Per il vescovo Guglielmo Borghetti, in carica dal marzo 2015, è la sua quarta ‘conferenza stampa’ dopo che Papa Francesco l’ha voluto alla guida della diocesi di Albenga – Imperia, la seconda per importanza in Liguria. E’ la ricorrenza di San Francesco di Sales patrono dei giornalisti, preceduta dalla celebrazione, nel Seminario vescovile, del 450° anno della sua fondazione: 21 aprile 1568 con il vescovo Carlo Cicada. Una lapide e una eccellente ricostruzione storica ad opera di mons. Giorgio Brancaleoni, canonico, già vicario generale diocesano.
All’appuntamento col vescovo quattro i giornalisti per ascoltare e porre domande, il fotoreporter Silvio Fasano. Assenti Rai 3 Regione e Imperia TV. Probabile che l’ufficio per le ‘comunicazioni sociali’ della Diocesi abbia avuto qualche discrasia. Il Direttore can. Pablo Gabriel Aloy alle prese con l’influenza, il Vice Direttore, Mons. Can. Giovanni Battista Gandolfo ricoverato per improvviso malore.
Monsignor Borghetti presule all’insegna del cauto ottimismo, qualche preoccupazione sul suo clero, un percorso di progetti pastorali e sociali che qualificano e fanno ben sperare. Sembrano davvero lontani gli anni dei ‘temporali mediatici’ a ripetizione sulla diocesi, le lacerazioni.
Va subito premesso, si è trattato di un incontro che ha riservato un ‘carniere’ ricco di notizie inedite. Ad Albenga, in piazza del Popolo, è stato attivato lo sportello del Servizio nazionale Minori e adulti vulnerabili. Dopo quanto deciso dall’Assemblea – conferenza della Cei (vescovi italiani) ogni regione ha istituito il suo servizio. Un vescovo referente per diocesi. In Liguria designato mons. Borghetti che si avvale di un coordinatore, can. don Bruno Scarpino, vicario giudiziale, Delegato vescovile per il Diaconato permanente, Presidente dell’Istituto diocesano sostentamento del clero, incaricato diocesano per la Federazione tra le Associazioni del Clero in Italia. Borghetti: “Siamo al rodaggio e sto creando un’equipe di lavoro. Oltre alla sede di Albenga, una seconda opera a Imperia. Speriamo non ce ne sia molto bisogno e concentrarci più sulla prevenzione che l’emergenza. E praticare, diffondere, rafforzare la cultura della tutela minorile.”
Il vescovo fa un fugace cenno “ai momenti complessi che in diocesi ho dovuto affrontare e ora direi che siamo incamminati sulla buona strada“. L’orizzonte è all’insegna del sereno e buone notizie. Nel 2017 aveva inaugurato la Locanda Buon Samaritano in via Nicolò Berio, a Imperia. E’ attiva l’Associazione Santa Teresa di Calcutta onlus, la ristrutturata Cooperativa sociale Jobel, sempre ad Imperia. Ad Albenga la ‘mensa per i poveri’ gestita dalla parrocchia del Sacro Cuore di don Gigi Lauro. Con un utile chiarimento del vescovo: “La Caritas diocesana ha il compito di promuovere e non gestire in proprio”. E’ stata risanata dai bilanci in rosso dopo essere pure finita ribalta, assai poco commendevole, delle cronache giudiziarie e sanguinose ferite.
Altra novità. “Abbiamo istituito – prosegue l’informativa di Borghetti – una nuova colletta annuale. Si tratta del ricavato delle questue in chiesa e destinato alle parrocchie svantaggiate. Il giorno della raccolta fondi fissato ogni prima domenica d’agosto. Gli apostoli mettevano in comune i loro beni, noi cerchiamo di venire incontro a chi ha più bisogno, a più equità. Esistono realtà davvero povere nel nostro entroterra, nei piccoli paesi montani; ci sono persino canoniche ancora con servizi igienici molto precari. Abbiamo inoltre delle emergenze in atto, penso alla frazione Cenova di Rezzo. Siamo subito intervenuti grazie ad una colletta straordinaria con un ricavato di 10 mila
€, consegnati all’Amministrazione comunale, per far fronte alle problematiche causate dall’oratorio che è andato distrutto, la macerie di intralcio al pubblico passaggio“.
Un cenno alla ‘Casa Faci‘ a Marina di Massa acquistata dalla diocesi. Casa di spiritualità e ferie “diventata un fiore all’occhiello – dice il vescovo – utilizzata per le vacanze in estate, da sacerdoti ma anche da famiglie; in inverno destinata soprattutto agli esercizi spirituali“. Direttore don Patrizio Casolini di Massa. Faci sta per Federazione tra le Associazioni del Clero in Italia.
Un altro ‘gioiello’, citato dal vescovo, è il Museo Diocesano di Albenga, diretto da don Mauro Marchiano che del 6 aprile 2019 è economo della Diocesi. “Lo scorso anno si sono registrati 10 mila visitatori – ricorda Borghetti-, motivo di grande soddisfazione per noi e la città. E che si rivela uno straordinario gioiello di storia e di arte”.
