umano e politico, morale ? Protagonista di una causa civile che lo vede contrapposto (e soccombente) alla Fondazione Simone Stella – Leone Grossi, una benemerita istituzione loanese senza scopo di lucro che gestisce anche l’asilo comunale e nido. Il cui Cda, dove è presente per statuto il parroco, è oggi un’emanazione delle scelte del sindaco e maggioranza consiliare. In ballo la comproprietà, contesa, di un terrazzo che si affaccia sul lungomare. Un contenzioso, iniziato nel 2009, con un’azione possessoria promossa dalla Fondazione. Sono trascorsi oltre 10 anni. E c’è ancora tempo per un ultimo verdetto in Cassazione. Vedi da foto da Palazzo Doria: in pensione Marilena Marinelli e Emanuele “Bira” Campisi.
RICEVIAMO DAL PRESIDENTE DEL SIMONE STELLA
RICCARDO FERRARI E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO
Sono il presidente della fondazione Stella Grossi di Loano ed avendo letto l’articolo pubblicato nell’ultimo numero del VS/
giornale vorrei precisare che la segreteria della Fondazione da me presieduta NON ha trasmesso la copia della sentenza a nessun consigliere comunale di Loano, ma ha ritenuto, nel rispetto della Legge, di osservare rispetto per la sentenza della Corte di Appello del tribunale di Genova. Essendo un assiduo lettore degli articoli pubblicati, ritenendo doverosa questa precisazione, nel rispetto di tutti. Riccardo Ferrari
Due alloggi, uno ricevuto con lascito testamentario dalla Fondazione, l’altro della mamma di Angelo Vaccarezza. Trucioli.it, a suo tempo, era stato il solo a dare notizia della lite in corso con tre articoli. Un accanimento ? Non era proprio una bega personale da ignorare. Non far sapere ai cittadini che peraltro, a Loano, sono forse più interessati a storie di gatti, gattini, feste e sfilate di carnevale, notti bianche, miss. A notizie mielose. Andare controcorrente non paga. Sarà così visto i risultati, noi cerchiamo di rispettare, con tutti i limiti e gli errori, il ruolo di chi, in democrazia, deve fare informazione senza bavaglio.
Il primo articolo del 25 giugno 2015 dava conto della sentenza. Il secondo titolava “Se tacere premia….“con 1755 visualizzazioni. Il terzo, il 16 marzo 2016, con 1817 ‘contatti’, dal titolo: Il terrazzo della discordia…. .
Il protagonista, personaggio pubblico, non ha mai dato una sua versione dei fatti. La sua tenacia nel resistere è stata affidata agli atti processuali. E ad alcune testimonianze, a supporto delle sue ‘ragioni’, che contrastano con altre deposizioni di testi, atti e documenti pubblici, compresa una consulenza peritale del geom. Edoardo Ciribì di Pietra Ligure, preceduto peraltro da quella del CTU.
La sentenza della Corte d’appello di Genova, presidente Carmela Alparone, giudice estensore Gabriele Marrone, è stata trasmessa, per conoscenza, dalla segreteria della Fondazione ai componenti del Cda, presieduto da Riccardo Ferrari, e ai consiglieri comunali. Sono trascorsi quasi 5 anni dalla prima sentenza del Tribunale civile di Savona e nel secondo grado di giudizio (è possibile ricorso in Cassazione) si respinge l’appello e si conferma integralmente il verdetto. Di conseguenza “si condanna l’appellante Angelo Vaccarezza al rimborso delle spese (due gradi di giudizio ndr) che liquida in 3.100€, oltre a spese generali ed accessori di legge e a versare “un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, tenendo conto della sussistenza dei presupposti previsti dalla legge”.