Terzo annuncio dell’incontro con la stampa locale. “Con il 2020, nel mese di ottobre, inizierà la visita pastorale del vescovo alla sua diocesi. Un atto solenne. L’ultima risale ai primi anni ’90 co mons. Oliveri. Non si tratterà di una sosta fugace con la comunità locale, ma la permanenza di una settimana che coinvolge parroci, catechisti, ammalati, anziani, bisognosi. Conoscere ed ascoltare la realtà dal di dentro, non per sentito dire o riferito. Sarò accompagnato dall’economo e dal cancelliere. Un ulteriore sforzo, direi quasi pleonastico, dopo che dal 2015 credo di aver frugato in tutti i cassetti, con spirito di collaborazione e costruttivo. Il giorno di San Michele Arcangelo 2019 ho annunciato l’evento pastorale per il quale deve essere ora costituita una commissione per mettere a punto il calendario delle visite e dunque conoscere la durata, qualche anno.”
Il quarto spunto, la Conferenza episcopale ligure. Il vescovo: “....Era molto attesa…si è tenuta sabato 18 gennaio….diciamo che ha fatto un po’ tremare i presenti per la visita del Nunzio Apostolico in Italia…Si sono affrontati temi e problemi…Si è allontanato lo spettro di accorpamento delle diocesi…. Per l’Italia resta in piedi il progetto di accorpare quelle più piccole, la Liguria resta esclusa. E’ noto, comprende anche la Diocesi di Tortona. Nel nostro caso ci sono situazioni di parrocchie particolari per la loro posizione geografica. Penso ad Alto e Caprauna”.
Altre sono rientrano nella Diocesi di Mondovì, di Acqui Terme. Si pensi, ad esempio, a Bardineto e Calizzano, altri paesi savonesi della Valbormida. Un paio d’anni fa si ipotizzava si ridisegnare la ‘mappa delle diocesi’ tenendo conto dei confini delle province. C’era chi sosteneva che la diocesi di Albenga sarebbe stata inglobata (o viceversa) a quella di Ventimiglia che, tra l’altro, sconfina in provincia di Cuneo, con tre parrocchie nel Comune di Briga Alta: Piaggia, Upega e Carnino.
Quinta notizia. Il 23 gennaio c’è stato il nuovo incontro con Papa Francesco. “Ci tiene ad essere aggiornato
sulla diocesi e ormai ci si aggiorna con cadenza annuale. E’ stato un tu per tu senza testimoni. Ho fatto una relazione, credo esaustiva. Il Papa è persona molto preciso, franco, riflessivo e determinato. Gli ho sottoposto alcune questioni su cui ero piuttosto incerto. Con il suo assenso mi sento in una botte di ferro“. Alla domanda del cronista se poteva essere reso noto qualche caso particolare affrontato, Borghetti glissa: “Nella mezzora di colloquio alcuni casi prospettati gli erano noti, altri gli sono stati illustrati. Ne ho ricavato incoraggiamento e la raccomandazione circa la qualità di vita dei preti e dei seminaristi. Questi ultimi attualmente sono due, altri due non sono stati ammessi perchè non ritenuti idonei, il santo Padre ha condiviso”. Si stanno avviando al sacerdozio Giacomo Porro, 40 anni di Loano e Andrea Allegro trentenne.
Non sono più gli anni ’50 e ’60 quando in Seminario di Albenga, dalla scuola media alla teologia, ospitava fino ad una sessantina di aspiranti al sacerdozio. “Con il mio arrivo – osserva Borghetti – ho cambiato tre rettori: da monsignor Giorgio Brancaleoni, a don Ettore Barbieri, ora don Enrico Gatti. Su questo fronte ho vissuto momenti di arrabbiature, del resto riconosco di essere molto esigente….”.
Si era letto sui media locali che il vescovo Borghetti dopo aver ‘riportato l’ordine’, era prossimo il suo trasferimento a Massa. Commento dell’interessato: “Con il Papa non se n’è mai parlato, nulla si può escludere e comunque non mi spiacerebbe rimanere qui fino a 75 anni….Sono un po’ stacanovista e perfezionista ma credo nel lavoro di squadra. E al Papa ho detto che sono felicissimo dei risultati raggiunti. Ho grandi soddisfazioni dai laici, da religiosi e religiose, da un abbondante gruppo di preti, alcuni valgono oro quanto pesano….In diocesi ci sono due conventi di clausura di suore. Le clarisse ad Alassio, una ventina tutte straniere, mentre le Francescane dell’Immacolata di Imperia sono quattro o cinque italiane.”
Domanda, con il Papa si è parlato della situazione politica del paese ? Tra i preti della diocesi ci sono casi ‘difficili’ nei rapporti con il mondo dei partiti, diciamo tifosi leghisti di Salvini, ogni tanto emergono dalla TV casi nazionali. “No, nessun accenno di politica, nessun problema tra i miei sacerdoti è stato segnalato. Il Sono del parere che dobbiamo rispettare la nostra identità che non deve mai trasformarsi in ‘picconatori’, picconature, e non deve essere contro nessuno. C’è semmai il momento del dialogo e del confronto. La pietra miliare è essere allineati con il Vangelo e la dottrina sociale cristiana; spesso ignorata, questo sì. E che molti, troppi cattolici, non la conoscono neppure, come non è nel programma dei partiti. Il Vangelo declinato spetta dunque alla Chiesa, come esprimere valori evangelici per l’economia e la politica. Il Vangelo è anche l’azione del Papa”.
E a proposito del celibato, qualche sussurro aleggia nella diocesi….Il vescovo: “Sono più che d’accordo sul celibato ecclesiastico…una via meravigliosa…, e che il valore che rappresenta sia attualissimo…certamente richiede una formazione molto forte….ad iniziare da come formiamo i nostri giovani seminaristi; su questo dobbiamo impegnarci al massimo. E’ vero qualche situazione preoccupante c’è…Da un versante esiste la linea della comprensione, dall’altro l’invito ad assumersi le proprie responsabilità ed essere conseguenti alle scelte compiute…E’ vero da vescovo devo fare il padre, la madre, l’amico, il fratello, ma anche prendere decisioni senza indugiare troppo”.
Da ultimo una curiosità a proposito della massiccia presenza e costante espansione della massoneria. La ‘mani sulle città’, sulle amministrazioni pubbliche, il proselitismo del potere e della carriera. Tra sindaci, parlamentari, colletti bianchi, mondo delle professioni, ospedali e ASL in particolare, imprenditoria, loggia anche femminile in quel di Albenga e Alassio. Quali sono le informazioni che ha il vescovo ? “Nessun rapporto e neppure informazioni di prima o seconda mano. Provengo da una zona come Grosseto che quanto a ‘fratelli massoni’ se ne intende. Sono sincero, qui non ho mai trovato qualcuno che me ne abbia parlato.”
E l’assai più discreta Opus Dei e gli aderenti a Comunione e Liberazione ? Monsignor Borghetti: “Non mi occupo direttamente di tenere i rapporti, so che seguono sistemi formativi cristiani….una decina di sacerdoti sono vicini all’Opus Dei e si incontrano in seminario”. Nessuna particolare visibilità. Al fondatore, Josemaría Escrivá, canonizzato nel 2002 da papa Giovanni Paolo II, il Comune di Loano, con Angelo Vaccarezza sindaco, ha intitolato, primo in Liguria, i giardini davanti al Palazzo Municipale.
L’Opus Dei offre a suoi fedeli la cura pastorale e la formazione necessarie per aiutarli a compiere la loro missione nel mondo. Propone anche attività formative a coloro che sono interessati ad approfondire le esigenze della fede. La Prelatura organizza lezioni, conferenze, giorni di ritiro, occasioni di direzione spirituale per far conoscere e aiutare a vivere gli insegnamenti del Vangelo e del Magistero della Chiesa. Le attività di formazione sono organizzate separatamente per uomini e per donne.
La maggior parte dei seguaci dell’Opus Dei (attualmente, circa il 70%) è costituita dai membri soprannumerari: si tratta in generale di uomini o donne sposati, per i quali la santificazione dei doveri familiari costituisce la parte fondamentale della loro vita cristiana. I numerari vivono di solito in centri dell’Opus Dei, perché le circostanze permettono loro di rimanere pienamente disponibili a occuparsi delle attività apostoliche e della formazione degli altri fedeli della prelatura. I sacerdoti sono poco più di 2 mila.
Comunione e Liberazione (CL) è un movimento cattolico laico fondato dal sacerdote Luigi Giussani nel 1954 nell’ambiente studentesco milanese inizialmente come branca dell’Azione Cattolica. Si caratterizza per porre il messaggio della fede cristiana come fondamento di ogni aspetto della vita. Anche in questo caso sono partecipi dei preti. Una comunità che evita sfoggio ed esibizionismo. Una costante della discrezione che caratterizza l’Opus Dei e Comunione e Liberazione.
Nel messaggio del Papa, nella 54ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali, si legge: “...Per non smarrirci abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone: storie che edifichino, non che distruggano; storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme…abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. …Quante storie ci narcotizzano, convincendoci che per essere felici abbiamo continuamente bisogno di avere, di possedere, di consumare. Quasi non ci accorgiamo di quanto diventiamo avidi di chiacchiere e di pettegolezzi, di quanta e falsità consumiamo….Colpendo con proclami di odio non si tesse la storia umana, ma si spoglia l’uomo di dignità….storie che ci aiutano a non perdere il filo tra le tante lacerazioni dell’oggi…storie che riportino alla luce la verità di quel che siamo, anche nell’eroicità ignorata del quotidiano”.
Luciano Corrado