La lite, dicevamo, sul 50 per cento della proprietà di una terrazza fronte mare, di pertinenza di due alloggi di Piazza Rocca, in centro storico, nel ‘salotto commerciale’ di Loano. Con l’assistenza dell’avv. Claudio Mastrogiorgio si chiedeva ai giudici d’appello di “accertare e dichiarare che il rag. Angelo Vaccarezza è esclusivo ed unico proprietario per intervenuta usucapione della terrazza facente parte del fabbricato di proprietà….con la vittoria delle spese ed onorari del doppio grado di giudizio e spese del CTU, geom. Nadia Negro, a totale carico della parte appellata (la Fondazione Simone Stella”.
Per la Fondazione l’avv. Alessandro Aschero ha chiesto invece il rigetto dell’appello. Ha ricordato che il 28 luglio 2011, la Fondazione Simone Stella (all’epoca con il presidente cav. Stefano Ferrari e la condivisione unanime del Cda) citava in giudizio Vaccarezza davanti alla sezione distaccata di Albenga del Tribunale di Savona. Esponendo che la Fondazione era proprietaria, a seguito di testamento olografo di Giobatta Briasco, pubblicato nel 1974, dal notaio Giacomo Burastero, dell’immobile sito in Piazza Rocca…mentre Angelo Vaccarezza è proprietario di altro immobile nello stesso edificio, che a copertura degli immobili, vi è una terrazza accessibile e che è sorta un controversia sulla proprietà della stessa. E che risultava in comproprietà sin da titolo di divisione del notaio Burastero (27 settembre 1958) con cui era pervenuta la proprietà all’intestatario, oltre ad essere sempre stato libero accesso alla stessa e che fino al 1993 vi era una recinzione che ne consentiva l’utilizzo separato.” Ma il Vaccarezza ne sostiene la piena proprietà. La Fondazione a quel punto chiedeva al tribunale di accertare e dichiarare che la Fondazione stessa era proprietaria del 50% per cento.
Dagli atti processuali emerge che Vaccarezza ha sostenuto che il titolo di proprietà invocato dalla Fondazione era da attribuirsi ad altro terrazzo, che l’accesso era intercluso, che la recinzione era stata rimossa nel 1993 senza alcuna lamentela e l’accesso all’inquilino dell’alloggio della Fondazione era concesso per mera cortesia. Sosteneva che erano errate le conclusioni del CTU ed irrilevanti le spese sostenute dalla Fondazione per il rifacimento del terrazzo, come pure le dichiarazioni testimoniali. Per contro riteneva importante la testimonianza di Gianna Baldassa moglie dello stesso Vaccarezza che, a sua volta, aveva ereditato dalla mamma Alba Bosio.
Il giudice d’appello ricorda, tra l’altro, che la ‘prova del nove’ sulla comproprietà “emerge dalla documentazione catastale proprio relativa all’identificazione della proprietà Vaccarezza e, pertanto, prevalente su tutte le altre circostanze indicate e invocate in appello. …Pertanto anche la CTU, oltre che logica e tecnicamente fondata, è esaustiva”. La Fondazione Stella a tutela suoi interessi e diciamo con un colpo di fioretto, si era mossa inizialmente con ‘un’azione possessoria conclusasi con il rigetto del ricorso “perchè in base alle dichiarazioni di Gianna Baldassa era stato accertato il libero accesso alla porzione di terrazza. La teste aveva dichiarato che l’accesso non era mai stato chiuso ed, addirittura dagli anni 2006 – 2007 anche la porta di accesso al terrazzo era senza serratura, circostanza giustificata dall’appellante per mera cortesia”.
PALAZZO DORIA: ULTIMO GIORNO DI LAVORO
Il Comune di Loano saluta Marilena Marinelli e Emanuele “Bira” Campisi.
Dopo 42 anni e mezzo di lavoro, dei quali 36 trascorsi al comando di via dei Gazzi e prima ancora al pianterreno di Palazzo Doria, per la sovrintendente capo Marilena Marinelli è giunto il momento di “appendere il cappello al chiodo” e di godersi il meritato riposo della pensione: oggi, venerdì 31 gennaio, è stato il suo ultimo giorno di lavoro.